Domenica 1 maggio 2022
III DI PASQUA
12Di nuovo Gesù parlò loro e disse:
«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita»
13Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 19Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
(Giovanni 8,12)
Gesù è una luce accessibile a tutti. Illumina chiunque si lasci raggiungere, chi non si sottrae per paura o disinteresse, chi lascia cadere le difese o i pregiudizi. E questo avviene indipendentemente dall’età, dalla cultura, dalle esperienze del passato. È luce che illumina e che orienta, è luce che rasserena, che promette un orizzonte di speranza e questa speranza non rimane mai delusa. Permette di capire, di riconoscere ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è bene e ciò che è meglio. Ma occorre seguirlo, pensare come Lui, per essere in certo modo Lui nel momento presente della vita.
Lunedì 2 maggio 2022
S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa
19Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. 20Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
«Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole»
22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
(Giovanni 5,21)
Il sogno di Dio è dare la vita. Ce ne accorgiamo subito guardando l’universo, che trabocca di vita in un modo incalcolabile, nel poco che riusciamo a vedere e nel moltissimo che ancora ci rimane sconosciuto. “Sulla terra tutto è in rapporto di amore con tutto: ogni cosa con ogni cosa. Occorre però essere l’Amore per trovar il filo d’oro tra gli esseri” (Chiara Lubich). Infatti sappiamo che c’è vita e vita. C’è una vita che si rinchiude e che implode nel proprio narcisismo oppure che c’è una vita che fluisce fuori di sé, guarendo, contagiando di vita vera anche altri e creando comunione.
Martedì 3 maggio 2022
Ss. FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI
1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
«Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù:
“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre”»
Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(Giovanni 14,8-9)
Il desiderio di Filippo è quello di ogni uomo: vedere Dio, comprendere il senso di tutto, della storia e del cosmo. La risposta di Gesù invita non a strabuzzare gli occhi per cercare di vedere lontanissimo, ma semplicemente ad aprirli e fissarli su Gesù. In Lui si comprende benissimo che, come dice il poeta, è “l’amore che move il sole e l’altre stelle”. E in Gesù l’amore si manifesta nel modo più sconfinato. Non dobbiamo cercare quindi chissà dove, ma accorgerci semplicemente che il tesoro è qui, a portata di mano. E lo sperimentiamo amando ogni fratello.
Mercoledì 4 maggio 2022
1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
«Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva:
“Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!”.
Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo»
(Giovanni 6,14-15)
Il segno della condivisione di pani e pesci che sfama una grande folla è clamoroso, il popolo non ha memoria neppure nei racconti biblici di un episodio simile. È ovvio che l’entusiasmo della gente salga alle stelle. Gesù però si sottrae a questo tripudio, si nasconde, vorrebbe che gli animi si placassero, perché quanto vuole rivelare è infinitamente di più del miracolo avvenuto. Lui stesso infatti è il Pane di Dio e lo dirà all’indomani a tutti. Però sa bene che non riusciranno ad accogliere questo annuncio, per cui evita il bagno di folla che complicherebbe le cose. Il dono che ha nutrito tutti però rimane, segno dell’amore di Dio che è sempre per ogni uomo.
Giovedì 5 maggio 2022
16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; 18il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. 19Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia,
«Videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Sono io, non abbiate paura!”. Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti»
(Giovanni 6,19-21)
Appena Gesù appare, del vento che agitava il lago non si parla più. Lui ormai domina la scena, le onde minacciose finiscono sotto i suoi piedi, la sua presenza sulla barca fa giungere subito a destinazione. I discepoli hanno occhi solo per Lui, la Sua parola li rassicura e ogni problema si risolve. Vedere Gesù nel mare talora inquieto della nostra vita è sorgente di pace e di fiducia, la sua presenza infatti accompagna ogni frangente. Basta riconoscerLo, scoprirLo lì accanto e, anche se il vento infuria, dentro di noi tutto cambia.
Venerdì 6 maggio 2022
22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. 23Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. 24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». 26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.
