Vivi la Parola: 2022 10 – Ottobre

Sabato 1 ottobre 2022
S. Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa

5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: 6«Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». 7Gli disse: «Verrò e lo guarirò». 8Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.

«Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va»

e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 10Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! 11Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». 13E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. 14Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. 15Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.

(Matteo 8,9)

 

Questo centurione è abituato a comandare, ma anche ad ubbidire, perché è un subalterno. Quindi lui stesso esegue con prontezza quanto gli viene richiesto. Vive in un mondo in cui le esitazioni non esistono, in cui tutto funziona con precisione, per chi comanda e per chi è comandato, in linea con il rigore della vita militare. La sua fede è semplice e chiara: crede che Gesù governi gli eventi della vita umana con la stessa autorità di comando. Gesù loda apertamente, ammira questa fede. Noi tendiamo talora a diffidare di atteggiamenti di fede in Dio che ci sembrano eccessivi. Ma Gesù ci ricorda che la confidenza in Lui non dovrebbe mai avere limiti.

 

 

Domenica 2 ottobre 2022
V DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. 29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. 31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.

«Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso»

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

(Luca 6,35-36)

 

Questo amore a fondo perduto, questo amore sprecato per persone che non lo meritano ci appare a tutta prima insensato e quindi impraticabile. Però, quando si fa esperienza dell’amore di Dio per noi, riconosciamo che questo è esattamente lo stile che Dio ha con me, con ciascuno, da sempre e per sempre. Tanto spesso ci accorgiamo con molto ritardo di essere stati amati, anche tanti anni dopo e notiamo che nel frattempo Dio non ha smesso di avvolgerci con il Suo amore, anche se non ne eravamo consapevoli. E capiamo che l’avrebbe fatto anche se non ce ne fossimo mai accorti. Un oceano di bontà gratuita. Sarebbe bello che tutti lo potessero sperimentare grazie all’incontro con noi.

 

Lunedì 3 ottobre 2022
Beato Luigi Talamoni, sacerdote

9Poi prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. 10Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 11Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. 12Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via. 13Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”.

««Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri».
Udito questo, dissero: “Non sia mai!”»

17Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo? 18Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato».  19In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.

(Luca 20,14-16)

 

La parabola raccontata da Gesù è drammatica e sbalorditiva per coloro che la ascoltano la prima volta, perché allude a qualcosa di impensabile: Dio sceglie un altro popolo. La presenza di Gesù, il Figlio di Dio, Dio come il Padre e lo Spirito Santo, è decisiva: con Lui si inaugura una pagina nuova della storia che viene abbracciata per intero, è Lui l’unico salvatore del mondo, è Lui il figlio di Davide che occorre seguire. Nasce così una realtà nuova, la Chiesa. Dio non dimentica Israele (Paolo ribadirà con forza che i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili), l’invito rimarrà sempre aperto, ma la vigna viene consegnata ad altri.

 

Martedì 4 ottobre 2022
S. FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA

25In quel tempo Gesù disse:

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»

26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,25)

 

C’è una categoria di persone favorita per la conoscenza di Dio: i piccoli. E’ una selezione naturale, ma ha un criterio curioso: non è, come di solito succede, una selezione verso l’alto che privilegia i migliori della classe, ma è una selezione verso il basso, che guarda a quelli che non ce la fanno, che si sentono scartati, che sembrano non avere le credenziali. Il piccolo, se è adulto, come San Francesco, apre il cuore, azzera tutto e si mette ad imparare. Sa di non sapere, ascolta e si mette al seguito di Gesù. Il dotto, che crede già di sapere, viene tagliato fuori, rimane al palo e non va oltre. C’è un solo modo per crescere: sapere sempre di essere piccoli.

 

Mercoledì 5 ottobre 2022
S. Faustina Kowałska

27Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello.

«C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie»

34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». 39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

(Luca 20,29-33)

 

Triste, diremmo noi, la vicenda di questa donna, moglie sette volte e mai madre, condannata ad essere infeconda nonostante ripetuti tentativi. Ma nella risurrezione tutto cambia, perché non c’è il possesso, ma resta solo l’amore. La generatività non è data dal numero dei figli, ma da quanto ci si è spesi per gli altri, perché solo il dono di sé genera realmente vita nuova. C’è quindi una ricchezza diversa per “quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti”, un patrimonio che si accumula in cielo stando sulla terra, trasformando il mondo con l’amore, qualunque sia la nostra vocazione.

