Vivi la Parola: 2023 04 – Aprile

Sabato 1 aprile 2023
«in Traditione Symboli»
Quando viene presentato il Simbolo di fede ai catecumeni

 

25In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per la vostra vita»

30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,29)

 

Tutti abbiamo bisogno di ristoro, perché le fatiche del vivere non risparmiano nessuno. A volte le preoccupazioni, i timori, le insicurezze, gli errori commessi scavano in noi irrequietezza, nervosismo, stanchezza e non sappiamo come fare. Gesù ci insegna tre passi: anzitutto prendere il giogo, caricarsi cioè di quella fatica, sapendo però che il giogo è sempre per due e Lui lo porta con noi. Poi guardare a Lui come maestro, non smettendo mai di essere discepoli che vanno alla sua scuola e cercano di imparare. Infine avere mitezza e umiltà come amiche e compagne di viaggio, le uniche che sanno addolcire il logorio e rendere il passo più leggiero e fiducioso.

 

 

Domenica 2 aprile 2023
DELLE PALME

 

55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.

1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.

«Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: ”Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”»

6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». 9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. 12Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!». 14Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: 15Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina. 16I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.

(Giovanni 12,4)

 

Nella quiete di Betania, tra amici carichi di affetto e di riconoscenza, mentre Maria grida in silenzio l’amore che ha in cuore per Gesù profumandoGli i piedi, c’è la presenza sgradevole di chi non apprezza, di chi ha sempre buone ragioni per muovere obiezioni, rovinando il clima che si è creato. È frequente che succeda così, perché non tutti sono risolti dentro e quindi c’è chi non si lascia coinvolgere nella danza dell’amicizia. In questi casi, come Gesù ci mostra, occorre non scomporsi, ma accettare il disagio, accogliere le obiezioni e replicare allargando gli orizzonti. Occorrono sapienza e magnanimità, per trasformare le provocazioni in occasioni di vita nuova evangelica.

 

 

Lunedì 3 aprile 2023
della Settimana Autentica

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»

(Luca 21,36)

 

È curioso: la preghiera, dice Gesù, fa sfuggire alle catastrofi che incombono; eppure le catastrofi non risparmiano i buoni, né le persone che pregano. Gesù vuol dirci che la preghiera non è un talismano che tiene lontani i pericoli, ma è la forza di Dio che non ci rende passivi e fatalisti di fronte alle prove, al contrario alimenta la speranza in ogni tempo, vincendo ogni paralisi e ogni pessimismo sterile e inconcludente. La preghiera ci mette di fronte a Dio in ogni situazione, ci mostra sempre una strada da percorrere, fa risuonare in noi una Parola che apre orizzonti nuovi e accende la fiducia. Mentre chi non prega non può conoscere la potenza di Dio e nella grande prova si ritrova allacciato, incatenato alle sue paure.

 

 

Martedì 4 aprile 2023
della Settimana Autentica

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». 3Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire.

«Dicevano però: “Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo”»

(Matteo 26,5)

Il popolo non aveva abbandonato Gesù, aspettava un suo gesto clamoroso per insorgere e ribellarsi ai Romani. Ma poi si erano sentiti traditi da questo maestro, che non faceva nulla per liberarsi, ma si consegna alle mani dei carcerieri. Affidarsi alla volontà del Padre a volte può sembrare un segno di debolezza, una rassegnazione senza senso. E invece è il modo per affrontare la vita fino all’ultimo, fidandosi completamente di Lui, anche se tutto ci dice il contrario e ci sembra di essere stati abbandonati. Sappiamo che quando non riusciamo a capire il perché, l’unica risposta è il Suo amore.

Mercoledì 5 aprile 2023
della Settimana Autentica

«Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse:
“Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”»

E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

(Matteo 26,14-15)

 

Il gesto di Giuda lascia sempre sgomenti. Da un lato restiamo scandalizzati e increduli di fronte ad un tradimento così odioso e volgare e fatichiamo a trovare delle ragioni comprensibili al suo comportamento. Dall’altro ci accorgiamo di non essere neppure noi così distanti da lui: quando hai l’impressione che tutto ti stia crollando addosso, d’istinto cerchi sempre un appiglio che ti salvi la pelle e ti garantisca un futuro, saltando sul carro del nuovo vincitore, valutando così in modo miope la portata dei tuoi gesti. Il peccato dell’umanità non ci è mai estraneo, più passa il tempo più ti accorgi che le radici di quel peccato sono presenti anche in te.

