Vivi la Parola: 2023 12 – Dicembre

Venerdì 1 dicembre 2023
S. Charles de Foucauld, sacerdote

10Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». 11Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.

«Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro»

13Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

(Matteo 17,)

 

Te ne accorgi sempre dopo. Prima lo critichi, lo senti come un pericolo, magari lo combatti. Quando poi non c’è più ti accorgi che aveva ragione lui, che vedeva più lontano, che era un profeta. Non succede sempre: i fondamentalisti rimangono bloccati nelle proprie convinzioni e non si lasciano convertire neppure dopo. Ma quelli che cercano davvero Dio e non se stessi prima o poi aprono gli occhi. E si accorgono di averlo riconosciuto troppo tardi. Nessuno è al riparo da questo rischio. Per questo occorre allenarsi ad ascoltare, a lasciarsi interrogare, ad accogliere il positivo anche da chi è diverso da noi.

 

Sabato 2 dicembre 2023

«Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”»

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

(Matteo 18,21-22)

 

Noi vorremmo mettere un limite, pronti a spostarlo anche molto in là. Perché comunque c’è un limite a tutto. Gesù invece toglie i limiti. Dice che il perdono va dato sempre e comunque. E la parabola che segue è molto severa con chi non lo fa. Questo non per condannare chi non ci riesce, ma per farcene sentire l’urgenza e l’importanza, per inaugurare una mentalità nuova, quella del Padre. Che perdona sempre e non si stanca mai di farlo. Se ci accorgiamo di parlare spesso (e magari anche volentieri) male di qualcuno siamo a rischio, vuol dire che non abbiamo perdonato, bisogna subito correre ai ripari.

 

Domenica 3 dicembre 2023   IV DI AVVENTO   L’ingresso del Messia

1Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli

«E disse loro: “Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”»

4Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. 5Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». 6Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. 7Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. 8Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. 9Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». 11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.

(Marco 11,2-3)

 

Quanta attenzione e predilezione per quel puledro, ancora troppo giovane per essere impiegato in lavori di fatica! Gesù lo sceglie, lo preferisce, anche se tutti noi l’avremmo scartato perché ancora inesperto, non adatto a portare un uomo adulto. Sono così le scelte di Dio: guarda dove non guarderebbe nessuno e suscita quindi perplessità, interrogativi. Ma per chi viene chiamato l’emozione è anche un’altra: sentire una corrente di fiducia che lo raggiunge proprio quando non sente di meritarla, accorgersi che Dio punta proprio su di lui per quel compito. E lì nasce spontaneo il desiderio di non deluderLo.

 

 

Lunedì 4 dicembre 2023

16Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». 17Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». 18Gli chiese: «Quali?».

«Gesù rispose: “Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?”»

21Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». 22Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

(Matteo 19,18-20)

 

Questo giovane ha l’aria di essere proprio un bravo ragazzo, orgoglio dei suoi genitori, generoso, affidabile, rispettoso dei principi e dei valori importanti. Che cos’altro gli si dovrebbe chiedere? Non basta? Il fatto è che a lui non basta. Nel cuore è insoddisfatto, qualcosa gli manca, cerca pienezza e non l’ha ancora trovata, c’è qualcosa (o Qualcuno) che urge in Lui, che lo spinge oltre. Ad ogni età possiamo ritrovarci in questa situazione interiore. In questo caso è bene dare ascolto a questa insoddisfazione, potrebbe rivelarci che siamo fatti per qualcosa di nuovo, di più grande, che c’è un passo nuovo da fare.

 

 

Martedì 5 dicembre 2023

23Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 25A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». 26Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». 27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

«Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»

30Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.

(Matteo 19,29)

 

Lasciare. È così innaturale! Perché abbandonare le bellezze della vita: gli affetti più cari, le relazioni che costituiscono il tuo mondo, i beni faticosamente ottenuti, le opere che hai visto nascere o crescere anche tra tante difficoltà? Il Signore promette il centuplo a chi lascia. Con il passare degli anni, avendone fatto esperienza, sai che è così, che sarà sempre così. Ma mentre lasci, quel distacco lo senti tanto. Sempre. Perché è un morire. La risurrezione c’è, e ti sorprende ogni volta, ma occorre camminare avanti per sperimentarla.

