Vivi la Parola 2025 01: Gennaio

VIVI LA PAROLA !

Gennaio 2025

 

Mercoledì 1 gennaio 2025   OTTAVA DEL NATALE

NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE

«Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore»

20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

(Luca 2,18-19)

 

Tanto stupore in chi ascolta la narrazione dei pastori. Una meraviglia che può risolversi in un’emozione passeggera, che si assomma a quelle cose che è bello poter raccontare per catturare l’interesse dell’interlocutore, ma che si esaurisce appena arrivano altre notizie. Maria non cede a questo atteggiamento superficiale. Custodisce i dettagli, memorizzandoli con attenzione, raccogliendo con cura tutto ciò che vede e sente. Sa che Dio le sta parlando attraverso gli eventi e non pretende di capire tutto subito, ma medita, si mette in ascolto, per acclimatarsi giorno dopo giorno allo stile di Dio. Un’icona preziosa all’inizio di un nuovo anno.

 

Giovedì 2 gennaio 2025   ss. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno,

vescovi e dottori della Chiesa

«Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace”»

secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

(Luca 2,28-29)

 

“Vedrai” gli aveva assicurato lo Spirito santo. “Lo incontrerai. Lo riconoscerai”. Una promessa che riempiva la sua vita. Simeone non desiderava altro, era diventato lo scopo di un’esistenza.  A volte anche noi abbiamo sogni, desideri, attese e ci accorgiamo di quanto sia bello poterli realizzare. Non sempre però sono capaci di appagarci. A Simeone basta prendere in braccio il Bambino per un attimo. È più che sufficiente. Non vedrà realizzazioni concrete. Nella sua esperienza di vita sa che sarà difficile, per Lui e per sua madre. È sempre così con le cose di Dio, per tutti. Non ci sono eccezioni. Ma quell’appagamento che Lui dà non ha parole che lo possano esprimere.

 

 

 

Venerdì 3 gennaio 2025

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

«Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme»

(Luca 2,38)

 

Una scena singolare. Nella ressa e nella confusione del tempio, dove tanti offrono, vendono, pregano, comprano e tutti sono indaffarati nel loro lavoro, questi due vecchietti sono rapiti dalla gioia e dall’emozione, lodano Dio, profetizzano, parlano a tutti, danno voce al loro entusiasmo. E il tempio diventa davvero tempio, luogo di Dio, di preghiera e di lode, perché Dio lo incontri davvero, in quel bambino. Trent’anni dopo Gesù entrerà in quel luogo, rimarrà troppo amareggiato dalla desolazione che troverà, lo purificherà con furore profetico. Forse, se avesse visto altre Anna o altri Simeone si sarebbe commosso.

 

 

Sabato 4 gennaio 2025

23Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

(Luca 3,)

 

Ci sono persone che si industriano in ogni modo per scoprire le loro origini. Fanno viaggi, indagano con impegno, raccolgono notizie, cercano di risalire indietro il più possibile, compongono con cura l’albero genealogico, lo appendono in casa, lo guardano spesso e lo raccontano a parenti e amici. Le radici! È un modo per capire meglio chi siamo, perché siamo così, la vita dei nostri antenati ci riguarda, parla anche un po’ di noi. Forse tutto questo ci riconcilia un po’ con questa pagina così strana, piena di nomi a noi sconosciuti. Ma decisivi sono il primo nome e l’ultimo: riempiono di luce e di senso tutti gli altri.

 

Domenica 5 gennaio 2025   DOPO L’OTTAVA DEL NATALE

14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. 16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.

«Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me»

per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19a proclamare l’anno di grazia del Signore. 20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».  22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».

