Una chiesa piena di vita

Sono tanti i cambiamenti che la nostra Comunità sta vivendo (a livello di persone): sono partiti don Carlo, Suor Alfonsina e Suor Chiara; è arrivata Suor Giovanna.
Scrivevo a giugno che “Non bisogna mai subire quello che si sta vivendo, ma sceglierlo, scegliere ciò che non si è scelto”: vale per loro, ma vale anche per noi che restiamo.

A volte abbiamo tutte le motivazioni  per dire che non è giusto quello che stiamo vivendo, ma ciò non ci riscatta dall’infelicità che sta accovacciata alla porta del nostro cuore: la radice di tante nostre infelicità, infatti, sta nel subire la vita, anziché cogliere ciò che in essa lo Spirito ci sta dicendo, o meglio operando.

E questo vale sia per tutte le dimensioni della nostra vita personale e comunitaria, sia per il tempo storico che stiamo vivendo, come Chiesa e come civiltà umana.
Anziché lagnarci in lunghe analisi sociologiche per dire ciò che non va o limitarci a coglierne le cause (per carità, bisogna fare anche quello con spirito critico), occorre alzare lo sguardo e domandarci: cosa lo Spirito sta operando oggi in mezzo a noi? E da qui comprendere cosa ci è chiesto di fare per seguirlo ed assecondarlo.

È proprio di questo che nella giornata di oggi si occuperà il Consiglio pastorale.
In un esercizio di discernimento comunitario cercherà di comprendere come tradurre l’opera dello Spirito nel cammino pastorale della nostra Comunità pastorale.

I riferimenti autorevoli da cui partire saranno tre: il cammino della Chiesa (universale, italiana e diocesana) sul tema della sinodalità; il magistero di Papa Francesco che ci chiama ad essere sempre più una “Chiesa in uscita”; la lettera pastorale dell’Arcivescovo sul tema della vita umana e dell’umanesimo cristiano. Chiaramente anche alcune dimensioni contingenti della nostra realtà cittadina e ecclesiale dovranno essere prese in considerazione (vedi la diminuzione dei preti), affinché ogni decisione e riflessione non risulti disincarnata o, peggio, ideologica (papa Francesco direbbe: “gnostica, pelagiana o mondana”).

Già il fatto che sia il Consiglio pastorale e non i soli preti a discernere questa traduzione pastorale è particolarmente significativo nella logica della corresponsabilità ecclesiale: non si tratta di un “parlamento o di un governo”, ma di un’esperienza di Chiesa sinodale nel senso più autentico del termine.

Per aggiornare tutti del frutto di questo discernimento comunitario, da lunedì incontrerò personalmente, sera per sera, tutti coloro che sono impegnati nei vari ambiti parrocchiali, per rendere ciascuno corresponsabile (e non solamente collaboratore) di quanto proposto. Inoltre attraverso i mezzi di comunicazione a nostra disposizione (Notiziario, sito web, Radar, eccetera) cercheremo di informare tutta la Comunità pastorale e la cittadinanza su quanto verrà deciso e programmato per il bene di tutti. Sarà certamente una bellissima avventura dello Spirito, ne siamo certi!

Sentiamoci oggi tutti coinvolti nella preghiera e nell’attesa di ciò che potremo vivere insieme, per il bene nostro e di tutta la gente del nostro territorio, fratelli e sorelle, compagni di viaggio nel cammino della vita.

Don Paolo

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