Vivi la Parola: 2022 06 – Giugno

VIVI LA PAROLA!

GIUGNO 2022

 

Mercoledì 1 giugno 2022
S. Giustino, martire

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi»

13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

(Giovanni 15,12)

 

La novità di questo comandamento è anzitutto nella reciprocità. Esige che l’amore ritorni. Sappiamo che non sempre è così, che a volte si ama a fondo perduto. E resta vero che nell’amore ciò che vale è amare. Però Gesù richiede tra i suoi discepoli una corrente viva d’amore che li unisca, un mettersi in relazione in cui si dona e si riceve. Gesù chiama “suo” questo comandamento, perché nella Trinità si vive così ed è venuto sulla terra proprio perché il mondo rispecchi la realtà del Cielo: “come in cielo, così in terra”.

 

 

Giovedì 2 giugno 2022

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me»

19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.

(Giovanni 15,18)

 

Non è molto frequente dalle nostre parti venire odiati per il fatto che si è cristiani, ma in altri paesi del mondo molti nostri fratelli sono uccisi per Gesù. In ogni caso non saremo mai i primi, Gesù ci precede anche in questo. E ci mostra che in noi continua a vivere Lui, che l’avventura della Sua Parola prosegue inarrestabile da oltre duemila anni, con i suoi dolori e i suoi frutti, che l’amore è osteggiato, ma non smette di germogliare e di fiorire. Noi non cerchiamo il martirio, ma la somiglianza con Gesù e ogni volta che ci accorgiamo di percorrere il suo stesso cammino la gioia è autentica.

 

Venerdì 3 giugno 2022
Ss. Carlo Lwanga e compagni, martiri

5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. 6Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.

«Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado,
non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi»

8E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 10riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.

(Giovanni 16,7)

 

Devono essere rimasti molto stupiti i discepoli all’annuncio di questo dono misterioso del Paraclito, che sarebbe stato ancor più prezioso della presenza fisica di Gesù. Ma si sa, i doni di Dio non riesci a prevederli, ne puoi parlare solo quando li sperimenti. Ed in effetti il Paraclito ha guidato la fede, la speranza e l’amore di miliardi di cristiani in questi duemila anni, ha inventato e generato innumerevoli storie di santità, carismi sempre nuovi e adatti ad ogni tempo, ha illuminato le parole di Gesù facendocele scoprire attuali, piene di fuoco, ha immesso potenti energie spirituali dentro la storia umana, indirizzandola incessantemente verso la pienezza del Regno di Dio sulla terra.

 

 

Sabato 4 giugno 2022

5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. 6Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.

«E quando sarà venuto, il Paràclito dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato,
alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me»

10riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. 12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

(Giovanni 16,8-9)

 

Lo Spirito santo mostra al mondo qual è l’esito del rifiuto di Gesù. Quando ci si ostina a costruire una vita senza di Lui, ritenendo inutile o sbagliata la sua Parola, pensando di potercela sempre cavare da soli o con i nostri mezzi, idolatrando il potere, l’avere o la scienza, l’umanità si disumanizza. Tutto diventa precario, ci si accontenta di inseguire solo gioie che si rivelano effimere. E soprattutto ci si trova più soli, più disorientati, più disperati. Non credere in Gesù, nella potenza della sua Pasqua, nelle Sue promesse che non deludono è il peccato. Ed è proprio un vero peccato vivere così.

 

 

 

DOMENICA 5 GIUGNO 2022
PENTECOSTE

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti;

«E io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce»

Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

(Giovanni 14,16-17)

 

La presenza dello Spirito ci infonde stabilità e fiducia anche di fronte ad ogni futuro nebuloso, perché sappiamo che nel futuro Lui non verrà meno, ci accompagnerà in ogni passo e in ogni imprevisto, non smetterà di sorprenderci e di rinnovare le energie interiori quando sono insidiate dalla preoccupazione e dalla paura. È Spirito di verità, perché ci persuade dell’inutilità e della negatività del male, spingendoci a rifiutarlo, fino a non farcelo piacere. E soprattutto perché illumina, fa capire, apre nuove prospettive, riaccendendo senza sosta lo slancio e la passione per la venuta del Regno di Dio sulla terra.

