Lunedì 1 maggio 2023
S. Giuseppe lavoratore
44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
«Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio»
Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
(Giovanni 6,45)
Dio parla al cuore di tutti. Quando noi ci ostiniamo a voler convincere qualcuno, anche a riguardo delle cose di Dio, non dobbiamo dimenticare che solo lo Spirito santo raggiunge l’interiorità della persona e che senza questa Sua opera ogni parola rimarrebbe infruttuosa. Questo però vale anche per noi: occorre saper ascoltare fino in fondo i consigli che i fratelli di fede ci danno, perché anche attraverso di loro parla il Signore. Però la parola definitiva e decisiva nelle decisioni è quella che sgorga dalla voce del nostro Maestro interiore, che non manca di istruirci se lo ascoltiamo con libertà e ci indica vie spesso nuove, che chiedono conversione.
Martedì 2 maggio 2023
S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa
60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». 61Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
«Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio»
(Giovanni 6,67-69)
Oggi Gesù rivolge anche a noi la stessa domanda fatta agli Apostoli. Molti sono quelli che vediamo andarsene, che non vogliono neppure prendere in considerazione gli insegnamenti di Gesù. E’ una strada troppo dura, ti chiede di perdonare all’infinito, di amare tutti ma proprio tutti, anche quelli che non sopporti, di servire, di dimenticarsi… No, è una parola troppo dura per noi uomini del ventunesimo secolo! Eppure, come allora, se siamo stati catturati dalla Sua presenza non riusciremo a scrollarcelo di dosso. Solo in Lui la vita ha senso e una volta incontrato non Lo puoi più lasciare.
Mercoledì 3 maggio 2023
SS. FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me»
2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(Giovanni 14,1)
Gli apostoli sono tristi, il Signore sta per lasciarli. Anche noi conosciamo bene la tristezza che a volte attanaglia il nostro cuore. Ma Gesù ci ripete: «Non sia turbato il vostro cuore». Ecco che cosa ci chiede ogni giorno: di portare luce, serenità, gioia. Chi ci incontra, dopo averci lasciato, deve sentire in sé un po’ più di serenità, di pace, di sollievo alle fatiche quotidiane. Chi ci incontra ha bisogno di essere ascoltato, ma anche di essere aiutato a vedere il mondo con un po’ più di ottimismo. Deve sentire il Signore vicino e capire che se c’è Lui nulla può rattristarci, credere significa che con Lui tutto è possibile.
Giovedì 4 maggio 2023
A metà della festa
14Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. 15I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». 16Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. 19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». 21Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo?
«Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio»
(Giovanni 7,24)
Gesù incoraggia la folla a vivere un’autentica esperienza di discernimento. Vede che le persone sono confuse, sballottate qua a là e non sanno a chi dare retta. Da un lato rimangono stupite dalle parole e dai segni che Gesù compie, ma al tempo stesso le obiezioni dei farisei le rendono titubanti, insicure. Gesù indica la strada di un discernimento libero da condizionamenti, di un soppesare con cura ciò che accade senza sforzarsi di contraddire l’evidenza, di riconoscere la fragilità e l’inconsistenza delle accuse che i farisei rivolgono a Gesù. Così si apre la strada di un ascolto autentico di ciò che risuona nell’interiorità.
Venerdì 5 maggio 2023
«Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia»
28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». 30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
(Giovanni 7,25-28)
La grande confusione della gente riguardo a Gesù è specchio di quello smarrimento che ancora oggi continua: c’è chi pensa a Dio e soprattutto alla Chiesa in termini negativi e chi è pronto a donare tutta la sua vita per Lui. Si tratta di decidere da che parte stare, perché la cosa più triste è vedere chi si barcamena oscillando da una all’altra posizione. È un atteggiamento sicuramente infruttuoso, perché rimanendo a metà non puoi sperimentare le gioie della fede, né valutare fino in fondo il vuoto di una vita che si discosta dal Vangelo. Quanto a noi discepoli, è chiesto semplicemente di essere testimoni credibili di ciò che professiamo e il coraggio di dirlo apertamente.
Sabato 6 maggio 2023
32I farisei udirono che la gente andava dicendo sottovoce queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo.
«Gesù disse: “Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire”. Dissero dunque tra loro i Giudei: “Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci?”»
