Vivi la Parola! 2018.10. 03, 04 & 05

Mercoledì 3 ottobre 2018

Si avvicinarono al Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”.

«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui»

Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

(Luca 20,38)

Dio è sempre il Dio della vita, di una vita che non si ferma mai. Non lo possiamo fotografare e studiare come un oggetto nelle nostre mani. Lui è eterno amore, quindi continuo dinamismo, creatività sempre nuova e imprevedibile.

Lui è la vita di ciascuno, la dona ad ogni essere vivente, non vuole che ci attardiamo nell’inerzia: Gesù infatti ci parla di “vita futura” e di “risurrezione dai morti”, non tanto di “riposo eterno”.

Il discepolo quindi è colui che trasmette questa vita che ad ogni istante lo rinnova, che la ripropone e la rilancia, che accompagna tutti verso una maggiore pienezza.

Perché questo è amare.

Buona giornata!

don Carlo

Giovedì 4 ottobre 2018

S.Francesco d’Assisi,

religioso e patrono d’Italia

In quel tempo il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.

«Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

(Matteo 11,30)

Tutti dobbiamo affrontare ogni giorno la fatica del vivere. C’è un peso che ci attende, fatto di difficoltà, preoccupazioni, sofferenze e mille altre prove. Anche Gesù lo riconosce e lo chiama “giogo”, perché non possiamo sbarazzarcene.

Ma il Suo giogo è dolce, perché quando è l’amore a muoverci tutto diventa più semplice, quando si gettano nel cuore di Dio le preoccupazioni si affronta la vita con una nuova leggerezza, quando sentiamo il Risorto con noi e in mezzo a noi ci si dimentica della pesantezza del vivere.

Buona giornata!

don Carlo

Venerdì 5 ottobre 2018

Mentre tutto il popolo ascoltava, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; divorano le case delle vedove e pregano a lungo

«Per farsi vedere»

Essi riceveranno una condanna più severa».

(Luca 20,47)

Nella cultura che ci circonda si cerca la visibilità ad ogni costo, si ha l’impressione di valere tanto quanti sono i “followers” su Instagram o quanti sono i “like” ai nostri “post” su Facebook.

Dimentichiamo che Qualcuno non smette mai di guardarci con amore ad ogni passo e si appassiona ad ogni dettaglio della nostra vita. Dimentichiamo che inseguire a tutti i costi il successo agli occhi degli altri è solo fonte di stress e di invidie e ci preclude quella gioia vera e fresca che viene dai rapporti veri, dalle relazioni in cui il cuore è palpitante e vibra per le gioie e i dolori dei fratelli, costruendo quella fraternità che trasforma noi e il mondo, rendendolo davvero felice.

Buona giornata!

don Carlo

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