 

Lunedì 6 giugno 2022
Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa

«Alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine»

3e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. 4Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

(Luca 21,1-2)

 

Gesù vede la stessa realtà che vedono tutti. Ma il suo sguardo va in profondità, legge nel cuore e porta alla luce ipocrisie da rimuovere e umiltà da ammirare. Soprattutto si concentra sul bene che c’è, sulla luce nascosta, che molti non vedono: la mette in evidenza, ne racconta la bellezza, la rende desiderabile. E così questa povera vedovella anonima acquista tutta la statura poderosa che ha davanti agli occhi di Dio, mentre l’appariscenza dei ricchi si ridimensiona fino a diventare trascurabile. Ma il guadagno è questo sguardo pieno di verità sulla realtà, che anche noi dovremmo sempre coltivare.

 

Martedì 7 giugno 2022

«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito»

37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

(Luca 12,35-36)

 

La prontezza con la quale ci dirigiamo a vivere in ogni attimo presente quello che Dio ci chiede è un modo efficace per prepararci all’incontro finale con Lui. Ma è al tempo stesso la strada per non sprecare occasioni, per mettere a frutto il tempo che ci è dato, non con la smania di riempirlo di cose e di impegni, ma con la disponibilità a viverlo nelle mille diverse espressioni dell’amore. È così che si gusta la vita in pienezza, accettandone anche l’amarezza, ma sapendo che da ogni spina Dio sa far sbocciare una rosa, se rimaniamo nel Suo amore.

Mercoledì 8 giugno 2022

Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno. 43E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, 44gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò.

«Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Tutti negavano.
Pietro allora disse:
“Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”.
Ma Gesù disse:
“Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me”»

47Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi pied,i e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. 48Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».

(Luca 8,45-46)

 

I doni di guarigione con cui Gesù ha beneficato le persone che incontrava sono innumerevoli. E questa abbondanza continua a scendere quotidianamente nella vita di ogni persona. Talora non ne siamo consapevoli, altre volte rimane un segreto fra noi e Gesù, che non viene mai rivelato. Assomiglia un po’ alla vita di quei pesci che vivono negli abissi del mare, vita che da una certa profondità in poi ci rimane completamente oscura e sconosciuta. Ma in altre circostanze questi doni vengono allo scoperto, perché Lui stesso lo vuole. E ci accorgiamo che i doni di Dio quando sono messi in circolazione moltiplicano i loro effetti, alimentando la fede dei fratelli e creando una nuova comunione tra le persone.

 

Giovedì 9 giugno 2022

27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo;

«Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me»

(Giovanni 12,31-32)

 

Lo sguardo di Gesù vede proprio ciò che per noi è invisibile. Se nella passione noi vediamo solo la potenza distruttrice del male, Gesù vede invece più in là e annuncia proprio in quel frangente la sconfitta del principe delle tenebre. Se la croce è vista come un’infamia spaventosa, per Gesù è invece il piedistallo su cui si erge e si spalanca davanti a tutti l’Amore sconfinato di Dio. Se davanti allo spettacolo della croce ci si copre la faccia, Gesù rivela invece quel misterioso magnetismo che attira su di essa lo sguardo di ogni uomo che soffre e lo salva.

 

 

Venerdì 10 giugno 2022

«In quei giorni Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio.
Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici»

ai quali diede anche il nome di apostoli: 14Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; 16Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.

(Luca 6,12-13)

 

Come avrà pregato Gesù quella notte? Gli sarà bastato immergersi nel mistero d’amore del Padre e dare voce a tutta la gratitudine che aveva in cuore? Avrà guardato ad uno ad uno i suoi discepoli davanti al Padre per comprendere su chi cadeva la Sua scelta? Avrà dovuto cambiare le sue preferenze? Avrà parlato con il Padre di Giuda e dei rischi nell’eleggere una persona che forse gli appariva imprevedibile? Quello che è certo è che uscì dalla preghiera convinto e deciso, proprio perché aveva operato la scelta in piena unità con il Padre.

 

Sabato 11 giugno 2022
S. Barnaba, apostolo

7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino.