36Che discorso è quello che ha fatto: “Voi mi cercherete e non mi troverete”, e: “Dove sono io, voi non potete venire”?».
(Giovanni 7,33-35)
Gesù parla alla gente in modo allusivo e le persone non immaginano affatto il senso vero di quello che sta dicendo: Lui parla della sua morte e loro pensano che voglia andare in Grecia. Gesù infatti non rivela sempre tutto a tutti. Alcuni segreti li confida solo ai suoi amici, pur sapendo che neppure loro capiranno subito. Conoscendo il nostro cuore, sa che si procede nel cammino di fede non solo con le verità, ma anche con le domande. Perché la domanda apre gli orizzonti, obbliga a cercare soluzioni diverse da quelle che già abbiamo e così ci apre al nuovo. Soprattutto ci lascia liberi e ci fa decidere nella libertà.
Domenica 7 maggio 2023
V DI PASQUA
21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.
«Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui»
22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». 23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
(Giovanni 14,21)
Gesù sembra indicare una strada maestra per il discernimento: l’amore. Chi si dispone ad una vita di ricerca sincera della volontà di Dio e di generosa dedizione agli altri entra in una comunione costante e amorosa con Gesù e con il Padre. Si sviluppa con il tempo una particolare sensibilità, un sesto senso nell’intuire cosa Dio voglia, dove ci stia portando, quale amore ci stia chiedendo e verso chi. E così ci diviene poco a poco sempre più chiaro quale sia il prossimo passo, quale sia il suo disegno su di noi. Non si tratta solo di un ragionamento ma, prima ancora, di una comprensione che viene dall’Alto, di una manifestazione di Dio a noi.
Lunedì 8 maggio 2023
S. Vittore, martire
21Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». 22Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». 23E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». 25Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. 26Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». 27Non capirono che egli parlava loro del Padre.
«Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me:
non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite».
A queste sue parole, molti credettero in lui»
(Giovanni 8,28-30)
La proclamazione di Gesù Dio (“Io Sono”) avviene nel momento della crocifissione, non nei miracoli o negli eventi straordinari, ma nel sacrificio. Anche noi riveliamo la nostra vera identità nei momenti più difficili della vita. E’ facile dirsi cristiani quando le cose vanno bene, ma è il momento della prova che dice chi siamo. Anche noi, come Lui, non veniamo lasciati soli mai, occorre aggrapparci sempre a Lui per non lasciarci sommergere dalle difficoltà.
Martedì 9 maggio 2023
Beato Serafino Morazzone, sacerdote
31Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. 32Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». 33Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”?
«Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre»
39Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 40Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. 41Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». 42E in quel luogo molti credettero in lui.
(Giovanni 10,37-38)
Sarebbe bello poter dire in verità anche noi, almeno qualche volta, queste parole di Gesù. Ciò che persuade, lo sappiamo benissimo, non sono le parole ma le opere. Quando la novità del Vangelo si fa concreta e percepibile suscita spesso attrattiva e anche curiosità, perché è proprio la vita di un altro mondo, quello dell’amore, che piace a tutti. A volte sbalestra le nostre abitudini e lascia interrogati, ma contiene una bellezza tipica che spinge a fare un passo in avanti. Così quando incontriamo persone intrise di Vangelo, ci accorgiamo che non ci sfiorano invano, perchè lasciano in noi una traccia di Dio.
Mercoledì 10 maggio 2023
20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
«Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Se uno serve me, il Padre lo onorerà»
27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
(Giovanni 12,25-26)
A volte ci accorgiamo di essere seduti. Accomodati nel nostro habitat, accoccolati nella nostra comfort zone, entriamo in una routine che non ci dispiace, per lo più al riparo da gravi sorprese, e il tempo scorre veloce. Se arriva all’improvviso una proposta che ci coglie in contropiede, siamo ormai capaci di fare entrare in gioco le nostre autodifese, scopriamo tante valide ragioni per difenderci e custodire lo status quo. Ma se lasciamo risuonare in noi queste parole di Gesù: «Chi ama la propria vita, la perde», capiamo che Lui ci sta chiamando a qualcosa di nuovo. Certo, ci saranno scomodità e disagi, ma sappiamo che le sorprese di Dio riempiono sempre la vita e il cuore.
Giovedì 11 maggio 2023
37Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata? 39Per questo
«Non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui»
42Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. 43Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.
