Vivi la Parola: 2021 03 – Marzo

Lunedì 1 marzo 2021

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

«Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna»

30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

(Matteo 5,29)

 

La lotta per rimanere fedeli al grande obiettivo della vita chiede giustamente di impegnare tutte le energie. La vita è strana: tentazioni che sembravano risolte da molto tempo possono riaffiorare con forza, senza che riusciamo a darcene una spiegazione. Sono tappe della nostra vita spirituale. E, come sappiamo, le crisi possono diventare dei baratri, delle metamorfosi o dei trampolini. Questo dipende anche da noi. Le nostre energie non bastano, occorre che Dio venga in aiuto, dobbiamo  implorarlo. Ma la nostra parte non può mancare. E queste parole di Gesù sono molto chiare.

 

Martedì 2 marzo 2021

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. 33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re.

«Non giurare neppure per la tua testa,
perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello
»

37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

(Matteo 5,36)

 

Se chiamiamo altri a confermare la verità di quanto stiamo dicendo, è perché la nostra parola non è stata sempre limpida e quindi non infonde fiducia o perché il sospetto aleggia troppo nel cuore di chi ascolta. Nei due casi il giuramento rimane insufficiente per convincere appieno. L’unica strada che rende stabili è la sincerità, anche quando costa o nuoce. È questa la garanzia anche per costruire un futuro. Educarsi alla lealtà conviene, in un mondo in cui dilagano le fake news, le parole vere delle persone affidabili diventano ancora più preziose.

 

Mercoledì 3 marzo 2021

38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, 40e

«A chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica,
tu lascia anche il mantello
»

41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

(Matteo 5,40)

 

Mentre Gesù dona questi insegnamenti il suo sguardo è fisso su una realtà meravigliosa: il Padre. Non sarebbe possibile chiedere una libertà e un’integrità simili senza averli conosciuti e visti.  In Dio non c’è smania di possesso, attaccamenti: tutto è sempre donato e la meraviglia della creazione, offerta a tutti ad ogni istante con totale gratuità, ce lo ricorda. Può vivere così solo chi ha scoperto la concretezza dell’amore di Dio, o chi è disposto a sperimentarlo. Solo chi è radicale può conoscere davvero, le mezze misure lasciano nell’incertezza e la fatica fatta diventa sprecata.

 

Giovedì 4 marzo 2021

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli»

2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

(Matteo 6,1)

 

 

Evidentemente la tentazione dell’apparire e dell’ostentazione, il desiderio di raccogliere a tutti i costi la stima degli altri non è una caratteristica originale e nuova della nostra “cultura” dell’immagine. È invece un problema che abita il cuore dell’uomo di ogni tempo. È però una scelta che illude gli altri e ci allontana dal Padre. Quando siamo tutti protesi a farsi accettare, alla radice stiamo dimenticando che c’è un Altro che non smette di guardarci, e con infinito amore. Quanto più cresce la percezione di Lui dentro di noi, tanto più si svuota di interesse l’ambizione di essere ammirati dagli uomini. E viceversa.

 

Venerdì 5 marzo 2021

Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.

28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele. 31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 33E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». 34Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi». 35Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». 38Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!». 39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». 41Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». 43Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo.

«Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra»

45Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». 47Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?». 49Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». 50E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. 51Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì.  52Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».

(Luca 22,44)

 

Gesù mostra che quanto è più forte la lotta, tanto più coraggiosa e intensa deve essere la preghiera, accettando di entrare in un combattimento anche furioso, per evitare che la paura o il tradimento abbiano il sopravvento. Non c’è quindi solo la preghiera estatica, beatificante, quella che “fa stare bene”, a volte occorre entrare in una preghiera che costa, che fa tremare, che sconvolge, ma che non permette al male di ottenere la vittoria. È una preghiera che infonde la stessa forza di Dio, che permette di attraversare ogni prova senza retrocedere, ma irradiando una luce e un amore sempre più abbaglianti.

 

Sabato 6 marzo 2021

Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E

«Che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname…?»

il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.

