VIVI LA PAROLA !
Aprile 2025
Martedì 1 aprile 2025
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi»
7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! 12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
(Matteo 7,6)
Il Signore ci insegna la prudenza sempre. Ci sono ambienti in cui è inutile, forse dannoso, cercare di parlare per portare la sua Parola, rischiamo di essere fraintesi, derisi. Meglio allora scegliere una testimonianza silenziosa, continuando ad amare senza chiedere nulla. Quello dell’amore è un linguaggio che a lungo andare tutti capiscono e anche chi non è d’accordo sulle idee, davanti alla coerenza si pone delle domande.
Mercoledì 2 aprile 2025
13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. 14Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! 15Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! 16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi?
«Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete»
(Matteo 7,17-20)
Per misurare la validità delle nostre azioni occorre guardarsi intorno e vedere i frutti da esse prodotti. A volte rimarremo stupiti da esiti inaspettati, sono bastate piccole cose per lasciare il segno. Il Signore opera attraverso di noi senza che ce ne accorgiamo, ci chiede solo di essere disponibili a lasciarci condurre senza pretese né rigidità. Madeleine Delbrel diceva che la vita è come una danza con il Signore, non importa sapere dove ti conduce, basta seguire, essere gioiosi e leggeri.
Giovedì 3 aprile 2025
21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»
26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
(Matteo 7,24-25)
Costruire la nostra vita sulla roccia che è Gesù, non ci ripara dalle intemperie, solo non ci fa crollare. La fede non è una assicurazione sulla vita che ci preserva dai rischi, anzi più ti avvicini e più vieni provato con il fuoco come l’oro. Ma se le radici sono solide, l’albero resiste immobile guardando il cielo e aspettando che il temporale finisca.
Venerdì 4 aprile 2025
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.
8Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. 10Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. 11Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato.
«In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia»
13Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, 14disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; 15e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». [17] 18Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». 19Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. 20Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. 21Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». 22Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». 23Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. 24Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. 25Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. 26Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. 27Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. 30Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”. 31Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 32Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
(Luca 23,12)
Erode e Pilato sono i più potenti in questo momento e si alleano per aver ancora più potere. Si trovano davanti questo strano personaggio che ha tanto spaventato i sacerdoti del tempio dal volerlo morto. Essi desiderano solo dominare gli altri e non riescono a capire un amore fatto solo di servizio e di dedizione. Anche noi spesso siamo combattuti perché per seguire Gesù ci è chiesto solo di amare, di dimenticarsi. Quando si ama il bisogno di chi è amato viene sempre prima, pensiamo ad una mamma vicino a un figlio malato, è disposta a tutto. Se l’Amore è questo, ogni potere anche piccolo, non può esistere.
Sabato 5 aprile 2025
13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù però disse:
«Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli»
15E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
(Matteo 19,14)
Il Signore ci chiede di essere bambini tra le braccia del Padre. Il bambino sa di dipendere in tutto e per tutto e si affida, è sicuro che non verrà abbandonato. È pieno di stupore per tutto ciò che scopre, anche le piccole cose lo affascinano e riceve tutto come un dono. Dona il suo sorriso e la sua gioia a chi gli si avvicina. E’ un bel modello perché conquista senza prevaricare mai
Domenica 6 aprile 2025 DI LAZZARO (V di Quaresima)
1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». 4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». 11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!».
«Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà»
23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». 28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. 32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». 38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». 45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
(Giovanni 11,16-22)
Da sempre Tommaso è ricordato per la sua mancanza di fede nella risurrezione, difficilmente per questi suoi impeti di generosità. Così come Marta la ricordiamo più per le sue proteste nei confronti della sorella che per la sua testimonianza di fede. Questo è un po’ il comportamento tipico nei confronti dei nostri fratelli, siamo più attenti agli errori che ai passi giusti. Occorrerebbe invece abituarsi a guardare chi ci sta vicino cercando di evidenziare il lato positivo. E’ un esercizio non sempre facile, ma che apre nuovi orizzonti.
Lunedì 7 aprile 2025
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti».