 

Giovedì 6 aprile 2023
della Settimana Autentica

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. 36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro:

«La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me»

39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. 57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. 59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». 65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».  67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». 69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

(Matteo 26,38)

 

Gesù condivide le nostre tristezze mortali, le angosce che ci paralizzano, il buio della paura e della depressione. Non può affrontarle da solo, nessun uomo ce la potrebbe fare, ne rimarrebbe stritolato. Cerca la compagnia di qualcuno. Di Dio, anzitutto: l’unico che sa, che sta sempre accanto, che ascolta ogni parola, raccoglie ogni lacrima e consola nel profondo. Eppure non gli basta: cerca anche la vicinanza degli amici. Conosce bene la loro fragilità e inadeguatezza ad affrontare la situazione, eppure li vuole accanto, lì, insieme con Lui, compagni di questa veglia, di questa lotta terribile. E’ sempre stato insieme a loro, lo vuole essere anche adesso.

 

 

Venerdì 7 aprile 2023
nella Passione del Signore

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. 3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. 11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. 15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».  20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!». 24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. 32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.  33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. 39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. 45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!».

«Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”»

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. 57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

(Matteo 27,50-54)

 

Nel grido di Gesù sulla croce sentiamo le urla di tutti i naufraghi sui barconi che finiscono in balia delle onde, delle madri che vedono morire i propri figli sotto le bombe o di fame per mancanza di cibo, di coloro che vengono torturati da regimi ingiusti. Gesù ha provato la disperazione di ognuno, nessuno può sentirsi completamente solo, perché Lui è lì pronto ad accoglierci. E’ difficile da capire, perché è il mistero del male sulla terra. Gli unici che in quel momento hanno capito sono stati i soldati pagani, in tutto quello sfacelo hanno riconosciuto la divinità di Gesù. Ci insegnano a non farci troppe domande, a non cercare neppure di dare risposte, ma a guardare la realtà pronti ad intervenire per portare il nostro aiuto a chi ha bisogno.

 

 

Sabato 8 aprile 2023
della Settimana Autentica

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete».

«Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie»

(Matteo 27,66)

 

Sacerdoti e farisei vogliono cancellare ogni traccia di Gesù, impedire sul nascere ogni possibilità che si parli ancora di lui, una vera “damnatio memoriae”. È la preoccupazione di estirpare ogni radice pericolosa, perché tutto torni finalmente sotto il loro controllo, per tornare a parlare di Dio come hanno sempre fatto. Chissà quante volte sarà capitato anche a noi di frenare l’azione dello Spirito, di boicottarla fino a neutralizzarla, semplicemente perché non corrispondeva alle nostre attese o alle nostre idee. Salvo scoprire anni dopo che, coltivando quei germogli, oggi si avrebbero frutti abbondanti e utilissimi. Ma ciò che è di Dio è inarrestabile e prima o poi torna a fiorire meravigliosamente.

 

 

DOMENICA 9 APRILE 2023 DI PASQUA
NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.

«Le disse Gesù:
“Donna, perché piangi? Chi cerchi?”»

Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

(Giovanni 20,15)

 

Nel Vangelo di Giovanni la prima parola di Gesù, rivolta ai primi discepoli, è: «Che cosa cercate?». Così nelle sue prime parole il Risorto domanda a Maria: «Chi cerchi?». Dio inizia sempre dal risvegliare le nostre attese, dall’interrogare i nostri desideri più profondi, portando alla luce ciò che si muove nel cuore. E’ quello il nostro punto di contatto possibile con Dio, quella ricerca è il segno della presenza di Dio in noi, quella sete di infinito che ci contraddistingue. A volte è sepolta fra le macerie delle “non cose” che ci inghiottono o del cellulare che ci intorpidisce, eppure non è mai morta del tutto, perché il Risorto che vive in noi la terrà sempre in vita sino all’ultimo.

 

 

Lunedì 10 aprile 2023
II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato.

«Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate,
non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo,
ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante»

5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

(Luca 24,2-4)

 

Nel vuoto del sepolcro, nel vuoto di idee di queste donne sorprese e smarrite, brilla una luce sfolgorante. È la luce del Risorto. Una luce intramontabile, che illumina tutto, che porta improvvisa speranza nei pensieri, gioia inattesa nei cuori, vita irrefrenabile nell’esistenza dei discepoli. All’inizio è una luce troppo forte: abbaglia. Occorre abituare poco a poco lo sguardo, ma poi tutto il mondo assume nuovi contorni, ciò che sembrava perduto per sempre appare adesso smagliante, capace di accendere nuovi slanci, ciò che sembrava inutile e morto ha una bellezza mai immaginata. La Pasqua è la grande risorsa che abita ogni uomo.

 

 

Martedì 11 aprile 2023
III giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis

«Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande,
le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli»

9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

(Matteo 28,9)

 

Le donne ci insegnano come si annuncia la Resurrezione: con timore e grande gioia. Se in noi non traspaiono queste due componenti il nostro annuncio non sarà genuino. Occorre il timore di non essere all’altezza di esprimere qualcosa di così grande, ma anche la gioia che deve permeare la mia vita. Chi ci incontra deve incontrare la gioia, non necessariamente la felicità. La gioia non ce la deve togliere nessuno, anche nel dolore più profondo sappiamo che Gesù è risorto, lo abbiamo incontrato e non lo lasciamo più. Vuol dire guardare gli altri con un occhio diverso, quello con il quale il Signore li guarda, sentendo in noi una pace infinita.

 

 

 

Mercoledì 12 aprile 2023
IV giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.

«Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo»

17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

(Luca 24,15-16)

 

Quante volte nelle nostre conversazioni e discussioni, specie quelle più accanite, siamo talmente presi dal confronto, dalla smania di esprimere e far prevalere le nostre idee, da non accorgerci più di nulla! Passasse anche il Signore in quel momento non ce ne accorgeremmo affatto. Eppure non di rado queste discussioni sfociano nell’inconcludenza, lasciandoci solo più agitati e più distanti. C’è invece un dialogo in cui l’ascolto fiducioso dell’altro mi fa apprezzare anche solo una parte di un’idea diversa dalla mia. E ne esco arricchito, sentendomi più vicino al mio interlocutore, con una stima nuova. Quando questo succede, vuol dire che è passato il Risorto.

 

 

Giovedì 13 aprile 2023
V giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis

«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”»

37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

(Luca 24,36)

 

Mentre i discepoli di Emmaus stanno raccontando dell’incontro con Gesù, Lui stesso appare agli apostoli. Aveva detto alle donne che li avrebbe incontrati più tardi in Galilea (cfr. Matteo 28,7), ma riconosce la loro difficoltà nel credere e decide di incontrarli subito. Il Signore fa così, non finisce mai di stupirci, arriva quando meno ce lo aspettiamo e prende sempre l’iniziativa. Quando proprio ci sembra di non avere più vie di uscita, ecco all’improvviso le cose cambiano, occorre crederci. La Speranza è la certezza che Gesù ci ama e non ci lascia soli, occorre solo abbandonarsi alla Sua volontà.

 

 

Venerdì 14 aprile 2023
VI giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.

«Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”»

Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

(Marco 16,5-6)

 

L’evangelista Marco racconta della presenza al sepolcro di un giovane con una veste bianca. Nulla di più semplice, di più ordinario. L’annuncio del Risorto non ha bisogno di araldi riccamente vestiti, di trombe altisonanti che radunano le folle incuriosite: bastano persone qualunque, diremmo noi. È l’annuncio ad essere di suo sbalorditivo, è questo che deve rimanere, non le cornici dell’annuncio. Le cornici infatti trattengono, delimitano, mentre il Risorto è dappertutto, non smette di agire, di portare vita fresca e nuova in ogni luogo e in ogni cuore. La sua presenza pervade il mondo e la storia, tutto porta il suo nome, i cieli e la terra sono pieni della sua gloria.

 

 

Sabato 15 aprile 2023
VII giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis depositis
(ormai tolte le vesti battesimali)

                1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro:

«È il Signore! »

Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

(Giovanni 21,7)

 

È il grido che cambia tutto. Simon Pietro, che è nel massimo dello sforzo per tirar su la rete pesantissima piena di pesci, molla tutto all’istante e si tuffa nel lago. Gli altri custodiscono tutta quell’abbondanza e si dirigono subito verso riva. Nessuno più pensa a pescare, c’è il Signore da incontrare. Il Signore è tutto per loro: è il passato che li aveva conquistati e coinvolti in una difficile ma stupenda avventura, è il presente di una storia che continua con indicibile sorpresa, è un futuro carico di promesse, perché se anche la morte è stata superata da quel Gesù che vedono così vivo, loro non hanno più paura di niente.