(Marco 6,2-3)

 

È difficile per i nazaretani accettare che la vita così semplice e normale di Gesù possa comprendere una rivelazione luminosa e prodigiosa di Dio. Del resto anche noi siamo troppi abituati all’idea che Dio abiti solo nelle situazioni straordinarie, che la ferialità sia soltanto il mondo di noi uomini e donne.  Inoltre è pure difficile accettare che Dio possa fiorire così vicino a noi, ammettere che non ce n’eravamo accorti, che eravamo ciechi, ottusi, che ci siamo sbagliati. Troppo difficile. E quindi non ci rimane che chiuderci e criticare.

 

Domenica 7 marzo 2021   DI ABRAMO   III DI QUARESIMA

31Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». 34Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». 39Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». 42Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli

«Il diavolo era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità»

Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio».  48Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».49Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». 52Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 54Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». 57Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». 58Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». 59Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

(Giovanni 8,44)

 

Noi non riusciamo ad immaginare la falsità assoluta, quella che non contiene neppure un briciolo di Luce, quella del diavolo in cui, come dice Gesù, «non c’è verità» e che è sempre in agguato. Siamo giustamente convinti che nel cuore dell’uomo, di qualunque uomo, abiti sempre un frammento di vita, un germoglio di luce, un brivido di sensibilità che lo possa far rinascere da ogni situazione, che gli permetta di uscire da ogni tenebra. Sappiamo infatti che per l’Amore di Dio non ci sono ostacoli insormontabili e che possiamo sempre, sempre ricominciare.

 

Lunedì 8 marzo 2021

7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. 9Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  10venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. 11Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 12e rimetti a noi i nostri debiti  come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 13e non abbandonarci alla tentazione,  ma liberaci dal male. 14Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15ma

«Se voi non perdonerete agli altri,
neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe
»

(Matteo 6,15)

 

A conclusione del Padre Nostro, il Vangelo di Matteo pone questo insegnamento sulla necessità del perdono. Capita di pensare che in fondo abbiamo perdonato tutti, che non abbiamo conti in sospeso. Ma ci sono dei piccoli segnali che ci avvisano: quando d’istinto siamo un po’ pungenti verso qualcuno, quando non lo difendiamo subito se viene criticato da altri, quando siamo tentati di svicolare via piuttosto che incontrarlo, quando non ci dispiace di aver dimenticato il suo compleanno…forse non siamo davvero pacificati con quella persona. Per riuscirci davvero occorre pregare per lei. E Dio, poco a poco, compie il miracolo e ci riconcilia nel cuore.

 

Martedì 9 marzo 2021

16E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece,

«Quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto;
e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà
»

(Matteo 6,17-18)

 

Con queste parole che ci vogliono liberare dalla smania di apparire, Gesù ci invita sulla via del dono gratuito. Solo il Padre deve vedere e sapere della nostra preghiera, dell’elemosina, del digiuno, non la gente, sembrerebbe che neppure noi dobbiamo accorgercene. Il dono infatti non va ricordato, va consegnato e basta, dimenticandolo. Sembra impossibile arrivare a questi livelli, eppure la vicinanza con Dio, la pace che ci infonde nel vivere con Lui e, unitamente a questo, la vita di continua donazione ai fratelli ci permette di realizzarlo, se non sempre, almeno spesso. La semplicità aiuta.

 

Mercoledì 10 marzo 2021

19Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. 21Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. 22La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro.

«Non potete servire Dio e la ricchezza»

(Matteo 6,24)

 

Per realizzare queste parole occorre prima scoprire che Dio è la vera ricchezza, ben superiore ad ogni altra. Nessuno può voler vivere da povero e basta: sarebbe una devianza, uno squilibrio. Puoi disinteressarti della ricchezza economica solo se hai toccato con mano che Dio è una ricchezza che colma di più, che vale di più, che libera dall’ansia dell’accumulo e dalla falsità, che regala la gioia di relazioni libere e vere, che permette di ringraziare davvero per ogni cosa che abbiamo e di riconoscerla come un dono. Vivendo così ci si accorge che le cose necessarie non mancano mai, mentre si gustano quelle che nessuna ricchezza economica può regalare.

