“Vivi la Parola: 2021 02 – Febbraio

Lunedì 1 febbraio 2021

Beato Andrea Carlo Ferrari, vescovo

 

Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. 25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti:

«Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata»

29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. 30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

(Marco 5,28)

 

Questa donna crede fermamente che Gesù la può salvare. Però occorre in qualche modo toccarlo, anche solo sfiorarne le vesti. Non basta una semplice adesione intellettuale, è necessario un qualche contatto fisico, personale, anche solo accennato. E qui comprendiamo meglio la “fisicità” dei sacramenti. Inoltre, i doni di Dio che ci trasformano non arrivano a pioggia, cadendo a caso, come un colpo di fortuna. Sono sempre all’interno di un rapporto personale. Il primo passo lo fa Dio, ma perché il cuore e la vita cambino è necessaria la nostra reazione, il nostro desiderio, la nostra ricerca. Altrimenti tutto rimane come prima.

 

Martedì 2 febbraio 2021

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

«Mosso dallo Spirito, Simeone si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio»

dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

(Luca 2,27-28)

 

Un incontro imprevisto per i genitori di Gesù. Dopo i luoghi feriali e poveri della nascita a Betlemme, ecco ora le sorprese al tempio di Gerusalemme. Anche lì, il bambino è atteso, è già conosciuto. Lo Spirito infatti parla ai cuori senza che lo immaginiamo e la sua opera è sempre sorprendente. Dovunque arriviamo, lo Spirito è già presente, come un amico che ha già aperto la strada e accompagna le nuove avventure di Dio con la sua Sapienza. Basta assecondarlo e la vita si riempie di novità.

 

Mercoledì 3 febbraio 2021

S. Biagio, vescovo e martire

«Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato»

31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.  34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

(Marco 6,30)

 

Non è difficile immaginare l’emozione e l’entusiasmo dei discepoli nel raccontargli le esperienze della loro missione. È anche un bisogno del cuore: non basta infatti  essere felici da soli, dalla condivisione la gioia esce moltiplicata. Magari ci sarà stata qualche loro ingenuità, come sempre capita le prime volte e quando si è presi da sacro fuoco dei neofiti. Ma i discepoli sanno che è l’amore ad accoglierli, non un professore precisino che mette subito i puntini sulle i. Ed è bello anche immaginare anche la gioia di Gesù nell’ascoltarli.

 

Giovedì 4 febbraio 2021

33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; 36congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero:

«Dobbiamo andare a comprare duecento
denari di pane e dare loro da mangiare?»

38Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». 39E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. 40E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. 41Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. 42Tutti mangiarono a sazietà, 43e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

(Marco 6,37)

 

I discepoli erano rientrati felici dalla missione, avevano visto cose bellissime, cuori che si aprivano, corpi che venivano sanati, tanta gioia nelle persone semplici. Gesù li provoca qualche ora dopo a sfamare la grande folla, a risolvere quindi un problema umanamente impossibile e loro si bloccano. Li capiamo. Non hanno ancora capito che nulla è impossibile a chi crede, perché Dio è sempre più grande. Coloro che hanno il coraggio di lanciarsi con fiducia totale nel Signore ne fanno l’esperienza.

 

Venerdì 5 febbraio 2021

S. Agata, vergine e martire

1Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3– i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, 5quei farisei e scribi lo interrogarono:

«Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?»

6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 7Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. 8Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 9E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 11Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, 12non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. 13Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

(Marco 7,5)

 

Quanta differenza tra l’esperienza travolgente della potenza di Dio che i discepoli hanno sperimentato nei capitoli precedenti del Vangelo di Marco e le rigide prescrizioni rituali dei farisei che fanno consistere la religione in una serie di cose da fare e da non fare! Ci si sente catapultati in un altro mondo. Prima si respirava vita, sorpresa, gioia, libertà: ora invece si disquisisce puntigliosamente su abluzioni e doveri che preoccupano e stringono il cuore. Che distanza abissale tra il Dio di Gesù e quello dei farisei!

 

Sabato 6 febbraio 2021

S. Paolo Miki e compagni, martiri

Un dottore della Legge, interrogò Gesù per metterlo alla prova:

«”Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?”.
Gli rispose: “Amerai”
»

il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

(Matteo 22,36-37)

 

L’idea di comandamento istintivamente “stringe”. Pone dei limiti, precisa i sì e i no, frena. Ma se il comandamento è l’amore i limiti non ci sono più; se è l’amore a guidarci, la vita si dilata, esplode in ogni direzione. L’amore non ha confini, non viene soddisfatto da un comportamento, non si ferma, guarda sempre oltre, spinge sempre più in là. L’amore è creativo, ingegnoso, rende la vita più ricca, più intensa, non certo più facile, ma sicuramente più bella.