«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»

9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. 11In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. 14Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. 15In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

(Matteo 10,8)

 

“Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia”, dice papa Francesco. Dicendo così fa eco alle parole di Gesù, che mandava i suoi a curare un’umanità che si dibatteva in mezzo a ferite e sofferenze di ogni tipo: malattie, morti, abissi di sofferenza interiore. Il mondo oggi non è diverso e il discepolo non smette di essere inviato. Gli occorrerebbe il coraggio di entrare là dove nessuno osa, dove il buio è fitto, dove le parole non bastano a descrivere quello che si vede e quello che si prova. Tanto spesso vorremmo poter guarire, ma ci sentiamo impotenti. Per questo non smettiamo di chiedere che si rinnovino i doni degli inizi.

 

Domenica 12 giugno 2022
SS. TRINITA’

21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

«Gli disse Giuda, non l’Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?”. Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio
lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”»

24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,22-23)

 

La domanda dell’apostolo Giuda è anche la nostra: Gesù, perché solo noi sappiamo chi sei veramente, mentre il mondo ti rifiuta e ascolta altri? La replica di Gesù è una conferma e una spiegazione di ciò che avviene nel credente: la presenza della Trinità scatena in lui una relazione d’amore, lo porta dentro la vita trinitaria, fino a fargli sentire che tutto ciò che è di Dio gli appartiene. Gesù si rivela abbondantemente a chi lo ama, mentre chi non lo accoglie si autoesclude da tutta una comprensione della vita e da un’esperienza di pienezza assolutamente uniche. È il mistero dell’incredulità, che anche ogni credente conosce, perché nessuno sulla terra vive nella luce piena della fede.

 

 

Lunedì 13 giugno 2022
S. Antonio da Padova,
sacerdote e dottore della Chiesa

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

«Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato,
entrò nella sinagoga e si alzò a leggere»

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

(Luca 4,16)

 

Non è la prima volta che Gesù insegna a Nazaret: lo fa anche in quel sabato, “secondo il suo solito”. Ma adesso le Sue parole suonano del tutto nuove, stupiscono, coinvolgono e interrogano, suscitano una ridda di emozioni e di reazioni contrastanti. È successo qualcosa, non c’è dubbio, un cambiamento così non si spiega. Ma anziché indagarne le cause, per comprendere meglio questa esperienza straordinaria e inaspettata, la reazione dei compaesani è quella di difendersi, di arginare la novità, di ridimensionarla cercando delle buone ragioni. Guardare con occhi nuovi una persona che conosci da anni è molto difficile, in pochi ci riescono. Occorre una libertà di cuore che non dobbiamo mai smettere di chiedere a Dio, per non vanificare mai le Sue sorprese.

 

Martedì 14 giugno 2022

«Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone»

27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». 28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

(Luca 4,25-26)

 

La reazione di Gesù di fronte alla perplessità dei nazareni pesca direttamente nella Bibbia, in episodi molto conosciuti e imbarazzanti: perché Dio in passato aveva scelto persone fidate fuori da Israele, per manifestare i suoi prodigi? Gesù punge i suoi ascoltatori ricordando fatti che indispettivano, perché in quelle occasioni il popolo non si era lasciato inquietare e non aveva accettato di convertirsi. Momenti in cui emergeva la riottosità, la testardaggine di Israele a chiudersi nelle proprie abitudini, rigettando le novità di Dio. E continua a succedere anche quel giorno. E può capitare anche oggi, a ciascuno di noi, ogni volta che ci convinciamo che Dio non possa essere diverso da quello che di Lui abbiamo finora capito.

 

Mercoledì 15 giugno 2022
Beato Clemente Vismara, sacerdote

«Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone.
La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva»

40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.

(Luca 4,38-39)

 

Gesù esce dalla sinagoga e va nelle case, in tutte le case senza distinguere buoni o cattivi. Non siamo noi ad andare da Lui. Anche quando siamo lontani, distratti, stanchi, è Lui a venire da noi. E spesso ci trova malati, lontani dall’immagine che ci piacerebbe essere. Eppure si china su di noi e ci guarisce. Ma qui viene il bello, come riconoscere la nostra guarigione? Dalla capacità che abbiamo di non pensare a noi stessi, ma di servire chi ci sta vicino.

