Giovedì 1 febbraio 2018
Beato Andrea Carlo Ferrari, vescovo
Molti videro partire il Signore Gesù e gli apostoli e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero:
«Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane
e dare loro da mangiare?»
Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
(Marco 6,37)
Ai discepoli sembra che Gesù stia chiedendo cose impossibili. La loro domanda infatti potrebbe essere tradotta così: ti rendi conto di quello che ci stai chiedendo?
La sproporzione tra quello che siamo e le folle immense che Gesù ci affida ci lascia smarriti, senza fiato.
Ma occorre fissare lo sguardo sui di Lui e contare sul fatto che per Lui nulla è impossibile.
Noi quando faremo tutta la nostra parte, con passione, gratuità e creatività, senza mai dimenticare che soltanto Lui può far crescere e generare frutti nei cuori degli uomini.
Buona giornata!
don Carlo
Venerdì 2 febbraio 2018
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
«Mosso dallo Spirito»
si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
(Luca 2,27)
Per tre volte in poche righe l’evangelista Luca cita lo Spirito santo per descrivere Simeone.
Lo presenta come il simbolo di chi attende anche a lungo senza mai scoraggiarsi. perché ha deposto tutte le sue speranze nella fedeltà di Dio e nella parola da Lui pronunciata.
Così tutta la sua vita, le sue decisioni, sono in mano allo Spirito santo: il suo compito è solo quello di percorrere docilmente le sue strade.
Solo chi vive così sperimenta, già qui sulla terra, la luce e la gioia indicibili di Dio.
Buona giornata!
don Carlo
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