(Luca 4,17-18)

 

Aprendo la Scrittura Gesù trova la Parola che lo riguarda, che rivela la sua vocazione, il modo con cui farà conoscere il Padre all’umanità, attraverso la sua persona, le sue scelte, le sue opere e parole. Del resto Lui stesso è quella Parola e la sua vita sarà tutta un’esegesi, una spiegazione comprensibile di ciò che dirà e che la Scrittura contiene. Similmente la Parola rivela anche noi a noi stessi: ci dice chi siamo, dove e come il Padre ci vuole, alla luce di come lo Spirito santo fa risuonare quella Parola dentro di noi. Per questo non possiamo mai smettere di ascoltarla: solo così comprendiamo chi davvero siamo.

 

 

LUNEDÌ 6 GENNAIO 2025   EPIFANIA DEL SIGNORE

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono.

«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino»

10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

(Matteo 2,9)

 

Possono sembrare degli avventurieri questi Magi misteriosi, persone che si mettono in cammino, in ricerca, abbandonando le loro sicurezze, esponendosi alle incognite anche pericolose di un viaggio in terre straniere. Ma non sono dei vagabondi, che girano qua e là senza meta: una luce li guida, una stella che indica la strada. È il loro tesoro, la loro certezza, pongono in essa la loro fiducia. Quando viene meno il suo splendore, chiedono, si informano. Non solo gli eventi, ma anche (e molto) i fratelli e le sorelle sono per noi stelle. Ci indicano il cammino, raccontandoci il Vangelo con la loro vita, ci mostrano la strada.

 

 

Martedì 7 gennaio 2025

34Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito»

37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». 41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.

(Luca 12,35-36)

 

Il Signore ci chiede di attenderlo. Non solo di ascoltarlo, di amarlo, di servirlo, di farlo conoscere: anche di aspettarlo. Un atteggiamento non facile da coltivare, specie quando la vita è piena di appuntamenti e responsabilità e le energie sono molto indirizzate nel riuscire ad essere all’altezza della situazione. Un‘attesa che non sia una fuga, quasi un sollievo dal vortice della vita, ma che sia il desiderio di un incontro. La voglia di vederlo faccia a faccia, con la curiosità di trovare risposta a tante domande, certo, ma soprattutto il desiderio di vedere quel Gesù che, pur tra mille insuccessi, abbiamo sempre cercato di amare.

 

 

Mercoledì 8 gennaio 2025

1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade

«Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”»

10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,8-9)

 

Qualcuno protesta che queste vergini sagge sono un po’ antipatiche, un po’ prime della classe e non si preoccupano di lasciare nei guai le loro amiche. Ma ragionando così usciamo dalla parabola. Qui infatti non si tratta di condividere quello che si ha, ma di essere o no pronti all’appuntamento. E’ domandarsi seriamente se siamo preparati o no ad incontrare il Signore, se stiamo accumulando tesori per il Regno o solo per quaggiù, se l’olio dell’amore insaporisce o no la nostra vita, se la volontà di Dio è davvero la priorità del nostro vivere.

 

 

Giovedì 9 gennaio 2025

28Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”.

«Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo»

Ora questa mia gioia è piena.

(Giovanni 3,29)

 

Giovanni cerca accuratamente il suo posto nel progetto di Dio. Gli è chiaro sin dall’inizio che non è lui il Messia e sembra avere il terrore che qualcuno possa sbagliarsi al riguardo. Sa che il rischio di fraintendimento c’è e se ne difende in tutti i modi. Ma per definirsi non basta dire ciò che non si è. Occorre rivelare la propria profonda identità. E Giovanni si accorge che essere l’amico dello sposo è proprio il suo vestito. L’amico è assolutamente limpido nel rapporto con la sposa, non tradirà la fiducia dello sposo neppure con il pensiero, la sposa è tutta sua. A lui sta a cuore solo lo sposo, si entusiasma al solo sentire la sua voce.

 

 

Venerdì 10 gennaio 2025

1Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: 2«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.

«Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”»

10Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 11Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

(Matteo 22,8-9)

 

Il re non si lascia avvilire dall’insuccesso del suo primo invito. Certo, il rifiuto degli invitati è umiliante e fa male, lascia una ferita aperta. Ma intanto è pronto un “piano B”. Se prima l’invito era personalizzato e circoscritto, adesso è diventato universale, non esclude nessuno. Non ci sono selezioni o concorsi: sono tutti eletti, tutti desiderati, tutti attesi. Qualcuno potrà non sentirsi degno e ne avrà ben ragione: chi ha titoli per meritare un simile invito? Ma questo non è per nulla un problema, ogni inadeguatezza va spazzata via. C’è proprio posto per tutti nel cuore di Dio.

 

 

Sabato 11 gennaio 2025

«Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio»

e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

(Matteo 5,31-32)

 

Sembra così logico e ovvio anche oggi che un rapporto d’amore che non funziona più vada interrotto e ci si industria per rendere sempre più rapidi i tempi del divorzio, per renderlo più facile, sempre accessibile e realizzabile in fretta. Sembra non si voglia lasciare il tempo di pensare: «Che cosa ne sarà di lei, di lui? Ce la farà a superare il trauma? Come organizzerà la sua vita? Non la/lo sto condannando alla solitudine e all’amarezza? E quindi: se anche decido di andarmene, cosa posso fare per lei/lui? In fondo quel giorno le/gli avevo fatto delle promesse e su queste lei/lui ha costruito la sua vita… non posso e non voglio tirarmi indietro».

 

 

Domenica 12 gennaio 2025   BATTESIMO DEL SIGNORE

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera,

«Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”»

(Luca 3,21-22)

 

Giovanni ha annunciato e promesso, ha preparato un popolo, ha creato l‘attesa. Ora viene la conferma. Ma scende dall’Alto, dal Cielo. È il Padre che interviene e indica il Figlio. Perché «tutti saranno ammaestrati da Dio» (Giovanni 6,44) e non c’è persona che giunga alla fede in Gesù e diventi suo discepolo e che realizzi tutto questo con le sole forze della propria comprensione e della propria libertà. All’origine di ogni fede cristiana c’è il Padre che parla e persuade interiormente. La fede è prima di tutto dono, illuminazione. Per questo non ci potremo mai vantare di credere, ma ne saremo anzitutto grati.

 

 

Lunedì 13 gennaio 2025

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.

«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

(Marco 1,3)

 

La citazione di Isaia con la quale esordisce il Vangelo di Marco contiene due imperativi impellenti: “preparate”, “raddrizzate”. È comportamento tipico di fronte ad un evento imminente, che chiede subito di farsi un check-up dell’anima e di ordinare la propria vita, per guarire comportamenti sbagliati e predisporsi a vivere bene questa importantissima novità. E’ una scossa benefica, che risveglia dal torpore e chiede di riprendere in mano la propria esistenza. Il fatto è che “raddrizzare” è ben possibile per un periodo, ma poi sappiamo che poco a poco le abitudini riprendono il sopravvento. Occorre fare la propria parte, attendendo una grazia speciale dall’Alto.

 

 

Martedì 14 gennaio 2025

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo»

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

(Marco 1,15)

 

La predicazione di Giovanni ha realizzato il suo obiettivo. L’atteso è qui, il momento è ora, ma nulla è automatico. Il Regno di Dio può essere vicinissimo, quanto lo è Dio che in questo istante mi sta parlando, ma può non succedere nulla. La conversione cristiana non è prima di tutto un cambio di vita, un raddrizzare la strada: è anzitutto credere in quell’uomo che hai di fronte, è un ascoltare che diventa un fidarsi, pronti a lasciare altre cose, anche tutto, per Lui. E’ afferrare il tesoro che hai lì a portata di mano, è il non lasciarti sfuggire la grande occasione che dà anche un orientamento nuovo a tutta la tua vita.

 

 

 

Mercoledì 15 gennaio 2025

21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda:

«Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!»