(Giovanni 12,39-41)
L’evangelista Giovanni è sorpreso che di fronte ai segni di Gesù così grandi e inequivocabili ci fossero resistenze così accanite e sempre più ostili. E cita questo passo di Isaia, in cui sembrerebbe che sia Dio a creare in queste persone cecità e durezza, ma che in realtà sono conseguenza del peccato per eccellenza che è non credere all’amore di Dio. Siamo in fondo convinti che il bene dovrebbe sempre persuadere tutti. Ma se anche ne siamo beneficati, rimane sempre lo spazio ampio della libertà e della decisione del singolo, in cui ciascuno è signore e che determina una vita nella luce o nel buio.
Venerdì 12 maggio 2023
44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
«Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre»
47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
(Giovanni 12,46)
Gesù si presenta come luce che rischiara le nostre tenebre. A noi chiede perciò di portare agli altri la Sua luce. E come posso io illuminare la vita di un altro, se a mala pena riesco a rischiarare di poco la mia e neanche sempre? Qui sta il fascino di seguire Gesù e fidarsi. E’ Lui che agisce, Lui che parla ai cuori, a noi chiede solo di essere strumenti docili nelle Sue mani. Basta provare e non crederemo ai nostri occhi. Il Signore si serve veramente di noi per arrivare agli altri. E’ qualcosa di meraviglioso, incredibile: Lui potrebbe fare tutto da solo e invece ci vuole coinvolgere.
Sabato 13 maggio 2023
Beata Vergine Maria di Fatima
12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica»
18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
(Giovanni 13,16-17)
Quando siamo presi dall’ansia di avere successo con tutti e in ogni situazione, occorre non dimenticare che se siamo discepoli Suoi non potremo essere esentati dalle sue prove, dall’ingiustizie che hanno riempito ogni giorno della Sua vita. Non siamo né più bravi, né più capaci di Lui e di fronte alle sconfitte che patiamo nonostante la nostra fedeltà al Vangelo, stiamo semplicemente rivivendo Lui. Perciò occorre essere attenti a non rincorrere sempre le vittorie a tutti i costi: ci allontanerebbero da Lui. Ma a salutare ogni prova o sofferenza o sconfitta ravvisando in quelle situazioni il Suo volto crocifisso da amare.
Domenica 14 maggio 2023
VI DI PASQUA
25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore»
28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
(Giovanni 14,27)
Quando per mille ragioni diverse ci ritroviamo impauriti o scoraggiati, il nostro cuore invoca la pace. Non come quiete comoda e pigra, che cerca solo il proprio benessere, ma come distensione del cuore, come una ritrovata serenità e speranza, che spinge ad una nuova dedizione e impegno verso gli altri. Finché la pace non ci abita c’è sempre dentro di noi un’agitazione, un’insoddisfazione, che può cercare rifugio in evasioni o emozioni, secondo le direzioni che il mondo ci indica. Ma ci manca la stabilità, la sicurezza che solo la pace vera ci può offrire. Questa è la pace di Gesù, che Lui ci dona e che ci lascia perché rimanga in noi.
Lunedì 15 maggio 2023
31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
«Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri»
35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 36Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
(Giovanni 13,33-34)
Gesù ripete ai suoi che il suo congedo è imminente e subito consegna la raccomandazione che più gli sta a cuore. Sono parole che hanno il sapore del testamento, quelle che si imprimono nella memoria del cuore e che non si dimenticano più. Il comandamento nuovo quindi è più un segreto che un ordine, è un augurio, un traguardo da avere sempre di fronte agli occhi, verso cui non smettere di tendere. Infatti non lo si raggiunge mai fino a possederlo, è un sì all’amore da continuare a rinnovare ad ogni istante, fino a farlo diventare un modo di essere, quasi un atteggiamento istintivo e naturale di fronte ad ogni fratello o sorella che incontriamo.
