Vivi la Parola 2024 12: Dicembre

VIVI LA PAROLA !

Dicembre 2024

 

Domenica 1 dicembre 2024   III DI AVVENTO   Le profezie adempiute

18Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni 19li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 20Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». 21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta:

«Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!»

24Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 25Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. 26Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 27Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. 28Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

(Luca 7,22-23)

 

Quanto preferiremmo un Messia che finalmente mettesse le cose a posto, che scacciasse i potenti che dominano e umiliano, che spazzasse via le guerre, che ripristinasse la giustizia! In un modo o nell’altro, purché lo facesse! Lo aspettava anche Giovanni. Per un Messia così era prontissimo a dare la vita e lo stava facendo. E Gesù chiede anche a lui di convertirsi alla salvezza che viene da Dio. Convertirsi al Dio della misericordia, che salva la storia umana partendo non dai primi ma dagli ultimi, chinandosi sulle piaghe dell’umanità per guarirla, cambiando la storia dal di dentro e non dal di sopra. È una conversione che Gesù chiede anche a noi, al nostro modo di pensare, di sperare e di agire.

 

 

Lunedì 2 dicembre 2024

53Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva:

«Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».

57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

(Matteo 13,54-56)

 

 

Domande a raffica, domande irritate. Proteste, più che domande. Come quando ci si ribella di fronte ad una realtà che non corrisponde alle nostre idee, che ci costringe a cambiare opinione. E continuiamo a difenderci, a prendere le distanze, lottando contro l’evidenza. Anziché arrenderci. Anziché aprire finalmente gli occhi e riconoscere che c’è qualcosa che non conoscevo, che non avevo previsto, che non avevo capito e che è un bene per me, è un regalo, una novità che mi permetterà di scoprire una bellezza e una libertà che non avrei mai immaginato. È questa la conversione.

 

 

Martedì 3 dicembre 2024   S. Francesco Saverio, sacerdote

1In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e

«Gli dissero: “Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!”. Ed egli rispose loro: “E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?”»

4Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 5Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. 7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: 8Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».

(Matteo 15,1-3)

 

La tradizione. Una parola che indica il passaggio di un’esperienza, di un’abitudine, di una conoscenza alle generazioni successive. Sono spesso comportamenti vagliati e ritenuti preziosi che si tramandano perché non vadano perduti, perché si custodisca il bene che si è sperimentato. Ma è il valore che va custodito con cura, non la modalità. Quella può e deve cambiare. Perché ci può essere un modo più fedele di vivere il valore e la vita non può essere fissata e ingabbiata, ma si evolve. Gesù è il bene assoluto e insuperabile. Ma le modalità di vivere l’amore che Lui insegna sono infinite ed eternamente nuove.

 

 

Mercoledì 4 dicembre 2024

10Poi, riunita la folla, disse loro:

«Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!»

12Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». 13Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. 14Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». 15Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».

(Matteo 15,10-11)

 

Ci sono anche oggi teorie salutiste che vengono pubblicizzate come il toccasana per ottenere ogni bene fisico e spirituale e c’è chi si impegna per realizzarle anche a costo di grandi sacrifici, perché, realizzate quelle, l’armonia sarà assicurata. Gesù insegna invece a concentrare l’attenzione su quanto avviene nel cuore. Non esistono pozioni magiche, non ci sono ricette risolutive per vivere bene. E il modo migliore per lottare senza tregua contro il male che ci insidia ogni giorno ed ogni istante e che sporca il mondo è imparare ad amare, sempre, tutti, non stancandosi di fare il primo passo.

 

 

Giovedì 5 dicembre 2024

«I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: “Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?”»

4Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò. 5Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. 6Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». 7Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». 8Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? 9Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? 10E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? 11Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». 12Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.

(Matteo 16,1-3)

 

I segni sono sotto gli occhi di tutti, più chiari e sicuri delle previsioni del tempo, nelle quali i nostri progenitori erano già molto ferrati. Occorre saperli vedere e interpretare. Spesso mi domando se l’aver salutato come una conquista il fatto di poter fare a meno di Dio abbia prodotto un bene così eccellente nella nostra società occidentale. Se le notizie che ci bombardano ogni giorno siano così migliorate, se stiamo davvero meglio di prima, se stiamo diventando più umani. O se il rifiuto del segno per eccellenza che è Gesù non ci stia condannando al suicidio di una cultura e di una civiltà.

