Vivi la Parola: 2020 04 – Aprile

Mercoledì 1 aprile 2020

 

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: 32verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e

«Non capivano ciò che egli aveva detto»

(Luca 18,34)

 

È quel meccanismo psichico che in psicoanalisi si chiama rimozione: quando allontani dalla coscienza pensieri che non vuoi accettare. Ne capisci il senso oggettivo, ma istintivamente li espelli come se non li avessi mai ascoltati. Capita anche con la parola di Gesù, quando punge, inquieta, obbligherebbe a rivedere pensieri e comportamenti: non fa presa, scivola via.

Dobbiamo chiedere allo Spirito santo di esserne avvertiti, di accorgercene, di trattenere quelle parole e farle entrare nel circolo dei nostri ragionamenti. Le sentiamo come un virus, in realtà sono l’unico vaccino che ci può salvare.

 

Giovedì 2 aprile 2020

 

43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.  45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?».

«Risposero le guardie:

“Mai un uomo ha parlato così!”»

47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!».

(Giovanni 7,46)

 

Le parole di Gesù sono universali, arrivano a tutti i cuori. Se appena siamo liberi dai pregiudizi ne cogliamo subito la verità. Non è questione di studi, di sensibilità alle cose che riguardano la fede o di intelligenza: anche se si vive in un ambiente rozzo e violento, come doveva essere quello delle guardie del tempo, e rimani toccato e interrogato. Risvegliano infatti la parte più nobile della tua persona, ti invitano ad entrare in un mondo diverso, nuovo, ma attraente, danno soddisfazione e pace.

Noi cristiani non dobbiamo convincere di cose astruse, ma donare con semplicità evangelica ciò che ogni uomo attende.

 

Venerdì 3 aprile 2020

 

Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.

Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Matteo.

 

Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo:

«Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!»

Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo- A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria. Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

(Matteo 27,40)

 

Gesù non cede alla provocazione. La sfida è aperta e non è per nulla facile convincere di salvare il mondo e di essere Dio morendo su una croce. Scendere dalla croce ci sembra mille volte più persuasivo.

Ma un Dio che evade dalla sofferenza come potrebbe essere il Dio degli ultimi, dei condannati, dei torturati, di coloro che non conoscono tregua al loro dolore?

Il crocifisso invece attraversa tutta la storia, abbraccia e può consolare ogni uomo che soffre, è la certezza che nulla di ciò che è umano rimane estraneo a Dio, neppure quel dolore dal quale tutti cerchiamo di fuggire.

 

Sabato 4 aprile 2020

«IN TRADITIONE SYMBOLI»

 

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

«Prendete il mio giogo sopra di voi

e imparate da me,

che sono mite e umile di cuore,

e troverete ristoro per la vostra vita»

30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,29)

 

Il giogo non suscita simpatie. E’ segno di sottomissione, viene di solito utilizzato per i buoi, perché possano trascinare un aratro o un carro.

C’è un giogo per i discepoli del Signore. È il giogo dell’amore.

Qualcuno lo paragona al braccio del ragazzo sul collo della ragazza che ama. Non è più un peso, ma diventa un contatto dolcissimo.

Noi non siamo autonomi e abbandonati. Apparteniamo a Gesù, siamo suoi. Se facciamo solo di testa nostra non capiamo più né chi siamo né dove andiamo. Il suo giogo comporta la croce da portare dietro di Lui, ma proprio per il fatto che ci unisce a Lui diventa leggero.

 

Domenica 5 aprile 2020

DELLE PALME

 

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo. 1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.

«Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso,

ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo»

4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». 9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

(Giovanni 12,3)

 

C’è tensione a Gerusalemme, Gesù la sente forte e decide di andare dagli amici di Betania. La cena è un modo ottimo per stemperare le preoccupazioni. Tra le conversazioni di tavola, le voci che si rincorrono, Maria compie un gesto dirompente, eccessivo, quasi a voler riempire con l’amore tutte le ansie, per disorientare un po’ tutti con la sua tenerezza, per dirottare l’attenzione su ciò che veramente vale e che non passa.

