Vivi la Parola! 2019.01. 15 – 31

 

Martedì 15 gennaio 2019

 

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva:

«Il tempo è compiuto

e il regno di Dio è vicino;

convertitevi e credete nel Vangelo»

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

(Marco 1,15)

La gioia è qui, a portata di mano.

Non bisogna attenderla o cercarla chissà dove. Dio si è fatto molto vicino, uomo accanto a uomo, vivendo giornate come le nostre.

Lo possiamo trovare proprio nel quotidiano.

Occorre solo aprire le orecchie e il cuore e lasciarci illuminare da qualcosa che non potremmo immaginare, da un amore che non smette di rifluire verso di me, di te, di tutti.

Basterebbe cedere il nostro pensiero e i nostri sogni (lo so che non è poco!) alla sua Parola e tutti si trasformerebbe. Sapendo che è un passo da compiere ogni giorno, ad ogni istante.

Mercoledì 16 gennaio 2019

 

21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava.

«Ed erano stupiti del suo insegnamento»

egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

(Marco 1,22)

Da quando eravamo piccoli abbiamo sempre avuto dei maestri. Maestri di vita nei genitori e nei parenti più vicini, maestri a scuola sin dalla prima infanzia. C’è sempre qualcuno che ci insegna cose che non sappiamo.

Ma quando parla Gesù hai l’impressione che sia tutta un’altra cosa. Ha un’autorevolezza che si impone, sei raggiunto da una verità che illumina e rassicura, parla al cuore, a tutto quello che noi siamo, guarisce e accende speranze ed entusiasmi. Certo, è sempre un morire ma per poi risorgere, un perdere ma per poi trovare, un lasciarsi persuadere ma per ritrovarci ogni volta più ricchi e nuovi.

Giovedì 17 gennaio 2019

S.Antonio abate

«Al mattino presto

si alzò quando ancora era buio»

e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

(Marco 1,35)

La giornata di Gesù inizia prima di iniziare, la preghiera precede ogni aurora: una indicazione preziosissima per ciascuno di noi. Per impedire che siano le cose, le incombenze, i doveri a dettare legge, per vivere davvero da uomini liberi occorre ripartire da Dio, riscoprire e dirci con la nostra vita che c’è Qualcuno prima di ogni cosa, che riempie la nostra giornata, le da senso e le indica la direzione. Ed è un amore ad illuminarci: nonostante tutto quello che siamo e tutti gli errori che non riusciamo a perdonarci, è gustare ogni volta la dolce riscoperta di sentirci amati.

Venerdì 18 gennaio 2019

CATTEDRA DI S. PIETRO

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro:

«Ma voi, chi dite che io sia?»

16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

(Matteo 16,15)

Abbiamo sempre delle risposte pronte, preconfezionate, alle mille domande e provocazioni che ci raggiungono durante una giornata. È un patrimonio che ci rassicura di fronte alle incognite e che ci permette di allontanare alcune paure. Ma di fronte a Gesù è bene lasciare cadere queste “ricchezze”. Se lasciamo che le sue domande ci scavino dentro, possiamo capire un po’ meglio chi siamo, a che punto siamo, dove stiamo andando, di cosa abbiamo bisogno. Quanto più ci presentiamo disarmati davanti a Lui, tanta più luce potrà entrare in noi, conosceremo meglio chi siamo e soprattutto chi è Lui per noi.

Sabato 19 gennaio 2019

«La Legge e i Profeti fino a Giovanni:

da allora in poi viene annunciato

il regno di Dio

e ognuno si sforza di entrarvi»

17È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.

(Luca 16,16)

Siamo entrati in una nuova era. Con Gesù tutto è nuovo.

Non sempre ce ne accorgiamo, perché siamo spesso legati a vecchi schemi. Quelli che Gesù indica con “la legge e i profeti”: realtà sante ed eterne, ma che da sole non bastano.

Occorre infatti che ci sia qualcuno che ci doni una chiave per entrare e capire come si fa a realizzarle, che renda per noi possibili quelle parole, che ci permetta di viverle. Solo lo Spirito di Gesù ce le può rivelare, con una luce che non viene da noi. Quando se ne fa l’esperienza, diventa naturale fare ogni sforzo per non uscire da questa realtà o per rientrarvi ogni volta che ci smarriamo lontano.