 

 

Venerdì 6 dicembre 2024 S. Nicola vescovo

10Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». 11Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa.

«Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro»

13Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

(Matteo 17,12)

 

Gesù sa che le profezie finiscono per essere inutili per chi non si accorge quando si realizzano. Così Elia ritorna in Giovanni Battista, ma gli scribi non se ne accorgono e la profezia viene vanificata. Ma Gesù si accorge soprattutto che, come Giovanni, neppure lui sfuggirà alla violenza che si scatena contro il Regno di Dio che viene. E’ ormai pienamente consapevole di ciò che lo aspetta, ma rimane fedelissimo alla sua missione di rivelare l’Amore del Padre per tutti con la propria vita, non smettendo di fare del bene a chiunque incontri, dimentico di sé.

 

 

Sabato 7 dicembre 2024   ORDINAZIONE DI S. AMBROGIO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA, Patrono della S. Chiesa Ambrosiana e della Città di Milano

Gesù disse ad alcuni dei farisei che erano con lui:

«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore»

12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.  14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.

(Giovanni 10,11)

 

Un pastore esageratamente buono. Pastori così non se ne sono mai visti, né si ritiene che ci si debba mai comportare in questo modo. Un pastore normale ha cura delle sue pecore perché vive di quanto loro gli danno: lana, latte, carne. Sono tutto il suo guadagno. Ma questo buon pastore di cui parla Gesù dalle pecore guadagna ben poco, e in compenso per loro perde tutto, anche la sua vita. Insomma pastori così non ne esistono. Così come, fuor di metafora, nessuno immaginerebbe che Dio si comporti così con noi. A meno che Dio non sia davvero Amore, in un modo che nessuno avrebbe mai immaginato.

 

 

Domenica 8 dicembre 2024   IV DI AVVENTO   L’ingresso del Messia

«Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme»

29Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli 30dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. 31E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». 32Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. 33Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». 34Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». 35Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. 37Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, 38dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

(Luca 19,28)

 

Gesù guida il gruppo dei suoi. È ovvio che sia così, anche perché ha detto sempre a tutti di seguirlo e quindi è sempre Lui a dover tracciare il percorso. Ma Lui sa bene che cosa lo aspetta a Gerusalemme e vederlo come battistrada in questo momento mostra tutta la sua determinazione a non scansare la croce che lo attende, ma a proseguire con tutta la fedeltà e la fiducia, ricacciando indietro la paura che lo insidia. Ci fa bene questa icona, specie quando siamo tentati di fermarci, di cercare scappatoie, di indugiare, di ripensarci quando abbiamo scelto la via giusta, ma la strada comincia a salire e cominciamo ad avere  il fiatone.

 

 

Lunedì 9 dicembre 2024   IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

(Luca 1,)

 

Chissà cosa avrà pensato Gabriele mentre andava da Maria ad annunciarle la realtà più straordinaria della storia dell’umanità. Chissà se gli angeli pensano… Noi pensandoci ci accorgiamo che in quel viaggio tra cielo e terra si compiva qualcosa che riguardava tutti, per tutti i tempi e tutte le latitudini, che in quel messaggio era racchiusa tutta la speranza dell’uomo e del cosmo, che l’amore di Dio stava per rivestirsi di carne umana, che tutto si sarebbe giocato nell’accoglienza incondizionata di una giovane ragazza dal cuore talmente limpido da poter far trasparire Dio.

 

 

Martedì 10 dicembre 2024   Beata Maria Vergine di Loreto

23Gesù allora disse ai suoi discepoli:

«In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli»

24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 25A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». 26Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». 27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. 30Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.