Martedì 16 maggio 2023
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me»
2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
(Giovanni 14,1)
A volte si riduce la “fede in Dio” a qualcosa di razionale, ad un’idea della quale siamo convinti e che quindi difendiamo perché fa parte di noi. Per Gesù la fede nel Padre non è anzitutto un modo di pensare, è un modo di essere, un “vivere con” il Padre, un affondare le proprie radici in Lui. Diventa quindi un fidarsi, un confidarsi, è intessere un dialogo costante, un riportare a Lui tutta la vita, con i pensieri, i dubbi, i desideri, le sconfitte e le vittorie che la compongono. Quanto più è grande la percezione della vicinanza amorevole del Padre, più i nostri turbamenti possono guarire, lasciando spazio ad un senso di sicurezza, perché Lui non ci abbandona mai.
Mercoledì 17 maggio 2023
7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
«Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?»
Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
(Giovanni 14,8-10)
Il desiderio di conoscere Dio è nel cuore dell’uomo. Gesù lo abbiamo conosciuto, ma il Padre nessuno lo ha mai visto (Giovanni 1,18), di Lui potremmo avere solo una vaga idea. Ma la certezza che chi vede il Figlio vede anche il Padre ci allarga definitivamente il cuore. Vuol dire che anche il Padre ha le stesse caratteristiche di Gesù: la stessa misericordia, la stessa cura per le Sue creature. Non è Qualcuno che ci fa paura, ma Uno che ci ama. Infatti, la miglior definizione di Dio è: Amore.
Giovedì 18 maggio 2023
ASCENSIONE DEL SIGNORE
Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». 50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.
«Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio»
(Luca 24,51-53)
L’ultima parola, l’ultimo gesto d’amore di Gesù nei confronti dei suoi prima di lasciarli è una benedizione. Non un semplice incoraggiamento (“Andrà tutto bene”, “Vedrai che ce la fai”), ma una parola che rassicura, una conferma che Gesù non smetterà mai di parlare e di pensare bene di te, in qualunque situazione tu ti trovi: anche se non lo vedi, ti starà sempre accanto per incoraggiarti e sostenerti, perché crede in te. Questo spalanca il cuore alla gioia, alla lode di Dio, alla riconoscenza, che diventano atteggiamenti stabili, che ci permettono di attraversare ogni stagione della vita.
Venerdì 19 maggio 2023
dopo l’Ascensione
27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”.
«Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me»
29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. 30Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, 31ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco.
(Giovanni 14,28)
Difficile capire questa frase: come fanno gli apostoli ad essere felici di non avere più Gesù visibilmente con loro? C’è forse un dono ancora più grande che potrebbero ricevere dal Padre? Gesù sembra dire di sì. Sa che la Sua presenza presso il Padre lo renderà ancora più potente di quanto Lui non fosse qui sulla terra. In effetti la Risurrezione inaugurerà una stagione incredibile nella vita degli amici di Gesù. Si ritroveranno trasformati, resi quasi irriconoscibili rispetto a prima, per la fede, la testimonianza dell’amore reciproco, la fortezza, lo slancio nel diffondere il Vangelo fin nei luoghi più remoti. Così e in mille altri modi si manifesterà la potenza dello Spirito nella Chiesa.
Sabato 20 maggio 2023
dopo l’Ascensione
1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.
«In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli»
(Giovanni 15,8)
Portare molto frutto: ma di quale frutto parla Gesù? Certamente le esistenze di uomini e donne trasformate dal Vangelo, la vita nuova generata dall’amore reciproco, comunità che attirano e sviluppano le energie migliori della società, quella creatività e genialità che inaugurano nuove esperienze a servizio delle fasce più povere e bisognose dell’umanità. E potremmo proseguire all’infinito. Ma non sempre il frutto è visibile, quantificabile. C’è una crescita del Regno di Dio sulla terra che rimane segreta, conosciuta solo dal Padre, c’è uno spendersi generosissimo che appare sterile e che darà frutto a suo tempo. È quindi un frutto incalcolabile, che contempleremo solo lassù.
Domenica 21 maggio 2023
DOPO L’ASCENSIONE (VII di Pasqua)
13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
«Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro»
16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
(Luca 24,15)
Il Risorto decide di incontrare i due discepoli incamminati verso Emmaus, li accosta e si fa compagno di viaggio. Loro si stanno allontanando dalla comunità, vanno quindi nella direzione sbagliata eppure Gesù cammina con loro. Lui, che guariva i malati nel corpo in un batter d’occhio, sa bene che la guarigione del cuore del discepolo chiede infinitamente più tempo e pazienza. Occorre ascoltare, pazientare, scuotere, spiegare, aiutare a ricordare, accendere il cuore, lasciare sempre liberi perché ciascuno compia il suo cammino. Solo così si mettono radici e si consolidano scelte durature. Invece i facili entusiasmi e i germogli improvvisi hanno vita breve.