Si è sempre sentita amata da Gesù e adesso è arrivato il momento giusto:  ha l’occasione per provare a dire il grazie del suo cuore, senza timidezze, senza sottintesi e senza misura. Lo esprime anche per noi.

 

Lunedì 6 aprile 2020

della Settimana Autentica

 

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e

«Che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso»

35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

(Luca 21,34)

 

Di quale giorno parla Gesù? Del giorno della grande prova, quella decisiva, che porta alla luce quello che veramente siamo. È il momento in cui sei chiamato a testimoniare chi è Gesù per te, fino a che punto sei disposto a giocarti per Lui, se sei pronto a reggere l’urto della sfida più grande.

Il problema è che arriva all’improvviso, quando meno te l’aspetti. Occorre perciò essere sempre pronti, non lasciarsi andare, ma avere energie da raccogliere per affrontare ogni difficoltà.

Che sia un lutto improvviso, un’ingiustizia terribile, un fallimento grave o una malattia senza rimedio, poco importa. Conta saperla affrontare come Gesù di fronte alla sua Passione.

 

Martedì 7 aprile 2020

della Settimana Autentica

 

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso»

3Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».

(Matteo 26,2)

 

È l’ultimo, esplicito annuncio della Passione, il quarto, nell’imminenza dei fatti. Sembra impossibile che i discepoli si siano ritrovati poi così impreparati quando tutto avvenne.  È inutile interrogarci su ciò che noi avremmo fatto al posto loro: la verità è che a certi eventi è difficile prepararci, li affrontiamo così come siamo, con quelle reazioni istintive che ci appartengono. Se non siamo stati capaci di formarci prima, non potremo improvvisare comportamenti virtuosi sul momento. Maria, le altre donne e il discepolo amato sapranno seguire Gesù fino alla croce: occorre chiedere a Dio di scoprire il loro segreto e di imparare da loro.

 

Mercoledì 8 aprile 2020

della Settimana Autentica

 

14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento.

«Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo»

(Matteo 26,16)

 

Quindi non è stato un colpo di testa improvviso quello di Giuda, né un gesto inconsulto che non è stato più possibile recuperare. È stata un decisione precisa, meditata e soppesata, accompagnata dalla ricerca del momento più opportuno per far catturare Gesù.

Ma tutto questo non rende Giuda meno vicino a me.

Sono capace anch’io di tradire l’amore per Gesù, di perseverare in decisioni sbagliate sapendo di sbagliare, di barattare per quattro soldi l’Ideale della mia vita, di procurarmi ciò che mi fa male e di cui mi pentirò.

Solo la misericordia infinita di Dio mi può e mi potrà salvare.

 

Giovedì 9 aprile 2020

della Settimana Autentica

 

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse:

«Prendete, mangiate:

questo è il mio corpo»

27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. 57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. 59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». 65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».  67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». 69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

(Matteo 26,26)

 

Gesù vive la cultura del dare nel modo più radicale e stupendo: dà tutto, dà se stesso, tutto quello che ha e tutto quello che è. Lo offre senza guardare ai meriti o ai frutti immediati e visibili del suo gesto. Non vedrà in quel momento negli occhi e nei cuori dei discepoli la commozione, la gratitudine, la generosità eroica. Potrà notare invece la sorpresa, il non capire, la perplessità, pur accompagnate dalla fiducia anche in ciò che sembra così strano e incomprensibile.

Tutto questo aumenta, se possibile, l’assoluta gratuità del dono che si ripresenta sempre nuovo, sempre oltre, dovessimo ripeterlo anche migliaia di volte nella vita.

 

Venerdì 10 aprile 2020

nella Passione del Signore

 

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. 3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. 11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. 15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».  20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!».

E Pilato disse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso”»

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. 32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.  33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. 39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. 45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.  54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». 55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

(Matteo 27,23)

 

Sembra impossibile che alcune poche persone, pur molto influenti, possano iniettare nella folla sentimenti di odio per un innocente, fino a volere la sua eliminazione e ad ottenerla.

Ma ancora una volta il Vangelo sta parlando di noi, nella speranza che ne diventiamo consapevoli.