 

Giovedì 6 ottobre 2022

41Allora egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, 42se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra 43finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi?

«Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?»

(Luca 20,44)

 

Gesù mostra che la comunicazione della fede non avviene solo per affermazioni o per racconti. Anche la domanda lasciata in sospeso, senza offrirne la risposta, può essere una modalità molto efficace. Obbliga infatti a riflettere, a cercare personalmente la soluzione. Lascia insomma al singolo il compito di fare l’ultimo pezzo di strada, di trovarsi al traguardo avendo camminato in libertà, a riorientarsi in una situazione nuova, in cui occorre rimettere in ordine le proprie convinzioni. La conversione infatti è un cammino personale, non la si può imporre né dirigere e mette radici profonde solo quando si è interiormente persuasi.

 

Venerdì 7 ottobre 2022
Beata Vergine Maria del Rosario

«L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria»

28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

(Luca 1,26-27)

 

L’angelo Gabriele fa molte cose: viaggia, entra, porta gioia, rassicura, annuncia, spiega, persuade. La sua è proprio una missione benefica, la vita di Maria ne viene trasformata. Così Dio ci cambia il cuore: occorre lasciarLo entrare e la vita ha una svolta, tutto diventa nuovo. Non modi bruschi, giudizi spietatamente veri, imposizioni, pretese: tutto questo potrà avere le sue giustificazioni, ma non è Vangelo, non produce nulla, lascia le cose come prima o più facilmente peggio di prima, perché mette sulla difensiva, riduce la speranza, spegne gli entusiasmi. Maria raggiunta dall’angelo diventa come l’angelo. E invita a sua volta anche noi ad essere come lei.

 

Sabato 8 ottobre 2022

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi»

13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

(Giovanni 15,12)

 

Gesù ci dà un comandamento relazionale. Non stimola un miglioramento personale, non chiede un individualistico “diventare più buoni” o “fare meno errori”, che alimenterebbe solo l’amor proprio o le tendenze depressive, visto che non ci riusciamo. Gesù si concentra sulla dinamica dei rapporti: vuole che gli incontri si trasformino e diventino attraenti, che ne usciamo nuovi, più ricchi e più felici. Indica la strada perché anche i dialoghi più ordinari splendano e nutrano il cuore. Se infatti dobbiamo amarci, nessun contatto può essere banale: nessuna occasione può essere sciupata, ma va sempre colta per donare il meglio di noi stessi a chiunque ci stia di fronte.

 

 

Domenica 9 ottobre 2022
VI DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

«Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta»

e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

(Matteo 10,41)

 

È molto semplice salire sulle spalle dei giganti: è sufficiente accoglierli. Se anche non se ne hanno le qualità (ed è frequente, i giganti sono rari), l’ospitalità è già un titolo di merito. Gigante è il profeta, non per meriti personali, ma perché è uomo di Dio, perché è a sua volta un “mandato” da Qualcuno di infinitamente più grande. E però nella sua piccolezza, nella povertà dei suoi mezzi, Lo rende presente. La ricompensa del profeta è speciale: è Dio stesso, la Sua presenza che sorprende e dona letizia. Ricompensa è anche il partecipare alla Sua opera, mettendo tutto quel poco che ha e che è al Suo servizio, perché ne può vedere i frutti, ma soprattutto perché entra nel Suo cuore e nei Suoi sogni.

 

 

Lunedì 10 ottobre 2022

«Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse:” Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”»

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

(Luca 21,5-6)

 

Gesù non ha paura di vedere crollare il tempio di Gerusalemme, sa bene che sulla terra tutto è precario e che non bisogna attaccarsi a nulla. Educa perciò i suoi a non far dipendere la loro sicurezza dalla bellezza luccicante del tempio o dall’orgoglio della loro stirpe e li prepara ad affrontare i tempi difficili. Il discepolo non potrà scandalizzarsi di fronte a guerre e rivoluzioni, perché era stato chiaramente avvertito: cercherà di vivere tutto questo avendo fatto tesoro degli insegnamenti del maestro su come comportarsi in simili situazioni. È facile infatti lasciarsi deprimere dalle difficoltà, ma Gesù non lo vuole permettere.

