Domenica 7 gennaio 2018
BATTESIMO DEL SIGNORE
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.
«Io vi ho battezzato con acqua,
ma egli vi battezzerà in Spirito Santo»
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
(Marco 1,8)
La missione di Giovanni è quella di preparare i cuori all’incontro con Gesù, ma solo Lui può mettere il seme della vita.
A volte ci preoccupiamo di seminare, dimenticando che il vero seminatore è il Signore.
Questa consapevolezza ci rende più semplice la testimonianza e ci toglie le “ansie da prestazione”.
Noi siamo strumenti per dissodare il terreno, non siamo protagonisti, solo comparse.
Buona festa!
don Carlo
Lunedì 8 gennaio 2018
«La sapienza fa il proprio elogio,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria»
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, / dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: / «Sono cresciuta come un cedro sul Libano, / come un cipresso sui monti dell’Ermon. / Sono cresciuta come una palma in Engàddi / e come le piante di rose in Gerico, / come un ulivo maestoso nella pianura / e come un platano mi sono elevata. / Come cinnamòmo e balsamo di aromi, / come mirra scelta ho sparso profumo, / come gàlbano, ònice e storace, / come nuvola d’incenso nella tenda. / Come un terebinto io ho esteso i miei rami / e i miei rami sono piacevoli e belli. / Io come vite ho prodotto splendidi germogli / e i miei fiori danno frutti di gloria e ricchezza. / Io sono la madre del bell’amore e del timore, / della conoscenza e della santa speranza; / eterna, sono donata a tutti i miei figli, / a coloro che sono scelti da lui. / Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, / e saziatevi dei miei frutti, / perché il ricordo di me è più dolce del miele, / il possedermi vale più del favo di miele. / Quanti si nutrono di me avranno ancora fame / e quanti bevono di me avranno ancora sete. / Chi mi obbedisce non si vergognerà, / chi compie le mie opere non peccherà».
(Siracide 24,1)
Quella Sapienza di cui ci parla il libro del Siracide è figura di Gesù stesso prima della sua incarnazione storica.
E’ il Verbo di cui parla Giovanni: «In principio era il Verbo. Il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Giovanni 1,1).
E’ bello pensare a Lui presente dall’eternità, in questi giorni in cui abbiamo contemplato la sua nascita al mondo.
Ci dà un respiro più ampio, quel bimbo nella mangiatoia è lo stesso Dio che ci ama da sempre e da sempre desidera donare tutto se stesso.
Buona giornata!
don Carlo
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