(Matteo 19,23)

 

Potrebbe apparire come un annuncio discriminante, la decisione di un Dio che predilige una categoria svantaggiando le altre. In realtà chiunque può diventare povero, mentre non tutti riescono ad essere ricchi. Quindi la porta è aperta per tutti. Ma perché per un ricco l’accesso al Regno è così difficile? Perché lui è pieno, perché è sazio anche se non soddisfatto, perché non osa cercare una strada nuova che prescinda dal possesso delle cose. Dio cerca spazio in noi, le nostre sconfitte, le nostre meschinità dalle quali cerchiamo di fuggire sono i suoi luoghi preferiti, per offrire vita nuova a tutti coloro che lo accolgono.

 

 

 

Mercoledì 11 dicembre 2024

10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

«Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: “Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri”»

14Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. 15Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, 16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattanti hai tratto per te una lode?». 17Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

(Matteo 21,12-13)

 

Le situazioni corrotte e incancrenite nella loro malizia non possono essere curate con delicatezza. Occorre un intervento drastico, occorre abbattere per ricostruire, demolire per edificare. Chiedono energia, non solo per l’intervento, ma per sostenerne le conseguenze. Occorre sapere bene dove occorre andare, avere obiettivi chiari e precisi, sapendo che gli ostacoli non mancheranno, sono da mettere tutti nel conto prima di cominciare. È un passaggio doloroso, ma la mano dell’agricoltore che pota l’albero fino a renderlo desolato vede già la fioritura abbondante e saporita che sicuramente si realizzerà.

 

 

 

Giovedì 12 dicembre 2024   Beata Vergine Maria di Guadalupe

18La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame. 19Vedendo un albero di fichi lungo la strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: «Mai più in eterno nasca un frutto da te!». E subito il fico seccò. 20Vedendo ciò, i discepoli rimasero stupiti e dissero: «Come mai l’albero di fichi è seccato in un istante?». 21Rispose loro Gesù:

«In verità io vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà»

22E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».

(Matteo 21,21)

 

La fede può spostare le montagne. Spesso infatti le difficoltà si presentano ai nostri occhi come un muro invalicabile, davanti al quale sentiamo la nostra impotenza che ci annichilisce, cosicché le energie più belle si paralizzano. La fede anche in quei frangenti intuisce sempre un oltre, ritiene possibile quello che tutti considerano irrealizzabile, muove il primo passo anche senza intravedere neppure l’ombra dell’esito finale. Per la persona che vive la radicalità della fede non c’è sfida che non si possa raccogliere, anche il mostro invincibile che è la morte viene incatenato e sconfitto.

 

 

 

Venerdì 13 dicembre 2024   S. Lucia, vergine e martire

«Entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: “Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?”»

24Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. 25Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. 26Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». 27Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

(Matteo 21,23)

 

“Chi ti ha dato il permesso?”. È una domanda che poniamo, non senza una certa agitazione, quando le regole non vengono rispettate, quando i diritti sono lesi e si ha la netta sensazione di essere prevaricati. La libertà di Gesù appare irritante per chi non lo accoglie, si vorrebbe che tacesse, che smettesse di insegnare. Ma la Parola di Dio non può essere incatenata, né schiacciata da chi si sente accusato. E’ come una lama che penetra e getta luce in mezzo alle nostre ombre. Se la accogliamo tutto diventa diverso, anche noi veniamo disincrostati nell’intimo per diventare davvero noi stessi.

 

 

Sabato 14 dicembre 2024   S. Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò»

30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

(Matteo 21,28-29)

 

I primi rifiuti, detti magari con una certa insofferenza, possono trasformarsi. Conosco persone che se interpellate per una richiesta dicono subito di no e poi ti accorgi che è solo un espediente per prendere tempo, per digerire una cosa che non desiderano, ma che poi si piegheranno a fare. Il sì spesso è una conquista, non lo possiamo sempre pretendere immediatamente, chiede di essere metabolizzato. Di fatto conta il cuore. Che ha già deciso di assecondare, ma che non riesce ancora a dirlo. E questo può valere anche per le nostre conversioni, che sembra talora non debbano avvenire mai, ma che in realtà, senza che lo sappiamo, sono già state decise.

 

 

Domenica 15 dicembre 2024   V DI AVVENTO   Il Precursore

23Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. 25Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. 26Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. 28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. 29Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena.

«Lui deve crescere; io, invece, diminuire»

31Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. 32Egli attesta ciò che ha visto e udito.