 

Martedì 11 ottobre 2022
S. Giovanni XXIII, papa

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.  12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi;

«Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita»

(Luca 21,17-19)

 

Il quadro dei fatti terrificanti e delle persecuzioni a tutto campo che Gesù tratteggia è fosco come di più sarebbe difficile immaginare. C’è da far tremare chiunque. Ma Lui è e sarà sempre al nostro fianco, pronto ad illuminarci dal di dentro, a darci una sapienza che sorprenderà anche noi, ricordandoci che siamo al sicuro, perché nessuno ci strapperà mai dalla mano del Padre, né in vita né in morte. E’ la forza inspiegabile dei martiri: visti dal di fuori ci si domanda come abbiano potuto resistere, ma dal di dentro il Signore li ha sostenuti ad ogni passo rendendo possibile ciò che visto da fuori appare impossibile.

 

Mercoledì 12 ottobre 2022
Beato Carlo Acutis

«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città»

22quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

(Luca 21,20-21)

 

Arriva il momento in cui occorre perdere tutto, sbarazzarsi di ogni attaccamento a cose, a situazioni, anche a persone, scappare via senza indugio, senza voltarsi indietro. Gesù insegna a vivere questo atteggiamento di fronte alla devastazione imminente di Gerusalemme, ma per estensione possiamo applicare questa stessa indicazione di fronte ad ogni pericolo per la nostra vita interiore, di fronte ad ogni tentazione. Ci sono nemici che sono più forti di noi, contro i quali è assolutamente illusorio pensare di poter combattere. L’unica soluzione è la fuga, senza ascoltare altre suggestioni: una scelta dettata dall’umiltà, dalla consapevolezza della propria fragilità, per salvarsi.

 

 

Giovedì 13 ottobre 2022

25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre

«Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra.
Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina»

29E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: 30quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. 31Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. 33Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

(Luca 21,26-28)

 

Nel tempo della grande tribolazione il discepolo non dispera. Sa che non esiste periodo della storia in cui non sia all’opera la grazia di Dio. Anche nelle situazioni più disumane può sempre far rinascere l’amore: l’esperienza di tanti cristiani noti e meno noti non smette di testimoniarlo. Molto probabilmente questo sta succedendo anche adesso in qualche parte del mondo dove le persecuzioni sono feroci. Nella desolazione dell’odio e della violenza sbocciano sempre germogli di amore e di perdono che non sfioriranno mai, che rimarranno nei secoli per ricordare che, da qualunque maceria, c’è sempre un mondo nuovo che nasce.

 

Venerdì 14 ottobre 2022

«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso»

35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 37Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. 38E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo.

(Luca 21,34)

 

Nel tempo della prova nessuno è esente da rischi. Di per sé abbiamo tutti i mezzi più straordinari per fronteggiare qualunque situazione: la Parola, l’Eucaristia, la presenza del Risorto tra noi. Ma se il cuore si lascia portare qua e là, se ci si disperde in mille rivoli, lasciandosi attrarre da tutto ciò che passa sotto gli occhi o che ci incuriosisce, le energie spirituali si dissipano e ci si ritrova deboli e vulnerabili. Occorre vigilare su se stessi, imparare a conoscersi, accorgersi quando ci stiamo disperdendo. Anche in questo la parola dei fratelli e delle sorelle che ci stanno accanto è preziosissima, perché spesso vedono con chiarezza ciò che noi non vediamo.

 

 

Sabato 15 ottobre 2022
S. Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.

«Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi;
gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
“Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”»

17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.  18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

(Giovanni 2,15-16)

 

Noi a volte pensiamo che con qualche buona parola, pazientando e sopportando, anche i più riottosi vengano convinti e cambino idee e comportamenti. Ci sono però situazioni in cui i segni profetici dirompenti diventano necessari per dare uno scossone, per far aprire gli occhi, per far capire che si sta andando fuori strada. Gli educatori lo sanno: un castigo, una bocciatura sono mezzi dolorosi, ma possono diventare un forte stimolo per rendersi conto dei rischi a cui si sta andando incontro. L’importante è che questi gesti suscitino domande, come avviene anche in questo brano evangelico: interrogativi che permettano di accogliere la luce quando si è nel buio.