Domenica 20 gennaio 2019

II DOPO L’EPIFANIA

1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse:

«Non hanno vino»

4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».  11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

(Giovanni 2,3)

Il vino nella Bibbia è simbolo della gioia dei tempi ultimi, quelli del Messia. Maria a Cana si accorge che manca il vino, ma ancor più spesso si accorge oggi che la gioia vera è sconosciuta dal cuore di tanti suoi figli. Una costatazione amara e dolorosa, che riguarda anche persone brave e volonterose, che si ritrovano a volte ad un passo da quella gioia e non sanno di averla così a portata di mano. Che Maria, madre della Chiesa, ci aiuti a scovare le strade perché l’uomo d’oggi possa scoprire questa gioia, che non si può paragonare con nessun’altra.

 

Lunedì 21 gennaio 2019

S. Agnese, vergine e martire

7Gesù, intanto, con i suoi discepoli

«Si ritirò presso il mare

e lo seguì molta folla»

dalla Galilea. Dalla Giudea 8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

(Marco 3,7)

A volte Gesù si allontana perché chi lo segue si stacchi dalle cose ordinarie e possa entrare nel Suo mondo, che è tutto un altro mondo. Occorre infatti fare esperienze forti, immergerci nella Sua realtà, respirare per un po’ l’aria del Cielo per capire quanto siamo inquinati e per dare soddisfazione al nostro profondo desiderio di Dio.

Poi, certo, la vita riprende, ma lo sguardo e il cuore sono nuovi.

E vivere la Sua parola ci permette di affrontare la vita con le energie dell’amore, di vedere le cose da un altro punto di vista, ritrovando Dio nella Sua volontà di ogni istante e in ogni fratello e sorella che ci sfiorano.

Martedì 22 gennaio 2019

22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.

«Nessuno può entrare

nella casa di un uomo forte

e rapire i suoi beni, se prima non lo lega»

Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

(Marco 3,27)

L’arrivo di Gesù lega il diavolo e gli impedisce di agire. La potenza di Dio infatti è schiacciante contro il male e il combattimento spirituale che si accende ad ogni istante nei cuori di tutti gli uomini lo possiamo affrontare e vincere solo se Lui è con noi, in noi.

È lui a vincere, noi non ne saremmo assolutamente capaci.

E d’altra parte il soccombere al male sarebbe una sciagura, la nostra fine.

Per questo Gesù non è uno tra gli altri, non è un optional: di Lui, proprio di Lui, abbiamo tutti un infinito bisogno.

Mercoledì 23 gennaio 2019

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e,

«Stando fuori, mandarono a chiamarlo»

32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

(Marco 3,31)

I parenti di Gesù accompagnati da Maria lo chiamano, perché vorrebbero stare con lui rimanendo fuori.

Ma non è Gesù a dover lasciare la realtà che sta nascendo attorno a lui, sono loro invece che vengono invitati ad entrare nel suo mondo.

Noi vorremmo adattarlo al nostro mondo, mentre lui ci chiama ad abitare il Suo. Occorre infatti non dimenticare che è lui che chiama, non siamo noi a doverlo chiamare, non siamo noi ad indicargli quello che deve fare, ma siamo  invitati invece a seguirLo sedendoci accanto a lui.

 

Giovedì 24 gennaio 2019

  1. S.Francesco di Sales

vescovo e dottore della Chiesa

1Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto.

«Altre parti caddero sul terreno buono

e diedero frutto»

spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». 10Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». 13E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. 16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. 18Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. 20Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

(Marco 4,8)

Nella parabola i risultati della semina all’inizio sono deludenti, occorrono molti tentativi e sconfitte prima che il seme cada sul terreno fertile.

A volte l’agricoltore si illuderà vedendo crescere una piantina che subito inaridisce.

A questo punto anche nell’ultima semina avrà poche speranze e invece il risultato sarà sorprendente.

Ricorda tanto la fatica di chi educa che in alcuni momenti penserà di lavorare invano: mai disperare, più seminiamo e più abbiamo speranza di trovare un punto nel cuore dove il seme può attecchire. Occorre poi avere la pazienza del contadino, saper aspettare, a volte anni, e quando meno ce lo si aspetta ecco la pianta germogliare!

Venerdì 25 gennaio 2019

CONVERSIONE DI S. PAOLO

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico:

«Voi che mi avete seguito»

quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

(Matteo 19,28)

Seguire qualcuno significa stargli dietro, mettere i nostri passi sui suoi, imitarlo e condividere il più possibile. Per seguire Gesù occorre cambiare rotta, non attaccare il cuore ad altro, anche se continuiamo a vivere nel mondo sappiamo che davanti a noi c’è sempre Lui e poi il resto e gli altri.

Non significa amare di meno chi ci è stato donato ma in modo diverso, come qualcuno da custodire proprio perché non è nostro, ma solo un prestito.

