Domenica 14 ottobre 2018
VII DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
Il Signore Gesù espose ai suoi discepoli un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e
«Diventa un albero,
tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami»
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: / «Aprirò la mia bocca con parabole, / proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
(Matteo 13,32)
Le realtà di Dio hanno inizi modesti, trascurabili, a cui nessuno bada. Ma la crescita è prodigiosa, non proporzionata all’impegno e alle capacità umane: un seme piccolissimo diventa un albero, un gruppetto di uomini danno vita ad un’esperienza di fede e di amore che coinvolge nei secoli miliardi di persone, ma anche due o tre persone che vivono insieme il Vangelo possono diventare in ogni tempo casa per tanti e tante.
Il nostro occhio ha bisogno di allenarsi a vedere questi prodigi, a riconoscere Dio che agisce così nella nostra storia, a non lasciarsi accecare da ciò che abbaglia e non costruisce, ma a osservare, a gioire e raccontare questi fatti di Vangelo.
Buona domenica!
don Carlo
Lunedì 15 ottobre 2018
S.Teresa di Gesù, dottore della Chiesa
Il Signore Gesù disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca;
«Chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una»
Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi”. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».
(Luca 22,36)
Una frase oscura e sorprendente, che merita quindi di essere approfondita e capita, che si chiarisce se la comprendiamo nel suo significato metaforico, come spiega bene il cardinal Ravasi.
La spada qui è da considerare un’arma spirituale e non militare, simbolo della lotta contro il potere delle tenebre che sta per scagliarsi contro Gesù e che coinvolgerà di conseguenza anche il discepolo.
Nei tempi duri della prova, della persecuzione e della tentazione occorre investire molte energie, combattere anche contro l’uomo vecchio che è in noi, resistere senza smettere di amare e di affidarsi al Padre, come Gesù fece durante la passione.
Buona giornata!
don Carlo
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