«Datevi da fare non per il cibo che non dura,
ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà»
Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
(Giovanni 6,27)
Lo sforzo di Gesù è dirottare l’attenzione su ciò che non passa e che nutre davvero il cuore, la vita dell’uomo. È un invito ad alzare lo sguardo, ad accorgerci che la salute e la comodità sono belle ma da sole non saziano, ci riducono, non allontanano la noia. Il cuore ha fame di un altro pane. Come ci adoperiamo per avere sempre qualcosa da mettere sotto i denti, così, e molto di più, dovremmo occuparci del cibo che rimane e che diventa sorgente di amore donato e distribuito a tutti senza misura.
Sabato 7 maggio 2022
30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti
«”Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”»
35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!»
(Giovanni 6,33-34)
Gli ascoltatori di Gesù rimangono conquistati dalle sue parole e lo pregano di avere sempre il Pane che sazia davvero. Ogni volta infatti che riusciamo a trascendere l’ordinario, a vedere il mistero di Gesù che sfiora la nostra vita nel quotidiano, ogni volta che ci sentiamo amati e nutriti di verità e di bellezza, il cuore trova casa e non vorrebbe più allontanarsi da lì. Ci accorgiamo di essere fatti per questo e la banalità che non di rado ci attira diventa insignificante. Come diceva Charles de Foucauld, “c’è troppa differenza tra Dio e tutto ciò che non è Lui”.
Domenica 8 maggio 2022
IV DI PASQUA
9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
«Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi»
13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
(Giovanni 15,11-12)
Gesù vuole donare ad ogni uomo, ad ogni donna, la sua gioia, la gioia di Dio. Sogna un’umanità felice: per questo è stato pronto a fare e a subire qualunque cosa e non smetterà mai di farlo. Vuole far spuntare questa felicità dappertutto, anche nelle situazioni più tristi. E tutti coloro che riescono a generare la gioia vera sono i suoi migliori collaboratori. Per realizzarla ci indica la strada, comandandoci l’amore reciproco, quasi a dire che al di fuori di questo la gioia di cui Lui parla rimane sconosciuta. Essere amati ed amare è il Paradiso dell’uomo.
Lunedì 9 maggio 2022
Beato Serafino Morazzone, sacerdote
44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio.
«Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me»
46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
(Giovanni 6,45)
Il Padre che è nei cieli parla a tutti. Il cuore di ogni uomo e donna è il luogo in cui questo colloquio avviene, in un modo che solo la singola persona può davvero capire. Non tutti intessono con Lui una relazione profonda, un dialogo vero. Ma chi si avventura nella conoscenza del Padre fa scoperte meravigliose. Il Padre parla e insegna, istruisce, fa capire, permette di accumulare la vera sapienza, quella dell’Amore. Chi ama infatti conosce Dio e incontrando Gesù scopre la pienezza dell’Amore rivelato nella storia umana. Per questo le persone che cercano Dio e che amano davvero i fratelli si capiscono, a qualunque religione o cultura appartengano.
Martedì 10 maggio 2022
60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?
«È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla;
le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono»
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
(Giovanni 6,63-64)
Il discorso in cui Gesù si autoproclama pane di vita suona duro, incomprensibile per molti ascoltatori. Non perché Lui dica parole complicate, ma perché è pieno di Luce e non tutti sono disposti ad accoglierla. Solo chi si lascia muovere e istruire dallo Spirito entra in questa vita nuova che Gesù offre e si ritrova nutrito dall’Amore stesso di Dio, divinizzato da questo cibo. Occorre però la fede di chi si fida e si affida, di chi non misura le realtà a partire da sé, dai propri punti di vista, ma entra nel mondo e nella logica di Dio. Una volta entrati tutto trova spiegazione e senso, ma se non si fa questo passo tutto rimane astruso.
Mercoledì 11 maggio 2022
«Alcuni fra la gente dicevano: “Costui è davvero il profeta!”. Altri dicevano: “Costui è il Cristo!”.