«Ed egli domandava loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere»
32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
(Marco 8,29-31)
Gesù insegna agli apostoli e a noi la vera figura del Cristo, quello annunciato da Isaia, l’uomo che deve soffrire per tutti. Anche oggi accettare di riconoscere Gesù significa avvicinarci con Lui alla croce. Il dolore non ci sarà risparmiato come non è stato risparmiato a Lui, ma con Lui sarà trasfigurato. E’ difficile accettarlo perché anche noi cerchiamo il Signore dei miracoli. I miracoli ci sono, ma anche le prove ed Egli continua ad esserci vicino, non ci abbandona anche se a volte non lo vediamo.
Martedì 8 aprile 2025
Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». 66Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. 67Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70Gesù riprese:
«Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!»
71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.
(Giovanni 6,70)
Rimaniamo sempre un po’ interdetti di fronte alla decisione di scegliere Giuda tra i Dodici apostoli. Potremmo pensare ad un errore, ma sarebbe banale. Oppure a una speranza mal riposta, che ha generato una terribile delusione. Ma pensare che ne abbia scelti 11 buoni e uno cattivo sarebbe fuorviante. Tutti infatti deludiamo, chi più che meno, chi prima chi poi. Eppure in tutti Gesù non smette di scommettere, perché il suo amore può convertire e trasformare sempre ogni cuore. E anche il peccato più orribile non è mai una fossa dalla quale non si possa risalire, non solo per ritornare a galla, ma addirittura per raggiungere la santità.
Mercoledì 9 aprile 2025
31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al
«”Il Figlio dell’uomo verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà”. Ma quelli non compresero nulla di tutto questo»
quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
(Luca 18,32-34)
Gesù è chiarissimo, ben dettagliato nella sua profezia, eppure i discepoli rimangono al buio. Non è questione di intelligenza. Per i discepoli quelle parole appartengono ad un altro ordine di idee, che per loro è estraneo. Dio non può perdere, non può essere umiliato e sconfitto. Se anche poi dovesse risorgere, questo non basterebbe a giustificare uno scacco simile. Dio non può lasciar morire suo Figlio, altrimenti che Dio sarebbe? Sono pensieri che affiorano anche in noi, quando riflettiamo sul mistero di Dio, della vita e della morte rimanendo nei nostri ragionamenti e non partendo dalla Pasqua.
Giovedì 10 aprile 2025
43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. 45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». 50Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse:
«La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?»
52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.
(Giovanni 7,51)
Questa domanda di Nicodemo è ancora attualissima. Perché capita ancora oggi che qualcuno sia condannato prima di essere ascoltato e non è raro che ci sentiamo sicuri dei nostri giudizi prima ancora di aver ascoltato la versione della persona interessata. Abbiamo sempre bisogno di imparare ad ascoltare, lasciando che le parole entrino in dialogo con ciò di cui siamo convinti e che i nostri occhi si aprano alla verità, che è spesso diversa e più articolata di quello che pensavamo. A volte costatiamo che c’è da imparare anche da chi non avremmo immaginato e che abbiamo davvero bisogno di ricrederci.
Venerdì 11 aprile 2025
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Luca.
33Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. 35Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo:
«Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto»
36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». 39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». 44Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. 47Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. 50Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. 51Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 52Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. 53Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. 54Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 55Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, 56poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
(Luca 23,35)
E’ la logica del mondo: il potente inizia da se stesso, a badare ai propri interessi, a salvare anzitutto la propria pelle se fosse in pericolo. Poi, eventualmente, vengono gli altri. È talmente ovvio che a nessuno viene in mente di discutere o criticare un comportamento simile. Ma la logica dell’amore è capovolta, soprattutto se l’amore è spinto fino al limite estremo: quello di essere pronti ad amare fino a donare la propria vita per gli altri. Così è Gesù, così è Dio. Per questo non possiamo mai dubitare dell’amore di Dio, perché sulla croce ne abbiamo avuto la prova inconfutabile, definitiva ed eterna.