 

Mercoledì 6 dicembre 2023   S. Nicola, vescovo

10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea». 12Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; «Rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: “Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri”. Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: “Osanna al figlio di Davide!”, si sdegnarono»

16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode?». 17Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

(Matteo 21,12-15)

 

Quel giorno nel tempio succede di tutto: il gesto profetico di Gesù che butta per aria tutto, la gente che si spaventa, la Sua dolcezza e la Sua calma nel guarire ciechi e storpi, i capi che si infuriano contro di Lui, mentre i bambini sono felici e cantano pieni di gioia. Dove arriva Gesù si sparigliano le carte, viene in evidenza quello che davvero abbiamo nel cuore, nascono le reazioni più diverse, c’è che fa festa e c’è chi combatte. È la stessa cosa che avviene dentro di noi quando entra davvero una Sua Parola: crea sconquasso, inquietudine, per condurci ad una pace nuova, vera.

 

 

Giovedì 7 dicembre 2023   ORDINAZIONE DI S. AMBROGIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA, Patrono della S. Chiesa Ambrosiana e della Città di Milano

Gesù disse ad alcuni dei farisei che erano con lui: «11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore»

16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore»

(Giovanni 10,14-15)

 

Il buon pastore non passa la vita solo ad amare, a dare la propria vita, ma suscita anche la reciprocità. Questa è la vera perfezione dell’Amore. C’è un ritorno, un riconoscimento da parte delle pecore, un affetto che va e che viene. Tutto questo richiama la dinamica trinitaria: in Dio infatti l’Amore scorre incessantemente tra le tre Persone, Ciascuna non smette mai di amare l’Altra. Ognuno ama ed è amato. Il pastore con il Suo amore accende i cuori, se qualcuno “prende fuoco” lo si vede proprio da come reagisce e prova a restituire. E tutto diventa diverso.

 

 

Venerdì 8 dicembre 2023   IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse:

«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te»

(Luca 1,28)

 

La grazia di Dio non si vede, non si tocca, è impalpabile come Dio. Occorre che ci venga rivelata, altrimenti potremmo non accorgercene. Maria viene a conoscerla dall’angelo e ne rimarrà stupita: pensava di essere una persona come le altre, certo diversa, ma perché siamo tutti diversi. Della grazia di Dio però se ne vedono i frutti: quelli sì sono concreti, palpabili e visibili, suscitano stupore o contrarietà, ma non passano inosservati, cambiano il mondo. La grazia di Dio che riempiva Maria è anche nostra, è la stessa, brilla in noi nella misura in cui la lasciamo agire senza opporre resistenza. In questo lei ne è un esempio meraviglioso e unico.

 

Sabato 9 dicembre 2023

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò»

31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

(Matteo 21,28-30)

 

Ci pare che fossero un po’ instabili i figli di quest’uomo. Indecisi e volubili, poco determinati. A volte mi sembra che ci assomiglino un po’, visto che le mille voci contrapposte e frastornanti che ogni giorno ci raggiungono da un lato ci arricchiscono, ma dall’altro ci disorientano. Occorre però avere sempre chiaro in mente che non ogni via è buona, che il bene e il male non sono per nulla equivalenti, che lavorare nella vigna del Signore non è come non farlo. E quindi conviene amare, incoraggiare, tenere vicino, prendere spunto da chi migliora il mondo con il servizio umile e nascosto, con la tenacia e la determinazione di chi vuole lasciarsi guidare solo da Dio.

 

 

 

Domenica 10 dicembre 2023    V DI AVVENTO   Il Precursore

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose.

«Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”»

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me 15è avanti a me, perché era prima di me: 27a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

(Giovanni 1,22-23)

 

«Chi sei?». Se lo chiedessero a noi a bruciapelo, cosa risponderemmo? Qual è la definizione più vera e profonda che diamo di noi stessi? Potremmo enunciare i genitori, la famiglia, gli amici, la professione, l’esperienza più bella che abbiamo fatto, la squadra per cui tifiamo… Giovanni Battista ha le idee chiare al riguardo. Ha una vocazione precisa, la vive fino in fondo, a proprio rischio e pericolo: lui è una Parola di Dio precisa che risuona incessantemente per tutti. Si definisce a partire da Dio. Si direbbe che senza la Parola non saprebbe dire neppure chi lui sia, è la Parola a svelare la sua identità a se stesso e al mondo.