 

Giovedì 16 giugno 2022
SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO

Gesù prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo:

«Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo:
qui siamo in una zona deserta»

13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

(Luca 9,12)

 

Ci sono momenti in cui ci sentiamo un po’ oppressi dai bisogni delle persone. In tanti chiedono aiuto per i motivi più diversi, spesso pretendono attenzioni senza rendersi conto che chi hanno davanti dà segni di stanchezza.  Allora si presenta la tentazione di mandarli altrove, da qualcun altro che possa risolvere il problema o che comunque possa sollevarci dal peso di tante richieste. E Gesù ci ripete: “Voi stessi date loro da mangiare”. Si tratta di trovare la forza iniziale, poi ci accorgeremo che al resto ci pensa Lui.

 

Venerdì 17 giugno 2022

42Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. 43Egli però disse loro:

«È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città;
per questo sono stato mandato»

44E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

(Luca 4,43)

 

Gesù non si lascia intrappolare, monopolizzare, resta sempre libero. E la prima libertà che dobbiamo conseguire è quella da noi stessi, da ciò che ci vincola, dall’immagine di noi che vorremmo dare. Per essere liberi occorre stare sempre nel disegno che il Signore ha su di noi, senza aver paura di perdere nulla. A volte sembra faticoso, perché in questa ottica non si hanno sicurezze sul domani, ma la vera sicurezza è sapersi nelle Sue mani in ogni istante, perché Lui anche così non smette di operare fuori e dentro di noi.

 

Sabato 18 giugno 2022

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

«Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio»

e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

(Luca 2,25-27)

 

Per tre volte viene nominato lo Spirito Santo mentre si parla di Simeone. Egli è vecchio, saggio ma soprattutto docile a seguire ciò che lo Spirito gli suggerisce. E’ questo l’unico modo per guardare gli anni che passano con serenità, senza preoccuparsi di ciò che ci potrà succedere, ma con la certezza che lasciando fare allo Spirito potremo superare le difficoltà e vedere la salvezza. Se accettiamo di non essere noi i protagonisti della nostra vita, lo Spirito può davvero avere carta bianca e la Sua opera alla fine si potrà contemplare in tutta la sua bellezza.

 

 

Domenica 19 giugno 2022
II DOPO PENTECOSTE

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?

«Non preoccupatevi dunque dicendo:
“Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”.

Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno»

33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

(Matteo 6,31-32)

 

In un modo o nell’altro tutti ci affanniamo per il domani. Soprattutto in questi anni di incertezza tra pandemia e guerra, veniamo richiamati a vivere l’oggi fino in fondo, perché non siamo sicuri del domani. Cerchiamo di rimuovere il pensiero, continuiamo a vivere come se niente fosse, ma dentro di noi sappiamo bene che non è così. Vorremmo un attimo di pace e spesso ci dimentichiamo che solo il Signore può darcela in mezzo a tutte le tribolazioni del mondo, perché qualunque cosa succeda Lui non ci abbandonerà mai.

 

Lunedì 20 giugno 2022

1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».

«Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano»

(Luca 5,5-6)

 

A volte ci troviamo a fare il bilancio della nostra vita e tutti i nodi vengono al pettine. Spesso ce l’abbiamo messa tutta, ma i risultati non sono stati proprio quelli che avremmo sperato. Ce n’è per tutti e a tutte le età, ma più gli anni passano e più le delusioni aumentano. Eppure, proprio in quei momenti, il Signore sale sulla nostra barca e ci chiede di gettare le reti di nuovo. Sa che siamo stanchi che avremmo voglia di fermarci e riposare un po’, ma non è quello che ci è chiesto. I risultati alla fine li vedremo, ma solo quando Lui vorrà.

 

Martedì 21 giugno 2022
S. Luigi Gonzaga, religioso

12Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 13Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. 14Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». 15Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie.

«Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare»

(Luca 5,16)

 

Gesù non cerca mai la fama, la gloria. Passa nella vita degli uomini, li guarisce, ma poi si ritira nel deserto a pregare. Ci insegna sempre più la gratuità del servizio: accorgersi di chi ci sta intorno, aiutare chi ha bisogno senza pretendere nulla in cambio, neppure la riconoscenza. E’ difficile riuscire ad essere così, occorre esercitarsi, ripeterselo spesso e pregare, perché è troppo facile farsi prendere da quell’autocompiacimento che serve solo a indurirci il cuore.

 

Mercoledì 22 giugno 2022

«Allora gli dissero: “I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!”.
Gesù rispose loro: “Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro?”»

35Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».

(Luca 5,33-34)

 

Grazie alla presenza di Gesù digiuno e preghiera diventano dei mezzi. Non sono più il fine. L’obiettivo dell’uomo infatti è abitare e permanere con Dio e questo i discepoli lo sperimentavano quotidianamente, in ogni istante, stando con Gesù. È questa presenza che non dobbiamo mai abbandonare: se la riconosciamo in ogni fratello e sorella che accostiamo, gli incontri con le persone non distolgono da Dio, ma ce lo fanno incontrare in un altro modo. Occorre però rimanere nell’amore davanti al fratello, anche perché non avrebbe senso stare con Gesù senza amarLo.

 

Giovedì 23 giugno 2022

36Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo.

«E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi»

(Luca 5,37-38)

 

La proposta di Gesù è una rivoluzione. È tutto un altro modo di vedere le cose, di pensarsi nel mondo. Cambiano i sogni, le decisioni, le prospettive. Se qualcuno si accosta a Gesù pensando che sia sufficiente qualche piccolo ritocco ad una vita ordinaria, rimarrà a metà. E spesso sentirà più il peso dello sforzo che il gusto e la gioia della vita nuova. Quanto più ci sbarazziamo di ciò che ci ostacola per una scelta radicale, tanto più ritroviamo nuovo ossigeno, nuove passioni: man mano cambiano i pensieri, il modo di essere, gli occhi si aprono. E’ un altro vivere.

 

Venerdì 24 giugno 2022
SACRATISSIMO CUORE DI GESU’

3Ed egli disse loro questa parabola:

«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto
e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?»

5Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. 7Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

(Luca 15,4)

Per chi ascolta Gesù mentre pone questa domanda, nel cuore nasce presto la risposta: “Nessuno”.  A meno che uno sia particolarmente affezionato proprio a quella pecorella. In tal caso non vede più le altre e corre a cercarla in capo al mondo. Se poi si trattasse solo di una leggiera preferenza, rimarrebbe incerto sul da farsi, pensando che le 99 pecorelle nel deserto potrebbero correre dei rischi se lasciate sole. Insomma, Dio perde la testa per quelli che si allontanano, li porta nel cuore in un modo specialissimo. Ed è bello sapere che Lui mi guarda così quando mi smarrisco rincorrendo le mie sciocchezze.

 

Sabato 25 giugno 2022
NATIVITA’ DI S. GIOVANNI BATTISTA

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.

«I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”!»

61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. 67Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: 68«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo».

(Luca 1,58-60)

 

La gioia, le congratulazioni, le felicitazioni di tante persone rallegrano la vita di Elisabetta, raggiunta dal dono specialissimo della gravidanza quando ormai nessuno se lo aspettava più. Ma nel suo cuore rimane ben chiaro che si tratta di un’opera di Dio e che a Lui occorre rimanere fedeli. E per questo da subito lei dovrà scontrarsi con le attese della gente, le tradizioni, il “si è sempre fatto così”, suscitando interrogativi, proteste, critiche. Sembra un peccato rovinare un clima così idilliaco, ma le strade di Dio sono sempre inedite, tutte da esplorare e sono quelle che portano più lontano, moltiplicando le difficoltà. Ma anche le sorprese.