 

Domenica 7 febbraio 2021

PENULTIMA DOPO L’EPIFANIA

detta “della divina clemenza”

36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.

«Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo;
stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo,
cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli,
li baciava e li cospargeva di profumo
»

39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».  40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

(Luca 7,37-38)

 

L’evangelista Luca indugia nel descrivere con accuratezza il comportamento di questa donna, mettendo in luce i dettagli della sua delicatezza, del suo affetto, della sua tenerezza tutta femminile nei confronti di Gesù. Un gesto che può apparire plateale, ma che è tutto motivato dal desiderio di chiedere perdono, di una vita nuova e dalla certezza che Gesù, che legge i cuori, avrebbe capito. Non c’è spazio per preoccuparsi di quello che gli altri avrebbero pensato. Per questa donna conta solo il giudizio di Gesù.

 

Lunedì 8 febbraio 2021

S. Girolamo Emiliani, sacerdote

35Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma

«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore,
e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti
»

45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

(Marco 10,43-44)

 

Mentre i discepoli mostrano ingenuamente le loro ambizioni di potere, il desiderio di fare carriera, Gesù coglie l’occasione per capovolgere i loro criteri. Il primo è colui che si fa ultimo. È un altro mondo, che fa sparire quello dei discepoli. Presenta loro una nuova logica, che permette loro poco a poco di capire meglio Gesù. Perché quel servizio, quell’ambire all’ultimo posto che Gesù chiede, Lui lo sta già vivendo, anche se i discepoli non se ne sono ancora accorti.

 

Martedì 9 febbraio 2021

«Mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”»

48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

(Marco 10,46-47)

 

La sosta a Gerico è conclusa, Gesù si rimette in viaggio. La gente del posto commenta l’evento e la carovana che segue Gesù è entusiasta, pronta per nuove esperienze. Il grido di Bartimeo rompe l’incantesimo, suona sgradito, irritante. Ma chi può far zittire un bisognoso che intravede la soluzione dei suoi gravi problemi? Non saranno certo l’etichetta o le regole della buona educazione a frenarlo. È questa sua disperata determinazione a salvarlo, a strappare il miracolo, a cambiargli la vita. Per noi, una lezione da non dimenticare.

 

Mercoledì 10 febbraio 2021

S. Scolastica, vergine

12La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 13Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. 14Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. 20La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. 21Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». 22Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! 23In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà.

«Per questo vi dico:
tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà
»

25Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

(Marco 11,24)

 

Gesù è radicale nel suo insegnamento perché la scelta di Dio, che il discepolo è chiamato a compiere, o è decisa o non è. Le mezze misure vengono facilmente risucchiate dai ritmi della vita e dopo i primi entusiasmi è difficile scorgerne le tracce. Gesù insegna una fede totale nell’amore del Padre e quindi nella preghiera, perché questa è anche la sua costante esperienza di uomo: quello che chiede lo ottiene. Noi, che invece conosciamo incertezze ed esitazioni, abbiamo bisogno di essere scossi e rassicurati dalla sua parola.

 

 

Giovedì 11 febbraio 2021

Beata Vergine Maria di Lourdes

15Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 16e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. 17E insegnava loro dicendo:

«Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri»

18Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. 19Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.

(Marco 11,17)

 

La reazione furiosa e veemente di Gesù nel tempio esplode di fronte alla profanazione del tempio. Strano, perché in apparenza non c’è nulla di blasfemo o di irriverente, non vengono pronunciate parole offensive contro Dio, tutto quanto avviene sembra in funzione dei riti. In realtà il luogo è trattato come mera occasione di commercio, di inganno, di truffa, anche se le apparenze sono tutte salve. È un’altra manifestazione di ipocrisia: Dio è sfruttato per secondi fini, per di più loschi. Noi possiamo rimanere sorpresi di fronte alla reazione di Gesù. Forse però dovremmo interrogarci di più sulle nostre maschere, su ciò che in realtà esse nascondono.

 

Venerdì 12 febbraio 2021

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani 28e gli dissero:

«Con quale autorità fai queste cose?
O chi ti ha dato l’autorità di farle?»

29Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. 30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». 31Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. 32Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. 33Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

(Marco 11,)

 

Capi dei sacerdoti, scribi e anziani incalzano Gesù: come si permette di agire e di parlare così? Chi si crede di essere? Tutto quanto Lui fa suona come una squalifica del loro operato, come una condanna aperta del loro modo di vivere la religione. Non vogliono lasciarsi interrogare e mettere in crisi, perché questo chiederebbe di rivedere tutto un modo di essere e di fare falso e ipocrita, che si preoccupa solo di salvare con cura le apparenze e di mantenere il potere. È la paura di ogni conversione, anche della nostra. Che è invece la grande occasione di essere liberi e felici.

 

 

Sabato 13 febbraio 2021

 

«Ma viene l’ora
– ed è questa –
in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità
»

così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

(Giovanni 4,23)

 

 

Riusciamo ad adorare solo se e perché lo Spirito ce lo insegna. La preghiera infatti può svolgersi a più livelli, può rimanere all’osservanza precisa delle parole dette, degli appuntamenti ai quali si rimane fedeli. Ma solo se è in sintonia con lo Spirito riesce davvero a decollare, a immergerci nel mistero di Dio, a nutrire e rinforzare l’uomo interiore. Occorre per questo una libertà da distrazioni malsane, da pensieri ossessivi. Abbiamo bisogno di implorazione vera e di decisione. Allora scopriamo quanto tutto diventi diverso e questo giustifica ogni sforzo pur di non perdere questa nuova realtà che si sperimenta.

 

Domenica 14 febbraio 2021

ULTIMA DOPO L’EPIFANIA

detta “del perdono”

9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé:

«O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini»

ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

(Luca 18,11)

 

Quanto è facile cadere nel tranello di ritenere che se le cose vanno male la colpa è degli altri, che se il mondo gira storto dipende dal fatto che non si ascoltano le nostre idee. Talora ne siamo così persuasi che è difficile mettersi in cammino per scoprire le nostre responsabilità, i nostri errori, le nostre convinzioni sbagliate.

Del resto per vedere i nostri limiti occorre il fratello e accettare che possa farci notare, con amore, cosa in noi non va. Invece quando ci si isola, il rischio di ritenersi i migliori diventa forte.

 

Lunedì 15 febbraio 2021

«Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani,

per coglierlo in fallo nel discorso»

14Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». 15Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». 16Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». 17Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

(Marco 12,13)

 

Il Vangelo ci attesta molte discussioni di Gesù con i suoi avversari. Le ragioni del contendere sono pretestuose, questi personaggi vogliono soltanto prevalere, non capire. Del resto le discussioni non sono rare nella nostra vita, facilmente diventano litigi, che possono talora sconfinare e creare ferite e fratture nei rapporti. Gesù non si sottrae a queste sfide e non rompe mai con nessuno. È libero e schietto nel denunciare l’ipocrisia, ma soprattutto ci insegna a trasformare anche queste provocazioni in occasioni, per gettare luce nuova sul suo mistero e sulle realtà umane.

 

 

Martedì 16 febbraio 2021

18Vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: 19«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 20C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. 21Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, 22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 23Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 24Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? 25Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli.

«Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è Dio dei morti, ma dei viventi!»

Voi siete in grave errore».

(Marco 12,26-27)

 

 

Ai sadducei che mostrano di rimanere fedeli a Mosè non credendo alla risurrezione, Gesù replica facendo notare che Dio si presenta già nel Primo Testamento non come un Dio del passato, ma di un presente che mantiene vivi i patriarchi defunti. Non dice “sono stato”, ma “sono” il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Quindi da sempre Dio mantiene in vita i suoi figli, la morte è solo un transito in una realtà nuova. Il muro è abbattuto, la vita non ha più confini, si dilata e spazia all’infinito nella Vita piena di Dio.

 

Mercoledì 17 febbraio 2021

38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». 41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro:

«In verità io vi dico:

questa vedova, così povera,

ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri»

44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

(Marco 12,43)

 

A differenza degli scribi che amano ostentare le loro azioni religiose per pavoneggiarsi e soddisfare il proprio ego, il gesto di questa vedova è furtivo, rapido e nascosto. Gesù lo evidenzia e lo esalta, perché le vere e grandi gioie della vita del cristiano avvengono nel segreto, nell’interiorità, dove l’uomo è davvero se stesso, senza maschere. Lì l’uomo si ritrova, lì Dio ti incontra e ti parla. Poi non ti trattiene lì dentro, ma ti spinge fuori, ad amarlo nei fratelli, ma anche questo potrà avvenire solo perché dentro Lui ti avrà illuminato e avrà trasformato il tuo sguardo.

