Martedì 19 giugno 2018
Ss. Protaso e Gervaso, martiri
Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia»
2Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
4Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. 7Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri! 8Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio.
(Luca 12,1)
Gesù paragona l’ipocrisia al lievito.
Infatti se curiamo in modo scrupoloso l’apparenza, gonfiamo la realtà di quello che siamo. E questo ci restituisce un’immagine di noi stessi eccessiva, che tiene conto solo marginalmente delle nostre fragilità, della tantissima misericordia di cui abbiamo bisogno, da parte di Dio e anche da parte dei fratelli.
Occorre chiedere a Dio di imparare a vederci per quello che realmente siamo: importantissimi perché infinitamente ed eternamente amati da Dio.
Buona giornata!
don Carlo
Martedì 20 giugno 2018
11In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
«Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei»
e le disse: «Non piangere!». 14Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». 15Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 16Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
(Luca 7,13)
I miracoli non sono rapide soluzioni di problemi, né segni di potenza o di efficientismo, né tanto meno mezzi per abbagliare e impressionare.
I segni di Gesù nascono da un cuore che si commuove.
Perché questa è la prima guarigione, di cui tutti hanno bisogno: sentirsi amati dai fratelli, da chi ci avvicina, sentirsi presi in braccio soprattutto quando siamo in difficoltà.
Buona giornata!
don Carlo
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