Sabato 17 febbraio 2018
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e
«Ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio»
Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
(Luca 1,16)
Il frutto più bello della vocazione di Giovanni Battista è la conversione di molti al Signore, la preparazione dei cuori alla venuta di Gesù. Ogni iniziativa pastorale, ogni atto d’amore, ogni parola pronunciata, ogni servizio e carisma nella Chiesa sono un invito di Dio all’umanità. È tutta la nostra parte, che dobbiamo fare con passione e perseveranza.
Certo, poi è sempre e solo Dio che opera, entra nei cuori, li tocca e li converte, ma la Sua azione passa dalla Sua presenza in noi.
Insomma, noi facciamo l’1%, il 99% lo fa Dio, ma vuole operare attraverso il nostro sì.
Buona giornata!
don Carlo
Domenica 18 febbraio 2018
DOMENICA ALL’INIZIO DI QUARESIMA
Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti,
«Alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò»
e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: / “Non di solo pane vivrà l’uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: / “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo / ed essi ti porteranno sulle loro mani / perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: / “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: / “Il Signore, Dio tuo, adorerai: / a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
(Matteo 4,2-3)
La tentazione, la prova tocca Gesù nel momento della debolezza, della fragilità, quando le forze sono ridotte al lumicino e quindi è più facile cadere per lo sfinimento. Il tentatore ci proverà fino all’ultimo, fino al Getsemani, quando tutto crolla e l’angoscia e la paura lo attanagliano.
Gesù ha sempre vinto per noi.
Ogni volta che siamo tentati non siamo mail soli nell’affrontare quella situazione.
È possibile uscire vittoriosi anche dalle prove più dure.
Buona Quaresima!
don Carlo
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