Vivi la Parola! 2018.01. 30 & 31

Martedì 30 gennaio 2018

Il Signore Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone?

«E le sue sorelle, non stanno qui da noi?»

Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

(Marco 6,3)

“Troppo vicino per essere un vero profeta”, “Siamo cresciuti insieme, non abbiamo mai notato nulla di speciale”, “Conosciamo bene lui e la sua famiglia, cosa vuol farci credere?”.

Il rischio di un Dio che si fa uomo e che si mescola a noi nella vita più ordinaria è quello di non essere creduto.

Chiederebbe di rivedere completamente i propri punti di vista, i propri pregiudizi: è più facile rifiutarlo.

Capita anche a noi: quando i santi ci sono troppo vicini non ce ne accorgiamo.

Quando Dio entra nelle pieghe della mia vita quotidiana sembra impossibile che sia proprio Lui.

Eppure basterebbe avere il cuore di bambino e aprire gli occhi e tutto diventerebbe chiaro.

Buona giornata!

don Carlo

Mercoledì 31 gennaio 2018

S. Giovanni Bosco, sacerdote

Gli apostoli si riunirono attorno al Signore Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro:

«Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’»

Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

(Marco 6,31)

Il comandamento di Gesù non è: “Lavorate fino allo sfinimento”.

Il segno della santità non è il “burn out” o l’esaurimento nervoso, bensì l’amore.

Amare è più difficile ed esigente che lavorare, si può credere di lavorare per il Regno fino a consumarsi, magari solo per affermare se stessi, senza in realtà amare neppure un minuto. E questo sarebbe un fallimento terribile.

Gesù quindi invita i discepoli al riposo non per oziare, ma per poter amare meglio, con rigenerata freschezza, con nuova fantasia e creatività, per affrontare con rinnovata fiducia e le necessarie energie la grandiosa avventura dell’evangelizzazione.

Buona giornata!

don Carlo

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