Mercoledì 30 maggio 2018
Beato Paolo VI
38Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò.
«E subito si alzò in piedi e li serviva»
40Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. 41Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
(Luca 4,39)
La suocera di Pietro ha capito il messaggio di Gesù, la vita ha un senso solo se donata agli altri.
La parola servizio e gratuità spesso suonano come qualcosa di pesante che intristisce, in realtà è ciò che rende le nostre giornate ricche e gioiose.
“Dormivo e sognavo che la vita era gioia.
Mi svegliai e vidi che la vita era servizio.
Volli servire e vidi che servire era gioia”. (Rabindranath Tagore)
Buona giornata!
don Carlo
Giovedì 31 maggio 2018
Ss. CORPO E SANGUE DI CRISTO
12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:
«Prendete, questo è il mio corpo»
23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». 26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
(Marco 14,22)
Durante la cena pasquale ebraica si nascondeva mezza azzima sotto la tovaglia per rappresentare una promessa fatta da Dio ad ogni persona.
Proprio quell’azzima viene trasformata da Gesù in se stesso donato.
Quale promessa più grande poteva farci?
Ora chiede anche a noi di diventare un dono nascosto per gli altri.
Buona giornata!
don Carlo
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