Vivi la Parola: 2022 01 – Gennaio

Sabato 1 gennaio 2022
OTTAVA DEL NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE

«Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori»

19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

(Luca 2,18)

 

 

Lo stupore accende la vita, mette in azione le emozioni, risveglia la curiosità, suscita domande ed interessi nuovi. Lo stupore dei pastori è proprio il frutto dell’esperienza di Dio che hanno appena fatto, ascoltando gli angeli e andando a veder il Bambino. Dio infatti ci regala un modo nuovo di guardare il mondo, un nuovo gusto per le cose, un concentrarci su ciò che prima trascuravamo e che ora riscopriamo. È questa l’eredità del Natale che occorre chiedere allo Spirito di mantenere accesa in noi: vivendo la Parola tutto ciò avviene e ci regala quell’abbondanza di vita che Gesù ha promesso.

 

 

Domenica 2 gennaio 2022  
DOPO L’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

«Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e
la sua fama si diffuse in tutta la regione.
Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode
»

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19a proclamare l’anno di grazia del Signore. 20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».  22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

(Luca 4,14-15)

 

 

L’esperienza del deserto, della tentazione pungente e insinuante decisamente superata, ha preparato l’uomo Gesù ad iniziare la sua missione. La presenza dello Spirito lo ha investito con una forza prodigiosa e adesso dovunque passa lascia il segno. Un esordio impressionante, inizio della corsa inarrestabile del Vangelo. Nei primi tempi l’esito è unanimemente positivo, come spesso capita al neofita, a chi si lancia e muove i primi passi in questa avventura. Dio non permette questo per illudere, ma per mostrarci in modo evidentissimo la potenza del Suo agire e la fame di luce e di amore dell’uomo di ogni tempo. In questo modo le difficoltà che poi si incontreranno non potranno oscurare queste verità.

 

Lunedì 3 gennaio 2022

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.

«Non si allontanava mai dal tempio,
servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere
»

38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

(Luca 2,37)

 

Anna, questa anziana profetessa, vive da sempre una religiosità fedelissima: una vita interamente dedicata a Dio. Gli anni non l’hanno accomodata in una routine ordinaria, fatta di gesti ripetuti senz’anima. Infatti ci colpisce subito la sua freschezza, la sua immediatezza nel vedere che proprio in quel bambino si realizza finalmente il grande sogno di un popolo, ci impressiona la lode che prorompe spontanea dalle sue parole, segno di un cuore vivace, che arde, che non ha mai smesso di attendere con speranza incrollabile. La giovinezza interiore non dipende dall’anagrafe. E’ soltanto un questione di cuore.

 

Martedì 4 gennaio 2022

23Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set,

«Figlio di Adamo, figlio di Dio»

(Luca 3,38)

 

Questa sequela così lunga di nomi per lo più sconosciuti può indurci alla noia o lasciarci perplessi. Quale Parola di Dio possono mai contenere? In realtà è un tornare a ritroso che ci accompagna fino al primo uomo, fino a quel principio senza principio che è il Padre. E ci ricorda che la storia umana non è soltanto una successione ininterrotta di generazioni di uomini e donne che vivono sul pianeta nelle varie epoche. In tutto infatti questo c’è uno straordinario ed immenso disegno, un progetto d’amore che abbraccia tutti, una presenza che non abbandona mai nulla al caso, ma raccoglie e custodisce ogni realtà avendo di tutto una cura speciale.

 

 

Mercoledì 5 gennaio 2022

29Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse:

«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!»

30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».  32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

(Giovanni 1,29)

 

Soltanto Dio poteva pensare che per cancellare il male del mondo il mezzo più adatto, anzi l’unico sistema veramente efficace, sarebbe stato un agnello indifeso. E’ un’idea che ci chiede una conversione del pensiero davvero sconvolgente. Noi infatti siamo tutto sommato convinti che occorrerebbe produrre leggi più rigorose, costruire nuove carceri, utilizzare minacce più efficaci, moltiplicare i premi per i buoni. Invece la croce continua ad insegnarci che solo chi è disarmato può trasformare i cuori, solo chi ama tutti può arrivare nel profondo, solo la bontà incatena la violenza, solo il perdono neutralizza il male.

 

Giovedì 6 gennaio 2022
EPIFANIA DEL SIGNORE

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda,  non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:  da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.

«Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra»

12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

(Matteo 2,11)

 

Il lungo itinerario dei Magi, fatto di luci che si accendono, si spengono e si riaccendono simboleggia bene le varie tappe dell’esperienza del discepolo. Se un giorno ci mettiamo in cammino è perché abbiamo visto una stella, qualcosa ci ha attratto, interrogato, affascinato, ha polarizzato le nostre migliori energie, ci ha lanciato in avanti con coraggio. Se gli ostacoli o il peso del mondo ci hanno spento, la fedeltà nel percorrere le strade di Dio riaccende prima o poi la luce. L’esito finale è l’Incontro. E per questo non bastano parole, ma solo la certezza di aver davvero trovato quello che si cercava e la totale offerta di sé.

 

 

Venerdì 7 gennaio 2022

«Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore»

35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». 41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».

(Luca 12,34)

 

Le attività della vita di ogni giorno esigono spesso la concentrazione di tutte le nostre energie: fisiche, intellettuali, creative, affettive, relazionali, ecc. Uscendo da questi impegni ci accorgiamo che eravamo proprio immersi lì, con tutto noi stessi. Quella realtà è diventata il centro di tutto. Magari ci ha entusiasmati, accesi oppure delusi e svuotati, ma poco importa: quello non è il tutto, il nostro tesoro è altrove ed è importante ricordarcelo, dircelo. Ciò che abbiamo fatto ha valore perché era la volontà di Dio. Ora ce n’è un’altra. E la fatica è saltare subito in quel nuovo incontro o impegno, senza trattenere nulla di quanto è avvenuto. Anche questa è vigilanza.

 

Sabato 8 gennaio 2022

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico:

«Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio»

e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

(Matteo 5,32)

 

La morale di Gesù ci educa a non concentrarci mai solo su noi stessi, ma a vedere sempre il fratello, a rivivere in noi le conseguenze del mio comportamento verso di lui. Abbandonare la moglie, dice Gesù, è dimenticare di domandarsi: e adesso, cosa ne sarà di lei? Come colmerà la sua solitudine alla quale la costringo? Come reagirà vedendomi con un’altra donna? Lei alla quale avevo promesso fedeltà eterna, lei che ha costruito il suo futuro su questa mia promessa, come riempirà questo vuoto? Occorre immedesimarmi in lei, sentire mie le sue lacrime. Una morale come quella del Cristianesimo, fondata sull’amore, non può mai prescindere da queste domande, da queste esigenze.

 

 

Domenica 9 gennaio 2022 
BATTESIMO DEL SIGNORE

«Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali.
Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco
»

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

(Luca 3,15-16)

 

Si direbbe che Giovanni sia stato sfiorato da una tentazione sottile e ammiccante. È al colmo della sua popolarità, l’attenzione è tutta concentrata su di lui: gli basterebbe poco per cavalcare l’onda del successo e raccogliere anche solo qualche piccola gratificazione per la sua autostima, in una vita come la sua che ci appare troppo avara di soddisfazioni. Invece dirotta lo sguardo di tutti lontano da sé. Del resto ogni cedimento in tal senso sarebbe stato sconfessare il suo mandato, tradire il compito che gli era stato affidato. Rimane perciò fedele fino in fondo, fino alla fine. Ed è questa la vera gratificazione che riempie il cuore e realizza per davvero.

 

 

Lunedì 10 gennaio 2022

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2Come sta scritto nel profeta Isaia:

«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via
»

3Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,2)

 

Dio non improvvisa le sue decisioni. Le prepara con accuratezza da tutta l’eternità. Rileggendo la storia della salvezza contenuta nella Bibbia ci accorgiamo che tutto avviene al momento opportuno. Gesù, dirà san Paolo, è arrivato “quando venne la pienezza del tempo” (Galati 4,4). Ho l’impressione che sia possibile riconoscere questo stile anche nella nostra vita personale. Non è raro infatti che, accingendoci a vivere esperienze nuove, anche improvvise, sia facile riscontrare che alcuni incontri, anche alcune prove vissute in precedenza erano state una preparazione, una purificazione in vista di un nuovo inizio. Quel filo d’oro che lega gli avvenimenti è l’amore di Dio per noi.

