Impegno e speranza

Sassoli, presidente del Parlamento Ue, lascia un’eredità di parole e di azioni che aiuta a comprendere l’Europa di oggi e – forse – a intravvedere quella di domani

 

David Sassoli, 65 anni, si è spento ad Aviano dove era ricoverato dal 26 dicembre. Un ricovero resosi “necessario per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario”.

Nato a Firenze, romano d’adozione, sposato, due figli, giornalista e volto noto del Tg1 Rai, era stato eletto per la prima volta al Parlamento europeo nel 2009 e rieletto nel 2014 e quindi nel 2019.

Il 3 luglio di quell’anno era stato eletto presidente dell’Europarlamento. Sassoli è deceduto ancora in carica: l’elezione del successore è infatti fissata per la plenaria della prossima settimana a Strasburgo. Nell’impegno politico aveva riversato le sue capacità analitiche, le doti comunicative e, soprattutto, una passione per il bene comune che ne faceva un testimone credibile.

L’ho sentito più volte richiamare i valori sui quali è stata fondata, e si fonda, l’Unione europea. Puntuali i riferimenti ai “padri fondatori”, agli innumerevoli discorsi di Papa Francesco sull’integrazione europea. Sassoli aveva nella mente e nel cuore un’Europa di pace, solidale, “unita nella diversità”.

Libertà e giustizia sociale erano due pilastri della sua azione. Aveva richiamato la centralità dei cittadini nel processo politico e democratico europeo. Nell’attività istituzionale, nei discorsi ufficiali, nelle conferenze stampa, nelle riunioni informali fra Strasburgo e Bruxelles richiamava con insistenza alcune sfide che attendono l’Europa e il mondo: la tutela dei diritti umani, l’attenzione prioritaria alle persone fragili ed emarginate, l’urgenza migratoria e il dovere dell’accoglienza, uno sviluppo economico sostenibile, la difesa del lavoro, le opportunità per i giovani, la lotta al cambiamento climatico, l’orizzonte digitale, la cooperazione internazionale, l’edificazione della pace in ogni angolo del pianeta…

A Natale aveva inviato gli auguri con un toccante videomessaggio: “In questo anno abbiamo ascoltato il silenzio del pianeta, abbiamo avuto paura ma abbiamo reagito, costruendo una nuova solidarietà, perché nessuno è al sicuro da solo. Abbiamo visto nuovi muri e i nostri confini in alcuni casi sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità. Muri eretti contro persone che chiedono riparo dal freddo, dalla fame, dalla guerra, dalla povertà”.

Sassoli aggiungeva: “abbiamo lottato accanto a chi chiede più democrazia, più libertà, accanto alle donne che chiedono diritti e tutele. A chi chiede di proteggere il proprio pensiero. Accanto a coloro che continuano a chiedere un’informazione libera e indipendente. Abbiamo finalmente realizzato, dopo anni di crudele rigorismo, che la disuguaglianza non è né accettabile né tollerabile, che vivere nella precarietà non è umano, che la povertà non va nascosta ma dev’essere combattuta e sconfitta”.

Sassoli sottolineava: “il dovere delle istituzioni europee è di proteggere i più deboli e non di chiedere altri sacrifici aggiungendo dolore al dolore. Oggi l’Europa con il Piano di recupero ci dà grandi opportunità, di abbandonare l’indifferenza; è la nostra sfida, quella di un mondo nuovo, che rispetta le persone, la natura, e crede in una nuova economia basata non solo sul profitto di pochi ma sul benessere di tutti”.

Infine: “per questo voglio dirvi buone feste, buon Natale, buon anno. Il periodo del Natale è il periodo della nascita della speranza. E la speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo ogni forma di ingiustizia. Auguri a noi, auguri alla nostra speranza”.

Impegno e speranza: il lascito dell’uomo e del cristiano David Sassoli.

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