Vivi la Parola 2025 02: Febbraio

VIVI LA PAROLA !

Febbraio 2025

 

 

Sabato 1 febbraio 2025   Beato Andrea Carlo Ferrari, vescovo

«Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro»

18«Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte 19e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».

(Matteo 20,17)

 

Il Vangelo ci presenta Gesù che discerne con cura a chi vuole rivolgersi e cosa vuole trasmettere a quelle persone. Non dice sempre tutto a tutti. In questa occasione deve comunicare la sua Pasqua e questo è un messaggio riservato ai Dodici. Non lo capiranno, non riusciranno ad assimilarlo, ma poi un giorno lo ricorderanno. Noi vorremmo che le nostre parole che indirizziamo con cura a qualcuno portino subito il frutto che ci attendiamo. Gesù sa con certezza che il frutto germoglierà. A suo tempo.

 

Domenica 2 febbraio 2025   PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. 25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.

«Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui»

(Luca 2,40)

 

Un rapido sommario per raccontare lo sviluppo dell’uomo Gesù. Una crescita fisica simile a quella di chiunque altro, l’irrobustimento tipico di ogni corpo sano. Ma eccelle in ciò che non si vede: l’interiorità. Un dono speciale lo investe e lo accompagna, frutto dell’unità con il Padre nello Spirito, tutto immerso in quel progetto di salvezza e di fraternità universale, che matura dentro di Lui e che attraverso di Lui raggiungerà tutta l’umanità, di cui anche ciascuno di noi ne è perennemente beneficato.

 

 

Lunedì 3 febbraio 2025   S. Biagio, vescovo e martire

Molta folla seguiva Gesù e gli si stringeva intorno. 25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti:

«Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata»

29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. 30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

(Marco 5,28)

 

Il contatto che questa donna cerca con Gesù non è intellettuale o telepatico. Ha bisogno di toccare, anche solo di sfiorare, neppure il corpo, anche solo la veste. È l’incontro con l’umanità di Gesù, di un Dio incarnato, uomo tra gli uomini. E sappiamo quanto siano preziosi al riguardo i sacramenti, che avvengono in una relazione fatta di mani che toccano, che immergono, danno pane, vino, olio facendoci così entrare in contatto con la realtà di Dio. Ma anche il contatto con ogni fratello, specie se bisognoso ci fa incontrare Dio.

 

Martedì 4 febbraio 2025

1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

«Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”»

5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

(Marco 6,3-4)

 

Ciò che per altri ascoltatori della Galilea era motivo di conversione e di sequela, per i concittadini di Nazaret è invece blocco, ostacolo insormontabile. Perché è molto difficile liberarci dai nostri pregiudizi. Ed è anche vero che chi cerca veramente Dio sa di doversi superare, deve andare sempre oltre, perché Dio è sempre nuovo. I nostri schemi ci rassicurano, ma ci ingabbiano. Ci rendono rigidi, incapaci di un ascolto libero e vero. Essere aperti alla novità di Dio ci rende invece capaci di stupore, di apprezzare la Sua ricchezza e di riempirci della sua gioia.

 

 

Mercoledì 5 febbraio 2025   S. Agata, martire

«Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato»

31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

(Marco 6,30)

 

Non c’è solo l’attivismo, il fare, nella vita di Gesù. C’è anche lo spazio tranquillo dell’ascoltare, del sentirsi raccontare, dell’accogliere la gioia del discepolo, la narrazione delle luci che hanno riempito il suo cuore, il suo essersi sentito canale della grazia di Dio, che ha risvegliato le energie migliori di chi lo ascoltava. In un tempo come il nostro, in cui il tempo non basta mai per rincorrere gli impegni che ci urgono, e in cui nei momenti liberi ci si tuffa nel proprio cellulare, questo quadretto evangelico ci fa respirare una dimensione profondamente umana, che ci è necessaria.

 

 

Giovedì 6 febbraio 2025   Ss. Paolo Miki e compagni, martiri

33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. 34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. 35Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; 36congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». 37Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». 38Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». 39E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. 40E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta.

«Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà»

43e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. 44Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

(Marco 6,41-42)

 

Questo miracolo formidabile non mostra solo la potenza straordinaria che agiva in Gesù e la sua generosità sovrabbondante. Ci racconta anche una realtà molto consolante. Dio prende il poco che siamo e lo moltiplica in modo esuberante, sfamando la fame di molti, di moltissimi. E’ l’avventura del Vangelo, che è affidata a pochi uomini fragili e che però si è diffusa ovunque nei secoli e che nulla potrà spegnere. Non dobbiamo mai spaventarci del nostro limite, ma ricordare che è proprio di questo che Dio si serve per il Regno. L’unica condizione è dirgGli di sì, donarGli tutto. Poi fa Lui.

 

 

Venerdì 7 febbraio 2025   Ss. Perpetua e Felicita, martiri

1Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3– i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, 5quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».  6Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.

«Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini»

9E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 11Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, 12non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. 13Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

(Marco 7,7-8)

 

Precetti e tradizioni sono inventati lungo i secoli per favorire la relazione con Dio. Ma si tratta pur sempre di strade, di opportunità, di opzioni. Se diventano un assoluto intoccabile perdono il loro scopo, lo stravolgono. Anziché essere icone che alludono al Mistero dell’Amore sono diventate degli idoli che si sostituiscono a Dio e rendono impossibile un vero incontro con Lui. E’ una tentazione per tutti i tempi, per ogni religione, un grave rischio. Per questo Gesù è così severo e vuole riportare ognuno ad una relazione autentica e sempre nuova con il Padre.

 

 

Sabato 8 febbraio 2025   S. Girolamo Emiliani, sacerdote

35E un fariseo, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose:

«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso»

40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

(Matteo 22,37-39)

 

Si ritorna sempre qui. Se ci allontaniamo infatti, perdiamo il senso, l’orientamento del cammino. Si parte sempre e solo dall’amore. È questo che occorre purificare, rinfrescare, alimentare in mille modi. E ci accorgiamo che tutto può essere amore: non solo la cura di ogni fratello, ma anche lo studiare, il lavorare, il leggere, il riposare, il fare sport. Occorre che l’amore sia il motore di tutto, che nulla sia fine a se stesso, altrimenti anche le cose più belle e sante muoiono, si dissolvono. Amerai, amerai, sempre, anche oggi.

 

 

Domenica 9 febbraio 2025   V DOPO L’EPIFANIA

5Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: 6«Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». 7Gli disse: «Verrò e lo guarirò». 8Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 10Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano:

«In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti»

13E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.

(Matteo 8,10-12)

 

Sorpreso e ammirato per la fede del centurione romano, Gesù constata ancora una volta che gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi. L’essere vicini alla rivelazione di Dio in Gesù può diventare un ostacolo drammatico se la fede perde di freschezza e di fiducia nell’amore di Dio, fino a illanguidire. E spesso sono i neofiti, gli ultimi arrivati il dono che Dio ci fa per risvegliarci e scuoterci dal torpore delle abitudini religiose vissute con poco cuore.

 

Lunedì 10 febbraio 2025   S. Scolastica, vergine

14Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! 15Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». 17Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. 18E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, 19perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. 20E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. 21Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, 22adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. 23Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». 24Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. 27Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 28Ma lei gli replicò:

«”Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”»

30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

(Marco 7,28-29)

 

La fede in Gesù di questa donna è davvero grande. Lei sa che basta una briciola della potenza di Gesù per guarire sua figlia. E impressiona che sia la sua stessa parola a realizzare l’esorcismo: di solito è la parola di Gesù che libera dal male, qui Gesù dice che è la parola della sua fede a ottenere la liberazione. Spesso ci domandiamo come essere più persuasivi, più intelligenti nel capire il tempo che viviamo, più efficaci nel linguaggio per annunciare il Regno di Dio. Insieme a questo sforzo, forse ci dovremmo chiedere più spesso come alimentare la nostra fede nella potenza di Dio.

 

 

Martedì 11 febbraio 2025   Beata Vergine Maria di Lourdes

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.

«Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”»

35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

(Marco 7,32-34)

 

Questo miracolo di Gesù avviene in terra straniera, dove è comunque già arrivata la notizia della sua forza taumaturgica. E i gesti che Gesù compie sono abbastanza insoliti, indicano il desiderio di un contatto forte e sorprendente con la sua umanità, con la sua corporeità. Pensiamo a quanto sia ancora molto più profonda, ma in questa direzione, l’esperienza dell’Eucaristia, in cui diveniamo un unico corpo, un unico sangue con quelli di Gesù, perché davvero la sua stessa vita scorra dentro di noi e Lui possa agire in noi e attraverso di noi.

