CONCEZIONI DIVERGENTI DEL PROGETTO EUROPEO
C’è una linea di frattura tra i partiti che si presentano a queste elezioni; da una parte quelli che sostengono il perseguimento di una più stretta integrazione europea e dall’altra quelli convinti che l’integrazione sia già andata troppo oltre e debba essere arginata, se non ridotta o addirittura azzerata per preservare la sovranità degli Stati.
Sebbene non sia perfetta, l’Unione Europea riesce comunque a riunire attorno a un tavolo molti Paesi, che altrimenti potrebbero considerarsi concorrenti tra loro e il progetto di integrazione europea sta portando pace, libertà e prosperità nel nostro continente e continua ancora a promuovere molti degli ideali della comunità e della dignità della persona umana che hanno ispirato i suoi padri fondatori.
La sovranità dello Stato non è un idolo. Pur riconoscendo l’importanza di preservare il patrimonio culturale e spirituale delle nazioni e sottolineando la necessità di uno Stato che sappia tutelare il benessere dei suoi cittadini, l’insegnamento sociale cattolico non esita a trasferire i poteri a entità sovranazionali, quando se ne presenta la necessità, soprattutto quando i Paesi vi si sono liberamente vincolati. Qualsiasi tentativo di indebolire i meccanismi che vincolano insieme gli Stati europei va contro a questa indicazione.
ECOLOGIA E CAMBIAMENTO CLIMATICO
La tutela dell’ambiente e la mitigazione del cambiamento climatico sono due delle questioni più controverse di questa campagna elettorale. Negli ultimi mesi nei discorsi politici si sono fatte strada due narrazioni: chi sfrutta l’ondata di reazioni popolari contro le politiche «verdi» che comportano costi aggiuntivi e una seconda narrazione di chi si oppone alla tutela dell’ambiente e alla capacità di finanziare la transizione verso le energie verdi.
Sebbene ciascuna di queste narrazioni evidenzi questioni reali, il modo in cui esse vengono poste tende a condurre alla stessa conclusione errata: gli obiettivi o gli impegni ecologici devono essere ridimensionati in quanto indesiderati e controproducenti.
Ci si chiede però: l’agricoltura europea potrà effettivamente essere salvata eliminando alcuni vincoli ambientali, o è necessario un ripensamento più globale perché possa resistere ai cambiamenti climatici futuri? La transizione verso l’energia verde è un cambiamento esclusivamente tecnico della nostra produzione di energia, o piuttosto ci dà l’opportunità rivedere quanto produciamo e consumiamo in un’ottica di sostenibilità del pianeta? Quali alternative credibili alle leggi e alle politiche presentano i partiti politici che le denunciano?
MIGRAZIONE
Nello scorso dicembre, le istituzioni europee hanno raggiunto l’accordo su un nuovo patto sulle migrazioni, che tende a un forte inasprimento delle politiche sulle frontiere e sul trasferimento delle responsabilità di protezione a Paesi terzi in cambio di limitati miglioramenti nella solidarietà tra gli Stati europei. Questo patto migratorio è stato giudicato con severità da molti osservatori, tra cui molte Ong cristiane. Occorre prestare attenzione al modo in cui i partiti valutano la migrazione.
Le legittime preoccupazioni degli stati non possono essere utilizzate come giustificazione per ledere la dignità di una persona. La migrazione comporta certamente molti problemi e può esercitare una pressione sociale ed economica sulle benestanti società di destinazione che non può essere ignorata. Tuttavia, i migranti, in quanto persone, non possono essere strumentalizzati come capri espiatori.
ECONOMIA E COESIONE SOCIALE
In questi anni L’Unione Europea ha affrontato la ripresa dalla pandemia e con rapidità ha domato la crisi energetica seguita all’invasione dell’Ucraina, anche con soluzioni precedentemente inimmaginabili. Il mandato dell’Unione europea è quello di promuovere la prosperità tra i suoi membri. Non solo è legittimo, ma è anche necessario che il prossimo Parlamento affronti le questioni economiche, ma è altrettanto necessario che venga garantito un giusto equilibrio tra sviluppo, sostenibilità e diritti sociali e umani. È dunque necessario valutare attentamente quale partito offra il giusto equilibrio sebbene il mandato diretto dell’Europa sulle questioni sociali sia limitato rispetto alle leve ancora in mano alle singole nazioni.
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