Sabato 12 aprile 2025 «in Traditione Symboli»
Quando viene presentato il Simbolo di fede ai catecumeni
25In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli»
26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
(Matteo 11,25)
Una scelta coraggiosa quella del Padre, secondo la logica umana. Quella di rinunciare al contributo di quelli che contano, che hanno più capacità, per affidare l’avventura e le sorti del Regno di Dio ai piccoli. Ai sapienti le cose di Dio rimangono nascoste. Nascoste dove? Dietro la supponenza di aver già conosciuto Dio, dietro quella cultura che diventa un piedistallo anziché essere un servizio, dietro le proprie certezze che non ammettono repliche, in sintesi dietro la mancanza di umiltà. Perché è possibile entrare nel mondo di Dio anche ai dotti, a condizione che sappiano sempre di non sapere, di dover mettersi ogni giorno alla scuola del Vangelo.
Domenica 13 aprile 2025 DELLE PALME
55Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. 56Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». 57Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
1Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5«Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
«Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”»
9Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. 12Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!». 14Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: 15Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina. 16I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.
(Giovanni 12,7-8)
All’inizio della Settimana Santa questa frase di Gesù ci offre una direzione importante. Gesù si è sempre preso cura di ogni povero, bisognoso, malato che incontrava, ha insegnato a essere sempre come il buon samaritano, si è identificato negli ultimi e nei più piccoli. Qui però fa questa osservazione a Giuda: «Lasciala fare, non sempre avete me». A ricordarci che la cura verso di lui non è superflua, che l’amore e l’adorazione per Lui sono da apprezzare e da coltivare, che la cura verso la sua persona non andrà mai dimenticata. Se ci concentriamo su di Lui in questi giorni, fissando lo sguardo del cuore su quanto vive, tenendoGli compagnia, non siamo fuori strada.
Lunedì 14 aprile 2025 della Settimana Autentica
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita»
e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
(Luca 21,34)
Camminare portando pesi è faticoso. A volte può diventare insopportabile e occorre fermarsi con il fiatone. Se poi il fardello è formato da sassi inutili, c’è da domandarsi cosa si aspetta a scaricarli per camminare liberamente e più speditamente. Spesso il cuore è pesante. Eppure non ci occupiamo di controllare quali sono le pietre che lo schiacciano. Oppure ci rassegniamo a trascinare la vita, perché non troviamo il coraggio e la forza di spazzare via ciò che è inutile e dannoso. Occorre ricordarci che c’è una gioia nuova che ci aspetta, una libertà piena di gusto, che ci permette di realizzare davvero quello che più profondamente desideriamo.
Martedì 15 aprile 2025 della Settimana Autentica
1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso»
3Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».
(Matteo 26,2)
Fino all’ultimo Gesù ha allertato i suoi sull’imminenza della sua morte. Quasi a volerli prendere per mano e invitarli a guardare come la viveva, mostrando che l’avrebbe affrontata con piena coscienza, senza evitarla, guardandola negli occhi. È la libertà più grande, quella di fronte alla morte. Solo la certezza della fede nella risurrezione permette un simile atteggiamento. Però quando riguarda i nostri cari è difficile parlarne, anche tra cristiani convinti si evade per il timore di spaventare. Certo occorre tatto e delicatezza, ma personalmente sarei molto contento che chi mi sta attorno mi preparasse negli ultimi istanti all’incontro più importante, quello atteso da una vita intera.
Mercoledì 16 aprile 2025 della Settimana Autentica
14Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento.
«Da quel momento Giuda Iscariota cercava l’occasione propizia per consegnarlo»
(Matteo 26,16)
Quindi si è trattato di un gesto premeditato. Deciso e organizzato dei dettagli, attraverso ripetuti incontri di Giuda con i capi. Un tradimento che ci lascia così desolati e tristi, verso una persona che Gesù aveva scelto, che aveva molto amato, affidandogli anche incarichi importanti e di fiducia (annunciare Gesù, predicare il Vangelo, tenere la cassa della comunità). Gesù è proprio entrato nel dolore dell’umanità, conoscendo e condividendo l’amarezza insopportabile dei nostri tradimenti, nell’amore, nell’amicizia, nella fiducia, quelli che sconvolgono le anime semplici, quelli inspiegabili, che lasciano degli immensi “perché” senza risposta, sperimentando tutto questo fino in fondo.
Giovedì 17 aprile 2025 della Settimana Autentica
17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. 36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. 57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. 59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». 65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». 67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». 69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!».
«Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo!”. E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: “Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. E, uscito fuori, pianse amaramente»
(Matteo 26,74-75)
Se non ce l’ha fatta Pietro, noi invece saremmo stati capaci di non rinnegarlo in quella situazione? Non è il caso di illudersi. Potremmo invece rattristarci per la nostra invincibile pusillanimità. Ma sarebbe sbagliato anche fermarsi lì. Se teniamo fisso lo sguardo su Gesù vediamo che lui prosegue il cammino, avanza senza abbattersi, dichiara apertamente la sua divinità pur conoscendo bene le conseguenze che ne deriveranno. Gesù percorre tutta la strada, fino all’ultimo passo, fino all’ultimo respiro. La apre per noi, rendendola possibile. E molti la percorreranno fino in fondo come lui, a partire da Stefano fino all’ultimo martire di oggi, resi, dall’Eucaristia che oggi ricordiamo, simili a Lui.
Venerdì 18 aprile 2025 nella Passione del Signore
1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. 11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. 15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».
«Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: “Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?”. Quelli risposero: “Barabba!”. Chiese loro Pilato: “Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?”. Tutti risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli disse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora gridavano più forte: “Sia crocifisso!”»
24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. 32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. 33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. 39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. 45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. 54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». 55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. 57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
(Matteo 27,20-23)
Da secoli rimaniamo interrogati e interdetti di fronte a questo episodio. Come può una folla osannante, che aveva ascoltato Gesù, lo aveva visto compiere miracoli, che aveva festeggiato il suo arrivo a Gerusalemme, trasformarsi fino a questo punto, fino a preferirgli un assassino, fino a urlare la sua condanna a morte? Siamo davvero così facilmente manipolabili, così volubili nei nostri giudizi, così irrazionali nei momenti di emozione di gruppo? Dobbiamo arrivare ad ammetterlo, o almeno ad accettare che anche noi siamo parte di quell’umanità disposta a strumentalizzare gli altri senza troppi scrupoli, pur di raggiungere i propri scopi.
Sabato 19 aprile 2025 della Settimana Autentica
62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo:
«Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”»
64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
(Matteo 27,63)
I capi religiosi sono venuti a sapere le parole di Gesù sulla sua risurrezione e le ricordano bene. Gesù le aveva dette solo ai suoi, forse era Giuda che le aveva loro rivelate. E dimostrano di temerle, a differenza dei discepoli che avevano rimosso dalla memoria tutti gli annunci pasquali di Gesù. I nemici di Gesù non smettono mai di esserlo, non smettono di lottare contro di Lui neppure quando è morto, hanno davvero il terrore di essere sconfessati, prendono tutte le precauzioni possibili. I discepoli invece in questi giorni tacciono. Lo facciamo anche noi. Abbiamo bisogno di lasciar sedimentare le emozioni di questi giorni e di riflettere. Il silenzio ci fa bene.
DOMENICA 20 APRILE 2025 DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso.
«Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto»
venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
(Matteo 28,6)
Da duemila anni non smettiamo di annunciarlo, di ripeterlo, di ricordarlo a tutti. È così facile rimanere perplessi, dimenticarselo, vivere come se non fosse successo. Rimarrà invece per tutti i secoli la notizia più bella che si possa immaginare. Sapere che l’amore ha vinto, ha battuto anche la morte. Non ci saranno altre partite, il torneo è concluso, la coppa è vinta, una volta per sempre. Dobbiamo entrare nella risurrezione, partecipare a questa immensa festa del cuore, condividerla con chi ci ascolta, con chi ne partecipa, per ritrovare nuovo slancio per dirlo a tutti. Siamo risorti anche noi, non dobbiamo aspettare di morire per esserlo. Viviamo da risorti!
Lunedì 21 aprile 2025 II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis
1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. 5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».
«Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli»
11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
(Luca 24,9-10)
La prima sfida sembra proprio essere annunciare la risurrezione agli amici di Gesù. E viene da pensare: se hanno fatto tanta fatica a convincersi loro, come faremo a dirlo agli altri, a quelli che addirittura non l’hanno neppure conosciuto? Ma la corsa del Risorto è inarrestabile, non saranno le nostre esitazioni a frenarla. Lo sappiamo che incontreremo sempre muri, sorrisini di compatimento, gente disinteressata. Eppure proprio loro sono quelli che più hanno bisogno di sentirselo dire. Le donne sono le prime a cercare di convincere. Poco a poco toccherà a tutti e la Chiesa esiste perché questo annuncio attraversi i secoli, le latitudini, per raggiungere proprio tutti.
Martedì 22 aprile 2025 II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis
8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
«Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: “Salute a voi!”. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono»
10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.
(Matteo 28,9)
Quell’adorazione che Maria di Betania aveva espresso pochi giorni prima della passione di Gesù, versando sui suoi piedi il profumo di nardo, diventa ora per le donne, che tornano dal sepolcro al mattino di Pasqua, la naturale e spontanea reazione al vedere il Risorto. È il riconoscere anche con l’espressione del corpo che Gesù è tutto, è la gioia, è il senso di tutta la vita presente, passata e futura. Ogni volta che ci fermiamo in adorazione di Gesù Eucaristia continuiamo in certo modo anche noi quella prima adorazione che le donne non avrebbero voluto mai più interrompere, cercando di trattenere Gesù per non perderlo più.
Mercoledì 23 aprile 2025 II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis
13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
«E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui»
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
(Luca 24,27)
È stata la prima grande esegesi compiuta del Primo Testamento, la prima omelia della nuova era, quella della Risurrezione, ed è anche il paradigma, l’esempio insuperabile di ogni altra predica che verrà pronunciata da milioni di uomini e donne nel corso dei secoli. Noi sappiamo bene infatti che occorre sempre ripartire dal primo annuncio, perché è sempre un ritornare alla sorgente dell’acqua viva, l’unica che disseta davvero il cuore dell’uomo. E il primo annuncio che porta a compimento le promesse che Dio ha fatto lungo i secoli, lo fa proprio il Risorto, riaccendendo il cuore di due uomini smarriti, che ne vengono completamente trasfigurati, i primi di un’infinita schiera.
Giovedì 24 aprile 2025 II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis
In questo giorno si commemora anche la morte (transito) di s. Ambrogio,
avvenuta il Sabato santo dell’anno 397, e la sua sepoltura (deposizione)
«Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma»
38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
(Luca 24,36-37)
La visione del Risorto terrorizza i discepoli. Eppure si tratta di una visione meravigliosa, di qualcosa che avrebbero desiderato più di ogni altra cosa. Certo, l’incontro con Dio suscita sempre turbamento, perché Dio è Dio e in più arriva sempre di sorpresa. Ma nei discepoli si annida anche il dubbio, quel rimanere un passo indietro rispetto alla risurrezione, quell’esitare, fermi nelle proprie convinzioni, che indurisce il cuore e lo spegne. In queste condizioni pensi a fantasmi, a qualcosa di spaventoso. Si tratta invece di aprire gli occhi, lasciarsi persuadere poco a poco, per entrare in una gioia che non conosce paragoni.
Venerdì 25 aprile 2025 II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis
1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. 3Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». 4Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande.
«Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura!”»
Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».
(Marco 16,5-6)
Sembra proprio che nel primo Testamento la frase “Non temere” e simili ricorra 365 volte, una per ogni giorno dell’anno. Quasi a ricordarci che ogni mattino in cui ci svegliamo dovremmo ripetercela, come detta a noi da un angelo del Signore. Infatti la paura mortifica le nostre energie più belle, rende sospettosi e diffidenti, frena gli slanci, ci chiude in noi stessi. Insieme alle lenzuola che togliamo dal letto, dobbiamo contemporaneamente rotolare via la pietra dal sepolcro, per disperdere le nostre paure. So di un giovane dal cuore libero che si avvicinava alla morte con grande pace e diceva: “Seguite Gesù e se vi viene paura, datele un calcio”.
Sabato 26 aprile 2025 II giorno dell’Ottava di Pasqua in Albis depositis
(ormai tolte le vesti battesimali)
1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».