 

 

Martedì 11 gennaio 2022

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo»

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

(Marco 1,15)

 

L’inizio della predicazione di Gesù è come una grande cerimonia di apertura che inaugura una realtà mai vista prima. Dalle sue parole si comprende che la storia dell’umanità si concentra proprio in quel luogo e in quel tempo e che chi ascolta ha perciò la fortuna di essere testimone e contemporaneo di tempi lungamente attesi e decisivi per tutti. Ma perché qualcosa avvenga è necessario che i cuori siano duttili, aperti alla novità di Dio: per i semplici spettatori curiosi che non si lasciano raggiungere, né smuovere tutto potrebbe rimanere come prima, come sempre. E tutto questo avviene anche per noi oggi.

 

 

Mercoledì 12 gennaio 2022

21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava.

«Ed erano stupiti del suo insegnamento:
egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità,
e non come gli scribi
»

23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

(Marco 1,2)

 

Un insegnamento autorevole, che fa crescere. Quando lo ascolti ti accorgi che ti tocca nel profondo, che riguarda la tua vita, ti vengono in mente situazioni precise, hai l’impressione che quelle parole siano proprio per te. Perché questo avvenga occorre davvero che chi parla conosca il cuore dell’uomo, che abbia uno sguardo ampio sulle cose, che sia esperto della vita quotidiana concreta, che sappia leggere gli eventi spiegandone il senso e trovando il bandolo della matassa… per questo a distanza di secoli le generazioni che si succedono non si stancano di ascoltare Gesù, facendo la stessa esperienza di quelle persone di duemila anni fa nella sinagoga di Cafarnao.

 

Giovedì 13 gennaio 2022

«Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e,
uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava
»

36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

(Marco 1,35)

 

La preghiera di Gesù al risveglio ci racconta del nostro bisogno di non lasciarci mai travolgere dalle cose da fare. Quando la giornata è partita è difficile fermarla, gli impegni si succedono e non possiamo sottrarci. Occorrono però momenti in cui si riconsidera davanti al Padre quanto è avvenuto, per capire, per discernere, per scegliere il meglio. C’è bisogno di questo silenzio, di mettersi in ascolto, sapendo che il Padre non ripete cose ovvie, ma ci aiuta a leggere con sapienza e lungimiranza la situazione. Quella preghiera infatti spinge Gesù a non fare ciò che la gente si attende, ma a proseguire altrove la sua missione.

 

 

Venerdì 14 gennaio 2022

13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro:

«Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato»

(Marco 2,27-28)

 

Gesù coglie l’occasione di una critica mossa dai farisei ai suoi discepoli per chiarire lo scopo della legge. Essa non è una prigione in cui l’uomo deve restare ingabbiato, non è mai stato per questo che Dio ha dato regole al suo popolo. L’obiettivo infatti è liberare, umanizzare, permetterci di diventare davvero noi stessi, realizzandoci. Gesù perciò può e deve contraddire le regole del sabato, se queste diventano soltanto un’inutile fatica in più, che potrebbero trasmettere l’idea che Dio costringa tutti ad entrare in uno schema rigido e indiscutibile. Gesù darà come legge l’amore: nulla di più esigente, ma anche di più liberante.

 

Sabato 15 gennaio 2022

17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

«In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto»

19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

(Matteo 5,18)

 

Gesù non cancella nulla di quanto è detto nel Primo Testamento, anche se i suoi atteggiamenti sono spesso in aperta contraddizione con le rigorose regole cultuali del tempo. Un conto infatti è il valore, un altro la sua traduzione storica, che chiede sempre un’attualizzazione perché il valore sia realmente compreso e vissuto. Altrimenti ci si ferma all’esteriorità dei comportamenti e si scivola fatalmente nel formalismo, o addirittura nell’ipocrisia. E poiché tutta la legge si riassume nel comandamento dell’amore, è l’amore stesso a indicare il modo più autentico di salvaguardare e vivere quel valore.

