Domenica 1 ottobre 2023
V DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello:
Amerai il tuo prossimo come te stesso»
40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
(Matteo 22,37-39)
Ancora una volta Gesù trasforma la tentazione in occasione. Quella che era stata un architettata come una trappola astuta per farlo inciampare diventa una sintesi esauriente e chiara del vero obiettivo al quale occorre puntare. «Amerai» è una parola che proietta verso un futuro infinito, mostra quale sia l’unica cosa che conta, che resta nella giornata, nella vita di una persona. Ci ricorda qual è l’unica cosa che possiamo sempre fare finché rimaniamo consapevoli, in qualunque situazione ci troviamo. Ci ricorda che tutto va trasformato in amore, che è questa l’unica motivazione che ci deve muovere qualunque cosa facciamo.
Lunedì 2 ottobre 2023
Ss. Angeli custodi
9Poi prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. 10Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 11Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. 12Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via.
«Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”.
«Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri». Udito questo, dissero: «Non sia mai!». Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo? Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato»
19In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.
(Luca 20,14-18)
Dire agli scribi e ai capi del popolo che non sarebbero stati eredi delle promesse fatte da Dio ad Abramo era una pugnalata terribile. Anzitutto snidava quel loro rancore che andavano covando da tempo nei confronti di Gesù e portava allo scoperto la loro volontà di ucciderlo. Inoltre, era un pungerli nel vivo della loro certezza di essere perfetti, di essere sicuramente salvati, insidiava la loro illusione di essere sempre nel giusto. Quando qualcuno fa vacillare le nostre sicurezze reagiamo d’istinto con forza, occorre molta umiltà per accogliere anche solo in parte le critiche radicali che ci vengono rivolte.
Martedì 3 ottobre 2023
Beato Luigi Talamoni, sacerdote
20Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. 21Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. 22È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». 23Rendendosi conto della loro malizia, disse: 24«Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». 25Ed egli disse:
«Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio»
26Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.
(Luca 20,25)
Le tasse da pagare a Cesare erano molto gravose, in più i pubblicani che le riscuotevano se ne approfittavano vessando i poveri. Un tema scottante e doloroso. Gesù replica con chiarezza, in modo per tutti esigente, mostrando che in tutte le cose il discepolo è radicale, massimalista. E così mette a tacere i suoi avversari. Forse non sarà sempre possibile a noi, magari non ce la faremo, però sarebbe davvero bello riuscire a replicare alle obiezioni in modo non evasivo, né generico, ma con una verità che aiuta a crescere, che indica obiettivi alti che provocano e mettono in cammino.
Mercoledì 4 ottobre 2023
S. FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA
25In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»
26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
(Matteo 11,25)
Quali sono questi segreti di Dio che solo i piccoli comprendono? Se lo domandassimo a loro forse farebbero fatica a rispondere. Proprio perché sono piccoli. A loro sembra di avere una vita così normale: avere un rapporto familiare con Dio, in ogni istante; dedicarsi a quello che il Signore chiede loro nella condizione in cui sono, cercando di farlo bene; amare, perdonare, ricominciare; gustare le cose belle e semplici della vita, scoprire una letizia e una gioia di vivere che sostiene anche nei tempi difficili; accorgersi che con il tempo cresce in loro la Sapienza, una comprensione vera della vita, di ciò che vale e di ciò che passa. Spesso i piccoli sono persone che parlano poco e insegnano con la vita.
Giovedì 5 ottobre 2023
s. Faustina Kowalska, vergine
41Allora egli disse loro:
«Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso nel libro dei Salmi dice:
“Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi?”»
44Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?».
(Luca 20,41-43)
Gesù ama dire solo indirettamente chi Lui è. Apertamente lo rivelerà a tutti il giorno del suo processo. Intanto però pone domande, prendendo anche in mano la Scrittura. Interroga quindi il testo sacro, vuol farlo parlare: perché contiene infinitamente di più di quanto si è compreso. E ci insegna quindi a fare altrettanto. Ben sapendo che solo gli indifferenti e le persone poco coinvolte non fanno domande. Chi invece ha nel cuore una passione vuole capire, vuole sapere, chiede, non si accontenta. E le domande aumentano l’interesse e soprattutto creano legami che si stringono sempre di più.
