Vivi la Parola! 2017.11.20

Lunedì 20 novembre 2017

Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: /

«Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato»

abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

(Matteo 11,17)

Il Vangelo è una musica, è un flauto che invita alla danza.

Ci raggiunge come un ritmo che trova subito eco in noi e ci attira ad imitarlo, a muovere i passi in sincronia con esso.

Certo, a volte questa musica ci disturba, ci infastidisce, vorremmo spegnerla, ma siamo noi a non essere accordati, siamo noi che ci chiudiamo e temiamo di familiarizzare con una musica nuova, diversa da quella che amiamo ascoltare e che invece farebbe tanto bene all’anima.

Perché il Vangelo è la musica delle musiche, trasforma la vita di un gruppo, di un popolo, nella più bella delle sinfonie.

Buona giornata!

don Carlo

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