Lunedì 22 maggio 2023
S. Rita da Cascia, religiosa
14Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 15E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno»
(Matteo 9,15)
Alcuni filoni della tradizione spirituale cristiana, assunti dal Lezionario ambrosiano, leggono i giorni tra l’Ascensione e la Pentecoste come un tempo di “lutto” in cui Gesù è assente. È infatti asceso al Cielo, sottratto allo sguardo dei suoi e solo dieci giorni dopo si ripresenterà alla comunità nella potenza del Suo Spirito. Questo lasso di tempo, quasi un “digiuno” della Sua presenza, diventa un’occasione per sollecitare e tenere desta la nostra attesa e il nostro desiderio del dono dello Spirito, vero protagonista della vita della Chiesa; e ci aiuta a renderci conto di quanto sarebbe vuota e inconsistente la nostra vita senza il Risorto.
Martedì 23 maggio 2023
9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
«Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore,
come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»
(Giovanni 15,10-11)
Ogni comando del Signore non è per accontentare un capriccio, ma è per donare la gioia. Quando si ama qualcuno si desidera soprattutto che sia felice. La gioia però è diversa dalla felicità. Si è felici solo in alcuni momenti della vita. Invece si può avere la gioia in cuore anche quando si soffre, è quella serenità di fondo che non ti lascia mai quando sai di essere tra le braccia del Signore. E’ quella pace che non ti fa mai disperare. E’ il dono più grande che possiamo chiedere e che molti ci invidiano.
Mercoledì 24 maggio 2023
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando.
«Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone;
ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi»
16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
(Giovanni 15,15)
Gesù ci chiama amici ed è per noi una grandissima gioia. Eppure, sa benissimo che a questa amicizia non sapremo rimanere fedeli, che spesso lo deluderemo, lo dimenticheremo, lo tradiremo. Noi non sapremmo mantenere amicizie così, abbandoneremmo presto e volentieri persone di questo tipo, adducendo tutte le nostre buone ragioni ineccepibili. Ma è proprio questo che ci tocca il cuore, è questa misericordia sconfinata che ricomincia milioni di volte a commuoverci. È solo frequentando amici come Lui che impariamo poco a poco ad assomigliarGli almeno un po’, almeno ogni tanto, e ad intuire per un attimo come sia il cuore di Dio.
Giovedì 25 maggio 2023
S. Dionigi, vescovo
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me»
19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.
(Giovanni 15,18)
Le persecuzioni contro i cristiani non smettono di interrogarci. Come è possibile che l’amore, il perdono, la fratellanza vengano combattute con rabbia, con quell’odio che arriva a procurare la sofferenza e la morte? Come mai il passare degli anni e dei secoli non ha ancora spento questa violenza che si abbatte su persone miti e benevole? Non smetteremo di impegnarci, di parlare, di denunciare perché tutto quest’assurdità e ingiustizia si fermi presto e per sempre. Però non possiamo dimenticare che con Gesù è successo proprio così. Che le persecuzioni di oggi sono un segno della fedeltà a Lui, della sua presenza che continua in noi. Odiano noi come hanno odiato Lui.
Venerdì 26 maggio 2023
S. Filippo Neri, sacerdote
«Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda:
“Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore»
7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. 8E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 10riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.
(Giovanni 16,5-6)
Gesù ha la percezione chiara di cosa significhi andare dal Padre. Sa per esperienza che nessuna gioia è paragonabile all’incontro con Lui. E quindi si stupisce, perché i discepoli non gli chiedono nulla su ciò che Lo aspetta dopo la Sua morte. A loro interessa solo che Gesù sia con loro, non sono per nulla interessati della sua risurrezione, di cosa sia, di cosa si provi, di come avvenga, di come sia la vita dopo. Ed è un peccato, perché Lui era l’unico che ce lo poteva raccontare un po’… Ma Gesù parla ai suoi di qualcosa di ancora più prezioso: di quel Suo Spirito che permetterà ai discepoli di sperimentare già da quaggiù la vita di Lassù, di vivere da risorti, nell’amore reciproco.