Venerdì 6 ottobre 2023
45Mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti»
47divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
(Luca 20,46)
Gesù rifugge dall’esteriorità, dall’ostentazione, ne è davvero allergico. Non la sopporta perché il Padre è assolutamente indifferente all’appariscenza, ai nostri giudizi superficiali e si occupa del cuore. Certo, la nostra interiorità ha degli angoli un po’ bui e maleodoranti, Lui che la vede così bene non penso che ci sguazzi molto volentieri. Ma Lui continua a cercare le energie sopite, le fibre positive e promettenti, continua a gettare semi di una nuova rinascita e di nuove primavere. La religione o è religione anzitutto del cuore o non è. L’esteriorità e la ricerca di onorificenze che coprono la grettezza d’animo è la sua negazione.
Sabato 7 ottobre 2023
Beata Vergine del Rosario
«L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria»
28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
(Luca 1,26-27)
E’ una storia antica, che non smette di ripetersi miliardi di volte, in modi sempre nuovi. Dio fa balenare davanti agli occhi una realtà immensa, splendida, che conquista il cuore. L’angelo infatti parla a Maria con un tono che sembra raccontare qualcosa che si realizzerà senz’altro, perché è nel volere di Dio. Maria pone domande che non sono obiezioni, ma un cercare di capire quale sia il suo posto, il suo compito. Quello che è splendido in Maria è che quel progetto annunciato lei lo abbraccia, lo fa suo, “ci sta dentro” fino in fondo, se ne lascia riempire la vita, anche se all’inizio le sarà sembrato tutto così strano e inverosimile. Ma un passo dopo l’altro tutto si andrà progressivamente comprendendo.
Domenica 8 ottobre 2023
VI DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
«Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite:
“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”»
(Luca 17,10)
Tra le varie obiezioni che nascono spontanee di fronte a questa parabola, ce n’è anche una un po’ imbarazzante. In uno dei passaggi più belli del vangelo di Giovanni si legge infatti: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Giovanni 15,15). Allora, figli o servi? Forse si tratta di sapersi con gioia figli, ma di rimanere servi almeno quel tanto che basta a non farci vivere da figli viziati, capricciosi e indolenti, che badano solo a sé e non sanno amare, che ritengono tutto dovuto e non costruiscono nulla nella vita. Quindi come Gesù: il Figlio, venuto per servire.
Lunedì 9 ottobre 2023
«Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”»
7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
(Luca 21,5-6)
Parole che suonano molto amare. Immaginare il tempio di Gerusalemme raso al suolo, incendiato e interamente distrutto faceva male al cuore. Ma Gesù sa che il Suo Regno non poggia la sua sicurezza su costruzioni magnifiche, perché tutto sulla terra passa, è fragile e vulnerabile. Gesù educa perciò alla precarietà delle realizzazioni umane, a non lasciarsi atterrire di fronte ai rivolgimenti della storia, perché l’unica realtà che resta, l’avventura del Regno, è inarrestabile. Ed è questa che occorre tenere fissa davanti agli occhi. Sapendo che non ci sono mai epoche in cui lo Spirito santo è in difficoltà.
Martedì 10 ottobre 2023
S. Daniele Comboni, vescovo
10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
«Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.
Avrete allora occasione di dare testimonianza»
14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
(Luca 21,12-13)
I terremoti e i fatti terrificanti che Gesù preannuncia non riguardano solo il futuro del cosmo. Riguardano il presente della comunità. L’esperienza traumatica della persecuzione avrebbe potuto sconvolgere e schiantare la comunità fino a cancellarla. Gesù prepara e forgia i suoi ad affrontarla, non da super eroi, ma forti della fortezza di Dio. E guarda questi eventi da un’altra prospettiva: è l’occasione della testimonianza, dell’annuncio non più fatto a parole, ma con la vita interamente donata. In ogni tempo la nostra vita può e deve avere il sapore del Vangelo, nella persecuzione si raggiunge il massimo dell’efficacia.
Mercoledì 11 ottobre 2023
S. Giovanni XXIII, papa
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città»
22quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. 23In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. 24Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
(Luca 21,20-21)
C’è un tempo per dimorare e un tempo per scappare, potremmo dire parafrasando il libro del Qoèlet. Quello che era un luogo desiderato e sicuro diventa all’improvviso pericoloso, da abbandonare in fretta. Questo ci insegna a non legarci a nulla se non a Dio e alla sua volontà. A volte ci sono abitudini e frequentazioni buone e sane che per ragioni impreviste, magari senza nostra colpa, diventano rischiose, da evitare. In questi casi è decisiva la prontezza nel tagliare, proprio perché c’è un bene molto più grande da custodire. Lo Spirito santo ci doni sempre la luce e il coraggio per decidere nel modo giusto.