 

 

Domenica 16 aprile 2023
II DI PASQUA o della Divina Misericordia in Albis depositis
(ormai tolte le vesti battesimali)

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

«Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”.
Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo.
A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati;
a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”»

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(Giovanni 20,21-23)

 

Ecco il secondo grande dono che Gesù ci ha lasciato prima di salire al Cielo. Il primo durante l’ultima cena era stata l’Eucarestia, un modo per rimanere sempre con noi e sostenerci. Il secondo è il suo perdono come esperienza concreta, per cui non deve mai rimanermi il dubbio se sarò perdonato o no. Ho la certezza del perdono nel momento in cui mi sento dire: «Io ti assolvo dai tuoi peccati». E’ il Signore stesso che parla e mi libera dalle mie angosce, perché io possa ricominciare ogni volta da capo senza rimanere ancorato alle mie debolezze. Solo così è possibile portare agli altri la gioia del Cristo risorto.

 

 

Lunedì 17 aprile 2023

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

«Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito,
era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse:
“Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù»

Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

(Giovanni 1,40-42)

 

La liturgia della Chiesa bizantina chiama l’apostolo Andrea il “protoclito”, cioè il primo chiamato, come si evince da questa pericope evangelica. E ci colpisce che il primo chiamato sia anche il primo a chiamare: Andrea incontra Pietro e lo porta subito da Gesù. È questo il vero compito di ogni cristiano: portare da Gesù, senza sostituirci a Lui, senza trattenere le persone presso di noi. E’ Lui che le persone devono incontrare, noi siamo semplici strumenti, sicuramente inadatti e carenti. A noi è chiesto di favorire questo incontro, poi è Gesù a parlare la lingua di ciascuno, a suscitare vita, a indicare la strada, a riempire il cuore.

 

 

Martedì 18 aprile 2023
S. Galdino, vescovo

43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù:

«Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi»

49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,48)

 

«Nella tradizione del giudaismo il fico, albero della conoscenza della felicità e della sventura, può simboleggiare lo studio della legge, con il suo dolce frutto. Gesù quindi avrebbe visto Natanaele mentre si applicava con impegno allo studio della Scrittura, che l’ha preparato all’incontro con colui di cui essa parla» (Silvano Fausti). Natanaele è sorpreso di sentirsi già conosciuto e stimato da una persona di cui lui diffidava, di cui aveva parlato male senza conoscerla, per le sue origini nazarene. Si sarà sentito imbarazzato, ma guardando Gesù le sue paure si sono subito sciolte, perché nel Suo sguardo trovava solo festa per l’incontro e misericordia.

 

 

Mercoledì 19 aprile 2023

1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno, infatti, può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».

«Gli disse Nicodèmo: “Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio”»

6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto.

(Giovanni 3,4-5)

 

Occorre per tutti rinascere. L’adolescenza, per esempio, assomiglia a una nuova nascita, perché sono tali e tante le realtà che si destano per la prima volta da dare a volte l’impressione di essere diventati una persona diversa. Ma la rinascita non avviene automaticamente con l’età, senza di noi. Si può benissimo invecchiare senza rinascere, rimanendo eterni bambini capricciosi anche in tarda età. Rinasci quando trovi la strada di Dio e ti lasci riempire dal Suo Spirito, quando abbandoni le abitudini dell’uomo vecchio «che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli» (Efesini 4,22) e abbracci la vita nuova della dedizione agli altri, del servizio, del dono gratuito di te stesso.

 

 

Giovedì 20 aprile 2023

«Dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce,
ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito»

9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

(Giovanni 3,7-8)

 

Nascere dallo Spirito significa essere pronti in ogni momento a lasciarsi condurre dove non sappiamo. Vuol dire fidarsi fino in fondo anche senza capire. Più gli anni passano e più diventa difficile, perché occorre non ancorarsi a nessuna abitudine e perciò occorre fare attenzione a non ripetersi mai: “Si è sempre fatto così”. Lo Spirito è novità che affascina che non si ripete mai e che mantiene giovani, perché non ti permette mai di sentirti arrivato.

 

Venerdì 21 aprile 2023

22Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. 23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. 25Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”.

«Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».

