Domenica 30 settembre 2018
V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE
Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
«Invece un Samaritano»
che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
(Luca 10,33)
Scegliere un samaritano come protagonista buono della parabola, a differenza di un sacerdote e di un levita, è molto provocatorio da parte di Gesù. Significa prendere ad esempio una persona religiosamente squalificata agli occhi di tutti e stigmatizzare apertamente l’indifferenza dei grandi maestri d’Israele.
Ci ricorda che l’essere vicini alle cose di Dio non rende automaticamente santi e simili a Lui ed un’accusa ai nostri pregiudizi verso chi riteniamo a torto come lontano da Dio.
Buona domenica!
don Carlo
Lunedì 1 ottobre 2018
S.Teresa di Gesù Bambino,
religiosa e dottore della Chiesa
Il Signore Gesù prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via. Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”. Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e
«Darà la vigna ad altri»
Udito questo, dissero: «Non sia mai!». Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: / “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo?”. / Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato». In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.
(Luca 20,16)
Dio vuole donare la sua vita e la sua gioia eterna a tutti i suoi figli e questo suo progetto di salvezza si realizza definitivamente con Gesù. Le strade per realizzarlo pienamente nella storia degli uomini sono le più varie e complesse.
Lui non si blocca di fronte al rifiuto degli uomini, ma trova altre soluzioni, indica a noi nuovi sentieri che prima non si erano mai percorsi, coinvolge altri che noi non immagineremmo.
Ma al traguardo ci arriva con certezza.
E vuole arrivarci con tutti.
Buona giornata !
don Carlo
Martedì 2 ottobre 2018
Santi Angeli Custodi
Gli scribi e i capi dei sacerdoti si misero a spiare il Signore Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e,
«Meravigliati della sua risposta, tacquero»
(Luca 20,26)
Non è raro trovare persone con cui nasce un contraddittorio sugli argomenti che riguardano la nostra fede o che sono in contrasto con la mentalità del Vangelo.
Occorre imparare a dialogare, ascoltando fino in fondo il pensiero dell’interlocutore, che non è sempre un nemico subdolo come gli informatori di questo episodio evangelico. E chiedere tanto lo Spirito santo, che ha assicurato di assisterci e che ci illumina “dentro”, quando non prepariamo la risposta mentre l’altro parla.
Talora sarà sufficiente una sola frase che ci viene suggerita “dentro”, per sorprendere, per creare un dubbio, per aprire un varco e lasciar passare un po’ della luce di Dio.
Buona giornata !
don Carlo
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