Crediamo infatti di essere liberi nei giudizi, di saper soppesare con obiettività il bene e il male, di scegliere e decidere con la nostra testa, invece siamo sottilmente manovrati, facilmente manipolabili, indotti a cambiare parere anche di fronte all’evidenza.

L’unica salvezza sta nel formare ogni giorno il nostro pensiero alla scuola di Gesù, senza discostarci mai dal Vangelo.

 

Sabato 11 aprile 2020

della Settimana Autentica

 

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e,

«Per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie»

(Matteo 27,66)

 

I capi dei sacerdoti e i farisei non lasciano nulla di incompiuto. Studiano bene il loro progetto, realizzano i loro piani e anche quando hanno ottenuto tutto quello che vogliono, controllano ancora bene ogni dettaglio, per essere proprio invincibili. Sono simboli di quel male che vediamo dilagare nella storia e che sembra irrefrenabile, pieno di risorse, capace di calpestare il bene e di emarginarlo, fino a renderlo ininfluente agli occhi delle persone che contano.

In realtà non funziona così. Se le cose andassero davvero in questo modo, il mondo sarebbe finito già da un bel pezzo.

Invece l’ultima parola ce l’ha Dio.

La notte di Pasqua lo rivelerà in tutto il suo infinito splendore.

 

Domenica 12 aprile 2020

DI PASQUA

NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

 

1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne:

«Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto»

infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

(Matteo 28,5-6)

 

Ecco l’annuncio che spazza finalmente via tutte le paure: la vita ha vinto! Per sempre.

Non c’è morte che la possa imprigionare, non c’è violenza che la possa schiacciare, non c’è odio che la possa distruggere.

La vita è più forte e non morirà mai.

È troppo meravigliosa nel suo pulsare, troppo infinita nel suo manifestarsi, troppo incontenibile per poter essere soffocata. Chiunque ci provi non ci riuscirà.

Perché Dio è vita. Ed è invincibile.

Pasqua è la grande festa della vita che non muore.

Per questo è anche la gioia più sconfinata che possiamo provare. Infatti conferisce eternità a ciò che noi non vorremmo che finisse mai: la Vita nell’Amore.

 

Lunedì 13 aprile 2020

dell’Ottava di Pasqua

 

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse.

«Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto»

(Luca 24,12)

 

Comincia l’avventura della fede. Perché il centro, il cuore della fede dei cristiani è Gesù risorto.

Un’avventura lunga e contorta, fatta di bagliori e di oscurità, di annunci esplosivi di gioia e di incredulità compassate e disincantate.

Non è così solo la storia delle origini. Quanto è avvenuto a Pietro, a Tommaso, ai discepoli di Emmaus è l’itinerario di ogni credente, che parte dal “troppo bello per essere vero” e approda al “è molto più bello di quanto avrei mai immaginato”.

Non c’è quindi da preoccuparsi dei dubbi, siamo in ottima compagnia, quasi nessuno ne è stato esente in duemila e più anni di Cristianesimo: il Risorto sa sempre come sorprenderci.

 

Martedì 14 aprile 2020

dell’Ottava di Pasqua

 

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.

«Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi!”.

Ed esse si avvicinarono,

gli abbracciarono i piedi e lo adorarono»

10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

(Matteo 28,9)

 

Il gesto di queste donne lo capiamo molto bene, lo sentiamo tutto nostro. Esprime il desiderio, l’istinto di abbracciare il Risorto, di sentire e toccare la sua presenza fisica, di trattenerlo perché non ci scappi più, perché rimanga sempre con noi, perché non ci raggiunga mai la tentazione di pensare che sia solo un miraggio o un fantasma.

E dice anche il nostro bisogno di adorare, di ringraziare, di lodare, di riconoscere apertamente che crediamo proprio in questo Dio, che si è rivestito dell’umanità di Gesù di Nazaret e che ci ha rivelato un amore così smisurato e universale.

 

Mercoledì 15 aprile 2020

dell’Ottava di Pasqua

 

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.

«Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò

e camminava con loro»

16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

(Luca 24,15)

 

Non stavano pregando, né leggendo o studiando le Scritture, come avrebbero fatto in seguito. Non erano impegnati in azioni di carità, come il Maestro aveva pur insegnato loro.

Cleopa e il suo amico stavano semplicemente camminando e discutendo. Delusi, forse anche arrabbiati per i fatti accaduti, accalorati e forse anche arroccati nel difendere con energia i propri punti di vista.

Quindi, quando meno se lo aspettavano e quando meno ne avevano voglia: in quel momento il Risorto si avvicina.

E cammina con loro, con il loro passo, cominciando ad ascoltarli fino in fondo, accettando con pazienza anche le loro risposte scostanti.

È lui il grande protagonista della nostra fede, lui solo sa quando incrociare la nostra vita e illuminarci.

 

Giovedì 16 aprile 2020

dell’Ottava di Pasqua

 

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:

«Avete qui qualche cosa da mangiare?»

42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

(Luca 24,41)

 

Anche da risorto, a Gesù piace mangiare. Preparerà anche pane e pesce sulla riva del lago, al fuoco di brace, per Pietro e i suoi compagni (cfr. Giovanni 21). E mentre era in vita profetizzava di banchetti con vino nuovo nel Regno del Padre (cfr. Matteo 26,29).

Sempre insieme con qualcuno.

Mangiare infatti è nutrirsi e condividere. È cogliere l’occasione di un bisogno per avvicinarci e conoscerci di più. È ritemprare le energie ed al tempo stesso entrare in una nuova comunione.

Sono le necessità più grandi ed essenziali dell’uomo, ci dicono come siamo fatti.

Venerdì 17 aprile 2020

dell’Ottava di Pasqua

 

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.

«Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra,

vestito d’una veste bianca»

ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

(Marco 16,5)

 

Nel racconto di Marco l’annuncio della risurrezione è dato da una persona normale: giovane, seduto, vestito di bianco. Quindi nulla di speciale, una realtà ordinaria, di quelle che potresti incontrare tutti i giorni.

È un dettaglio che dice qualcosa di importante: la risurrezione di Gesù è l’evento che trasfigura l’umanità e il cosmo, è la Pasqua che arriva proprio dappertutto.

Ma è un annuncio che non è affidato a uomini fenomenali, né è accompagnato da manifestazioni clamorose. È accessibile, vicino, semplice e luminoso come la natura. È troppo grande perché gli si debba aggiungere qualcosa.

 

Sabato 18 aprile 2020

dell’Ottava di Pasqua

 

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro:

«”Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci»

7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

(Giovanni 21,6)

 

Il Risorto non chiede ai discepoli di compiere gesti straordinari. Chiede anzi qualcosa di poco convincente: cosa cambia se getti le reti a destra o a sinistra, quando è tutta la notte che stai pescando e non hai preso nulla?

È la fiducia che realizza miracoli, la certezza che la parola di Gesù è più di tutte le nostre idee.

Provaci e sperimenterai che ogni volta che la ascolti e la vivi non sbagli mai. Ti rammaricherai piuttosto, e talvolta ti mangerai le mani, per non averlo fatto.

 

Domenica 19 aprile 2020

II DI PASQUA

O DELLA DIVINA MISERICORDIA

 

19La sera di quel giorno, il primo della settimana,

«Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”»

20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(Giovanni 20,19)

 

Il Risorto è più forte delle nostre paure e delle nostre chiusure. Riesce ad entrare nei cuori, nonostante noi.

Possiamo fare chiasso, riempirci di cose fino a stordirci, inseguire ogni emozione, estraniarci. Ma Lui arriva comunque a tutti, parla al cuore, si fa capire anche senza parole.

Se sei chiuso, quando si avvicina lo senti come una minaccia e cerchi di allontanarlo.

Ma se appena ti disponi ad accoglierlo, ti accorgi che vuole portarti solo la pace, la Sua pace, quella che da sempre desideri.

 

Lunedì 20 aprile 2020

 

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?».

«Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava

e quel giorno rimasero con lui»

erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

(Giovanni 1,39)

 

Non sappiamo se nella casa dove Gesù quel giorno dimorava ci fossero ancora Maria e Giuseppe o no. È evidente però che lì era bello, si stava bene, il tempo volava, non si sarebbe più andati via.

Gesù li ha persuasi con la sua persona, con il clima di casa sua.

Non abbiamo bisogno di cose strabilianti per essere felici nel cuore, è sufficiente che troviamo casa, che respiriamo quell’atmosfera di amore vero e di pace che istintivamente da sempre cerchiamo. È la vita del Cielo scesa sulla terra.

 

Martedì 21 aprile 2020

 

43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».

«Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Natanaele gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”»

49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,47-48)

 

Per convincere Natanaele, per sciogliere i suoi pregiudizi pur ben radicati, bastano due frasi di Gesù. Certo, questo mostra la libertà di cuore di questo giovane, la sua disponibilità ad accogliere la Luce.

Però comprendiamo anche che non è un diluvio di parole a persuadere. Non è tanto questione di cultura o di genialità personale. È piuttosto la capacità di sintonizzarci con lo Spirito santo, tradurre quella Luce che Lui ci fa intravedere e solo quella.

Può bastare poco. Anche molto poco. Basta una sola parola di Gesù in noi per guarire (cfr. Matteo 8,8).

 

Mercoledì 22 aprile 2020

 

1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù:

«In verità, in verità io ti dico,

se uno non nasce dall’alto,

non può vedere il regno di Dio»

4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto.

(Giovanni 3,3)

 

A volte ci sembra di aver espresso bene un pensiero, un annuncio di Gesù, con parole chiare, fresche, comprensibili. Eppure per chi ci ascolta è tutto arabo. Come se avessimo parlato di cose astruse, lontane.

Magari senza accorgercene abbiamo utilizzato un vocabolario un po’ esclusivo, sorpassato, ed è importante allora aggiornarci e riuscire a sintonizzarci sulla lunghezza d’onda dell’interlocutore.

Però a volte il problema non è quello. Chi non rinasce da Dio, chi non sa o non vuole uscire dal proprio mondo, quando ascolta Gesù si sente straniero.

In questi casi solo la preghiera può cambiare le cose.

 

Giovedì 23 aprile 2020

 

Dovete nascere dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».  9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna»

(Giovanni 3,14-15)

 

Con queste parole, Gesù insegna allusivamente che solo la sua croce farà capire chi Lui è. È infatti l’amore crocifisso a mostrare cosa vuol dire che Dio è Amore.

E quando noi crediamo a questo amore e lo facciamo diventare il perno della nostra vita, il punto sul quale non siamo disposti a venir meno, l’obiettivo di ogni nostro incontro e di ogni gesto, allora capiamo il senso profondo di tutto. Capiamo poi che solo questo amore è capace di illuminare tutto: la storia dell’umanità e il cuore di ogni singolo uomo.

 

Venerdì 24 aprile 2020

 

22Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. 25Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena.

«Lui deve crescere; io, invece, diminuire»

(Giovanni 3,30)

 

Giovanni non si preoccupa se il suo ruolo in mezzo alla gente stia per finire o per cambiare, si limita a fare ogni giorno ciò che gli viene chiesto.

Ecco il modo autentico per vivere la sequela: non attaccarsi eccessivamente a ciò che facciamo, ma considerarlo un dono che ci viene rinnovato ogni giorno, comunque a tempo determinato.

Facciamo tutto ciò che è possibile, ma senza considerarlo qualcosa di nostro e ripetiamoci spesso che potrebbe esserci chiesto di lasciarlo in qualsiasi momento.

Gli orticelli non fanno parte della vita cristiana e non possono diventare una ragione di vita. L’unica vera ragione è vivere la Sua volontà.

 

Sabato 25 aprile 2020

S. MARCO, EVANGELISTA

 

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate:

«Ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi»

4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

(Luca 10,3)

 

Nella vita spesso ci sentiamo disarmati in un mondo che ci considera degli idealisti sognatori.

Eppure con la forza del Vangelo è possibile andare avanti e in qualche modo sconcertare chi ci vede.