 

Domenica 26 giugno 2022
III DOPO PENTECOSTE

«Apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”»

21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

(Matteo 1,20)

Giuseppe si trova aggrovigliato in un problema che non ha precedenti. Cosa fare in una situazione simile? Anche ad essere sinceramente pronti a qualunque soluzione, sembra proprio che non ci siano strade buone. E lì scende il dono, inaspettato. Non si tratta di una trovata geniale che risolve tutto, ma di iniziare un percorso pieno di incognite, in cui l’unica certezza è quella di essere sulla strada giusta, anche se si scopre ad ogni passo. I doni di Dio sono sempre così: aprono sentieri, non esentano dalle croci, legano strettamente a Dio, per cui da quel momento in poi non riesci più a spiegare la tua vita senza di Lui.

 

Lunedì 27 giugno 2022
S. Arialdo, diacono e martire

1Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. 2Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?». 3Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».

«E diceva loro: “Il Figlio dell’uomo è signore del sabato”»

(Luca 6,5)

 

Un’affermazione fortissima nella cultura di Israele. Perché per l’ebreo il sabato, oggi come allora, è il segno con cui il credente esprime il primato di Dio su tutta la tua vita, il tuo dipendere interamente da Lui. La custodia, che a noi appare un po’ ossessiva, delle regole del sabato nasceva dall’urgenza di mostrare fino a che punto Lui è importante per noi. Ma resta il fatto che si tratta di un segno, che indica Qualcuno di più importante. E un segno non è Dio. Gesù con questa affermazione dichiara di essere un segno più grande, di essere prima della legge. Una pretesa che sconquassava tutto l’impianto religioso del tempo.

 

Martedì 28 giugno 2022
S. Ireneo, vescovo e martire

6Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 8Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. 9Poi Gesù disse loro:

«Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male,
salvare una vita o sopprimerla?»

10E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 11Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

(Luca 6,9)

 

Il sabato per l’israelita era ed è tutto di Dio. D’accordo. Questo è ciò che l’uomo fa per Dio. Ma Dio cosa chiede all’uomo? La rinuncia radicale ad ogni attività, o l’amore? Prendersi cura dell’uomo soprattutto bisognoso non è forse ciò che Dio desidera più di ogni altra cosa? Non è difficile trovare ragioni evidenti per essere d’accordo con la logica di Gesù. Ma quando noi mettiamo le leggi e le nostre convinzioni religiose davanti a tutto, ritenendole un assoluto da non toccare, si smette di vedere la realtà, si rifiuta ogni logica. E neppure Dio riesce più a convincerti.

 

Mercoledì 29 giugno 2022
SS. PIETRO E PAOLO, APOSTOLI

«Gesù disse a Simon Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo, per la seconda volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pascola le mie pecore”. Gli disse per la terza volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?”, e gli disse: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecore”»

18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

(Giovanni 21,15-17)

 

Tre domande. Sempre meno esigenti: “Mi ami più di costoro?”, “Mi ami?”, “Mi vuoi bene?”. Perché anche Pietro ha i suoi alti e bassi, entusiasmi e crolli. La risposta di Gesù è sempre la stessa: “Pasci, pascola le mie pecore, i miei agnelli”. Come a dire che per Gesù conta la relazione con Lui, pronta a riprendersi e a ricominciare subito dopo ogni infedeltà. E la missione non dipende dalla tua infallibilità: sei sempre mandato da Gesù ai tuoi fratelli, a prenderti cura di loro, anche in mezzo alle tue fragilità. E l’esperienza di questa misericordia che ti guarisce sempre ti renderà diverso, ti cambierà sempre più il modo di vedere e di amare i fratelli.

 

Giovedì 30 giugno 2022

20E Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione»

25Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. 26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

(Luca 6,24)

 

La ricchezza ha i suoi svantaggi. Soprattutto se diventa lo scopo principale della vita, cambia il cuore e lo rende freddo e calcolatore. Ci concentra sempre sulle cose, sull’avere cercando lì una pienezza che raggiunge degli apici, ma poi svanisce spingendo a cercare nuove emozioni. Le consolazioni del ricco ci sono, ma non appagano e soprattutto distolgono da ciò che rende davvero felici. Se invece il tesoro del cuore è Gesù, anche semplici briciole stupiscono e saziano e si vorrebbe tanto continuare a camminare sempre su quel raggio di luce della Sua volontà, in cui tutto ci parla e tutto ha valore.

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