(Giovanni 3,29-30)

 

Sembra una piccola parabola, di quelle che anche Gesù avrebbe raccontato. Giovanni la racconta per definirsi “l’amico dello sposo”. Un amico generoso, profondamente unito allo sposo: non si sente oscurato dall’arrivo dello sposo che ruba la scena e l’attenzione di tutti. Al contrario, è felice della stessa gioia dello sposo, ne partecipa completamente, sente che tutto ciò che vive lo sposo gli appartiene, è suo. È contento quindi di eclissarsi, di scomparire, perché il suo compito era quello di preparare la festa. Ora ne può gioire pienamente mescolandosi tra gli invitati. Certo, occorre un cuore supremamente libero per giungere a questi livelli, ma è un traguardo accessibile per chi ama Gesù.

 

 

Sabato 22 aprile 2023 III DI PASQUA

«Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti»

32Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. 33Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. 34Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. 35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. 36Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

(Giovanni 3,31)

 

Gesù vede chiaramente che ci sono due realtà, due mondi, ma non tutti li possono vedere. C’è chi rimane ancorato ad una mentalità soltanto umana e vive inanellando un giorno dopo l’altro, cercando di raccogliere tutto quello che la vita offre, inseguendo le gioie, difendendosi dalle difficoltà. Ma chi viene dal Cielo vede quello che i primi non vedono: che c’è un Padre che ama e sogna gioia per tutti e che quindi la vita va spesa e non trattenuta gelosamente per sé, che siamo fatti per ideali grandi per i quali vale la pena destinare le nostre migliori energie, che il mondo può essere aggiustato, abbellito, arricchito e chi si dedica a quest’opera vive bene, intensamente ed è davvero felice già da quaggiù.

 

 

Domenica 23 aprile 2023

29Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

«Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”»

(Giovanni 1,31-34)

 

Giovanni vede quello che gli altri non vedono: vede lo Spirito santo che ha investito e riempito di Sé in modo stabile la persona e l’opera di Gesù, si accorge di essere di fronte ad un uomo per il quale Dio è estremamente familiare, che vive interamente immerso nel Suo mistero e nel Suo progetto di salvare tutti, pur continuando a vivere normalmente, uomo accanto a uomo. Giovanni vede l’eccezionalità irriducibile di Gesù, la Sua divinità, lo annuncia, lo addita, lo conferma. Quanto più è chiara la percezione che abbiamo del mistero di Gesù tanto più tutta la nostra vita si orienta naturalmente verso di Lui, con la tensione ad essere Lui, vivendo il più possibile la Sua Parola.

 

 

Lunedì 24 aprile 2023

19Gesù riprese a parlare e disse loro:

«In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole»

22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

(Giovanni 5,19-21)

 

Gesù fa quello che vede fare dal Padre. Vede che il Padre dona la vita con larghezza a tutti, senza discriminare tra chi lo merita e chi no e anche Gesù fa altrettanto. Vede che il Padre offre ad ogni mattino nuove opportunità di rinascita a ciascuno e così Gesù si comporta con le persone che incontra, fino a far rinascere chi è morto. Così la vita di Gesù racconta e visibilizza agli occhi degli uomini l’amore e il cuore del Padre suo che è nei cieli. Non è un ricopiare pedissequamente gli stessi gesti del Padre, è un riviverli, lasciarsene riempire e determinare. Gesù non sa sempre tutto quello che il Padre ha in cuore, ma sa che il Padre al momento giusto glielo manifesterà.

 

 

Martedì 25 aprile 2023
S. MARCO EVANGELISTA

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

«In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi»

7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

(Luca 10,5-6)

 

In questo ultimo anno continuiamo a pregare per la pace, ma invece di avvicinarsi la vediamo sempre più lontana. Potremmo allora scoraggiarci, decidere che la nostra preghiera sia inutile. Non è così, perché ci sono dei meccanismi molto lenti nel cuore dell’uomo, occorre tanto tempo per cambiare il modo di vedere, per guardare l’altro con amore invece che con odio. Però abbiamo la certezza che, se anche non riusciremo a cambiare il cuore indurito dei potenti che credono di risolvere i problemi solo con le armi, quella pace scende e scenderà su di noi e su tutti coloro che vogliono la pace. Ed è la pace di un cuore pronto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno.

