Lunedì 6 febbraio 2017
San Paolo Miki e compagni martiri
Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
(Marco 7, 14-29)
Gli Ebrei erano molto attenti a mantenersi puri seguendo regole rigide come il lavarsi, non mangiare cibi ritenuti impuri, non toccare persone considerate tali.
Gesù, come spesso fa, rivoluziona il pensiero: non è ciò che è fuori di noi che può renderci impuri ma lo sono i nostri pensieri, il nostro cuore e di conseguenza il nostro modo di agire.
Ci insegna a non guardare ciò che ci circonda, i fatti che accadono, in modo superficiale, ma ad andare in profondità, a guardare con il cuore.
Questa capacità di vedere amando è uno dei doni dello Spirito Santo: l’Intelletto, esso va chiesto ed esercitato.
Non mi preoccuperò perciò in primo luogo di quali regole non devo trasgredire , questo avverrà di conseguenza, ma di quanto amore metto in ciò che faccio e nei confronti di chi incontro.
Prima di giudicare qualcuno cercherò di cambiare la prospettiva con cui lo osservo, farò in modo di capire il suo punto di vista per avere una visione più completa.
In questa epoca storica sembra sempre più difficile non arroccarsi sulle proprie posizioni, ma è l’unico modo se vogliamo costruire la pace.
Buona giornata!
don Carlo
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