Altri invece dicevano: “Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?” E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui»
44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. 45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: 51«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». 52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!».
(Giovanni 7,40-43)
Le reazioni della gente sono per lo più entusiastiche. Molti riconoscono che Gesù è il profeta, l’uomo di Dio, qualcuno si spinge oltre, affermando che lui è il Messia, il salvatore di Israele atteso da secoli. Ma non mancano le obiezioni, quelle degli studiosi che però sono informati solo a metà e si fermano all’accento e alla provenienza galilaica di Gesù. Nascono discussioni, opinioni che si fronteggiano. La rivelazione di Dio non è esentata da queste dinamiche tipiche delle conversazioni umane, si fa spazio con fatica tra le maglie dei detrattori, viene spesso derisa ed emarginata, ma nessuno riesce a cancellarla, perché è potenza luminosa di Dio per chiunque crede.
Giovedì 12 maggio 2022
«A metà della festa»
«Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: “Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?”»
16Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. 19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». 21Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? 24Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».
(Giovanni 7,14-15)
C’è stupore grande di fronte alla sapienza di Gesù. Non è quella del dotto, dell’erudito, ma quella che illumina ogni uomo, che spiega ed ammaestra con parole incontrovertibili, che conosce il cuore dell’uomo, che apre quegli orizzonti nuovi che solo l’amore spalanca. C’è completezza in ciò che dice, tutto tiene. È chiaro ed esauriente pur con parole semplici, riporta la religione alla sua freschezza originaria che è il rapporto con Dio, suo Papà e presenta l’amore al fratello come il modo visibile di amare Dio. La sua parola ha un sapore di novità, eppure non cancella nulla di ciò che è già conosciuto come strada verso Dio, perché lo riassume in Sé.
Venerdì 13 maggio 2022
Beata Vergine Maria di Fatima
«Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano:
“Non è costui quello che cercano di uccidere?
Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla.
I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo?”»
27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». 30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
(Giovanni 7,25-26)
Queste parole del Vangelo di Giovanni mostrano che erano tante e diverse le voci che giravano sul conto di Gesù e quanto mai varie erano anche le impressioni e le valutazioni dei cittadini di Gerusalemme. Del resto ciò avviene spesso, anche se non ce ne accorgiamo. Noi invece ci lasciamo facilmente condizionare da un giudizio formulato, da una frase ascoltata, come se esprimesse l’unica opinione di tutti: la realtà è sempre molto più ampia. Gesù non rincorreva i sondaggi o le opinioni, sapeva bene quanto sono ondivaghe e quanto basti molto poco per sovvertirle. La sua bussola era il Padre, si lasciava orientare unicamente da quanto gli chiedeva Lui.
Sabato 14 maggio 2022
S. MATTIA, APOSTOLO
27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.
«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»
(Matteo 19,29)
A Pietro che domanda cosa ci guadagnerà ad aver lasciato tutto per seguirLo, Gesù non risponde rimproverandolo per la poca fiducia o per questi calcoli interessati. Ci tiene invece a rassicurarlo che il suo è proprio un investimento straordinariamente vantaggioso, che i doni si moltiplicheranno a dismisura. Anche nei tempi difficili gli aiuti saranno i più impensati, la Provvidenza continuerà a stupire e la vita nelle sue vicende ordinarie si arricchirà di relazioni belle e profonde. Dio non si lascia vincere in generosità verso chi si dona tutto a Lui.
Domenica 15 maggio 2022
V DI PASQUA
Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri»
(Giovanni 13,35)
È strano che il tipico segno di riconoscimento indicato da Gesù per distinguere i suoi discepoli sia stato nei secoli così sostituito. Ancora oggi si ritiene nell’opinione comune che il cristiano doc è quello che va a Messa, che prega, che dà una mano in parrocchia, che aiuta i poveri, ecc.: tutte esperienze meravigliose e importantissime che non sono però il “marchio di fabbrica” dei discepoli di Gesù. Non passa ancora l’idea che, se vedi due o più persone che vivono quell’amore reciproco comandato da Gesù, quelli sono inconfondibilmente cristiani. Eppure, anche in un tempo scristianizzato come il nostro, una comunità che vive così suscita ammirazione e attira a sè.
