DOMENICA 6 APRILE a tutte le Messe, dopo la comunione, verrà distribuito il QUESTIONARIO per l’indagine sulla qualità delle nostre celebrazioni
UNA GRANDE CONSULTAZIONE TRA I FEDELI, PER RENDERE LE NOSTRE CELEBRAZIONI SEMPRE PIÙ AUTENTICHE
Come sono riusciti gli ebrei a preservare il sabato lungo i secoli? chiesero a un rabbino. La sua risposta fu : “Non sono gli ebrei che hanno preservato il sabato. Il sabato ha preservato gli ebrei”.
Lo stesso per noi cristiani, perché senza l’Eucaristia, senza la Messa, rischieremmo di non sapere più chi siamo, né perché ci diciamo cristiani.
Domenica prossima, 6 aprile, faremo una grande consultazione popolare sulla Messa della Domenica.
Le statistiche al riguardo, a livello nazionale, sono impietose: in Italia la gente partecipa sempre meno alla Messa festiva, pur restando fedele ai “riti di passaggio”, dai Battesimi ai funerali….
Nella nostra parrocchia il dato è molto meno eclatante, ma una diminuzione, soprattutto in alcuni orari, è evidente, soprattutto a partire dal post-covid.
La questione della partecipazione dei cristiani alla Messa non è cosa di poco conto.
Per questo il Consiglio pastorale, chiamato a fare un’attenta verifica delle nostre celebrazioni, ha deciso di sottoporre a tutti i fedeli un questionario al fine di cogliere come rendere le nostre celebrazioni più capaci di intercettare la sensibilità e il linguaggio dell’uomo contemporaneo, come “umanizzarle” senza perdere il senso e il fine dell’Eucarestia: l’incontro con il mistero di Cristo, il diventare una cosa sola con Lui per esserne testimoni nel mondo.
Questo questionario verrà presentato e consegnato a tutte le Messe domenica prossima.
Per ascoltare ciò che i fedeli sentono, per cogliere la ragione per cui tanti non vengono più, per valutare la qualità delle nostre celebrazioni e ascoltare eventuali proposte.
Non si tratterà di “cambiare tutto”: non lo possiamo fare e non sarebbe corretto: l’Eucarestia è una “memoria” di quanto fatto da Gesù e a questo deve restare fedele, ma certamente si può “migliorare”.
Gesù nell’Ultima Cena consegna ai suoi discepoli una memoria da coltivare. Da venti secoli i discepoli si radunano a tenere viva la memoria di ciò che ha detto e fatto quell’ultima sera. Ha radunato i suoi amici intorno a sé, nelle ore decisive della sua vita.
Poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” (Luca 22, 19-20).Come a dire: “Io sto per andare. Non lasciatemi sprofondare nell’oblio. Ogni volta che farete questi gesti e ripeterete le mie parole di questa sera, lo farete in memoria di me. Io verrò tra voi”.
È come se dicesse: “Non dimenticatevi di me, perché altrimenti vi dimenticate di voi stessi”.
La Messa domenicale è l’avvicinarsi con timore, tremore, stupore a qualcosa di grande, mai del tutto conosciuta, capita. Sconvolge l’intelligenza, commuove il cuore. Credere è “ricordare” cioè riportare alla memoria del cuore chi è il Dio di Gesù Cristo, far memoria della Pasqua di Gesù, della sua ultima cena, della sua croce, della sua risurrezione, del suo farsi dono. Questo è ciò che capita la domenica alla Messa.
Come possiamo fare per renderlo più vitale ed evidente?
dp