28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

(Marco 1,27)

 

«Un insegnamento nuovo». Non abbiamo molti elementi che ci aiutano a comprendere in cosa consistesse esattamente questa novità. Possiamo intuirlo alla luce di tutta la predicazione che nelle pagine successive Marco ci riporta. Chiarezza dell’annuncio, andare all’essenziale delle cose senza disperdersi in mille rivoli e regolette minuziose, messaggio in parabole che coinvolge e interroga, ma soprattutto chiamata personale che tocca tutti, guarigione del cuore, liberazione dal male, un’autorevolezza che si impone non solo nello stile, ma per l’evidenza della verità che contiene e una misericordia instancabile e sconfinata.

 

 

Giovedì 16 gennaio 2025

35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce.

«Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”»

39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

(Marco 1,37-38)

 

Un moto continuo, inarrestabile quello di Gesù, che la narrazione di Marco ci consegna. La Parola ha cominciato la sua corsa e si arresterà solo all’ultimo respiro sulla croce, per proseguire poi in ogni tempo nell’annuncio dell’esperienza del Risorto. Questo desiderio di arrivare dappertutto non va confuso con l’attivismo o con la smania di occupare spazi, sottomettendo tutti allo stesso credo. È invece la passione per la libertà e la vera realizzazione di ogni uomo, che conosce la felicità solo quando si lascia raggiungere dalla luce di Dio e ne segue la scia.

 

 

Venerdì 17 gennaio 2025   S. Antonio, abate

13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 15Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 17Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». 23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».

«E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato”»

(Marco 2,27-28)

 

A volte anche noi, nel giudicare gli altri, siamo legati a leggi giuste, ma che l’amore può superare. Quando riusciamo ad essere liberi da pregiudizi, piano piano capiamo il senso di ciò che prima facevamo solo per dovere. La stessa libertà di cuore dobbiamo averla nel guardare gli altri, per aiutarli a capire la bellezza e la gioia del seguire ciò che Gesù ci chiede e non sentire la fatica di ubbidire a precetti poco comprensibili.

 

 

Sabato 18 gennaio 2025   CATTEDRA DI S. PIETRO APOSTOLO

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

«E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa»

19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

(Matteo 16,18)

 

Ogni tanto fa bene risentire questa promessa di Gesù. Quando i giornali ci dicono che le vocazioni continuano a diminuire così come i cristiani praticanti, che calano i matrimoni e persino i funerali in chiesa, un moto di sconforto è più che comprensibile. Ma Gesù ci ripete di non arrenderci, le forze del male non avranno l’ultima parola. Questo è il tempo in cui ci è chiesto di vivere, non un altro; è inutile perciò guardare al passato con nostalgia. Dobbiamo lavorare per il futuro, per quel futuro che magari non ci sarà chiesto di vivere, ma che porterà con sé qualcuno dei semi gettati da noi

 

 

Domenica 19 gennaio 2025   II DOPO L’EPIFANIA

1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora».

«Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono»

9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».  11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

(Giovanni 2,5-8)

 

Ecco ciò che Maria suggerisce a noi: fare qualunque cosa Gesù ci chieda, senza discutere. A volte non capiremo il motivo di ciò che ci viene chiesto, ci sentiremo  magari inadatti, ma non importa, un giorno tutto ci sarà chiaro. I servi si limitano ad ubbidire alle strane richieste di Gesù e loro malgrado si trovano ad essere collaboratori del primo miracolo. Senza il loro servizio, il miracolo non sarebbe stato possibile. Quando ci sentiamo stanchi, in alcuni momenti sfiniti, e non capiamo il senso di ciò che ci troviamo a fare sulla Sua parola, affidiamoci a Maria che ha imparato da subito a dire: “Sia fatta la Tua volontà”.

 

 

Lunedì 20 gennaio 2025   S. Sebastiano, martire

7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10Infatti

«Aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo»

11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

(Marco 3,10)

 

Il gesto di toccare si ripete spesso nel Vangelo, soprattutto durante i miracoli. La suocera di Pietro viene presa per mano, al cieco Gesù spalma il fango intriso della sua saliva, l’emorroissa si limita a toccare un lembo del mantello… Sembra ci voglia un contatto fisico per comunicare la vita. Infatti ogni volta che veniamo “toccati” dalla Grazia veniamo rigenerati, siamo persone nuove pronte a giocarci per far spazio a Gesù sulla barca della nostra vita.