 

Giovedì 11 marzo 2021

25Perciò io vi dico:

«Non preoccupatevi per la vostra vita»

di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

(Matteo 6,25)

 

La paura che tanto o poco ci attanaglia in questi tempi ci fa concentrare un po’ troppo sulla nostra vita. Il cristiano invece vive per Dio, per i fratelli, non per se stesso. Ma è possibile decentrarsi solo se qualcuno pensa a noi, altrimenti saremmo degli irresponsabili. Per questo la fiducia nella Provvidenza non può essere solo invocata in alcune rare situazioni estreme, ma è il nostro habitus normale: siamo figli, abbiamo un Padre per il quale valiamo moltissimo, che non ci farà mancare quello che ci serve. Quindi, per quanto riguarda le cose materiali la regola è: occuparci senza preoccuparci.

 

Venerdì 12 marzo 2021

Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.

54Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». 57Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». 58Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». 59Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». 60Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava,

«Un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro,
e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto:
“Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”.
E, uscito fuori, pianse amaramente
»

63E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, 64gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». 65E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo. 66Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio 67e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; 68se vi interrogo, non mi risponderete. 69Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio». 70Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». 71E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca». 1Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». 3Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». 5Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». 6Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo 7e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.

(Luca 22, 60-62)

 

Un incrocio di sguardi. Un dialogo muto. Non c’è bisogno di parole. Nello sguardo di Gesù Pietro non trova traccia di rimprovero, non legge il “te l’avevo detto”. Negli occhi di Gesù c’è solo quell’amore infinito, quella misericordia di sempre che Pietro conosce. E’ quello sguardo che salva Pietro. I suoi occhi saranno poi lavati dalle lacrime di un dispiacere profondissimo, ma anche dalla commozione di sentirsi amato anche in quel momento, come prima, forse anche più di prima. Se solo Giuda avesse potuto vedere quello sguardo…

 

Sabato 13 marzo 2021

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

«Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due
e dava loro potere sugli spiriti impuri
»

8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

(Marco 6,7)

 

«Non è bene che l’uomo sia solo (Genesi 2,18)» dice Dio all’inizio della Bibbia. E all’inizio della missione Gesù manda i suoi a due a due: se fossero da soli, come potrebbero parlare di comunione, della vita che loro sperimentano insieme con Gesù, del comandamento dell’amore al fratello? E’ vedendoli insieme in questo rapporto che Gesù ha insegnato che la gente può vedere una testimonianza nuova, credibile e attraente. Oggi è sempre più profetica la vita di chi sperimenta l’unità nella diversità, un amore più forte delle differenze. E comprendiamo quanto il cuore del Vangelo sia ancora oggi attualissimo.

 

Domenica 14 marzo 2021   DEL CIECO   IV DI QUARESIMA

1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». 13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».  18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». 24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro:

«Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?»

28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. 35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!».

(Giovanni 9,27)

 

Il cieco nato parla con i farisei e sperimenta la loro mancanza di ascolto, la loro chiusura di fronte all’evidenza. Per convincerli non pone loro domande teologiche, ma quelle legate ai fatti, alla realtà che hanno sotto gli occhi. Constata che c’è una cecità del cuore ancora più impressionante di quella fisica, perché quella impedisce di vedere la verità e quindi nega l’evidenza. E tutto questo perché non si vuole ascoltare, per questa folle ostinazione, che talora prende anche noi, per la quale noi ormai sappiamo, abbiamo capito, non abbiamo più nulla da imparare.

 

Lunedì 15 marzo 2021

1Non giudicate, per non essere giudicati; 2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. 3Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?

«O come dirai al tuo fratello:
“Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”,
mentre nel tuo occhio c’è la trave?
»

5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

(Matteo 7,3)

 

Magari fosse vero: saremmo già a buon punto se volessimo togliere le pagliuzze dall’occhio dei fratelli! Il guaio è che siamo convinti che nell’occhio del fratello ci sia sempre la trave. E quanto tempo passiamo a recriminare sull’operato altrui, a criticarlo in cuor nostro e non solo! Ne spendessimo la metà a chiedere scusa e a rimediare per le nostre mediocrità e meschinità e passassimo l’altra metà a enumerare e ricordare le cose ammirevoli che i nostri fratelli e sorelle compiono, progrediremmo molto nella verità e nella santità.

 

Martedì 16 marzo 2021

6Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. 7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!

«Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro»

questa infatti è la Legge e i Profeti

(Matteo 7,12)

 

Ci sono frasi del Vangelo molto popolari, a seconda delle epoche. Nel nostro tempo questa indicazione di Gesù mette (quasi) tutti d’accordo: anche persone di altre fedi, delle religioni più diffuse, ritrovano formule molto simili nei loro libri sacri. È un criterio semplice da comprendere, perché tutti sappiamo bene cosa quale gioia e quale pienezza di vita desideriamo per noi stessi. Si tratta però di applicarlo agli altri, cioè di spostare stabilmente il nostro occhio sul fratello e occuparci di renderlo felice. E, misteriosamente, quella gioia procurata al fratello rimbalzerà e tornerà in noi.

 

Mercoledì 17 marzo 2021

13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano.

«Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita,
e pochi sono quelli che la trovano!
»

15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.

(Matteo 7,14)

 

Non c’è da illudersi. Non ci comprano i gioielli con quattro soldi, la strada che porta alla vera gioia chiede molto, anzi chiede tutto. Ma restituisce infinitamente di più. Il nostro pericolo è quello di accontentarci, di raccogliere qualche buon frutto, senza la pretesa di ambire a chissà cosa, ma è un po’ come guidare una Ferrari in un circuito andando a 90 all’ora. È vero che ci scontriamo con i nostri limiti, la nostra incostanza e che la croce per noi più fastidiosa da sopportare siamo a volte noi stessi. Però occorre non scordare mai che Dio ha in serbo per noi qualcosa di molto, molto più grande.

 

 

Giovedì 18 marzo 2021

21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. 24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.

«Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa,
ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia
»

26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

(Matteo 7,25)

 

Per anni e anni la casa sulla roccia e quella sulla sabbia sembrano perfettamente uguali. Infatti non capita spesso che le circostanze avverse della vita si accaniscano tutte insieme nello stesso momento, come in questa parabola di Gesù. Sono episodi meteorologici rari. Certo che però quando arrivano, se le fondamenta sono fragili è un bel disastro, vieni spazzato via e perdi tutto. C’è una robustezza e una bellezza che si costruisce poco a poco, con la pazienza di un ascolto quotidiano della Parola che diventa vita. E prende forma un monumento che suscita ammirazione, una casa sicura per tutti, nella quale è bello abitare.

 

 

Venerdì 19 marzo 2021   S. GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi.

«Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret»

perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

(Matteo 2,23-24)

 

Anche per Giuseppe il percorso non è tutto chiaro sin dall’inizio, lo scopre passo dopo passo. Gli ingredienti del discernimento sono quelli di sempre, che valgono anche per noi: la Parola di Dio e la riflessione personale. Io non escluderei che si sia consultato anche con Maria, visto che anche lei aveva ricevuto illuminazioni dall’Alto; del resto è ciò che avviene in ogni coppia in cui ci si vuole bene. Decisiva soprattutto è la sua arrendevolezza una volta che gli sono chiari i progetti di Dio: non sceglie quello che preferisce, ma quello che gli viene indicato.

 

Sabato 20 marzo 2021

13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù però disse:

«Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me;
a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli»

15E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

(Matteo 19,14)

 

Gesù è per tutti, non ci sono categorie di persone per le quali lui non sia venuto. Verso i piccoli dimostra però una predilezione ed è un comportamento singolare nel suo contesto culturale. Vede in loro la docilità, la disponibilità ad imparare che è suscitata da quella fiducia istintiva, da quell’attrattiva naturale verso l’amore e la vita che è loro tipica. E’ un tratto proprio di ogni bambino, che rimane dentro l’uomo anche se spesso viene accantonato o sepolto dalle esigenze della vita adulta, ma che occorre riportare alla luce se vogliamo vivere un autentico cammino di fede e di conversione.

 

Domenica 21 marzo 2021    DI LAZZARO     V DI QUARESIMA

1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». 4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato».

«Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro»

6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».  11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». 28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.  32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». 38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». 45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.  47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

(Giovanni 11,5)

 

Giovanni, più ardito dei vangeli sinottici, annota il voler bene profondo di Gesù per questi tre fratelli. E’ sintomatico che il segno più impressionante che Gesù compie, riportando Lazzaro in vita dopo tre giorni, avvenga dentro questo rapporto così intenso di amicizia. Vuol dire che anche la nostra risurrezione, legata a quella di Gesù, non è legata ad un dovere o a un freddo progetto, ma nasce da un amore pieno di Gesù per ciascuno di noi, per tutta l’umanità in cui c’è per ognuno un amore sconfinato. L’amore e la vita sono pensate da Dio proprio insieme e quando ci risveglieremo nella patria del Cielo lo comprenderemo ancor più chiaramente.

 

Lunedì 22 marzo 2021

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

«E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere»

32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

(Marco 8,31)

 

Mettere insieme Dio e la morte è sempre un’operazione che ci disorienta. Ci sembrano due realtà incompatibili, che si escludono a vicenda. Dio non può subire, non può soffrire, non può morire, altrimenti che Dio è? È un Dio a metà, e tutto sommato un Dio da quattro soldi. A meno che non ci sia una ragione per tutto questo. In tal caso le domande cambiano. Per esempio, se Dio fosse veramente e solo Amore come si comporterebbe? Fino a dove si spingerebbe, che cosa sarebbe pronto ad accettare un Amore infinito? Credo che soltanto l’Amore riesca ad unire realtà che ci sembrano incompatibili.

 

Martedì 23 marzo 2021

«Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita.
Ma tra voi vi sono alcuni che non credono»

Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». 71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.

(Giovanni 6,63-64)

 

Sembra impossibile che qualcosa possa arrestare la potenza trasformante dell’amore di Dio. Ci suona come un limite evidente alla sua onnipotenza. Eppure la libera scelta dell’uomo ha questo potere. Dio è Amore, solo l’amore è vita e l’amore può avvenire solo nella libertà. L’adesione personale di fede e il rifiuto di fidarsi di Dio determinano rispettivamente il dilagare della sua forza creatrice e bellezza trasfigurante in noi e il muro che tutto arresta e impedisce e che Lui stesso non può valicare. Dio ha un grandissimo rispetto delle nostre decisioni: non smetterà mai di invitarci, ma non si permetterà mai di costringerci.

 

Mercoledì 24 marzo 2021

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: 32verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà».

«Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto»

(Luca 18,34)

 

Spesso gli apostoli non capiscono ciò che Gesù dice loro, non si nota però neppure uno sforzo da parte loro per tentare di entrare nel Suo pensiero, c’è quasi un rifiuto a gettarsi in cose troppo grandi.

Anche a Maria capita di non capire quel Figlio, però l’atteggiamento è diverso, custodisce nel proprio cuore le parole e gli avvenimenti, si abbandona al volere di Dio e aspetta con pazienza che le si chiarisca ciò che le viene affidato.

E’ difficile entrare in questa dimensione di ascolto e di attesa, ma è l’unica strada percorribile se vogliamo avvicinarci al cuore del Signore.

 

Giovedì 25 marzo 2021     ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio».

«Allora Maria disse:
“Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola”»

E l’angelo si allontanò da lei.

(Luca 1,38)

 

Maria inizia la sua missione con la parola “serva”, la stessa che Gesù userà per sé, “colui che serve”.

Il servizio è la via maestra per entrare nel progetto che Dio ha su di noi.

Ovunque Egli ci metta, il nostro compito è servire gli altri, partendo dai più piccoli, dai più deboli, dai più bisognosi. E’ una logica così lontana dal pensiero comune, in cui più sei grande e più sei servito, che occorre ripeterselo ogni giorno e più volte al giorno. Anche così non sarà facile, perché tutto in noi tende a primeggiare, a farsi notare, approvare. E’ una lotta continua con noi stessi cercare di rimanere all’ultimo posto.

 

Venerdì 26 marzo 2021

Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.

33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

«Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. L’altro invece lo rimproverava dicendo: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”. E disse: “Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”»

44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. 47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. 50Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.

(Luca 23,39-43)

 

Tutti i presenti alla crocefissione provocano Gesù, o al massimo tacciono. Solo questo malfattore prende la parola in sua difesa. Ha sbagliato ma riconosce il proprio errore e si affida alla Sua misericordia. E Gesù non gli rinfaccia il peccato, ma si limita ad accoglierlo immediatamente.

