Vivi la Parola! 2016.12.13

Martedì 13 dicembre 2016

I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque dal Signore Gesù i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro:

«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare
e a Dio quello che è di Dio»

A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.
(Matteo 22,)

Se siamo veramente capaci di dare a Dio ciò che gli appartiene, non ci sarà difficile dare a Cesare quel che è di Cesare.
Se infatti Dio è il primo, il tesoro, il senso, lo scopo, non saremo attaccati al denaro al punto di negarlo a colui al quale spetta.
La forza del Vangelo è talmente grande da non lasciarsi condizionare da ciò che avviene attorno: nemmeno le persecuzioni possono spegnere l’annuncio e anche nelle situazioni più difficili e drammatiche Dio sa far sorgere prodigi di grazia, carismi che portano luce nuova a tutta l’umanità.

Buona giornata!
don Carlo

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