Giovedì 12 ottobre 2023
Beato Carlo Acutis
25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». 29E disse loro una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi:
quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina.
Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino»
32In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. 33Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
(Luca 21,29-31)
Occorre un occhio attento a cogliere i cambiamenti, per intuirne la direzione e prevedere, per quanto possibile, i successivi sviluppi. Il passare degli anni rende esperti a non assolutizzare mai le situazioni che si vivono, perché impariamo che tutto è in costante evoluzione. Allo stesso modo occorre guardare con attenzione la temperatura della nostra vita spirituale, la qualità del nostro rapporto con Dio e con i fratelli, per vedere quali sono i cambiamenti in atto, per cogliere le ispirazioni e i doni nuovi che Dio ci dà e comprendere quali sono le nuove decisioni da prendere e gli atteggiamenti da avere. Tutto questo fa parte di quel discernimento che non dobbiamo mai smettere di coltivare.
Venerdì 13 ottobre 2023
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso»
35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 37Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. 38E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo.
(Luca 21,34)
Il cuore si appesantisce ogni volta che allontaniamo il pensiero da ciò che il Signore vuole da noi e lo rivolgiamo su di noi. Allora ci lasciamo prendere dalle ansie per il futuro, dalla tristezza per il passato e non ci accorgiamo che solo nel presente possiamo realizzare ciò che il Signore ci chiede.
Sabato 14 ottobre 2023
13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e
«Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi»
gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. 18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
(Giovanni 2,13-15)
In una situazione di tale desolazione, in cui il luogo di Dio è ridotto a mercato, a centro di disonestà, non è sufficiente neanche un rimprovero severo. Gesù comprende che occorre fare piazza pulita e ricominciare daccapo, ribaltare tutto per mostrare la gravità di quanto avviene sotto gli occhi rassegnati di tutti, risvegliando con vigore chi ormai si è abituato all’ingiustizia. Certo, sono tante nel mondo le situazioni che invocano rivolgimenti completi, grandi scossoni. E noi dobbiamo difenderci da quella insensibilità che poco a poco diventa una corazza e che ci rende imperturbabili anche di fronte a sofferenze insopportabili.
Domenica 15 ottobre 2023
DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO
CHIESA MADRE DI TUTTI I FEDELI AMBROSIANI
10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». 12Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 13e disse loro:
«Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri»
14Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. 15Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, 16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode?». 17Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
(Matteo 21,13)
Questa smania di avere, di possedere che ci afferra e sembra essere l’obiettivo assoluto di ogni uomo, questo istinto che non si ferma neppure di fronte alle cose più sante, suscita in Gesù una repulsione incontenibile. È talmente evidente per lui la priorità di Dio su ogni cosa e il rispetto pieno di riconoscenza verso di Lui, da non poter tollerare questi interessi, questo lucro. È un’attenzione da avere anche oggi, perché ogni attività ecclesiale che comporti un coinvolgimento economico dovrebbe tenere presente anzitutto il desiderio di condivisione con i poveri di quanto si possa guadagnare.
Lunedì 16 ottobre 2023
Beato Contardo Ferrini
40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.
«Andrea incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse:
“Abbiamo trovato il Messia” – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù»
Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. 43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
(Giovanni 1,41-42)
Dopo il tardo pomeriggio passato con Gesù, Andrea non ha dubbi sull’identità di quest’uomo. Per lui è il Messia: una parola che evocava ogni speranza, ogni desiderio che potesse abitare nel cuore di un israelita. E quindi non esita a coinvolgere il fratello Pietro, perché anche lui possa fare al più presto questa scoperta e rendersene conto di persona. Certo, in Andrea arde il fuoco del neofita, l’incanto del primo incontro, che ha una grazia tutta speciale. La grazia da chiedere è proprio che con il passare degli anni quel fuoco non si spenga mai in noi e ci diventi sempre più chiaro che ogni uomo ha bisogno di incontrare Gesù.
Martedì 17 ottobre 2023
S. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
«Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui»
14Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare 15con il potere di scacciare i demòni. 16Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, 17poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; 18e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 19e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
(Marco 3,13)
La chiamata di Gesù non è anzitutto funzionale alla missione. La Chiesa non è un’azienda di cacciatore di teste focalizzati nella ricerca di profili eccellenti. Ciò che si chiede a coloro che vengono scelti, con tutti i loro limiti e miserie, è anzitutto lo stare con Gesù, l’aver Lui come punto di riferimento, che coinvolge tutte le energie della persona. C’è quindi una comunione che precede la missione, con un’analogia non debole a quanto avviene nel Matrimonio in cui la relazione tra i coniugi è e resta sempre il fulcro vitale della famiglia, anche negli anni in cui sono i figli ad assorbire quasi tutte le energie.