Sabato 27 maggio 2023
5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. 6Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. 8E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Riguardo al peccato, perché non credono in me; 10riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; 11riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità,
perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future»
14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
(Giovanni 16,12-13)
All’inizio della vita spirituale si ha un po’ l’impressione di aver capito tutto, perché in Gesù tutto è stato ormai rivelato ed è troppo grande la gioia di conoscerlo. Con il tempo si impara però che anche nella fede le cose crescono poco a poco. C’è infatti una comprensione intellettuale che fa pensare di aver preso possesso del cristianesimo. Ma c’è un altro itinerario, indispensabile, da percorrere: farne esperienza nella vita concreta, quotidiana. La vita è una grande scuola quando è letta alla luce del Vangelo e a sua volta permette di comprendere meglio anche il Vangelo. In questo itinerario lo Spirito ci accompagna passo dopo passo, senza fretta, per vie che a volte ci sembrano tortuose, ma che conducono alla pienezza della gioia.
DOMENICA 28 MAGGIO 2023
PENTECOSTE
15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e
«Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,
lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.
Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi»
18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
(Giovanni 14,16-17)
Dovremmo ricordare più spesso questa promessa di Gesù e fare affidamento su queste sue parole. La presenza dello Spirito nella Chiesa non è occasionale o riservata a circostanze speciali, né è semplicemente sottomessa e condizionata al peccato degli uomini. Lo Spirito è più forte e non si lascia certo destabilizzare o svigorire dalle nostre resistenze. Lo Spirito è all’opera sempre, sa inventare strade nuove e lo deve fare ad ogni istante perché noi spesso non percorriamo le migliori. Occorre dialogare di più con Lui, ascoltarLo, fidarci delle sue novità e anche di quelle che ci appaiono stranezze, complicazioni o anche errori e che invece sono Sapienza distillata.
Lunedì 29 maggio 2023
Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa
25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
«Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé»
28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. 31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
(Giovanni 19,26-27)
Questo dono estremo di Gesù dalla croce, riservato a persone che gli erano così care, potrebbe sembrare un contentino, una consolazione un po’ magra. Per Maria infatti nessun discepolo potrà mai rimpiazzare il figlio Gesù, per il discepolo si tratta di sostituire il Maestro con sua madre. In realtà Gesù spalanca davanti a loro una vocazione sconfinata. A Maria è affidata la Chiesa nascente e quella di ogni secolo, con il compito di esserle madre: di tutti e di ognuno. Una maternità universale. Al discepolo è affidata una madre immensa, che è addirittura madre di Dio, di cui quindi possiamo solo intuire la grandezza, che ripresenta il cuore di Dio come nessun’altra creatura.
Martedì 30 maggio 2023
S. Paolo VI, papa
28Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29Gesù gli rispose:
«In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto»
in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.
(Marco 10,29-30)
Quando una mamma ha un bimbo tra le braccia, non pensa a tutto ciò a cui rinuncia per lui, è felice di averlo lì, le basta un sorriso per toccare il cielo. Anche un innamorato è disposto a perdere molta della sua libertà, a scendere a compromessi pur di accontentare l’altra e non chiede altro. Questo è l’Amore vero. Per seguire Gesù occorre rinunciare a molte cose, ma se amiamo davvero non ne sentiamo il peso, è molto di più il guadagno di ciò che troviamo. E scopriamo ogni giorno quanto ci viene donato in intimità, in gioia, nella consapevolezza del senso della nostra vita.
Mercoledì 31 maggio 2023
VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
«Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”»
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». 56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
(Luca 1,46-48)
Maria corre da Elisabetta. Le ragioni potrebbero essere varie: c’è bisogno di aiutare la parente anziana, cerca conferma che l’incontro con l’angelo non sia stata un’allucinazione o un sogno, vuole sentire da Elisabetta che cosa è successo a lei e a Zaccaria, si allontana da casa per cercare di orientarsi un po’ dopo un evento così straordinario, cerca di capire come fare di fronte ad una gravidanza umanamente impossibile da spiegare… Ed entrando in quella casa trova un regalo del tutto inaspettato: la possibilità di condividere la gioia con chi ti capisce, la bellezza di un’amicizia vera. È un dono aggiunto, nuovo, per cui continuare a magnificare Dio.
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