 

Lunedì 11 dicembre 2023

33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma

«I contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero»

40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».  42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? 43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. 44Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». 45Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. 46Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

(Matteo 21,35-39)

 

Gesù è ben consapevole di essere stato inviato in un mondo violento, sa che la sua missione rimane sempre esposta al rifiuto, fino al rischio dell’eliminazione fisica. E non ha timore di denunciarlo, apertamente, rileggendo davanti a tutti con una parabola la storia della salvezza che culmina in Lui. Con Lui finisce una storia, ma non la storia: il tempo che Gesù inaugura comprende e salva tutta la storia passata, ma si spalanca adesso verso ogni confine e abbraccia ogni epoca futura. La si può ostacolare in mille modi, ma nulla potrà mai fermare l’Opera di Dio.

 

 

Martedì 12 dicembre 2023   Beata Maria Vergine di Guadalupe

15Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro.

«Gesù domandò loro: “Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?”. Gli risposero: “Di Cesare”. Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”»

22A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.

(Matteo 22,20-21)

 

La moneta porta l’immagine di Cesare, quindi appartiene a Cesare, occorre renderla a lui. E chi porta impressa in sé l’immagine di Dio, se non l’uomo («Facciamo l’uomo a nostra immagine» Genesi 1,26)? Quindi noi apparteniamo al Signore e occorre che la nostra vita lo esprima il più possibile. Ne abbiamo il DNA soprattutto dal giorno del Battesimo, in cui siamo divenuti figli suoi, come Gesù. Vivere da figli è quindi l’ideale a cui tendere, non dimenticando che ogni genitore sogna sempre di avere i figli accanto a sé e ancor più di vedere che tra loro si vogliono bene.

 

 

Mercoledì 13 dicembre 2023   S. Lucia, vergine e martire

23In quello stesso giorno vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogarono: 24«Maestro, Mosè disse: Se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello. 25Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. 26Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27Alla fine, dopo tutti, morì la donna. 28Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta in moglie». 29E Gesù rispose loro: «Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio.

«Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo»

31Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!». 33La folla, udendo ciò, era stupita dal suo insegnamento.

(Matteo 22,30)

 

Gesù è solitamente molto parco nel raccontare qualcosa di preciso sulla vita che verrà. Questa Sua affermazione però allude a qualcosa di nuovo, sembra indicare una relazionalità futura davvero aperta, senza rapporti riservati ed esclusivi, una fraternità universale pienamente vissuta, in cui tutti i legami che si sono costruiti con vero amore ed amicizia sulla terra rimarranno vivissimi e continueranno a crescere e se ne creeranno di nuovi. E chissà come passeremo di Cielo in Cielo, visto che ogni persona splenderà in tutta la sua bellezza di Parola di Dio perfettamente espressa, in un amore reciproco sempre nuovo!

 

 

Giovedì 14 dicembre 2023   S. Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa

1Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

«Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli»

9E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

(Matteo 23,8)

 

È una delle Parole più urgenti da vivere, per rendere belli e felici i rapporti tra noi, eppure è una delle più difficili. È naturale infatti stabilire delle gerarchie, dei ruoli, affidare delle responsabilità, ne abbiamo sempre bisogno per strutturare e ordinare ogni espressione della vita sociale e quindi anche ecclesiale. Ma c’è una priorità per noi: prima la fraternità, poi i ruoli. E i ruoli sono interamente a servizio della fraternità, dell’amore. A volte però ci sono modi di esercitare la responsabilità di governo anche da parte di persone sante che sono sbagliati, che non riescono davvero ad ascoltare, ma schiacciano, voci che non hanno il timbro dell’unico Maestro.

 

Venerdì 15 dicembre 2023

13Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. 15Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. 16Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. 17Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? 18E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. 19Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? 20Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; 21e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. 22E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso. 23Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.

«Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!»

25Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. 26Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!