Mercoledì 18 ottobre 2023
S. LUCA, EVANGELISTA
«Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e
li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi»
2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.
(Luca 10,1)
I settantadue sono i missionari che il Signore manda avanti a sé per annunciare la sua venuta e dissodare il terreno perché possa accogliere la sua parola. Non sono gli apostoli, non saranno presenti all’ultima cena, sono coloro che Gesù mette vicino agli apostoli per essere loro di aiuto. Ecco il ruolo di tutti i laici che si sentono chiamati ad una azione diretta nella vita pastorale.
Giovedì 19 ottobre 2023
il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
«Non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada»
5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
(Luca 10,4)
Questo partire sprovvisto di mezzi ci lascia perplessi, ci sembra un atteggiamento incosciente, irresponsabile. In realtà è un’indicazione avveduta e consapevole che nasce dalla fede: il discepolo confida nel Signore, è Lui a progettare e ad accompagnare il suo cammino e così potrà fare esperienza concreta di questa Provvidenza. Allo stesso modo il non salutare non è segno di scontrosità o di superiorità, è concentrarsi sull’obiettivo, puntando al luogo della missione senza lasciarsi distogliere, senza divagare. Sono atteggiamenti radicali, che dichiarano senza parole che per il discepolo Dio è davvero l’unico bene.
Venerdì 20 ottobre 2023
1In seguito
«Egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità»
Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
(Luca 8,1-2)
Il Vangelo di Luca ci regala questa icona speciale: Gesù predicatore itinerante accompagnato da uomini e donne. E’ un’immagine che ai nostri giorni acquista un significato nuovo, per la richiesta sempre più pressante dentro le comunità che venga valorizzato quello che San Giovanni Paolo II definiva il genio femminile. È una ricchezza di cui la Chiesa non vuole e non deve privarsi, anche nei luoghi in cui si esercita il consiglio e il discernimento e che viene invocata anche negli ambiti della guida e del governo, perché quando Dio creò l’uomo «maschio e femmina li creò» (Genesi 1,26).
Sabato 21 ottobre 2023
1Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
«Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare»
8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
(Luca 5,4-7)
Quante volte succede anche a noi di avercela messa tutta e di arrivare a fine giornata senza nulla di fatto. Questo dovrebbe insegnarci che è inutile girare a vuoto, possiamo impegnarci finché vogliamo, ma se non fa parte del progetto del Signore, tutto il nostro agitarci non serve. Occorre perciò fermarsi, pregare e tentare di capire che cosa ci sia veramente chiesto. Tutto il resto è inutile.
Domenica 22 ottobre 2023
I DOPO LA DEDICAZIONE Il mandato missionario
44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture
«E disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni»
49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso.
(Luca 24,46-48)
È una sintesi della missione della Chiesa espressa in pochissime parole. Ci riporta al centro della predicazione e della testimonianza che ai cristiani è chiesta in ogni tempo. La conversione e il perdono dei peccati sono quindi il cuore dell’impegno della comunità, ma non potranno essere annunciati con efficacia se non vengono anzitutto sperimentati in prima persona. Convertirsi è cambiare riportando continuamente lo sguardo su Gesù per essere Lui, ricominciando ogni volta che ci accorgiamo di non riuscirci e lasciandoci guarire da quella misericordia di Dio che non finisce mai di perdonarci.
Lunedì 23 ottobre 2023
57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
«A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose: “Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. Gli replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio”. Un altro disse: “Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”. Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”»
(Luca 9,59-62)
A volte per prendere tempo rispetto alle proposte che Gesù ci fa, troviamo delle scuse credibili che possono convincere soprattutto noi stessi. Ma ci troviamo sempre spiazzati rispetto alla radicalità della richiesta. Vorremmo scendere a compromessi ragionevoli, ma non è possibile: è sempre un prendere o lasciare senza guardare indietro. Dietro ad ogni scelta c’è sempre una richiesta di conversione.
Martedì 24 ottobre 2023
17Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre».
«Quel tale allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”.
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”»
22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
(Marco 10,20-21)
Anche noi a volte ci sentiamo a posto con la coscienza, eppure percepiamo che qualcosa ancora manca. Poi la vita ci fa capire che non siamo sufficientemente distaccati dalle nostre cose, dalle posizioni raggiunte. Subentra una lotta interiore, ci fa soffrire perché è difficile non rimanere ancorati alle proprie cose, ai piccoli poteri. Ma il Signore ci chiede di lasciare tutto e seguirlo, solo così saremo veramente liberi.
