Martedì 1 Maggio
Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù:
«Non è forse scritto nella vostra Legge:
Io ho detto: voi siete dèi?»
Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
(Giovanni 10,34)
Dio non si accontenta di amarci, di salvarci, di donarci la vita eterna.
Lui vuole divinizzarci. Renderci come Sé.
È questo lo scopo dell’Eucaristia: farci partecipi della natura divina.
Nel giardino delle origini l’uomo voleva diventare come Dio, sostituendosi a Dio.
Gesù con la Sua Pasqua realizza questo desiderio, attraverso il Battesimo, se accettiamo fidarci di Lui fino in fondo e di entrare nella Sua vita.
Buona giornata!
don Carlo
Mercoledì 2 maggio
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;
«Se invece muore, produce molto frutto»
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
(Giovanni 12,24)
Occorre vivere morti a noi stessi, perché viva in noi Gesù.
Allora sì la vita diventa una divina avventura, Dio diventa molto concreto, visibile, sperimentabile.
Se poi siamo in due o più a vivere così, irradiamo attorno a noi “qualcosa” che non è nostro, che non sapremmo mai produrre con i nostri sforzi.
Quel “qualcosa” che per molti è indefinibile ma attraente è il Risorto, percepibile quanto più l’amore reciproco tra noi è intenso e vero.
Buona giornata!
don Carlo
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