 

Domenica 16 gennaio 2022 
II DOPO L’EPIFANIA

«Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli»

3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».  11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

(Giovanni 2,1-2)

 

Il Vangelo di Giovanni, dopo l’immenso prologo, racchiude i primi eventi del ministero di Gesù nell’arco di sette giorni, per descrivere in certo modo la prima settimana della nuova creazione che si inaugura con l’incarnazione di Dio in Gesù. Il segno di Cana si colloca al sesto giorno, quello in cui furono creati l’uomo e la donna, secondo il racconto del primo capitolo della Genesi. A Cana Dio colma di gioia nuova questa anonima coppia di sposi e la loro felicità si irradia tutt’attorno: è Gesù che fa rinascere la felicità nella coppia e la rende simbolo dell’alleanza nuova e indistruttibile tra Dio e l’intera umanità.

 

 

Lunedì 17 gennaio 2022 
S. Antonio, abate

7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10Infatti

«Aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo»

11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

(Marco 3,10)

 

Nei confronti di Gesù i poveri e i malati non hanno troppi riguardi. È troppo forte l’urgenza del loro bisogno, cercano quindi di raggiungerlo a tutti i costi, come la grande occasione di salvezza. E a loro non basta ascoltarlo, fare quello che dice: occorre proprio riuscire a toccare Gesù, entrare in comunicazione fisica, diretta e personale con lui. Non si fanno problemi di mancare di rispetto o di sentirsi indegni e peccatori: si gettano su di lui e basta. Il passo parallelo di Luca esplicita meglio il perché: “Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti”. Toccare Gesù è certezza di guarire. Anche oggi.

 

Martedì 18 gennaio 2022 
CATTEDRA DI S. PIETRO APOSTOLO

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

«E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa»

19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

(Matteo 16,18)

 

Il disegno di Dio su Pietro è molto grande, Gesù glielo rivela con queste parole. È lui la roccia sulla quale viene edificata la Chiesa. Eppure Pietro non si dimostrerà sempre così affidabile, anzi. Vedremo questa pietra sbriciolarsi. Il suo rinnegamento infatti è un tonfo clamoroso, che avrebbe suggerito penso a tutti noi di puntare su un altro discepolo, magari su Giovanni o Giacomo. Eppure Pietro verrà riconfermato. Papa Francesco ripete spesso che il Regno di Dio viene “attraverso” le nostre fragilità e non “nonostante” le nostre fragilità. Una frase che lascia stupiti, ma di cui Pietro ne è l’esempio più evidente.

 

Mercoledì 19 gennaio 2022

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro:

«Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?»

34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

(Marco 3,33)

 

Una frase che suona incomprensibile nella cultura giudaica del tempo, come del resto lo è ancor oggi in tante regioni della terra dove il clan, la tribù di appartenenza dice l’identità di una persona. Non riconoscere la famiglia naturale significa essere estromesso, scomunicato: è un principio indiscutibile, che precede e dà forma agli affetti più profondi. Ma Gesù scardina questa mentalità. Non sono anzitutto la carne e il sangue o la genealogia a dire chi Lui è, a pronunciare il Suo nome. Lui è venuto a dilatare la famiglia umana fino a darle una dimensione planetaria. È Gesù il principio, l’inizio della fraternità universale.

 

Giovedì 20 gennaio 2022 
S. Sebastiano, martire

1Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.

«Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò»

7Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». 10Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». 13E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. 16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. 18Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. 20Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

(Marco 4,5-6)

 

Tra i vari modi di ascoltare la Parola che Gesù descrive nella parabola c’è quello dell’ascolto emozionale. La Parola mi raggiunge, mi sento interpretato, capito, stimato e quindi incoraggiato a gettarmi nella vita con uno slancio nuovo. E i frutti si vedono subito, perché la persona è visibilmente cambiata, non parla più come prima, coltiva nuovi interessi, ha una luce, un fuoco che in lui non avevamo mai visto. Ma non basta. Alla lunga contano le radici. Se ci si basa solo sulle emozioni nessuna realtà ha un futuro. Prima o poi il primo entusiasmo decade, è solo questione di tempo. E ci si accorge che i principi, i valori, la struttura interiore di una persona sono decisivi per costruire un nuovo futuro.

 

 

 

Venerdì 21 gennaio 2022 
S. Agnese, vergine e martire

Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?

«Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce»

23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

(Marco 4,22)

 

Gesù rivela. E quindi non nasconde nulla. Con la venuta di Gesù, Dio ormai non ha più segreti, anche se questo non significa affatto che abbiamo capito tutto. Ma le sue intenzioni sono dichiarate e non cambieranno, il Suo volto è quello dell’Amore e possiamo stare sicuri che sarà sempre così. Nei Vangeli non ci sono sottintesi dalle mille interpretazioni possibili, ambiguità, affermazioni fumose: c’è trasparenza, luminosità, certezze.  Credo che questo atteggiamento risultasse anche allora molto attraente, perché portava a galla quella verità che è presente in ogni cuore e che spesso ha bisogno di essere proclamata apertamente.

 

Sabato 22 gennaio 2022

1Si mise a parlare loro con parabole:

«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe,
scavò una buca per il torchio e costruì una torre.
La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano
»

Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. 3Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 4Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. 5Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 7Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. 8Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. 10Non avete letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; 11questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?». 12E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

(Marco 12,1)

 

Il rapporto tra il padrone della vigna e i contadini affidatari su cui si basa questa parabola è improntato sulla fiducia reciproca. Il primo confida nell’esperienza e nell’onestà dei contadini, che a loro volta sanno di non rimanere ingannati dal padrone. Per questo nel corso della parabola si rimane interdetti di fronte alla gravissima e ripetuta violazione di questa fiducia. Ma ciò che sorprende è che il padrone non smette di offrire nuove opportunità di riscatto, confermando ogni volta una fiducia che sembra a tutti mal riposta. Ecco, Dio fa così con noi. Scommette mille volte su di noi, inventa nuove occasioni, ribadisce ogni volta la sua fiducia. Come un vero, grande padre.

 

Domenica 23 gennaio 2022
III DOPO L’EPIFANIA

32Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». 33E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». 34Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». 35Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra,

«Prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà»

Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. 38Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.

(Matteo 15,36-37)

 

I commentatori di questo brano negli ultimi tempi insistono molto su un fatto interessante. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani in realtà il verbo moltiplicare non appare mai, in nessuna delle sei versioni in cui ci è stato tramandato questo episodio. Si parla invece sempre di “spezzare” e “dare”. Quindi il metodo che realizza la sazietà di tutta quella gente affamata non è la creazione del cibo dal nulla, ma è la condivisione di quel poco che c’era. In fondo è la soluzione che oggi risolverebbe il problema della fame del mondo: basterebbe condividere. Ma perché ciò avvenga è necessario il vero e più grande miracolo: che si aprano i cuori.

 

 

Lunedì 24 gennaio 2022
S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa

«Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici:
«Fate attenzione a quello che ascoltate
»

Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. 25Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

(Marco 4,24)

 

Non basta sentire la Parola ma occorre ascoltarla e ascoltarla con attenzione. Certe volte a fine Messa facciamo fatica a ricordare le letture che ci sono state proposte, eppure quando siamo entrati in Chiesa avevamo tutte le intenzioni di concentrarci,  ma poi la mente ha cominciato a vagare per conto suo.

Siamo sopraffatti dalle mille preoccupazioni della giornata, siamo simili al seme soffocato dalle spine. Non è l’attenzione che dobbiamo esercitare, ma l’Amore perché esso ci porta sempre con il pensiero a ciò che ci sta più a cuore.

 

 

Martedì 25 gennaio 2022 
CONVERSIONE DI S. PAOLO, APOSTOLO

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»

(Matteo 19,29)

 

Gesù non chiede di seguirlo lasciando tutto, promettendo solo in un giorno futuro una ricompensa. Il Vangelo non è alienazione dalla realtà. Chi lo segue, mettendo la Sua volontà al primo posto, già in questa vita scopre di ricevere tanto in serenità, gioia, fiducia in Lui.

Se confronta la propria vita con quella di chi si preoccupa solo di sé, scopre come non riuscirebbe a vivere in altro modo. Quando gli viene chiesto perché non tenga più tempo per sé, sa che il prezzo di questa “indipendenza” sarebbe troppo alto, perché solo così la vita ha senso fino all’ultimo battito.

 

Mercoledì 26 gennaio 2022
Ss. Timoteo e Tito, vescovi

35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 37Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena.

«Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva.
Allora lo svegliarono e gli dissero:
“Maestro, non t’importa che siamo perduti?”»

39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

(Marco 4,38)

 

L’atteggiamento di Gesù e gli apostoli è agli opposti. Loro sono terrorizzati, Lui è completamente abbandonato tra le braccia del Padre. E’ questo il modo che ci insegna per affrontare le tempeste della vita: vivere ogni giorno come una scoperta della volontà del Padre. Vivere così significa anche non dare nulla per scontato, non prevedere nulla, ma lasciarsi trasportare dal Suo Amore.