Mercoledì 25 ottobre 2023
Beato Carlo Gnocchi, sacerdote
9«Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». 10Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12Infatti
«Vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca»
(Matteo 19,12)
Gesù indica una strada del tutto nuova per il suo tempo, quella della verginità per il Regno dei cieli. Un modo di vivere che in ogni epoca suscita perplessità, incomprensioni e critiche a volte anche violente, ma che in ultima analisi è semplicemente il Suo modo di stare qui sulla terra: pronto a donarsi a tutti per amore, senza legarsi a nessuno, con la libertà più grande possibile di fronte alla volontà del Padre, sperimentando e costruendo quella fraternità universale che è il fine ultimo della Sua missione sulla terra, che è lo splendido sogno di Dio sull’umanità.
Giovedì 26 ottobre 2023
27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.
«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»
(Matteo 19,29)
Più lasci e più ricevi, più perdi e più ritrovi. Occorre svuotarsi per lasciarsi riempire. Un dinamismo al quale non ci si abitua, che ad ogni età è sempre da accettare: perché è bello, anche bellissimo quello che ci vien chiesto di lasciare, a volte può essere addirittura un’opera di Dio, alla quale ci si è dedicati con totale generosità, spendendosi fino a consumarsi, oppure sono relazioni che hanno cambiato il mondo in noi e attorno a noi. Ma neppure le opere di Dio sono Dio e il nostro cuore è costantemente chiamato a non avere altro Dio all’infuori di Lui.
Venerdì 27 ottobre 2023
40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
«Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa»
(Matteo 10,42)
Spesso pensiamo che il Signore ci chieda grandi cose, sacrifici eccezionali. In realtà ci chiede solo di amare anche nelle piccole cose. Sono le attenzioni di ogni giorno verso chi è sul nostro cammino, un sorriso, un saluto, un messaggio, una telefonata, un aiuto al momento opportuno. È l’amore nella quotidianità.
Sabato 28 ottobre 2023
Ss. SIMONE E GIUDA, APOSTOLI
«Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi»
21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». 23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
(Matteo 14,19-20)
Il discepolo di Gesù, pur vivendo come tutti, abita una realtà che per gli altri è invisibile. Vede il Risorto nelle pieghe della giornata, ne ascolta le parole, intreccia un rapporto con Dio che può crescere fino a divenire fortissimo, totalizzante. Può quindi raggiungere un’intimità con la Trinità semplice e profonda e sperimentarla come il centro vitale di ogni decisione e di ogni iniziativa, come il vero habitat in cui si muove, un po’ come avviene per un pesce che nuota nell’acqua. Nessuno sperimenta questo costantemente, senza interruzione, ma il perdono di Dio lo rende sempre nuovamente possibile.
Domenica 29 ottobre 2023
II DOPO LA DEDICAZIONE
La partecipazione delle genti alla salvezza
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci»
48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
(Matteo 13,47)
L’annuncio del Vangelo raccoglie persone diversissime. Non soltanto per carattere, cultura ed età, ma anche per santità. C’è veramente di tutto, come un barca in cui navigano insieme tutti quelli che ci salgono. Noi vorremmo selezionare i buoni dai cattivi, trattenendo solo quelli con i quali ci troviamo meglio, ma questa separazione non è mai compito nostro, avverrà solo alla fine dei tempi e ci penserà un Altro a farlo. A noi è chiesta intanto questa vicinanza con il diverso, con chi non ci assomiglia neanche un po’, ma è stato come noi chiamato, raccolto da Gesù. E amarlo, perché e come l’ha amato Lui.
Lunedì 30 ottobre 2023
12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.
«E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò»
15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
(Giovanni 14,13-14)
Prima del fare, il Signore ci chiede di pregare, di rivolgerci al Padre. È Dio che fa non noi. Spesso ci lasciamo prendere dalla frenesia delle opere e rischiamo di non avere spazio per la preghiera. Vuol dire che qualcosa non funziona. Noi siamo solo strumenti e come tali dobbiamo agire.
Martedì 31 ottobre 2023
44Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
«Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno»
49Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
(Giovanni 12,47-48)
È inutile pensare che il Signore sia lì a misurare con il bilancino i nostri errori. Egli desidera salvarci perché ci ama. I suoi comandi sono solo indicazioni per raggiungere la felicità. Perciò quando ci ostiniamo ad andare per un’altra strada difficilmente saremo felici.
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