Lunedì 16 maggio 2022
21Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». 22Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». 23E diceva loro:
«Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati»
25Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. 26Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». 27Non capirono che egli parlava loro del Padre. 28Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. 29Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». 30A queste sue parole, molti credettero in lui.
(Giovanni 8,23-24)
Gesù per definirsi dice “Io Sono”, che nella Bibbia è la parola con cui Dio stesso si rivela a Mosè. Per gli Ebrei era difficilissimo credere in un uomo che si presentasse così. E qui c’è lo spartiacque tra chi crede e chi no. Credere in Gesù vuol dire credere che è Dio, ma un Dio che esce da ogni canone, che è sostanzialmente solo Amore. Un Dio che si lascia rifiutare senza vendicarsi, che si lascia mettere in croce continuando ad amare i suoi carnefici, che chiede a chi vuole seguirlo di fare altrettanto. Per molti era troppo.
Martedì 17 maggio 2022
31Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. 32Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». 33Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?
«Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre»
39Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 40Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. 41Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». 42E in quel luogo molti credettero in lui.
(Giovanni 10,37-38)
La credibilità di chiunque si fonda su ciò che fa e non su ciò che dice. Per essere testimoni di Gesù perciò è necessario compiere le opere che Lui ci chiede. Sappiamo benissimo però che per ognuno di noi è impossibile essere coerenti sempre fino in fondo. Perciò che fare? Accettare la propria fragilità, non nasconderla, ma lasciar vedere anche tutta la tensione verso la sequela. Così appariremo più umani e più credibili.
Mercoledì 18 maggio 2022
20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato.
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto»
25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
(Giovanni 12,24)
Se ripensiamo ai momenti più difficili della nostra vita, quelli che, se fosse dipeso da noi, avremmo sicuramente evitato, scopriamo che sono stati essenziali. Spesso da essi qualcosa o tutto è cambiato. Certo dentro di noi qualcosa si è lacerato, ma i risultati sono stati sorprendenti. Se ci si lascia condurre docilmente anche nel dolore non si rimane mai soli, basta non pretendere nulla, fidarsi ed aspettare, sapendo che i tempi di Dio non sono i nostri, ma producono sempre frutto.
Giovedì 19 maggio 2022
37Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata? 39Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: 40Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! 41Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui.
«Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio»
(Giovanni 12,42-43)
Credere è un dono, dichiarare la propria fede è qualcosa in più. Spesso si cerca di dividere le due cose relegando la prima ad un fatto privato. Perché se dico di credere devo essere anche coerente ed essere pronto a subirne le conseguenze. Eppure, se credere è amare, è impossibile tenerlo nascosto, tutti comunque se ne accorgono.
Venerdì 20 maggio 2022
44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre»
47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
(Giovanni 12,46)
Stare con Gesù è stare e agire alla luce del sole. Chi opera alla Luce, senza nascondersi, opera il bene. Chi si nasconde nelle tenebre opera il male. Occorre chiedersi spesso se tutto il nostro agire è limpido e possa essere visto da tutti. L’importante è non nascondersi, non voler dare un’idea di se stessi diversa da come siamo, perché Gesù oltre ad essere la Luce è anche la Verità.
Sabato 21 maggio 2022
«Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro:
“In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica”»
18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
(Giovanni 13,12.16-17)
Gesù fa un gesto che solo uno schiavo non ebreo faceva: lava i piedi agli Apostoli. Era qualcosa di sconvolgente abbassarsi a tal punto e pensiamo all’imbarazzo dei discepoli in quel momento. Anche il togliersi le vesti era un consegnarsi, voleva dire: “Io per te sono disposto a tutto”. E fra i discepoli c’erano anche Giuda e Pietro che presto lo avrebbero tradito e rinnegato: lava anche i loro piedi. E’ il momento dell’insegnamento più grande: per essere suoi discepoli occorre servirci, non solo rispettarci, ma essere disposti a tutto per i fratelli, anche per quelli che non mi sono simpatici, per quelli che mi hanno tradito o parlano male di me.