 

 

Mercoledì 12 febbraio 2025

1In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro:

«Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano»

4Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». 5Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». 6Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. 7Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. 8Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. 9Erano circa quattromila. E li congedò.

(Marco 8,2-3)

 

A chi pensasse solo per un attimo che l’attenzione di Gesù sia orientata solo alle realtà interiori e spirituali fa molto bene ascoltare e riascoltare queste Sue parole. Lui vede bene le condizioni fisiche di chi lo sta seguendo e questa è una realtà per lui prioritaria. Per questo chiede ai suoi collaborazione, domanda di condividere quello che hanno, per poco che sia. C’è quindi una cura dei bisogni dei fratelli che è espressione concreta, necessaria della fede e c’è un’urgenza imperiosa di condivisione per guarire l’umanità sofferente, l’inedia di tantissimi che è così spesso mortale.

 

Giovedì 13 febbraio 2025

10Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. 11Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. 12Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». 13Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. 14Avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. 15Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». 16Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. 17Si accorse di questo e disse loro:

«Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?”. Gli dissero: “Dodici”. “E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?”. Gli dissero: “Sette”. E disse loro: “Non comprendete ancora?”»

(Marco 8,17-21)

 

Sette domande incalzanti di Gesù per scuotere il cuore dei discepoli dalle solite preoccupazioni che li bloccano. Hanno già visto ripetutamente che Lui risolve i problemi, dovrebbero aver compreso che la loro sicurezza riposa in Lui e non nelle cose che si posseggono. Eppure alla prima difficoltà la paura riaffiora e crea discussioni, divisioni. Solo la fede nell’amore di Gesù ci libera e occorre rimetterlo al centro, al primo posto dei nostri pensieri: è così che possiamo affrontare ogni prova con quella pace, quella fiducia e quel sorriso che nascono davvero dalla fede.

 

 

Venerdì 14 febbraio 2025   Ss. CIRILLO, MONACO E METODIO, VESCOVO, PATRONI D’EUROPA

15E disse loro:

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno»

19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.  20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

(Marco 16,15-18)

 

Salvezza e condanna. Sembrano parole eccessive, soprattutto la seconda, riservata a quelli che non credono. Ma le parole che seguono sono eloquenti e illuminanti: chi non crede si autoesclude, si chiama fuori da un’esperienza straordinaria che invece è offerta a chi si fida, a chi ripone in Gesù risorto la sua speranza. Tutta la meraviglia, l’intensità di vita, la sorpresa, la gioia che il credente sperimenta così di frequente è del tutto sconosciuta a chi sceglie di prender le distanze da Dio e vediamo da tante notizie quanto tutto questo abbia spesso conseguenze tragiche, di vera condanna.

 

 

Sabato 15 febbraio 2025

«Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future»

14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

(Giovanni 16,13)

 

Il ministero dello Spirito è un’energia straordinaria di luce e di sapienza. E’ all’opera incessantemente nella Chiesa e nel mondo per orientare, confermare, sostenere, aprire vie nuove per condurre l’umanità intera verso la pienezza di quella dignità di figli di Dio alla quale siamo tutti chiamati. È un dono universale, non riservato ad alcuni eletti, parla e indirizza ogni cuore che si apre alla sua azione. Ed è meraviglioso scoprire come operi in ogni cultura, in ogni religione, ad ogni latitudine  spingendo sempre verso l’amore reciproco, l’unità, la fraternità universale.

 

 

Domenica 16 febbraio 2025   VI DOPO L’EPIFANIA

11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.

«Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”.  Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati”»

15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

(Luca 17,12-14)

 

Qui avviene tutto in modo immediato: Gesù arriva, i lebbrosi lo pregano, subito Lui li indirizza e loro mettono in pratica quanto ascoltato. Non c’è bisogno di tante parole di spiegazione, non ci sono esitazioni, obiezioni, tutto scivola via bene, una cosa dopo l’altra. E appena iniziato il cammino avviene il miracolo. Quando comprendiamo con chiarezza qualche volontà di Dio da compiere non è il caso di tergiversare, di attendere: occorre muoversi, tuffarsi, partire. Allora tutto diventerà sempre più chiaro cammin facendo e i miracoli ci sorprenderanno.

 

 

Lunedì 17 febbraio 2025

31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente.

«Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”»

(Marco 8,32-33)

 

Di fronte all’annuncio della Passione di Gesù, Pietro si ribella. Non si limita a chiudere il cuore e a rimuovere quanto ha ascoltato, ma protesta apertamente, con una confidenza notevole, apprezzabile. È infatti bene esternare, non rimanere bloccati nei propri dubbi, perché è solo nel dialogo che le cose si chiarificano, i pensieri si precisano e possiamo comprendere e distinguere la luce e le tenebre che sono dentro di noi. Il pericolo infatti è la non comunicazione: da lì nascono distanze, risentimenti, incomprensioni, rabbie che si sarebbero subito sciolte se solo ci si fosse parlati.

 

 

Martedì 18 febbraio 2025

14E arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. 15E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. 16Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». 17E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. 18Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». 19Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». 20E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. 21Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; 22anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo.

«“Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Gesù gli disse: “Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede”. Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: “Credo; aiuta la mia incredulità!”»

25Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». 26Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». 27Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. 28Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». 29Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

(Marco 9,22-24)

 

Il padre di questo fanciullo indemoniato ha un dialogo diretto, sincero con Gesù. Forse è il dolore a renderlo così aperto con Lui, senza reticenze: non ha più nulla da perdere, nessuno ha saputo aiutarlo, gli rimane solo la speranza in Gesù. E la sua fede non è solida e granitica, come quella di alcune donne del vangelo, ha le sue lacune, i suoi buchi neri che risucchiano, come per tutti: c’è in lui un misto di fede e di incredulità. E chiede aiuto anche per sé. Non c’è quindi solo un miracolo di liberazione per il figlio, ci sono doni di luce, di fede nuova in questo miracolo, anche per questo papà.

 

 

Mercoledì 19 febbraio 2025

33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro:

«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»

36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

(Marco 9,35)

 

San Charles De Foucauld diceva che è impossibile occupare l’ultimo posto, perché quello è stato già preso da Gesù. L’impresa perciò è occupare il penultimo, ma è tanto difficile!

Tutto ci porta a cercare di emergere in qualche modo. E’ umano desiderare anche solo la stima e l’affetto di chi ci sta intorno, occorre però che non sia il solo obiettivo del nostro agire. Tutto ciò che facciamo anche per i fratelli deve essere solo lo specchio dell’Amore di Dio che è in noi.

 

 

Giovedì 20 febbraio 2025

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse:

«Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi»

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

(Marco 9,39-40)

 

Spesso siamo talmente chiusi nel nostro giro da non riuscire ad accogliere chi esprime la fede in modo diverso dal nostro. Ci crediamo detentori della verità e non ascoltiamo chi si esprime in modo diverso. Ognuno di noi può portare nel mondo un frammento dell’amore di Dio. Egli si affida a tutti noi per costruire il puzzle che rivela il Suo volto completo.

 

 

Venerdì 21 febbraio 2025

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. 45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. 47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 49Ognuno infatti sarà salato con il fuoco.

«Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri»

(Marco 9,49-50)

 

Gesù chiede a chi lo segue di essere il sale che dà sapore e porta la pace. A ognuno di noi chiede di costruire la pace. Non si tratta di una cosa astratta, va cercata in continuazione a qualunque prezzo. Per ottenerla occorre lasciare ogni logica di potere o superiorità. Solo chi è pronto a perdere tutto in qualunque momento pur di creare pace, dove lavora o vive, può considerarsi sale. In caso contrario ha perso sapore e non serve più.

 

 

Sabato 22 febbraio 2025

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi.

«“E del luogo dove io vado, conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»

(Giovanni 14,4-6)

 

La risposta a Tommaso ci dice che la casa del Padre non è un luogo fisico, ma una relazione. Quando spieghiamo ai bambini il «che sei nei cieli», prendiamo un loro disegno ed è importante fa loro notare che il cielo non è una striscia blu in alto, ma è tutto l’azzurro che circonda ogni cosa. Dio è in quell’azzurro, ci circonda e ci abbraccia ora e per tutta l’eternità.

 

 

Domenica 23 febbraio 2025   PENULTIMA DOPO L’EPIFANIA

«della divina clemenza»

13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro.

«Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”»

Ed egli si alzò e lo seguì. 15Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 17Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

(Marco 2,14)

 

I farisei sono messi a dura prova da Gesù: aspettavano un Messia potente e si trovano davanti un uomo mite. Qualunque rabbi si trovava dei discepoli colti, mentre invece Lui chiama dietro a sé prima dei pescatori e poi persino un pubblicano, un esattore delle tasse, una delle categorie più odiate dagli Ebrei, quelli che estorcevano loro il denaro per darlo ai Romani. Ma i disegni del Signore tanto spesso non sono i nostri, occorre essere docili, accettare di non capire per vedere cose grandi.

