Come l’amore tra Giuseppe e Maria

Giuseppe era innamorato di Maria. E Maria era innamorata di Giuseppe.

Sembra una cosa ovvia in una coppia, ma forse ci suona come una cosa strana pensando alla madre di Dio e al suo sposo. Eppure era davvero così.
Maria e Giuseppe si amavano, si volevano bene.

Gesù, vivo tra loro, rendeva ogni giorno ragione del loro bene e del loro affetto.
E possiamo pensare che non tutto sarà sempre stato facile, se il Vangelo, presentandoci solo pochi squarci del loro stare insieme come coppia e come famiglia, ci mostra dei momenti di fatica e anche di incomprensione!

Ma le difficoltà non sono mai state di impedimento per amarsi con fedeltà, anzi, ogni difficoltà è diventata occasione di nuovo e più grande amore.

Come scriveva Antoine de Saint-Exupéry, due occhi non sono fatti per guardare l’uno verso l’altro, ma entrambi verso la stessa direzione, diventando così ognuno luce per l’altro. Così è stato per loro.

Maria e Giuseppe sono cresciuti insieme, come sposi e come genitori, senza mai dubitare dell’amore: se si dubita che l’amore sia Amore, infatti, già non è Amore; se si calcolano i passi dell’amore, già non è Amore.

Non si sono appoggiati all’altro con tutto il loro peso, ma come un raggio di sole su una foglia. E come una foglia hanno accolto l’altro raggio di sole. Ma hanno saputo riconoscere che i raggi di sole non sono il Sole e solo il Cielo può saziare il desiderio di un abbraccio totale. Per questo, tenendosi per mano, hanno camminato insieme nel raggio del sole della volontà di Dio, e in questo Cielo si sono sentiti custoditi ed accolti.

Dentro le prove della vita non hanno maledetto gli eventi, perché credevano a un Amore più alto che tutto custodisce e avvolge. E hanno vissuto tra loro un amore simile all’Amore di Dio: unico, totale, fedele. E fecondo, perché Gesù era in mezzo a loro.

Hanno realizzato ciò che scriveva agli sposi in modo poetico Stefano Biavaschi, nel suo bellissimo libro Il profeta del vento: Non sarà dicendo addio all’amato, che le vostre radici troveranno nuova forza: questa gabbia di creta è in realtà ciò che le salva dall’essiccare.

Siete voi che dite, quando non vi sentite
amati: l’Amore è finito. Quella è invece la stagione in cui comincia. Poiché il valore di chi governa la nave è nel condurla anche controvento.

Siete voi che dite, quando finiscono le
sensazioni: Ma io non amo più. Non scambiate però l’Amore con le sue sensazioni. Poiché il valore di chi governa la nave è nel condurla talvolta anche a vele sgonfie, fino ad altre zone di Vento.

Pertanto siate fedeli, perché nell’infedeltà diventate doppi e quadrupli. E se vi è già difficile condurre una vita, come potreste condurne due o quattro? Dividendo in due un germoglio non si hanno due vite, ma nessuna. Pensando di incontrare nuove gioie incontrereste dolori maggiori di quelli cui voltate le spalle.

Perciò tornate a guardare verso chi vi aspetta, ma non per dirgli: tu non mi ami. Bensì: Io non so amarti. Questo è necessario per far scendere l’Amore sull’amato.
Alzate lo sguardo sulle virtù dell’altro. Se poteste sfogliare insieme il libro della vostra vita, scoprireste quanto siano belle in realtà tutte quelle pagine già scritte, e quanto saranno belle tutte quelle ancora bianche. Ricordate che il vostro cuore nasconde un Vento inesauribile che saprebbe amare, attraverso il vostro amato, anche tutto quanto il mondo”.

Così, Maria e Giuseppe, hanno vissuto il loro amore e ci insegnano ad amarci l’un l’altro.
E allora, seguendo il loro esempio, “alzate il capo e abbiate fiducia, poiché se di questo Amore amerete, sarete come due raggi che si incontrano al centro della ruota, ove poter cogliere assieme tutto il senso del ruotare della Vita”.

don Paolo

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