Quando giudichiamo e non sappiamo perdonare perché alcuni errori ci sembrano toppo grossi, pensiamo all’atteggiamento del Signore. In un momento così tragico non ha perso la capacità di accogliere chiunque a Lui si affidava. E’ solo, sfinito, morente, ma invece di tenere lo sguardo su di sé lo sposta ancora su chi gli chiede aiuto.

 

 

Sabato 27 marzo 2021   «in Tradizione Symboli»

25In quel tempo Gesù disse:

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»

26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,25)

 

Poter parlare di Dio con i bambini è uno dei doni più grandi che possiamo ricevere per essere illuminati. Le loro domande e le loro osservazioni spesso ci inchiodano, perché vanno al centro del problema senza sovrastrutture e con la semplicità di chi si interroga veramente. Ed è meraviglioso il loro stupore di fronte a cose per noi scontate, come la semplicità nel rapportarsi con l’Assoluto senza il minimo imbarazzo. Spesso i genitori sono troppo presi dai problemi quotidiani e finiscono per perdersi questi attimi di eternità, delegano ai nonni e alle catechiste dei momenti che potrebbero essere il regalo più prezioso da parte dei loro figli.

 

 

Domenica 28 marzo 2021    DELLE PALME

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

«Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali»

3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». 9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

(Giovanni 12,1-2)

 

Si avvicinano i giorni della passione e Gesù lo sa, ormai si sente braccato, il cerchio si stringe attorno a Lui. E allora, nel momento più difficile, cerca gli amici. Betania è un po’ casa sua, qui sa di essere accolto e amato da questi tre fratelli così diversi tra loro.

Nella vita la cosa più importante è avere un porto sicuro, un luogo in cui rifugiarsi, delle persone su cui poter contare. Però se anche non dovessimo trovare in qualche tratto queste presenze, sappiamo che Qualcuno sarà sempre vicino a noi e non ci lascerà mai. Occorre abituarsi a sentirne la presenza anche quando non si fa trovare, ad abbandonarsi alla sua volontà e niente ci farà più tanta paura.

 

Lunedì Santo 29 marzo 2021   della Settimana Autentica

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

«Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e
di comparire davanti al Figlio dell’uomo»

(Luca 21,36)

 

In questo ultimo anno più volte abbiamo dovuto fare i conti con la nostra precarietà, davanti a un virus sconosciuto di fronte al quale ci sentivamo impotenti, con la paura di finire nei suoi strali.

Eppure con la forza della preghiera e dell’abbandono fiducioso siamo riusciti ad andare avanti, cercando di fare ogni giorno quello che sentivamo  il Signore si aspettava da noi. E’ inutile farsi prendere dalle paure, non vivere il tempo presente e aspettare che passi: ogni momento vuole essere vissuto fino in fondo per quello che ci è chiesto, è nelle Sue mani e a Lui dobbiamo renderne conto.

 

Martedì Santo 30 marzo 2021   della Settimana Autentica

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e
il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso»

3Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».

(Matteo 26,2)

 

Gesù annuncia la sua morte: è il momento più difficile per qualunque uomo, anche per Gesù, anche per i santi.

In un video Carlo Acutis, un ragazzo di 15 anni beatificato nel 2020, saluta gli amici dicendo: “Sono destinato a morire”, con un mezzo sorriso incredulo ma non rassegnato di chi si considera già cittadino del cielo.

Gesù è morto per ognuno di noi, per insegnarci non solo a vivere ma anche a morire. Ha condiviso tutto anche la paura, il desiderio di sfuggire a questa realtà, ma è rimasto per darci il coraggio di vivere anche questo momento.

 

 

Mercoledì Santo 31 marzo 2021    della Settimana Autentica

14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse:

«Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?»

E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

(Matteo 26,15)

 

In Giuda ci siamo un po’ tutti noi, quando, delusi da questo Dio che non sempre è come vorremmo, siamo pronti a tradire. Quando ci sembra voglia troppo da noi e non capiamo bene il perché, quando seguirlo vuol dire rischiare grosso della propria vita e magari ci sembra di buttarla via rimanendo senza niente in mano. Di fronte poi alla sua disperazione chiediamo in dono le lacrime di pentimento di Pietro.

 

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