(Matteo 23,24)

 

Sembra una frase ad effetto, ma quanto è vera! A volte stabiliamo dei criteri di giudizio opinabili, strabici, che non nascono con il Vangelo in mano. Ti senti in grave colpa per non aver fatto il segno della croce l’altra sera prima di dormire e intanto non rivolgi la parola a un tuo parente da trent’anni per questioni di eredità. Non riesci a perdonarti di aver lasciato anni fa il gatto nel bosco e leggi un po’ annoiato delle migliaia di migranti morti nel Mediterraneo in questi anni. Lo Spirito santo ci doni la sua Sapienza e ci insegni ogni giorno a valutare le nostre azioni con gli occhi di Dio.

 

 

Sabato 16 dicembre 2023   Commemorazione dell’annuncio a San Giuseppe

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù»

egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

(Matteo 1,20-21)

 

Giuseppe ha passato notti e giorni pieni di pensieri contrapposti, di ipotesi, di congetture, ore segnate dall’agitazione, dai dubbi, dal non sapere che pesci pigliare. Ma quando finalmente arriva l’angelo tutto cambia. Perché l’unica parola capace di portare pace nel cuore è quella che viene da Dio. Quando la ascoltiamo tutto diventa chiaro, la strada si apre e i dubbi svaniscono. Rimane certamente la fatica di entrare in un progetto che non è nostro, ma proprio perché poco a poco si va svelando, trovi un passo dopo l’altro la conferma della bontà della scelta fatta, del sì detto.

 

 

Domenica 17 dicembre 2023   DELLA INCARNAZIONE o della Divina Maternità della Beata sempre Vergine Maria

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.

«L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”»

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

(Luca 1,30-33)

 

L’angelo si mostra prodigo di indicazioni per Maria sul figlio che da lei nascerà. Ci sembra giusto, vista l’assoluta eccezionalità della richiesta che le rivolge. In quelle parole c’è un progetto immenso, che abbraccia Cielo e terra e comprende la storia presente, passata e futura. Maria scopre di poterne far parte, di avere un ruolo da protagonista, pur se si tratta di una vicenda che la supera da ogni parte. In Maria possiamo in certo modo specchiarci anche noi. Il progetto di Dio vuole passare anche attraverso le nostre vite, continuare a generare Gesù e donarlo al mondo in ogni tempo, attraverso di noi.

 

 

Lunedì 18 dicembre 2023   I Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. 8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. 10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse:

«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore»

non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

(Luca 1,13-15)

 

È bello essere genitori di un figlio che lascia un’orma luminosa nella storia della salvezza. Diventa sorgente di gioia e di speranza per tanti, e molte delle sue opere stupiscono e aprono orizzonti. Vediamo infatti che il mondo può cambiare solo se ci sono persone che indicano con la vita nuove mete, che fanno vedere la presenza operante di Dio negli avvenimenti, che coinvolgono e trascinano verso una vita più coraggiosa e generosa. È Dio a suscitarle, a farle crescere, spesso nel segreto, lontano dai riflettori. Questo avviene in ogni epoca e spesso imprime una svolta inattesa anche alle situazioni più difficili e senza speranza.

 

 

Martedì 19 dicembre 2023   I Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

19L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. 20Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». 21Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. 23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.

«Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini”»

(Luca 1,24-25)

 

Elisabetta è felice perché il suo sogno antico di diventare madre all’improvviso si sta avverando. Ne ringrazia Dio di cuore, si sente liberata dalla vergogna che gravava sulle donne sterili del suo tempo, le sembra troppo bello perché sia vero. Non ha ancora realizzato che è solo agli inizi delle sorprese: non è solo in attesa di un bambino, ma di un bambino speciale, al quale Dio affida una missione straordinaria. Forse anche lei, come Maria, sarà ancora in vita quando il figlio le sarà brutalmente tolto e quindi anche a lei una spada trapasserà l’anima, ma rimarrà nella storia di ogni tempo come la madre del più grande profeta e molte porteranno il suo nome.

 

 

Mercoledì 20 dicembre 2023   I Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.

«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto»

46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore

(Luca 1,45)

 

Elisabetta è entusiasta della fede di Maria, vede in lei quella certezza su Dio e quella convinzione nella verità delle sue parole che suo marito non ha avuto e che forse neppure lei avrebbe saputo testimoniare. Non è indispettita, né gelosa nel vedere che Maria è più avanti di lei, dà invece spazio all’ammirazione sincera del cuore, all’accoglienza sorpresa e felice, alla festa dell’incontro, alla comunicazione immediata del sussulto di Giovanni nel suo grembo che lei subito interpreta come una gioia che si moltiplica. E’ libera Elisabetta, sa gioire dei doni altrui e li sente suoi.