(Giovanni 3,30)

 

È così bello veder qualcuno che lascia spazio. Sarà perché è uno spettacolo così raro nei nostri giorni, in cui se perdi il ruolo che hai occupato fino a quel momento ti sembra di non esistere più. Certo, per lasciare spazio occorre un’educazione del proprio ego, uno sguardo lungimirante sulla vita, un bagaglio di risorse alternative, l’aver scoperto che io valgo molto più di quello che faccio. Ma Giovanni Battista lascia tutto lo spazio a Gesù perché sa che Lui è sconfinatamente più grande e vede chiaramente che potrà realizzare qualcosa che lui non è capace di fare. Insomma, lascia spazio perché è umile, cioè è obiettivo, vede la realtà e la verità.

 

 

Lunedì 16 dicembre 2024   Commemorazione dell’annuncio a Giuseppe

Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.

«Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”»

Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

(Matteo 1,19-20)

 

Giuseppe, nelle sue notti insonni in cui vaglia le varie possibilità e cerca la soluzione più opportuna, è convinto di aver trovato il male minore, il massimo bene possibile in quella situazione aggrovigliata, che offre comunque a Maria una via d’uscita non disonorevole. Chissà se lo avrà sfiorato il pensiero di tenere con sé Maria, con tutte le conseguenze del caso, come l’angelo gli avrebbe poi detto. Immagino gli sarà sembrato troppo. Certi passi infatti non riesci a farli da solo. Ti sembrano troppo grandi, eccessivi, fuori dalla tua portata. Fino a quando non è il Signore a proporteli.

 

 

Martedì 17 dicembre 2024   Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

«Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso»

10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

(Luca 1,8-9)

 

Essere sorteggiato tra tutti i sacerdoti ad offrire l’incenso nel tempio era comunque una soddisfazione, nella vita di un uomo come Zaccaria che faceva fatica a liberarsi dall’onta di non avere figli. A volte hai infatti l’impressione che Dio voglia darti un contentino, dentro un’esistenza che senti sacrificata e insoddisfatta. Ma i doni di Dio non sono piccoli gadget. Dio sbalordisce, offre l’impossibile, accende le speranze che ormai avevi perduto per sempre. Il suo amore ci coglie impreparati, ci obbliga a riscoprirlo, a riconoscere che la disperazione è sempre fuori luogo.

 

 

Mercoledì 18 dicembre 2024   Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

19L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. 20Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».

«Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto»

23Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25«Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

(Luca 1,21-22)

 

Zaccaria è sbalordito. Quanto è avvenuto nel tempio lo ha sconvolto e non riesce neppure a raccontare, a spiegarsi: si agita, muove le braccia, cerca di farsi capire con fatica, magari con qualche mugolio, con esiti deludenti. E’ sotto l’effetto di una forte emozione, la gente si accorge che Dio è entrato in azione. Se qualcuno vive una forte esperienza di Dio non possiamo pretendere che spieghi tutto con ordine e logica. Dio non lascia le cose come prima e ci vuole tempo per elaborare quanto è avvenuto. E non basterà una vita e mille tentativi per riuscire a spiegare in modo esauriente il mistero che ci ha raggiunto.

 

 

 

Giovedì 19 dicembre 2024   Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

«In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda»

40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore».

(Luca 1,39)

 

Immersa nei suoi pensieri tumultuosi che non può confidare a nessuno, Maria va da Elisabetta. Pensa che troverà così qualcuno che la capisce, con cui potrà aprirsi e condividere qualcosa di ciò che le è successo e di ciò che sperimenta, chiunque altro la prenderebbe per matta. Ma troverà molto più di quello che si aspettava. Si accorgerà che Elisabetta sa già tutto senza che lei le abbia detto nulla, riceverà parole di conferma, di ammirazione e di incoraggiamento. E ci saranno per lei altri nuovi segni più grandi di quelli che cercava. Le sorprese di Dio sono appena cominciate.

 

 

Venerdì 20 dicembre 2024   Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

57Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.

«Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”. Le dissero: “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”»

62Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

(Luca 1,59-61)

 

I vicini e i parenti di Elisabetta e Zaccaria, superata l’emozione di questa nascita insperata, vogliono farla rientrare nell’alveo delle tradizioni di famiglia. Ma i genitori hanno capito con chiarezza che questo bambino non è loro, è già tutto di Dio, tant’è che è Dio stesso ad averne già scelto il nome. Vogliono rimanere fedelissimi alle indicazioni dell’angelo per assecondare in tutto il volere di Dio, loro che erano da sempre così ossequienti nei confronti di ogni norma della legge. Vogliono che Dio possa agire in tutta libertà, fidandosi della Sua parola, senza porre mai più il minimo ostacolo.

 

 

Sabato 21 dicembre 2024   Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

63Zaccaria chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. 67Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: 68«Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, 69e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, 70come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: 71salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. 72Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, 73del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, 74liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, 75in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. 76E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, 77per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati.

«Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto»

79per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». 80Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

(Luca 1,78)

 

Il cantico di Zaccaria è pieno di stupore per le opere di Dio. Non ricorda solo i fatti recenti che lo hanno toccato, ma rivisita i grandi interventi di Dio per riportare alla memoria gli eventi che hanno fatto la storia, in cui Lui ha agito sempre nella misericordia verso i suoi. Ed è sicuro che i beni di Dio non sono conclusi. Ci sarà luce per tutti, soprattutto per chi vive nelle tenebre della tristezza e del dolore. Scenderà dal cielo una nuova tenerezza come quella suscitata dal bambino che tiene tra le braccia. La pace di Dio raggiungerà tutti. Perché Lui ha scelto per sempre di visitare le nostre vite per riempirle di speranza.

 

 

Domenica 22 dicembre 2024   DELL’INCARNAZIONE

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse:

«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine»

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

(Luca 1,30-33)

 

Dio irrompe nella vita di Maria e nella storia dell’umanità. Lo fa senza chiedere il permesso. Lo fa partendo da un’adolescente di un oscuro villaggio di Galilea. Lo fa per noi uomini e per la nostra salvezza. Lo fa con decisione e senza mai più tirarsi indietro, costi quel che costi, fosse anche la vita del suo unico Figlio. Lo fa riempiendo la bocca dell’angelo di promesse grandiose che si realizzeranno tutte, ma in un modo che nessuno avrebbe immaginato. Lo fa perché l’Amore non rimane mai a guardare, ma le inventa tutte per regalare il meglio.

 

 

Lunedì 23 dicembre 2024   Feria prenatalizia «dell’Accolto» (de Exceptato)

«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra»

2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

(Luca 2,1)

 

Per quanto accurato possa essere stato, questo censimento non include la persona più importante. Gesù infatti è troppo piccolo per essere inserito nell’elenco. Anche in questo dettaglio colui che viene ignorato e scartato è in realtà il Salvatore di tutti. Cesare Augusto sarà stato soddisfatto di sapere quanta gente viveva sotto il suo potere, senza sospettare che un bambino appena nato era già il re dell’universo e aveva quindi potere anche su di lui. Ciò che è piccolo e trascurato racchiude un valore ben maggiore di ciò che brilla, è dalle periferie del mondo che arriva la salvezza.

 

 

 

Martedì 24 dicembre 2024

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:

«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa»

Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

(Matteo 1,20)

 

Nella Bibbia  spesso viene rivolto viene rivolto l’invito a non temere. Il rapporto con il Signore deve essere di  fiducia, di confidenza, deve dare gioia, mai paura. La buona notizia di Gesù  agli uomini è che Dio è un Padre, ci ama uno per uno e un Padre si rispetta, ma non si teme. Come Giuseppe prepariamoci a ricevere in dono questo Bambino che sarà in grado di dare senso alla nostra vita. Accogliamo con stupore un dono tanto grande.

 

MERCOLEDÌ 25 DICEMBRE 2024   NATALE DEL SIGNORE

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

«Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta»

6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. 8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

(Luca 2,4-5)

 

Cercare Gesù e seguirlo implica sempre una strada in salita! Niente è facile, anzi a volte  rischiamo  di scoraggiarci vedendo la complessità del cammino e la nostra inadeguatezza. È allora il momento di lasciarsi andare, nulla è nelle nostre mani, solo Lui sa dove ci sta conducendo. Occorre affidarsi ed abbandonarsi tra le Sue braccia come un bambino che si sente sicuro solo tra le braccia dei genitori.

