Venerdì 23 marzo 2018
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Vi propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Giovanni (capitoli 18-19).
«Stavano»
presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di àloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.
(Giovanni 19,25)
Stavano.
Erano lì. Non c’era niente da fare, se non soffrire terribilmente, schiacciate anche dalla propria impotenza.
L’importante è esserci, non scappare, non avere altro da fare.
Stare ai piedi della croce vuol dire essere attratti dall’amore, fissare lo sguardo su Colui che ci ha amato più di tutti.
Poi la vita ci chiama altrove, ma occorre che nel cuore quell’amore continui ad accompagnarci e che lo sappiamo riconoscere ed amare in ogni fratello o sorella che vedremo soffrire.
Stando.
Buona giornata!
don Carlo
Sabato 24 marzo 2018
Il Signore Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre»
Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
(Matteo 11,25)
Saper ringraziare è fondamentale per accorgerci dei doni che riceviamo.
È anche indispensabile per esser felici, perché altrimenti continuiamo a rincorrere le cose (che comunque non ci basteranno mai) senza mai darsi il tempo di gioirne.
Gli esami di coscienza più efficaci sono quelli che iniziano dal ringraziamento, perché mettono le cose nel giusto posto: l’amore di Dio è immenso, ci precede e ci accompagna sempre, i nostri peccati sono comunque sempre infinitamente più piccoli e li comprendiamo davvero soltanto alla luce di quell’Amore.
Buona giornata!
don Carlo
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