 

 

Giovedì 21 dicembre 2023   I Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

«Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”»

61Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

(Luca 1,59-60)

 

Elisabetta ha ben compreso nei mesi della gravidanza che la nascita di suo figlio non è soltanto un dono per lei, ma rientra in un progetto di Dio molto più grande, che poco a poco si andrà svelando. Nutre perciò un grande rispetto, ha quel timor di Dio che è percezione delle presenza reale ed attiva di Dio nella sua vita. Rimane perciò fedelissima a quello che l’angelo ha detto a suo marito Zaccaria, al nome che lui ha pronunciato, senza temere le reazioni e le critiche di chi le sta accanto, senza preoccuparsi di modificare tradizioni secolari della sua cultura.

 

 

Venerdì 22 dicembre 2023   I Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. 67Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:

«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo»

69e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, 70come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: 71salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. 72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, 73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, 74liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. 78Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, 79per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». 80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

(Luca 1,68)

 

Le prime parole di Zaccaria dopo nove mesi di silenzio sono parole di benedizione. C’è uno stupore lungamente coltivato dentro il suo cuore, nel vedere che Dio ha fatto davvero un’irruzione molto decisa nella sua vita, sconvolgendola e riempiendola di luce. Il suo è stato un morire e un risorgere: bloccato nel mutismo, impedito di pronunciare parole vane, esplode adesso in un cantico di ammirazione e di gioia verso Dio. Si è sentito visitato dall’amore personale di Dio per lui, guarito nella sua incredulità, coinvolto in un compito grandioso, quello di essere padre di un figlio che segnerà la storia della salvezza.

 

 

Sabato 23 dicembre 2023   I Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra»

2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

(Luca 2,1)

 

Censimento, censire: parola che ricorre quattro volte in cinque versetti. La decisione dell’imperatore condiziona e in alcuni casi sconvolge la vita di milioni di persone. Costringe tutti ad adeguarsi, crea un contesto di scombussolamento, di viaggi, di disagi. È facile pensare che sia l’argomento del giorno sulla bocca di tutti, che polarizzi l’attenzione. E mentre tutti parlano d’altro, Dio sta scendendo sulla terra, viene a cambiare la storia, a riempirla di Sé, di amore, di risurrezione, di fraternità. E’ questo il vero evento decisivo, che si consumerà nel segreto di una grotta, lontano dagli sguardi di tutti.

 

 

Domenica 24 dicembre 2023   PRENATALIZIA

«Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo»

2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, 5Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, 8Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. 12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, 13Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

(Matteo 1,1)

Nella genealogia di Gesù vengono nominate cinque donne, cosa stranissima per il mondo ebraico che non considerava il mondo femminile degno di essere preso in considerazione. Oltretutto Tamar ricorre a stratagemmi imbarazzanti, Racab è una prostituta, Rut è straniera e Betsabea (la moglie di Uria) aveva tradito il marito con Davide. Poi c’è Maria che le riscatta tutte. Marco però vuol dirci che Gesù sceglie di vivere accanto a tutti, nessuno può essere allontanato ed emarginato, in primo luogo le donne.

 

 

Lunedì 25 dicembre 2023   NATALE DEL SIGNORE

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

«Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio»

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». 15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

(Luca 2,4-7)

 

Nel leggere di questa nascita travagliata appaiono alla mente i bambini di Gaza nati sotto le bombe o quelli degli africani sui barconi nel tentativo di raggiungere le nostre coste Mentre la politica e i grandi della terra cercano di trovare soluzioni, noi sappiamo che oggi quei bambini sono l’icona più viva di Gesù Bambino e  Lui è sicuramente lì vicino a loro. Quella barca o quell’ospedale senza luce, acqua e medicine sono la grotta di Betlemme dei nostri giorni.

 

 

Martedì 26 dicembre 2023   II giorno dell’Ottava di Natale   S. Stefano, primo martire

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia»

20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.

