Mercoledì 15 febbraio 2017
Il Signore Gesù e i discepoli giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro:
«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
(Marco 9,35)
La nostra è un’epoca che si mostra particolarmente sensibile di fronte ai gesti di umiltà delle persone importanti. Se il papa invita a pranzo per il suo compleanno tre persone senza fissa dimora e uno di loro porta il cane, o se si vede un cardinale che lava i piatti in cucina dopo aver mangiato in una mensa, sono tantissimi quelli che applaudono.
Non è questione di strategie. Gesù ci insegna che, se il primo si mette all’ultimo posto, ognuno si sente interpellato sull’arrivismo che è in lui, perché quello è un gesto che evoca in modo vivido lo stile di Dio.
Non abbiamo che da imitare.
Buona giornata!
don Carlo
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