Domenica 15 aprile 2018
III di Pasqua
Il Signore Gesù disse ai discepoli:
«Non sia turbato il vostro cuore»
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me».
(Giovanni 14,1)
Questi discorsi di addio riportati dal Vangelo di Giovanni sono le parole confidenziali che Gesù rivolge ai suoi.
Sono testi meravigliosi, in cui si sente l’amicizia piena di affetto e il desiderio di donare una speranza più forte delle minacce che incombono.
Gesù infatti vuole sempre rassicurarci in ogni turbamento e lo fa donandoci la sua pace, che accompagna e sostiene quasi miracolosamente anche nei momenti più difficili della vita, permettendoci di attraversarli con la sua forza.
Buona giornata!
don Carlo
Lunedì 16 aprile 2018
Il Signore Gesù riprese a parlare e disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo.
«Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa»
e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».
(Giovanni 5,20)
Bellissimo questo amore tra Padre e Figlio che si esprime in una piena comunicazione di tutto!
Diventa una strada luminosa indicata anche per noi, che siamo chiamati a vivere le dinamiche della vita trinitaria.
Il raccontarsi, il comunicare personale e profondo, il condividere quello che siamo e quello che viviamo è strada necessaria per poterci dire cristiani, perché con il Battesimo siamo stati resi partecipi della natura divina (cfr. 2 Pietro 1,4).
Buona giornata!
don Carlo
Martedì 17 aprile 2018
Il Signore Gesù disse: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere,
«Voi che ricevete gloria gli uni dagli altri,
e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio»
? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
(Giovanni 5,44)
Siamo sempre così dipendenti dai giudizi di chi ci sta accanto o delle persone che ci stanno più a cuore, da dimenticare che tutto questo è cosa vana.
Solo Dio vede e sa.
Lui può giudicare e lo fa solo con misericordia, dall’alto della croce del Figlio.
La gloria che Dio ci dà non è quella legata i nostri meriti, ma quella che proviene gratuitamente dal suo amore: è infinita tanto quanto è immeritata.
Buona giornata!
don Carlo
Mercoledì 18 aprile 2018
S. Galdino, vescovo
Il Signore Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci»
ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
(Giovanni 6,9)
Quando la sproporzione tra i mezzi e le necessità è così grande, è arrivato il grande momento di Dio.
A condizione che non ci sediamo a vedere cosa farà, ma gli mettiamo a disposizione tutto il nostro 1%.
Non dobbiamo temere di essere poveri, inadatti, sprovveduti.
Dovremmo invece provare i brividi quando ci illudiamo di essere capaci, esperti, sicuri di noi stessi. Siamo infatti mandati a costruire il Regno di Dio, non il nostro.
Buona giornata!
don Carlo
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