(Giovanni 15,18-19)

 

Amare tutti è difficile, lo sappiamo bene. Soprattutto è difficile amare chi non ci stima, chi ci rende la vita difficile e a volte ci deride. Ma l’amore è l’unica arma che abbiamo per difenderci nella persecuzione. A lungo andare ne vedremo i frutti, vedremo le situazioni cambiare, perché l’amore scioglie i cuori.

 

 

Mercoledì 27 dicembre 2023   III giorno dell’Ottava di Natale   S. Giovanni, apostolo ed evangelista

«Gesù aggiunse: “Seguimi”. Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce?”. Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: “Signore, che cosa sarà di lui?”. Gesù gli rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”»

23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». 24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

(Giovanni 21,19-22)

 

Il Signore chiede ad ognuno di noi una sequela diversa. L’originalità di Gesù è sconfinata. Se leggiamo le vite dei santi vediamo che le chiamate a seguirlo sono le più diverse: chi fin da bambino si sente amato, chi a causa di una malattia scopre l’Amore del Signore, chi dopo una vita dissoluta o semplicemente atea vede la luce. Per ognuno ci sono tempi diversi, strade da percorrere differenti, ma il metodo è sempre lo stesso: abbandonarsi  alla Sua volontà.

 

 

Giovedì 28 dicembre 2023   IV giorno dell’Ottava di Natale   Ss. Innocenti, martiri

Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». 14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

«Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi»

17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.

(Matteo 2,16)

 

Sembrano racconti di duemila anni fa, ma se guardiamo un telegiornale sono scene vissute ai nostri giorni. Quanti bambini sacrificati da guerre feroci e assurde, o bambini naufraghi e morti tra le onde perché in cerca di un mondo migliore, o abusati da adulti senza scrupoli. I bambini e i giovani sono la realtà più importante che abbiamo, sono il futuro, se li facciamo crescere nell’odio avremo un mondo che si odia, se li facciamo crescere nell’Amore  avremo un futuro di pace. Non basta stare a guardare, occorre incominciare ad amare quelli che incontriamo tutti i giorni, occorre credere in loro e farglielo capire, anche se ci sembrano tanto lontani dai nostri canoni.

 

 

Venerdì 29 dicembre 2023   V giorno dell’Ottava di Natale

«Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino”. Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele»

22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

(Matteo 2,19-21)

 

Nel Vangelo Giuseppe non parla mai, al limite Maria parla anche per lui. Sa ascoltare e sa ubbidire. Ogni volta capisce ciò che il Signore vuole da lui e lo segue senza esitare. Gli sono chieste cose grandi, chiunque avrebbe posto delle domande, delle condizioni. Lui no, ascolta ed esegue, pronto anche a cambiare immediatamente idea se gli viene chiesto. E’ il perfetto discepolo.

 

 

Sabato 30 dicembre 2023   VI giorno dell’Ottava di Natale

«Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”»

(Luca 11,27-28)

 

Maria è beata non solo per essere stata la mamma di Gesù, ma per aver ascoltato e osservato la Parola di Dio. In questo Gesù ce la indica come modello. Una persona consapevole di ciò che il Signore le chiede, sceglie liberamente di dire il suo sì, non solo una volta, ma tutte le volte che è necessario nelle difficoltà della vita. E scegliere di dire “sì” al Signore non è mai facile, perché ti porta su strade sconosciute, non sai cosa succederà domani e non vuoi saperlo, perché ti fidi e sai che potrà essere costoso, ma sempre ti condurrà alla felicità.

 

 

Domenica 31 dicembre 2023   NELL’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

1In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. 6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. 9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

«Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto»

12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

(Giovanni 1,11)

 

La storia si ripete. Quante volte i “suoi” che siamo noi non lo accogliamo? Quante volte cerchiamo scorciatoie, compromessi alla verità del Vangelo? Quante volte non ci proviamo neppure ad amare come Lui ci ama? Abbiamo un nuovo anno davanti, un anno che vediamo già difficile per le situazioni che ci circondano, eppure a noi è chiesto di vivere questa epoca.  Portiamo intorno a noi, in tutta la sofferenza che ci circonda, la gioia del Vangelo vissuto ogni giorno nel Suo Amore. Dimentichiamo i nostri problemi, le nostre sofferenze e carichiamoci di quelli di chi ci sta vicino e si sente solo. A quel punto anche i nostri pesi ci sembreranno più leggieri.

 

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