«Allora egli disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”»
Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
(Giovanni 21,6-7)
Come agli inizi. Si ritorna agli esordi, quando non si sarebbe mai immaginato quale storia incredibile stava cominciando. Anni dopo, stesso lago, stessa pesca miracolosa, lo stupore è ancora nuovo, come la prima volta. “E’ il Signore!”. Soltanto Lui fa queste cose. È inconfondibile. Ormai abbiamo imparato non certo a prevederlo, ma almeno a riconoscerlo. E la gioia forse è ancora più grande della prima volta, perché dopo tutto quello che è successo, rivedere il Signore, stare ancora con Lui come prima è proprio toccare il Cielo con un dito. Di gioia in gioia, quindi. Certo, passando per la croce, ma senza poter più fermarci lì.
Domenica 27 aprile 2025 II DI PASQUA o della Divina Misericordia
in Albis depositis (ormai tolte le vesti battesimali)
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro:
«Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»
24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
(Giovanni 20,22-23)
Il primo compito dello Spirito effuso sugli apostoli da Risorto è perdonare. Forse perché è al tempo stesso la realtà più difficile e la più urgente. È talmente difficile da apparire a volte impossibile, tanto terribili sono i torti che si possono subire. C’è proprio bisogno di un intervento dall’Alto, dello Spirito di Dio, perché non ne siamo capaci e talora non riusciamo a perdonare neppure cose di poco conto. E al tempo stesso è una realtà così necessaria, perché è l’unico punto di ripartenza possibile. Senza perdono le recriminazioni, le rivalse, le vendette diventano infinite, mentre il perdono può spezzare questa catena e iniziare un’epoca nuova.
Lunedì 28 aprile 2025 S. Gianna Beretta Molla
35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero:
«”Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui»
erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
(Giovanni 1,38-39)
Il primo compito del discepolo di Gesù, la sua prima caratteristica è quella di stare con il suo Maestro. Non se ne può prescindere. La storia della relazione con Lui infatti non è partita da un’iniziativa da fare insieme, ma ha avuto origine proprio come racconta questo Vangelo: con l’andare a casa Sua e dimorare con Lui. Perché discepolo è anzitutto colui che scopre quanto è bello stare al fianco di Gesù, ascoltarlo, dialogare con Lui, cercare di capirlo e di entrare nei suoi sentimenti e nei suoi progetti, per farli nostri, per assomigliarGli poco a poco almeno un po’. Solo dopo la missione potrà portare frutto, lasciandoLo rivivere in noi.
Martedì 29 aprile 2025 S. Caterina da Siena,
vergine e dottore della Chiesa, patrona d’Italia e d’Europa
1Allora il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
«Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”»
13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.
(Matteo 25,10-12)
C’è chi ritarda indefinitamente la propria conversione, la propria scelta di Dio. La rimanda senza sosta, in attesa del momento giusto, che però non arriva mai. Ci sono decisioni che vanno prese presto, meglio se subito: regalano tutta la bellezza di una vita nuova, evitano quello stillicidio interiore, spesso logorante, che si sperimenta quando si dovrebbe fare qualcosa e invece la si procrastina. Quando poi arriva il tempo in cui si decide la svolta evangelica, possono nascere i rimpianti: quelli di non aver avuto la forza di farlo prima, quelli per tutte le occasioni perdute. La salvezza è davvero il sì pronto a Dio di ogni istante.
Mercoledì 30 aprile 2025
1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse:
«”Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”»
4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
(Giovanni 3,2-3)
Nicodemo crede di essere già a buon punto, perché ha riconosciuto la provenienza divina di Gesù. Ma Gesù lo spiazza chiedendogli di fare subito il salto mortale della fede, cioè togliere le radici dalle sue sicurezze e delle sue convinzioni e trapiantarle in Dio, ricominciando una vita nuova da Lui. E’ la conversione più radicale: non quella da una condotta cattiva ad una buona, ma da un’idea di Dio ormai consolidata, ad un’esperienza tutta nuova in cui non si smette mai di scoprire e di imparare. Occorre molta umiltà, libertà interiore e duttilità per fare questo, e un gesto coraggioso di fiducia. Ma una volta fatto le sorprese non finiscono mai.
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