Domenica 22 maggio 2022
VI DI PASQUA
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future»
14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 16Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». 17Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». 18Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». 19Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? 20In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. 21La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. 22Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia.
(Giovanni 16,12-13)
Dio non lo si conosce una volta per tutte. Gesù con la Sua vita ci ha avvicinato al mistero, ha manifestato pienamente la gloria di Dio, ma nella vita concreta di ciascuno è poi lo Spirito Santo che continua a guidare il discepolo giorno per giorno attraverso la storia. Il Vangelo è sempre uguale, eppure ogni volta che lo leggiamo, alla luce della nostra esperienza personale, troviamo sempre risposte nuove. Non ci basterà tutta la vita per conoscere anche solo qualche frammento di quella realtà affascinante che è l’Amore del Signore.
Lunedì 23 maggio 2022
31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire.
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri»
36Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
(Giovanni 13,34-35)
Quanto siamo lontani dall’insegnamento di Gesù! E quanto scandalo diamo a chi non crede!
Il Signore ci dà persino la misura dell’Amore: “come” Lui ci ha amato, cioè donando la vita.
E la vita non si dona solo morendo per qualcuno, ma anche vivendo dimenticandosi, preoccupati solo del bene di chi ci sta vicino. Questo deve essere l’obiettivo al quale tendere: sappiamo che spesso non ce la faremo, ma almeno ci è chiesto di provarci.
Martedì 24 maggio 2022
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me»
2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
(Giovanni 14,1)
Nell’ora della grande tentazione, quella decisiva, quella per la quale Gesù ci ha raccomandato di pregare insegnandoci le parole del “Padre nostro”, risulta decisiva la fede. Non tanto la professione verbale, quanto la certezza che l’amore di Dio non è un’illusione, ma è la roccia alla quale possiamo sempre aggrapparci, sapendo di non rimanere mai delusi. Nella vita prima o poi tutto crolla, ma la cura di Dio per ogni suo figlio non viene mai meno. Anche quando si tratterà di passare da questo mondo al Padre, Lui non smetterà di tenerci per mano per introdurci nel Suo Paradiso.
Mercoledì 25 maggio 2022
S. Dionigi, vescovo
7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
«Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù:
“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”?”»
10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(Giovanni 14,8-9)
Il dolce rimprovero che Gesù rivolge a Filippo facilmente l’avrei ricevuto anch’io. Perché per noi oggi il fatto che Gesù sia la piena rivelazione del volto del Padre è un’acquisizione che la teologia ci trasmette con ampie e convincenti argomentazioni. Ma per un discepolo che viveva con Gesù era un nuovo modo di leggere le cose, richiedeva proprio un dono speciale dall’Alto. Occorreva passare dal vivere tutti i giorni un’atmosfera straordinaria alla consapevolezza che quell’esperienza era Dio stesso tra loro, che stavano vedendo Dio faccia a faccia. Ed è tutta un’altra cosa.
Giovedì 26 maggio 2022
ASCENSIONE DEL SIGNORE
Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
«Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio»
(Luca 24,50-53)
Queste parole concludono il Vangelo di Luca e ci regalano un’icona conclusiva di trasfigurazione. I discepoli infatti, lungi dall’essere tristi per la dipartita del Risorto, sono colmi di gioia, sono avvolti da una Presenza che li trasforma, come se vivessero ormai definitivamente nel nuovo mondo in cui Gesù li ha portati. Il loro rimanere nel tempio esprime il desiderio di non uscire più da quell’incanto, pur dovendo rimanere dentro le vicende terrene che presto si faranno per loro molto tempestose. Quella presenza del Risorto che li ha colmati di stupore e di gioia non è svanita: Lui è davvero con loro fino alla fine del mondo.
