Perché candidarsi per il Consiglio pastorale?
Perché no? Questa potrebbe già essere una buona risposta.
Cerchiamo troppo spesso delle grandi motivazioni quando in realtà potremmo riscoprire, di fronte ad una proposta, la generosità pronta dei primi discepoli che dicono di sì alla chiamata del Signore.
La vita è fatta anche di circostanze che domandano una risposta pronta e il percorso di un cristiano maturo non si basa soltanto su ragionamenti pensosi e calcoli precisi ma anche sugli slanci del cuore.
Detto questo sappiamo che non c’è una risposta né unica né decisiva, eppure ci sono tanti buoni motivi per dire di sì a questa proposta.
Ve ne suggeriamo sei.
Perché voglio bene alla Chiesa
Dalla Chiesa abbiamo ricevuto la fede. E prima ancora di conoscere Gesù abbiamo incontrato dei credenti che ci hanno parlato di lui. Ci fidiamo di questa Chiesa e le manifestiamo la nostra riconoscenza facendoci carico della sua vita.
Perché è un servizio prezioso
Una casa sta in piedi perché c’è qualcuno che se ne prende cura. Insieme ai servizi più semplici e quotidiani c’è anche quello di chi prova a pensare al bene comune di tutta la parrocchia.
Non è cosa da poco.
Perché la fede non è una faccenda individuale
Siamo chiamati in modo singolare e unico dalla grazia di Dio, ma nessuno di noi può camminare da solo. Nel Consiglio pastorale imparo a farmi carico della fede dei fratelli e a camminare al loro fianco con umile senso di responsabilità.
Perché i doni ricevuti vanno messi in circolazione
I doni di Dio sono suoi, non una proprietà da consumare unicamente a proprio beneficio.
Se il Signore mi ha regalato una qualità, una sensibilità e una capacità particolare, metterla in comune con gli altri fa crescere me, loro e il corpo della Chiesa tutta. Proprio condividendo il poco che credo di avere scopro in me stesso ricchezze insospettate.
Perché è una bella esperienza di fede
Nel Consiglio Pastorale incontro la fede di tanti altri fratelli, ne vengo edificato e consolato.
La fede cresce nella misura in cui è condivisa.
Perché “il Signore ne ha bisogno”
Quando Gesù entra a Gerusalemme sceglie un asino come propria cavalcatura. Ai discepoli incaricati a preparare il suo ingresso dice soltanto: “Il Signore ne ha bisogno”.
Non è forse questa la ragione più semplice e più vera?
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