 

 

Martedì 21 gennaio 2025   S. Agnese, martire

22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi;

«Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi»

26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

(Marco 3,25)

 

Noi tutti insieme, come popolo di Dio, siamo quella casa. Se non riusciamo a stare uniti il male ci vincerà. Solo la comunione ci può portare alla salvezza, anche se spesso le realtà che viviamo non sono confortanti. Prima di ogni altra cosa ci è chiesto di creare relazioni, perché solo così è possibile testimoniare e portare speranza.

 

 

Mercoledì 22 gennaio 2025

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!

«Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre»

(Marco 3,35)

 

Il segreto per essere vicini a Gesù è fare la volontà del Padre. Sembra semplice, ma non lo è perché bisogna saperla interpretare. A volte non ci riusciamo e allora occorre farsi aiutare, altre volte la intravvediamo, ma è troppo scomoda e la rifiutiamo. Occorre abituarsi piano piano ad un abbandono totale su cui continuamente vigilare, perché è facilissimo allontanarsi da esso e cercare di contare sulle nostre forze.

 

 

Giovedì 23 gennaio 2025

1Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto.

«Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno»

9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». 10Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». 13E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. 16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. 18Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. 20Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

(Marco 4,8)

 

Anche il terreno buono dà frutti diversi. Per un chicco c’è chi produce di più e chi meno, ma il Vangelo non dice perché.  A volte rischiamo di scoraggiarci quando vediamo che alcuni semi,  attorno ai quali abbiamo lavorato tanto,  tardano a crescere. I tempi del Signore non sono i nostri, a noi è solo chiesto di preparare il terreno, a volte saranno altri a raccogliere. Ci sono santi che hanno aspettato una vita intera qualcuno che li seguisse, rimanendo sempre soli e dopo la loro morte c’è stato un crescendo di persone attratte dal loro insegnamento.

 

 

Venerdì 24 gennaio 2025   S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa

Diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici loro:

«Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?»

22Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

(Marco 4,21)

 

«Lampada per i miei passi è la Tua parola» (Salmo 118,105). Questa Parola che ci illumina non è mai nascosta, ma a volte non la vediamo, il rischio è rimanerne accecati. Allora ci viene presentata da altri per introdurci piano piano a gustare tanta bellezza. Ma soprattutto ci è chiesto di essere noi per altri quella Luce: è una responsabilità grossa, ma nello stesso tempo affascinante.

 

 

Sabato 25 gennaio 2025   CONVERSIONE DI S. PAOLO

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro:

«In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele»

29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

(Matteo 19,28)

 

«Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Non sapete che giudicheremo gli angeli?» (1Corinti 6,2.3). San Paolo farà eco alle parole di Gesù di oggi, per ricordare che quelle semplici persone, spesso per nulla istruite, per il fatto di essere state alla scuola di Gesù erano colmati di quella sapienza che veniva da Dio. Perché il criterio insuperabile del discernimento per ogni tempo è il Vangelo e ce ne accorgiamo ogni volta che con libertà di cuore ci mettiamo in ascolto chiedendo allo Spirito santo di capire e imparare.

 

 

Domenica 26 gennaio 2025   SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma,

«Quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, Giuseppe ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret»

perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

(Matteo 2,22-23)

 

Nel nucleo familiare di Gesù, Maria e Giuseppe la bussola è sempre orientata verso il Padre, nell’ascolto della sua volontà. Giuseppe, da responsabile della famiglia, osserva, riflette, si forma le sue opinioni, ma da ultimo conta quello Dio gli dice, che, come in questo caso e sicuramente in tanti altri, coincide con quello che lui stesso aveva intuito. La sapienza consiste nel rimanere sempre liberi, anche dalle nostre convinzioni più radicate, per essere sicuri che cerchiamo comunque Dio e non noi stessi, per edificare davvero con Lui un pezzetto del Suo Regno.