Venerdì 27 maggio 2022
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore»
28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. 30Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, 31ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco.
(Giovanni 14,27)
La pace di Gesù non è una semplice tranquillità. È una pienezza che abita il credente e lo accompagna sempre. È anche superamento dei conflitti, soluzione delle dispute, ma è soprattutto il gusto delle relazioni fraterne autentiche che fanno balenare agli occhi il sogno della fraternità universale. È anche pace interiore, in cui non si è travolti da entusiasmi strabilianti, ma non si cade neppure in pessimismi amari o disperati. È un equilibrio dinamico che ringrazia del presente e si proietta in ciò che Dio indica attimo per attimo. È la vita stessa di Gesù.
Sabato 28 maggio 2022
Beato Luigi Biraghi, sacerdote
1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
«Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me»
5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
(Giovanni 15,4)
Rimanere in Gesù significa non scappare. Né con fughe avventurose, spinti dalla smania di quell’attivismo nel quale in fondo cerchiamo noi stessi e la nostra autoaffermazione; né con rimpianti nostalgici all’indietro, sognando un mondo ormai tramontato che in realtà non è mai esistito, perché si chiudono gli occhi sui tratti pesantemente negativi che conteneva. È invece abitare quella volontà di Dio che nell’attimo presente ci viene consegnata, per viverla fino in fondo con tutto l‘amore, la passione e la creatività di cui siamo capaci. È amare il tempo che ci è dato preferendolo ad ogni altro, perché è Dio a donarlo proprio a noi oggi.
Domenica 29 maggio 2022
DOPO L’ASCENSIONE
VII DI PASQUA
1Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
«Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo»
25Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
(Giovanni 17,24)
In tutta la grande preghiera che Gesù rivolge al Padre c’è una richiesta esplicita, espressa con un certa determinazione. È l’unica volta che Gesù dice al Padre “voglio”. Chiede che possiamo vivere dove Lui è, nel grembo della Trinità. Vuole che il Suo mondo diventi il nostro, che la Sua casa sia la nostra, immersi per sempre in un amore senza confini, in una comunione che non conosce malintesi né dissapori, in una gioia che passa di stupore in stupore. Vuole donarci davvero tutto, perché possiamo sentirci figli del Padre proprio come Lui.
Lunedì 30 maggio 2022 S. Paolo VI, papa
14Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 15E Gesù disse loro:
«Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
(Matteo 9,15)
La festa di nozze è per antonomasia la manifestazione della bellezza e della gioia dell’amore. È il tempo in cui sembra proprio che l’amore vinca ogni ostacolo, che sia a portata di mano, che superi ogni ostacolo. La presenza degli sposi è in questo senso rassicurante e coinvolge anche gli invitati nella loro esperienza di amore. Non c’è spazio per la tristezza, sembra che tutto sia facile, che le difficoltà siano vinte, almeno per quel giorno.
Gesù è lo sposo che regala una gioia senza tramonto. Se Lui è presente non c’è spazio per altro. Lutto e digiuni appartengono ad un altro mondo.
Martedì 31 maggio 2022
VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!»
43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
(Luca 1,42)
Il saluto di Elisabetta a Maria è travolgente. Una gioia incontenibile, di sorpresa, di stupore e anche di sbalordimento per questa presenza di Dio che Maria porta con sé e che entra nella casa di questi anziani coniugi. Se altrove nella Bibbia l’arrivo di Dio è accolto con timore e tremore, nell’incontro tra queste due donne gravide c’è posto solo per la gioia. Certo, suscita una certa santa invidia questa comunicazione così diretta e felice, la sogneremmo tanto volentieri quando ci ritroviamo, sia nelle famiglie che nelle comunità, insidiati come siamo dalla pesantezza del vivere e dalla ripetitività che appanna tutto. Elisabetta invece comincia con il benedire.
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