 

 

Lunedì 24 febbraio 2025

«Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”»

37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

(Marco 10,35-36)

 

La richiesta di questi due discepoli suona davvero impertinente, è ancora intrisa di quel carrierismo, di quella smania di emergere e di primeggiare che sempre insidia tutti, anche gli apostoli, anche noi uomini di chiesa di oggi e di sempre. È interessante vedere che Gesù non si scandalizza di quanto domandano. Li ascolta con pazienza fino in fondo, si mette al loro servizio (la sua domanda «Cosa volete che io faccia per voi?» rispecchia proprio l’atteggiamento del servo) e nella sua risposta cerca di far loro muovere alcuni passi nella direzione giusta, fino a quella grande lezione sul servizio che è una delle espressioni più chiare a tutti dell’amore.

 

 

Martedì 25 febbraio 2025

«Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”»

48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

(Marco 10,46-47)

 

Gesù sta per lasciare Gerico, la gente è in festa, il grande personaggio del momento ha percorso le vie della loro città. Bartimeo appena capisce quello che succede intuisce subito di avere la grande occasione della vita, quella che non gli capiterà mai più. Non può lasciarsela scappare. E allora comincia a gridare, grida come un matto, fino a rompere i timpani di chi gli sta vicino. Per gli altri è un fastidio sgradevole, che rovina il bel clima della festa, per lui è la questione decisiva che gli può cambiare la vita. Gesù è l’unico che lo può salvare. Nei tempi difficili, arrivare a gridare come Bartimeo è il segno di una fede vera, profonda, quella di chi sa di poter contare solo su di lui.

 

 

Mercoledì 26 febbraio 2025

11Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. 12La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. 20La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. 21Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». 22Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! 23In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà.

«Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà»

25Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

(Marco 11,24)

 

Nel pregare non basta certo ripetere parole. Conta l’atteggiamento del cuore: se si apre alla volontà di Dio, se ha il desiderio che si compia il vero bene, ma anche se è nutrito dalla fede nella potenza di Dio. Occorre che la preghiera ci stringa a Dio, sia capace in certo modo di assediarLo, nella certezza che per lui nulla è impossibile, ma anche con la semplicità e la familiarità di chi sa di essere un figlio amatissimo che ha bisogno, che quindi non si vergogna affatto di domandare e che è certo che Dio non rimarrà impassibile o distratto, ma interverrà più di quanto si immagini.

 

 

Giovedì 27 febbraio 2025

15Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 16e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. 17E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni?  Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».

«Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento»

19Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.

(Marco 11,18)

 

Il gesto profetico di Gesù che rovescia i tavoli nel tempio e caccia via i venditori, protestando che il tempio è diventato un covo di ladri è più che legittimo e doveroso. Occorre infatti sommo rispetto di un luogo così sacro che veniva vergognosamente profanato. Ma l’evidenza non basta. Se il cuore è chiuso la luce non entra e anzi le tenebre si infittiscono e si sviluppano sentimenti di rabbia, di ribellione, di paura che possono benissimo sfociare nel rifiuto e anche nell’odio. Quanto avvenne nel cuore dei capi dei sacerdoti quel giorno non ci è estraneo e dobbiamo sempre vigilare su di noi nell’umiltà.

 

 

Venerdì 28 febbraio 2025

27Andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani 28e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». 29Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. 30Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». 31Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. 32Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. 33Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».

«E Gesù disse loro: “Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose”»

(Marco 11,33)

 

Non è un dispetto, né un capriccio questo rifiuto di Gesù. È l’esito pedagogico di un percorso che ha fatto fare ai suoi oppositori. Gli hanno posto una domanda trabocchetto e lui ha risposto con una domanda che li ha obbligati ad interrogarsi. Ma la loro risposta non cerca la verità, è solo opportunistica, è interessata solo alla convenienza. Il cuore è chiuso e mostra che la loro era solo una domanda falsa, fatta per finta. Gesù è maestro nell’aiutare a scavare nel nostro cuore e chi è mosso da sentimenti sinceri è sempre aiutato a conoscersi, a lasciarsi guarire e illuminare.

 

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