 

 

Mercoledì 26 aprile 2023

1Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.  5Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

«Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli:
“Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”»

13Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

(Giovanni 6,11-12)

 

 

Questa sovrabbondanza, questa sazietà, questa eccedenza nel racconto di questo miracolo di Gesù lasciano stupefatti. Eppure sono ancora solo un’ombra, una pallida anticipazione della gioia che Gesù riserva a coloro che si nutrono della Sua carne e del Suo sangue. C’è infatti una quantità immensa di vita, di luce, di amore che si riversa nei cuori di coloro che ricevono quel pane che è l’Eucaristia e che riguarda milioni, miliardi di persone presenti, passate e future. E di questa infinita ricchezza nulla va sciupato, trascurato: l’abbondanza non toglie nulla all’importanza di ciò che riceviamo tra le mani e merita tutto il nostro stupore e tutta la nostra riconoscenza.

 

 

Giovedì 27 aprile 2023
Beate Caterina e Giuliana del Sacro Monte di Varese, vergini

16Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, 17salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti;

«Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura.
Ma egli disse loro: “Sono io, non abbiate paura!”»

21Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

(Giovanni 6,18-20)

 

Prendere Gesù sulla nostra barca, in mezzo alle intemperie in cui a tratti ci ritroviamo, cambia completamente le cose. Se infatti è raro che le difficoltà si interrompano all’improvviso, è comunque vero che sempre la Sua presenza ci strappa subito dall’idea che il superamento della prova dipenda unicamente da noi. Sulle prime possiamo essere afferrati dalla paura, ma presto scopriamo che la sua è una presenza amica, incoraggiante, che galvanizza e mette in moto le nostre migliori risorse. Con lui possiamo andare dappertutto: se anche dobbiamo sfidare l’ignoto, saperLo al nostro fianco ci rassicura di fronte ad ogni imprevisto.

 

 

Venerdì 28 aprile 2023
S. Gianna Beretta Molla

22Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. 23Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.

«Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. Gesù rispose loro: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”»

28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

(Giovanni 6,24-27)

 

La folla si mette in viaggio per ritrovare Gesù. Quello che non prevedono è che, quando lo raggiungono, dovranno iniziare un altro viaggio ben più impegnativo. Si tratta infatti di abbandonare la riva delle proprie conoscenze e dei bisogni primari da soddisfare ed avventurarsi nel mare aperto in cui Gesù li fa navigare alla ricerca di un «cibo che rimane per la vita eterna». Un viaggio che pochi sono in grado di portare a termine, perché richiede completa fiducia, apertura verso ciò che non si conosce, docilità nel lasciarsi condurre. Ma per quei pochi si spalanca davvero il Cielo (cfr. Giovanni 1,51).

 

 

Sabato 29 aprile 2023
S. Caterina da Siena,
vergine e dottore della Chiesa,
patrona d’Italia e d’Europa

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.

«Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa»

11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,10)

 

Farsi trovare pronte all’appuntamento spalanca la felicità alle vergini sagge della parabola: è questo il monito da ascoltare con attenzione, l’obiettivo da raggiungere. Perché Gesù non manca all’appuntamento, l’incontro con Lui avviene di sicuro. Solo che non sappiamo né quando né come Lui arriva. A volte passa e non ce ne accorgiamo, oppure lo scambiamo per un altro, oppure ci difendiamo perché lo vorremmo diverso o in un altro momento. Ma non siamo noi a definire l’orario e neppure il modo con cui ci visita. Occorre perciò coltivare la prontezza, la libertà da tutto, aspettarlo sempre come l’unico nostro bene.

 

 

Domenica 30 aprile 2023
  IV DI PASQUA

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.

«E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare.
Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore»

17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

(Giovanni 10,16)

 

Gesù non si limita a coltivare il proprio orticello, a pettinare le pecorelle del suo recinto perché non gli scappino. Il suo campo è il mondo, il suo cuore è inclusivo, cerca al di là dei confini, si avventura anche nei luoghi più impervi, quelli dove sembra inutile consumare energie. Le sconfitte non mancano e quindi neppure le delusioni, ma il cuore resta intatto: è sempre pronto a dare la vita per tutti. E c’è anche qualcuno di nuovo che si aggrega ed è ben diverso dagli altri: lì inizia un nuovo lavoro, credo più impegnativo del primo. Si tratta infatti di creare unità fra tutti. Sapendo che la vera unità staglia sempre meglio le differenze, ma l’amore fa vibrare e muovere tutti come un corpo solo.

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