 

 

Domenica 16 ottobre 2022
DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO
CHIESA MADRE DI TUTTI I FEDELI AMBROSIANI

43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

«Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?»

47Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.

(Luca 6,46)

 

C’è un’idea magica della preghiera che è assai rischiosa. Si sviluppa quando si crede che Dio operi sempre e soltanto per conto suo, indipendentemente da noi. Può essere coltivata quando si ritiene che la preghiera abbia raggiunto il suo scopo se ci ha fatto sentire bene, se la meditazione ci ha offerto idee nuove e originali. Questa è un’idea fatalista o accademica della preghiera. Dimentica che la preghiera autentica immerge in Dio, cambia il cuore, lo predispone all’azione, indica la via da percorrere e dona la forza per non demordere di fronte alle difficoltà, consola e riprende per mano perché possiamo ricominciare con fiducia a mettere in pratica il Vangelo.

 

 

Lunedì 17 ottobre 2022
S. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. 43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?».

«Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”.
Gli replicò Natanaele: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”.
Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi?
Vedrai cose più grandi di queste!»

51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,48-50)

 

A Natanaele basta poco per scacciare tutti i suoi pregiudizi sui nazaretani, che pure erano ben radicati nella mentalità popolare. Appena si sente conosciuto e amato ha uno slancio di fede aperto e dichiarato per Gesù. Un entusiasta, insomma. Gesù non butta acqua sul fuoco, al contrario accende ulteriormente i suoi sogni. Sincerità ed entusiasmo sono ingredienti molto preziosi per seguire Gesù: certo, occorre non cadere nell’ingenuità, né accontentarsi dell’effervescenza dei sentimenti, però sono qualità che tengono aperto il cuore, che aiutano a lanciarsi al di là dell’ostacolo, che nutrono la fiducia e trascinano altri nell’avventura del Vangelo.

 

 

Martedì 18 ottobre 2022
S. LUCA, EVANGELISTA

«Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e
li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi»

2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

(Luca 10,1)

 

Settantadue. Sono un bel numero. Ci sembrano tanti perché potessero davvero essere preparati per affrontare la missione e immagino che anche loro la pensassero così. Gesù invece ha un’altra opinione: li invia contando su tre elementi. Anzitutto non vanno da soli, ma in coppia, per sostenersi e testimoniare un nuovo modo di relazionarsi. Inoltre li istruisce in modo semplice, chiaro e preciso: basterà fare quello che Lui ha detto. Soprattutto è Lui a mandarli e rimarrà con loro, in mezzo a loro. Sarà Lui a evangelizzare in loro. E questo è sempre avvenuto e avviene anche oggi: il Risorto rivive sempre in chi annuncia Gesù.

 

Mercoledì 19 ottobre 2022

7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».

«E i Dodici, partiti, proclamarono che la gente si convertisse,
scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano»

(Marco 6,12-13)

 

Deve essere stata una bella sorpresa per gli apostoli vedere che anche loro realizzavano quello che avevano visto fare da Gesù. Loro che fino a un attimo prima erano lì solo per ammirare il Maestro e per ascoltarlo e si sentivano piccoli piccoli di fronte alla potenza del Suo Spirito, adesso invece Lo vedevano operare attraverso di loro, liberando dal male e guarendo dalle malattie. Perciò, rivivere Gesù non è tanto un imperativo morale, è invece il sapersi investiti dall’alto dal Suo stesso Spirito e operare lasciando che sia Lui ad agire. La missione è vedere Dio all’opera attraverso di noi, nonostante noi e i nostri limiti.

 

 

Giovedì 20 ottobre 2022

il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

«Diceva loro: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!
Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”»

3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

(Luca 10,2)

 

Noi ci aspetteremmo che, vista la mancanza di operai nella messe, il Signore ci chieda di proporlo ad altri, di invitare qualcuno, di diffondere la notizia di questa urgenza. Gesù invece ci sorprende chiedendoci di pregare il Padre. E qui comprendiamo una realtà decisiva: è il Padre che tocca i cuori, non sono la pubblicità o la propaganda a persuadere o a convincere. Il desiderio di annunciare è mozione dello Spirito, occorre sentirsi inviati non da un amico, ma dal Padre e questo è essenzialmente un dono, un regalo che scende dall’Alto. Questo quindi è il presupposto. Solo a  partire da qui sarà opportuno testimoniare, raccontare, proporre, invitare alla missione.

