Vivi la Parola! 2016.12.04

Domenica 4 dicembre 2016
IV di Avvento
L’ingresso del Messia

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, il Signore Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion:
«Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina»
e su un puledro, figlio di una bestia da soma». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! / Benedetto colui che viene nel nome del Signore! / Osanna nel più alto dei cieli!».
(Matteo 21,5)

È davvero impensabile un re così. Rinunciare ad imporsi con la forza del proprio ruolo, presentarsi davanti a tutti in toni dimessi, in modo umile e mite sembra inopportuno per un re, che agli occhi di molti, ancora oggi, deve galvanizzare il popolo con la potenza del suo prestigio.

Che addirittura Dio sia così ci sorprende: non dovrebbe dimostrare in modo inequivocabile di essere superiore a tutti?
Gesù sarà pietra di inciampo in ogni tempo per coloro che si arrampicano verso il potere per dominare.
Dio non può essere il Dio solo di alcuni. Solo se chi è in alto scende al livello degli umili per servire c’è speranza per tutti.

Buona domenica!
don Carlo

 

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