Certo le difficoltà continueranno ad esserci, i momenti in cui si teme di affondare anche, ma la fiducia non ci abbandonerà, occorre affrontare un giorno alla volta e viverlo come regalato.

 

Giovedì 27 gennaio 2022

1Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. 2Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 3Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi 7e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». 9E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». 10E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. 11C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. 12E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.  14I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. 15Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. 16Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. 17Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

«Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati»

(Marco 5, 18-20)

 

Ognuno di noi ha un posto nella vita sognato dal Signore per lui. Dal riuscire a capire quale sia e viverlo nella volontà del Padre dipende la nostra felicità. Non esiste solo una vocazione, quella che ci fa scegliere una volta per tutte nella vita, ne esistono tante altre più piccole che ci appaiono via via.

Gesù ogni giorno ci chiede di essere fedeli a ciò che ci chiede e chiede solo a noi, non ad altri. Per ognuno il sogno è diverso.

 

 

Venerdì 28 gennaio 2022 
S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui.  35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina.


«41
Prese la mano della bambina e le disse:
«Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!».

42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

(Marco 5,41)

 

Chissà cosa avranno pensato Giàiro e gli apostoli presenti del gesto di Gesù: tocca una donna per di più morta, perciò impura per gli Ebrei. Non è un gesto religioso, ma di tenerezza. Lo aveva fatto anche con la suocera di Pietro ammalata e subito guarita. Il Signore ci vuole insegnare ad amare che non è solo occuparci degli altri, ma farsi vicini, far sentire il proprio affetto.

A volte è difficile, siamo schivi, ma quando incontriamo persone che lo sanno fare ne intuiamo immediatamente la bellezza. Ad alcuni la tenerezza sorge spontanea, per altri occorre sforzarsi un po’ di più, ma ci sono mille modi per comunicarla, occorre solo tener presente che è importante.

 

 

Sabato 29 gennaio 2022

31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.  34Allora la folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come puoi dire che il Figlio dell’uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell’uomo?». 35Allora Gesù disse loro:

«Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce»

Gesù disse queste cose, poi se ne andò.

(Giovanni 12,35-36)

 

Vi sono momenti nella vita in cui ci sentiamo immersi nella Luce, il Signore è vicino, la nostra esistenza è piena di Lui. È il tempo in cui riempirci sempre più di Lui. Ci sono poi altri momenti in cui subentra la penombra, se non proprio il buio. Allora il gioco diventa difficile,  sentiamo l’apatia e l’aridità della preghiera. Ma è proprio questo il tempo di attaccarci sempre più a Lui, di perseverare e vegliare perché al suo arrivo ci possa trovare con le lanterne accese.

 

 

Domenica 30 gennaio 2022 
S. FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

«Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”»

21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

(Matteo 2,19-20)

 

 

La vita di Gesù fin dall’inizio è come quella dei migranti: si scappa, si lascia tutto e non si sa bene dove si andrà. E’ una vita sempre in cammino alla ricerca di un po’ di pace. Ma il Signore difficilmente ci lascia in pace. Questo Maria e Giuseppe l’hanno percepito da subito.  Seguire Gesù significa non considerarsi mai arrivati e lasciarsi guidare ogni giorno verso nuovi lidi.

 

 

Lunedì 31 gennaio 2022 
S. Giovanni Bosco, sacerdote

Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

«Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”»

29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. 30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

(Marco 5,25-28)

 

Questa donna,  a differenza degli altri guariti da Gesù, presenta una personalità forte. Non si presenta dicendo: “Guariscimi”, ma agisce in prima persona. Sa di rischiare tanto perché era considerata impura e non avrebbe potuto stare vicino agli altri, né tanto meno toccare un uomo. Eppure la sua fede è forte ed è pronta a rischiare anche la lapidazione. Spera di non farsi vedere ma una volta scoperta non arretra, esce allo scoperto e affronta la situazione.

Come risposta Gesù la guarirà e la chiamerà figlia. Ogni tanto con S. Paolo occorre ricordarci che non ci è stato «dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di prudenza» (2 Timoteo 1,7).

 

 

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