 

Venerdì 21 ottobre 2022

1In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.

«C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità»

Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

(Luca 8,1-2)

 

Nessun maestro ebreo avrebbe permesso a delle donne di unirsi ai suoi discepoli. Gesù è diverso, il suo comportamento con le donne è rivoluzionario. Se Luca si è preso cura di riportare anche i nomi di esse, vuol dire che erano considerate discepole, non semplici governanti. E che fossero importanti agli occhi di Gesù lo dimostra il fatto che alcune saranno proprio le prime testimoni della resurrezione. Eppure in duemila anni nella Chiesa si è fatta tanta fatica a riconoscere il ruolo non subalterno della donna, ma prima o poi impareremo a guardare con gli occhi di Gesù.

 

Sabato 22 ottobre 2022
S. Giovanni Paolo II, papa

1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

«Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”»

5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

(Luca 5,4)

 

Lo sgomento di Pietro da pescatore senza pesci, lo avrà colto spesso anche da pescatore di uomini.

Quando ti giochi la vita per portare al Signore le persone che ami, ma vedi il fallimento dei tentativi, è il momento di pensare a questa pesca miracolosa. Finché non è Lui a dire: «Prendi il largo e gettate le vostre reti», ogni tentativo è inutile.  Poi all’improvviso avviene ciò che nessuno si sarebbe aspettato. Se avvenisse subito potremmo credere che sia stata opera nostra, così invece ogni dubbio è fugato. A noi tocca solo essere pronti, in qualunque momento anche scomodo o apparentemente inopportuno, a seguire ciò che ci viene chiesto.

 

 

Domenica 23 ottobre 2022
I DOPO LA DEDICAZIONE

Il mandato missionario

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»

(Matteo 28,19-20)

 

Quale tranquillità sapere che comunque il Signore non ci lascerà mai! A volte ci sembra di non vederLo, che tutto vada a rotoli, che ciò che facciamo, e ci costa tanta fatica, sia inutile. Qualcuno ci dice che siamo degli illusi e che perdiamo tempo. In realtà Gesù ci chiede di continuare senza stancarci a portare il Suo Amore nel mondo. Non è facile, perché spesso il mondo lo rifiuta, ma se Lui è con noi tutto il resto non conta.

 

Lunedì 24 ottobre 2022

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò

«Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio»

61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

(Luca 9,60)

 

Ci sono momenti nella vita in cui ci attardiamo sul passato, sui ricordi, vorremmo scoprire cose che non sappiamo. Ma così facendo rischiamo di perdere energie utili al presente. Il Signore ci vuole oggi, i fratelli non hanno tempo di aspettare. Scuotersi ed andare oltre è un po’ come rinunciare ad una parte di noi stessi, ma significa anche essere consapevoli di non essere padroni di nulla, neanche della propria storia. Se poi il Signore vorrà, troverà Lui il modo di farci conoscere ciò che è utile.

 

 

Martedì 25 ottobre 2022
Beato Carlo Gnocchi, sacerdote

17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.

«Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare,
non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre»

20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

(Marco 10,19)

 

Il giovane chiede a Gesù come arrivare ad un rapporto intenso con Dio e Gesù risponde citando i comandamenti della seconda tavola, saltando i primi tre che riguardano proprio il nostro vivere in comunione con Lui. Infatti noi riusciamo a vivere una vita in piena sintonia con il Signore solo amando e rispettando i fratelli. Gli altri sono la nostra porta verso il Cielo, è impossibile salvarsi da soli.

 

 

Mercoledì 26 ottobre 2022

«Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima,
e ne sposa un’altra, commette adulterio»

10Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

(Matteo 19,9)

 

Gesù riporta l’ordine delle cose al disegno originario di Dio. «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Genesi 1,27). La vera immagine di Dio è la coppia e l’indissolubilità del matrimonio non è una legge ma un dono. Ma spesso i doni del Signore sono difficili sia da capire che da vivere. Lo stesso vale per la chiamata ad un celibato consacrato. A questo riguardo, Gesù ci dice che non tutti possono capire, ma raccomanda: «Chi può capisca». Si tratta di fare questo sforzo di sequela, di andare al di là dell’opinione corrente, tenendo sempre aperto il cuore alla misericordia, ma indicando ideali più grandi.

