Elementi imperdibili del nostro essere Chiesa oggi

LA VITA SPIRITUALE

Diventa oggi sempre più urgente portare alla “Chiesa per tutti”, alla Parrocchia, la vita spirituale come itinerario interiore. La Chiesa oggi, per superare il distacco dalla cultura della modernità, deve riguadagnare la sua dimensione spirituale. Occorre recuperare questa dimensione a fronte di una chiesa che, nell’ultimo periodo, è stata vista quasi esclusivamente come una struttura sociale, una ONG con i pregi e i limiti che da ciò derivano. Se la Chiesa perde questa dimensione, se non “racconta” più il mistero di Dio, se non aiuta ad incontrare il volto sacro di Dio, finisce per diventare una realtà come tante e la gente si trova “costretta” ad inseguire forme spiritualizzanti di carattere devozionalistico o esoterico orientaleggiante. Se non “diamo Dio”, se non aiutiamo all’incontro col volto di Dio in Cristo, a cosa serviamo? Le altre cose anche i non credenti le sanno fare: spesso più e meglio di noi. Occorre allora che la proposta spirituale, che la qualità delle nostre celebrazioni, che il livello dei nostri interventi e lo spessore delle nostre proposte abbia sempre questa dimensione e caratterizzazione spirituale cristiana: non inseguendo il mondo e conformandoci ad esso. Solo così, paradossalmente, saremo “al passo coi tempi”. Portando all’estremo il discorso, potremmo dire: far diventare le nostre Chiese dei nuovi “Santuari” e dei moderni “monasteri”, per dare forma cristiana alla vita dell’uomo di oggi, sotto l’azione dello Spirito.

LO STILE ECCLESIALE

Occorre riscoprire il significato e il vissuto fraterno della vita battesimale come “differenza cristiana” della dimensione comunitaria ed ecclesiale. La dimensione fraterna cristiana, a differenza di quella stoica, marxista e illuminista, è fondata sulla conoscenza, nella fede, della realtà paterna e personale di Dio. Diventa allora particolarmente urgente ridare forma cristianamente evidente al nostro ritrovarsi, ai momenti comunitari che vengono proposti come Chiesa. Anche qui: se il nostro ritrovarci, se le nostre riunioni, se persino il nostro fare sport o cinema diventa uguale a ciò che fa il mondo, per quale ragione esistiamo? Se ci limitiamo a proporre stili e metodi che sono quelli della società laica, allora non abbiamo senso di esistere: gli altri lo sanno fare più e meglio di noi. Le assistenti sociali sono molto competenti; le squadre professioniste ottengono grandi performance; le multisale sono belle e performanti… eccetera. Ciò che deve caratterizzare noi è quello stile di fraternità che nasce dal dono ricevuto mediante il Battesimo, e dalla consapevolezza di essere un popolo di chiamati: “Voi siete la stirpe eletta, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Colui che vi ha chiamato (…) e ha usato a voi misericordia” (1Pt2,9). Il nostro agire si differenzia dai “professionisti” perché nasce come risposta alla chiamata di Dio e come ascolto della voce dello Spirito tra noi. Questa è l’originalità battesimale cristiana!

LA FRATERNITÀ

Siamo chiamati a vivere l’amore fraterno come chiamata universale. “«Fratelli tutti», scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo. Tra i suoi consigli voglio evidenziarne uno, nel quale invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui egli dichiara beato colui che ama l’altro «quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui». Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita”. (Papa Francesco). Questa realtà è per noi carica di conseguenze pratiche, come afferma sempre Papa Francesco: “L’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non è solo un’astrazione, ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte” (Fratelli tutti n°128). Se precedentemente abbiamo posto l’accento sulla “fraternità come comunione dei battezzati”, ora, in modo complementare, occorre richiamare la dimensione della “fraternità universale” e quindi della “missione”, per essere una “Chiesa per tutti”, proprio a partire dalla nostra “differenza cristiana”. “Comunione per la missione”: è il cammino che vogliamo intraprendere insieme in ascolto dello Spirito oggi.

 

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