La coerenza affascina anche chi non condivide, crea curiosità e qualche volta ammirazione.

L’importante è che nessuno si senta giudicato, ma amato.

 

Domenica 26 aprile 2020

III DI PASQUA

 

29Il giorno dopo,

«Giovanni,

vedendo Gesù venire verso di lui»

disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».  32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

(Giovanni 1,29)

 

E’ Gesù che va incontro a Giovanni.

E’ sempre il Signore che fa il primo passo, a noi resta solo di accoglierlo.

Spesso pensiamo di essere noi a cercare Dio, a fare delle cose per trovarlo e alla fine scopriamo che ci stava aspettando e piano piano ci ha condotto a Lui.

Si tratta perciò di lasciarsi portare ogni giorno dove Lui ci vuole, non fare progetti a lungo termine che basta nulla per mandare a gambe all’aria, non tirarsi mai indietro di fronte ai cambiamenti con il gusto della sorpresa e Lui ci sorprenderà.

 

 

Lunedì 27 aprile 2020

Beate Caterina e Giuliana

del Sacro Monte di Varese, vergini

 

19Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. 21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da me, io non posso fare nulla.

«Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto,

perché non cerco la mia volontà,

ma la volontà di colui che mi ha mandato»

(Giovanni 5,30)

 

C’è un solo metro di giudizio: la volontà del Padre, lo ripetiamo ogni giorno nel Padre Nostro. Allora è più facile accettare una giornata che si presenta come una pagina da scrivere.

Al mattino invece di svegliarsi con l’ansia per le quantità di cose da fare, basta mettersi in quest’ottica.

Davanti a qualunque decisione cercheremo di capire quale sia la volontà di Dio e agiremo di conseguenza.

Arriveremo a sera con la pace nel cuore.

 

Martedì 28 aprile 2020

S. Gianna Beretta Molla

 

31Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. 32C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. 33Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. 34Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati.

«Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce»

36Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. 37E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, 38e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. 39Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 40Ma voi non volete venire a me per avere vita. 41Io non ricevo gloria dagli uomini. 42Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. 43Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. 44E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?  45Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. 46Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. 47Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

(Giovanni 5,35)

 

Ogni santo che passa sulla terra è  questa lampada che arde e risplende per poco. E’ una piccola testimonianza.

Eppure noi spesso ci fermiamo a queste piccole luci e non andiamo oltre.

Esse sono messe sul nostro cammino per guidarci.

In ognuno di loro possiamo trovare qualcosa che ci può aiutare a raggiungere l’unica grande luce che è Gesù.

 

Mercoledì 29 aprile 2020

S. CATERINA DA SIENA,

vergine e dottore della Chiesa,

patrona d’Italia e d’Europa

 

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi.

«Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono»

6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,5)

 

Quante volte nella vita ci siamo trovati nella situazione di queste ragazze.

All’inizio del nostro rapporto con il Signore c’è l’entusiasmo, la preghiera, la voglia di stare con Lui.

Poi piano piano subentra la fatica, la routine, l’affanno per le preoccupazioni, sembra che la vitalità si sia in qualche modo addormentata, le nostre lampade tendono a spegnersi.

Ecco il momento di riaggrapparci nuovamente a Lui, di mettergli davanti tutta la nostra fragilità e di chiedergli di non abbandonarci, ma di rinvigorire il nostro amore. Ecco il significato di “vegliare”.

 

Giovedì 30 aprile 2020

 

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; 18il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia,

«Videro Gesù che camminava sul mare e

si avvicinava alla barca, ed ebbero paura»

20Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». 21Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

 

(Giovanni 6,19)

 

Può capitare di non vedere il Signore vicino a noi in alcuni momenti della vita, anzi la sua presenza in qualche modo ci spaventa.

E’ un’accozzaglia di sentimenti, lo sentiamo lontano, magari assente, ma nello stesso tempo siamo in un buio illuminato, sappiamo di non poter vivere senza di Lui anche se non lo vogliamo ammettere.

E’ questo il momento di mettersi in ginocchio, pregare anche se non ne abbiamo voglia e aspettare di sentirsi dire: “Coraggio, sono io”.

 

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