 

 

Lunedì 27 gennaio 2025

24Diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Fate attenzione a quello che ascoltate.

«Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più»

25Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

(Marco 4,24)

 

Conviene davvero essere misericordiosi. Con il passare del tempo ci diventa sempre più chiaro e lampante che possiamo solo contare sul perdono di Dio, non certo sui nostri meriti. Ed è anche consolante esportare in direzione dei fratelli quella misericordia che sperimentiamo così benefica, rigenerante e sorprendente che guarisce noi. Questo significa dare fiducia a chi sa di non meritarla, vedere quello che spesso gli altri non vedono in se stessi, avere sempre lo sguardo ricco di quella benevolenza che «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Corinti 13,7).

 

 

Martedì 28 gennaio 2025   S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa

26Diceva:

«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura»

30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». 33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

(Marco 4,26-29)

 

Ascoltando anche solo questa paraboletta possiamo immaginare quale abisso ci fosse tra la predicazione di Gesù e l’insegnamento degli scribi, che ripetevano in modo perentorio e minaccioso una grande quantità di regole. Non possiamo fare loro una colpa: l’uomo arriva dove può, Dio invece sbaraglia i limiti e spalanca orizzonti sconfinati. Gesù vedeva il dinamismo della salvezza che era già all’opera nella natura e ne illustrava l’evidenza, la semplicità e la misteriosità, accendendo nel cuore la speranza. Solo chi parla accendendo speranza viene da Dio.

 

 

Mercoledì 29 gennaio 2025

35In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». 36E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.

«Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva»

Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 39Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 41E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

(Marco 4,37-38)

 

D’accordo che era stanco morto, ma com’è possibile che con una tempesta simile, inondato anche lui dall’acqua, Gesù potesse continuare a dormire beato, incurante di tutto? E’ vero che siamo in tanti sulla terra, ma com’è possibile che di fronte a tante efferatezze di cui abbiamo notizia tutti i giorni Dio sembra abbia altro da fare e non ascolti la nostra preghiera? Solo la fede nel Suo amore può sorreggerci di fronte alle paure e agli orrori, che Lui stesso ha attraversato fino a sentirsi abbandonato sulla croce, traghettando per sempre tutto e tutti con una speranza che non muore mai, verso la risurrezione.

 

 

Giovedì 30 gennaio 2025

1Giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. 2Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. 3Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, 4perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. 5Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi 7e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». 8Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». 9E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». 10E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. 11C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. 12E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». 13Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. 14I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto.

«Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio»

18Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. 19Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». 20Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

(Marco 5,15-17)

 

In questo miracolo di liberazione dai demoni che Marco descrive con un’ampiezza straordinaria, la gente comune rimane perplessa e preoccupata.  Quell’uomo, che era per tutti il matto pericoloso del villaggio, è trasformato, nella pace, ma tutta la mandria è finita  in fondo al lago. Per loro una persona così, con tutti i problemi che aveva creato, non valeva certo duemila maiali. Avrebbero preferito che qualcuno lo eliminasse e loro potessero continuare la loro vita finalmente tranquilli con i loro animali. Ma Gesù anche per una sola delle sue pecorelle è pronto a far follie.

 

 

Venerdì 31 gennaio 2025   S. Giovanni Bosco, sacerdote

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. 35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».

«Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, soltanto abbi fede!”»

37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

(Marco 5,36)

 

La fede è proprio un cammino. Accanto a Gesù si attraversano prove, si sfida la propria incredulità, si affronta anche quella altrui che può anche assumere i connotati della beffa, si prosegue sempre per la strada che Gesù non smette di tracciare, continuando anche quando si capisce poco e le obiezioni degli altri appaiono così sensate, fino ad entrare nella stanza della risurrezione. Senza di Lui non muoveremmo neppure un passo, anche perché non sapremmo dove andare. Con Lui tutto diventa possibile e alla fine chiaro.

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