 

 

Giovedì 26 dicembre 2024   II giorno dell’Ottava di Natale   S. STEFANO

18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”.

«Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra»

21Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.

(Giovanni 15,20)

 

Il Signore ci ha scelto, siamo solo strumenti nelle Sue mani. Più assomigliamo a Lui e più riceveremo lo stesso trattamento: chi Lo ama ci amerà,  chi Lo rifiuta ci rifiuterà. Questo ci lascia una grande serenità, non riusciremo a piacere a tutti, nonostante i nostri sforzi,  noi però cercheremo di amare tutti, perché Gesù ama così.

 

 

Venerdì 27 dicembre 2024   III giorno dell’Ottava di Natale   S. GIOVANNI APOSTOLO ED EVANGELISTA

Gesù aggiunse a Pietro: «Seguimi». 20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?».

«Gesù rispose a Pietro: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi”»

23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». 24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

(Giovanni 21,22)

 

La chiamata di Gesù è diversa per ciascun uomo così come la risposta. L’importante è mettersi in ascolto e capire che cosa il Signore voglia da noi e poi incominciare a seguire come possiamo, senza preoccuparci di altro. Quando riusciremo a lasciarci condurre senza mettere ostacoli in mezzo, avremo delle sorprese incredibili,  faremo cose che neppure avremmo immaginato e spesso senza neppure accorgerci di farle.

 

 

Sabato 28 dicembre 2024   IV giorno dell’Ottava di Natale   SS. INNOCENTI

Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». 14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

«Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi»

17Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: 18Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.

(Matteo 2,16)

 

Il pianto di questi bambini urla da duemila anni chiedendo ragione del dolore innocente. Ai nostri giorni quanti bambini nei paesi in guerra, in quelli di grande povertà, sia materiale che morale, soffrono e muoiono ingiustamente! In ognuno di loro vediamo le sofferenze di Gesù, spesso ci sentiamo impotenti, ma mai indifferenti. Cerchiamo di non abituarci a tanta sofferenza, di non chiudere gli occhi  per non vedere e, quando possiamo, lottiamo perché qualcosa cambi.

 

 

Domenica 29 dicembre 2024   NELL’OTTAVA DEL NATALE DEL SIGNORE

1In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.

«Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce»

9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. 12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

(Giovanni 1,6-8)

 

Giovanni Battista ci insegna il compito del discepolo: dare testimonianza alla Luce. Per dare testimonianza occorre portare un pochino di quella Luce, certo sarà fioca come una candela rispetto a quella abbagliante del sole. Se però tante fiammelle si uniscono nella notte, riescono a rompere l’oscurità, a rendere possibile il cammino e a far venir nostalgia della luce del Sole.

 

 

Lunedì 30 dicembre 2024   VI giorno dell’Ottava di Natale

«Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”»

(Luca 11,27-28)

 

In un primo momento sembra che Gesù contraddica la donna ma, a ben guardare, il suo è un rafforzare il concetto. Maria infatti insegna a tutti noi come si ascolta la Parola di Dio  e come la si osserva. Tutta la sua vita è fatta di ascolto e di sequela. Questo ci è chiesto: metterci in ascolto e camminare senza paure né tentennamenti. Noi poi, a differenza di Maria, avremo delle cadute, ma l’importante è rialzarsi, lasciarsi aiutare e ricominciare.

 

 

Martedì 31 dicembre 2024  VII giorno dell’Ottava di Natale

«Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui»

34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

(Luca 2,33)

 

Maria e Giuseppe sono agli inizi della sequela. In cuor loro pensano forse di aver fatto passi avanti, ma la strada è  ancora lunga. Per seguire Gesù occorre non fermarsi mai: quando ci sembra di essere arrivati scopriamo poi di essere solo all’inizio. Ogni giorno che ci è dato porta in sé una richiesta, a noi il non adagiarci, ma continuare a stupirci e ringraziare per ciò che ci viene chiesto.

 

 

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