E la ricompensa sarà vedere attraverso i suoi occhi che tutto ciò a cui ci sembra di rinunciare, in realtà ci viene restituito lasciandoci però un cuore libero.

Sabato 26 gennaio 2019

Ss. Timoteo e Tito, vescovi

1Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

«I nomi dei dodici apostoli sono:»

primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. 5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.

(Matteo 10,)

I dodici  vengono chiamati per nome per indicarne l’individualità.

Gesù non sceglie masse a caso, ma ama ognuno per quello che è.

Inoltre vengono elencati a due a due per dimostrare che la sequela è fondata sulla relazione e sui vincoli sia parentali che di amicizia. Nella Genesi il Signore dice: «Non è bene che l’uomo sia solo» (Genesi 2,18), a volte ce ne dimentichiamo e pensiamo di agire meglio in solitudine, ma è un’illusione perché la perfezione stessa di Dio é la Trinità.

Domenica 27 gennaio 2019

S,FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse:

«Àlzati,

prendi con te il bambino e sua madre

e va’ nella terra d’Israele»

sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

(Matteo 2,20)

Come Mosè, Giuseppe è chiamato a portare il nuovo popolo di Dio, in questo momento formato solo dalla sacra famiglia, fuori dall’Egitto. E come Mosè ubbidisce anche se ha paura.

Questa obbedienza sempre pronta ad affidarsi anche nei momenti di timore è una delle qualità peculiari di Giuseppe.

Di fronte all’angelo Maria  fa delle domande prima di accettare, Giuseppe no, non parla mai, ubbidisce.

Sa che il Signore gli ha affidato ciò che ha di più caro ed è disposto a prendersene cura a qualunque prezzo.

Lunedì 28 gennaio 2019

S.Tommaso d’Aquino

sacerdote e dottore della Chiesa

Quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 24Diceva loro:

«Fate attenzione a quello che ascoltate»

Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. 25Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

(Marco 4,24)

Gesù ci chiede di “ascoltare”, parola che ha un significato molto più profondo del semplice “sentire”.

Se io ascolto una persona che amo cerco di captare ogni minimo messaggio di ciò che dice, non mi accontento di sentire le parole, guardo le espressioni, l’intonazione della voce e anche i silenzi. Voglio soprattutto capire cosa posso fare per condividere la sua vita, i suoi sogni, le sue difficoltà.

Così è con il Signore: ascoltare le sue parole ci dilata il cuore per cercare di amare come Lui ama.

Martedì 29 gennaio 2019

26Diceva:

«Così è il regno di Dio: come un uomo

che getta il seme sul terreno»

27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». 30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». 33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

(Marco 4,26)

Il Signore ci chiede di seminare, non di far crescere, quello non dipende da noi.
Se riuscissimo a guardare così il nostro operato, saremmo liberati da ogni ansia o delusione. Non sta a noi vedere i frutti di ciò che facciamo. Dovremmo ripetercelo durante le verifiche delle varie attività pastorali dove qualcuno sempre insiste sui pochi risultati rispetto alle energie impiegate. Che ne sappiamo noi di ciò che succede nel cuore delle persone che ci incontrano?

Mercoledì 30 gennaio 2019

35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro:

«Passiamo all’altra riva»

36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

(Marco 4,35)

Passare all’altra riva significa lasciare le proprie sicurezze per seguire la via della fede.

Nella nostra vita incontreremo difficoltà piccole, ma altre volte anche molto grandi, nessuna però in grado di farci soccombere.

Se Gesù è in mezzo a noi, non dobbiamo temere.

Non perché ci libererà da ogni prova, ma perché sarà al nostro fianco ad affrontarla con noi.

Giovedì 31 gennaio 2019

S.Giovanni Bosco, sacerdote

1Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. 2Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 3Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi 7e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». 9E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». 10E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. 11C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. 12E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. 14I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. 15Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. 17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.  18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. 19Non glielo permise, ma gli disse:

«Va’ nella tua casa, dai tuoi,

annuncia loro

ciò che il Signore ti ha fatto»

e la misericordia che ha avuto per te». 20Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

(Marco 5,19)

L’indemoniato guarito viene mandato in missione presso quelli che lo conoscono per raccontare la sua storia.

Evangelizzare non è tanto un insegnare dottrine, ma un raccontare ciò che il Signore ha fatto nella nostra vita.

Si tratta di lasciarsi guardare dentro perché appaia tutta la luce che Gesù vi ha portato. Niente è più credibile di chi non nasconde nulla di sé e dei propri errori per gridare, con il cuore, la gioia di sentirsi amati da Dio nonostante le proprie fragilità. 

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