 

Giovedì 27 ottobre 2022

«Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito;
che cosa dunque ne avremo?”»

28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

(Matteo 19,27)

 

Anche Pietro sul discorso della gratuità aveva da lavorare … Questo è il bello degli apostoli: sono uomini normali, con tutti i nostri pregi e difetti, eppure sono stati scelti e alla fine hanno dato il meglio di sé. E’ anche una prova della veridicità dei Vangeli, che scrivono di se stessi senza trionfalismi, raccontano le fragilità, i tradimenti e l’Amore infinito di Dio che nonostante ciò ha avuto fiducia in loro.

 

Venerdì 28 ottobre 2022
SS. SIMONE E GIUDA, APOSTOLI

19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». 23Gli rispose Gesù:

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui
»

24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,23)

 

Essere dimora della Trinità, è un dono incommensurabile! Avere la consapevolezza di non essere mai solo ti fa sentire libero da tutto, ma soprattutto da te stesso, dal tuo peccato, da ciò che ti tormenta e rischia di paralizzarti. Quando riusciamo ad andare agli altri con questa gioia nel cuore, scopriamo che essi vedono proprio Lui, il Signore e noi percepiamo di essere solo strumenti.

 

 

Sabato 29 ottobre 2022

24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

«Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà»

26Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 27Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

(Matteo 16,25)

 

Possiamo dire che “la propria vita” nel linguaggio di Gesù indica il mio progetto sulla mia vita, quelle cose che voglio realizzare a tutti i costi, per le quali sono pronto anche a sacrificarmi. Parte dal presupposto che io ho capito come essere felice, che su questo non ho bisogno di consultare altri, nemmeno Dio. Gesù invece indica che chi gioca la sua vita ascoltando Lui trova la pienezza, la vita. Le Sue parole infatti non assecondano il nostro stile, chiedono sempre una conversione e se non siamo disposti a perdere i nostri punti di vista ci perdiamo, rimaniamo a metà, continuando a ritenere che in fondo la vita più di così non possa dare. Ma chi si fida entra davvero nella Vita.

 

Domenica 30 ottobre 2022
II DOPO LA DEDICAZIONE
La partecipazione delle genti alla salvezza

1Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse:

«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio.
Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire
»

4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

(Matteo 22,2-3)

 

Forse alla fine dei tempi sapremo per quali misteriose ragioni noi uomini, pur sapendo la strada della gioia e della pace, pur avendone fatto esperienza ripetutamente, abbiamo continuato a percorrere spesso le strade inconcludenti dell’egoismo e degli affari nostri. Questa parabola appare paradossale, eppure è tanto reale: siamo invitati a nozze eppure scegliamo altro, l’ordinario, le abitudini, ciò che è già noto e che pure non appaga. Grazie a Dio ci sono però in noi sussulti di vita nuova, istinti di riscatto, una forza misteriosa che ci spinge sempre a ricominciare, a sbarazzarci di risentimenti, di paure, di inerzie per ritornare subito a tavola alla festa di nozze.

 

Lunedì 31 ottobre 2022

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

«E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio»

14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. 15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

(Giovanni 14,13)

 

Non tutti i desideri sono uguali. Alcuni sono evanescenti, superficiali e dopo un po’ finiscono anche nel dimenticatoio. Altri invece hanno radici serie, ci prendono il cuore e le energie, sono sogni grandi che danno senso alla vita. Qualcuno li nasconde idealmente nel tabernacolo con Gesù, per ricordarli a Lui, ma anche e soprattutto perché si possono costruire solo insieme a Lui. E succede che si realizzino, anche se per strade del tutto impensate e impervie, attraversando luci e ombre di ogni tipo, perché è stato proprio Lui a metterceli nel cuore. Occorre imparare ad ascoltarli questi sogni, in ogni tempo, ad affidarGlieli: danno un’energia ed un senso potentissimi alla vita.

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