 

Giovedì 18 febbraio 2021

Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma

«Dite ciò che in quell’ora vi sarà dato:

perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo»

12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

(Marco 13,12)

 

Gesù con queste parole non incentiva a vivere perennemente nell’improvvisazione. Spiega invece che nel tempo della prova, quando ci sentiamo deboli e consegnati nelle mani di altri, in realtà c’è Qualcun altro che ci tiene saldamente per mano e ci dona tutto il necessario: lo Spirito santo. Lui sa donarci una luce per ogni tempo, può ispirare anche cose diverse da quelle che prima facevamo e dicevamo, perché ogni situazione è nuova e solo Lui sa come affrontarla nel modo migliore. È garanzia di pace e di verità in ogni futuro.

 

Venerdì 19 febbraio 2021

«Dalla pianta di fico imparate la parabola:

quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie,

sapete che l’estate è vicina»

29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

(Marco 13,28)

 

Gesù paragona la sua seconda venuta all’estate, la stagione della pienezza, della luce, dei tanti frutti maturi, succosi e dolci. Tutto il contrario di come spesso ci viene dipinta la fine dei tempi, cioè come catastrofe universale. Del resto non potrebbe essere altrimenti, perché Gesù è Vita e il suo arrivo ogni volta non può portare che vita in abbondanza. Questo rende sempre desiderabile la sua venuta, come ogni incontro con Lui, e quindi a maggior ragione anche quello finale, definitivo.

 

Sabato 20 febbraio 2021

1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!».

«Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano»

5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

(Marco 3,4)

 

A noi sembra un po’ incredibile che susciti scandalo un miracolo compiuto in giorno di sabato. Ma se ci pensiamo, quando qualcuno tocca alcuni punti che per noi sono vitali, come abitudini antiche alle quali siamo sempre stati fedeli o certezze che abbiamo sempre difeso, talora non siamo disposti a cedere neanche di un millimetro, perché tutto il nostro mondo altrimenti vacillerebbe. Gesù però vuol portare alla pienezza della verità e per questo occorre essere legati solo a Lui. Ma perché questo non diventi un’ideologia, occorre seguirlo fino a quando sperimenta sulla croce l’abbandono del Padre.

 

Domenica 21 febbraio 2021

ALL’INIZIO DI QUARESIMA

(I di Quaresima)

«Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto,

per essere tentato dal diavolo»

2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

(Matteo 4,1)

 

Il deserto nella tradizione biblica è il luogo dell’innamoramento e dell’intimità con Dio, ma anche della tentazione. Potremmo pensare d’istinto che nel deserto, non essendoci cose che possono attrarre e distrarre, il cuore possa dirigersi con facilità verso l’Assoluto. Ci sono indubbiamente dei vantaggi, però è sempre la nostra interiorità che ha bisogno di guarire: pensieri, desideri, ferite, paure, disordini insorgono sempre in modo imprevedibile e il disorientamento è facile. Occorre che la bussola sia ben diretta verso l’obiettivo, altrimenti è facile deviare. In questo senso non esiste luogo inaccessibile alle tentazioni e agli smarrimenti: dovunque siamo, la scelta di Dio chiede radicalità.

 

Lunedì 22 febbraio 2021

«Vedendo le folle, Gesù salì sul monte:

si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli.

Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati”»

i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

(Matteo 5,1-3)

 

Gesù, in veste di nuovo e definitivo Mosè, sale sul monte per trasmettere la legge nuova del Vangelo. Si mette a sedere, salendo così idealmente in cattedra, come un maestro che insegna. Nel grande discorso della montagna sono molti gli insegnamenti, ma è singolare che la prima parola di Gesù sia: Beati. Non quindi un comando al quale ubbidire, ma uno sguardo contemplativo di Dio sull’umanità, in cui già brilla da più parti e abbondantemente la luce dell’Altissimo: categorie di persone per lo più poco ambite e stimate, ma che sono già una presenza di Dio nel mondo.

Martedì 23 febbraio 2021

13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. 14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa.

«Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli»

(Matteo 5,16)

 

La luce è nostra, le opere buone sono nostre, dice Gesù. Come può avvenire allora che, vedendole, gli uomini lodino il Padre e non noi? Forse perché l’uomo che vive le beatitudini porta una logica, una passione, delle caratteristiche che non sono di questo mondo, ma lo trasformano dall’interno, lo proiettano in un altro orizzonte, aiutano gli  uomini a guardare molto più in là. Non tutti arriveranno a scorgere Dio con consapevolezza, ma tutti ne verranno elevati, si raccoglieranno frutti anche in luoghi impensati e si manifesteranno le intenzioni segrete di cuori che erano rimaste nascoste.

 

Mercoledì 24 febbraio 2021

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti;

non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento»

18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

(Matteo 5,17)

 

La legge e i profeti indicano il primo testamento. Spesso ci dimentichiamo delle nostre radici, ci confrontiamo solo con il nuovo testamento, ma Gesù è il compimento di quel patto d’amore tra Dio e l’uomo iniziato dalla creazione. Gesù nasce dalla radice di Jesse, padre di Davide. La nostra è una religione monca se dimentica tutto ciò che il Signore ha fatto per gli uomini prima dell’arrivo di Gesù.

 

Giovedì 25 febbraio 2021

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

«Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono»

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

(Matteo 5,23-24)

 

A volte nascono incomprensioni dovute a prese di posizioni diverse e sembra impossibile riuscire a riconciliarsi, rimanendo però sulla propria idea se ci sembra giusta. Occorre cercare di spiegare, di chiarire il più possibile, ma a volte ogni tentativo è vano. Allora la cosa fondamentale è tenere il cuore aperto; se in questo momento non c’è possibilità di incontro, da parte mia posso solo aspettare e intanto mettere in atto tutte le strategie per mantenere un minimo di dialogo, anche superando l’orgoglio che mi farebbe evitare ogni contatto. San Paolo dice che “l’Amore è paziente” e a lungo andare vince.

 

 

Venerdì 26 febbraio 2021

Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.

 

1Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, 2e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano in che modo toglierlo di mezzo, ma temevano il popolo.

«Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro»

5Essi si rallegrarono e concordarono di dargli del denaro. 6Egli fu d’accordo e cercava l’occasione propizia per consegnarlo a loro, di nascosto dalla folla. 7Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. 8Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua». 9Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». 10Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. 11Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 12Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». 13Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. 14Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 19Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». 21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. 24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

(Luca 22,3-4)

 

Giuda aveva sentito la chiamata di Gesù, aveva lasciato tutto e lo aveva seguito, eppure ad un certo momento qualcosa si rompe. Quel Messia non era come lo avrebbe voluto, non corrispondeva alle sue aspettative, lo aveva deluso. E dalla delusione si passa al rifiuto e da qui si apre un baratro, non siamo più padroni di noi stessi, possiamo anche arrivare ad odiare. Tutto perché hai lasciato la strada della sequela, quella che ti insegna ad aspettare senza farti dei piani autonomi, ad accettare ogni giorno ciò che il Signore chiede, anche quando non ne capisci il motivo, ma fidandoti di Lui.

 

Sabato 27 febbraio 2021

1In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 2Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significhi:

«Misericordia io voglio e non sacrifici»

non avreste condannato persone senza colpa. 8Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

(Matteo 12,7)

 

Misericordia, una parola di una grandezza straordinaria, che contiene in sé qualcosa di divino, perché solo Dio sa essere veramente misericordioso. E’ il saper perdonare nonostante il tradimento, la delusione, l’incapacità di capire. E’ il saper trasformare la voglia di prenderti a sberle in un abbraccio sincero. E’ la mano che ti tendo quando stai affogando, mentre avrei voglia di lasciarti andare. E alla fine capisci che questo è l’Amore e che il Signore ti sta donando la felicità immensa di provarne una scintilla del Suo.

 

Domenica 28 febbraio 2021

DELLA SAMARITANA

II di Quaresima

5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?».

«La donna intanto lasciò la sua anfora»

andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui. 31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». 39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

(Giovanni 4,28)

 

Per la Samaritana l’anfora era un oggetto importantissimo da cui non separarsi mai, era il modo per procurarsi l’acqua, senza la quale non avrebbe potuto far nulla. Era un po’ come il cellulare per noi, se lo dimentichiamo torniamo immediatamente a cercarlo. Lei no, lascia l’anfora e se ne va in città a raccontare che ha incontrato Gesù. Ecco la fede vera, lo stupore di poter incontrare il Signore che ti fa considerare tutto il resto come superfluo, perché solo quello conta. In realtà nella nostra vita ci sono tante anfore che mettiamo davanti a Lui! Chiediamo che ci aiuti a liberarci un po’ da esse.

 

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