Vivi la Parola! 2018.07. 07, 08, 09, 10, 11, 12 & 13

Sabato 7 luglio 2018

24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori.

«Voi però non fate così»

ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. 28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.

(Luca 22,26)

Gesù vuole fortemente instaurare un nuovo modo di rapportarci tra noi.

La logica che troppo spesso prevale è quella del potere, che costringe a riconoscere chi comanda e chi ubbidisce e anche a ringraziare anche chi opprime e umilia.

Il Vangelo scardina e capovolge tutto questo.

Dà il potere solo a chi ha scelto di servire, a chi non vive per sé ma per la vera gioia degli altri, a chi ama scendere un gradino più in basso per lavare meglio i piedi dei fratelli.

Nasce un mondo nuovo, il Cielo scende sulla terra e tutto si trasforma.

Buona giornata!

don Carlo

Domenica 8 luglio 2018

VII DOPO PENTECOSTE

33Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». 1Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. 2Tu gli hai dato potere su ogni essere umano,

«Perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato»

3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

(Giovanni 17,2)

Ricevere dalla Pasqua di Gesù la vita eterna significa non morire più.

E di conseguenza: non avere più paura di nulla, abbattere il muro che ci separa da Dio, entrare definitivamente già da ora nella Sua vita, perché solo Dio vive per sempre.

È la più profonda libertà alla quale possiamo aspirare, perché ci rende sconfinati, ci mette al sicuro, ci permette di essere pronti a lasciare tutto, sapendo di non perdere nulla, perché tutto ciò che è di Dio ci appartiene da ora e per sempre.

Buona domenica!

don Carlo

Lunedì 9 luglio 2018

37Il giorno seguente, quando furono discesi dal monte, una grande folla gli venne incontro. 38A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: «Maestro, ti prego,

«Volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho!»

39Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. 40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». 41Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio». 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio. Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

(Luca 9,38)

Cosa non si è pronti a fare per un figlio, a maggior ragione se è l’unico!

Questo padre chiede tutto, sbaraglia ogni imbarazzo, grida la sua preghiera, non c’è nulla che lo potrebbe frenare.

Gesù lo capisce bene perché anche Lui è il figlio unico di Suo Padre, Lo conosce, sa quanto è infinito quell’Amore che Lo ha generato.

E questo amore non si ferma su Gesù, ma attraverso di Lui va oltre, raggiunge ogni figlio d’uomo che si rivolge al Padre, lo guarisce e lo trasforma in Sé.

Buona giornata!

don Carlo

Martedì 10 luglio 2018

46Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. 47Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». 49Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». 50Ma Gesù gli rispose:

«Non lo impedite»

perché chi non è contro di voi, è per voi».

(Luca 9,50)

I discepoli sono selettivi, vogliono separare chi è discepolo “visibile” da chi non mostra di esserlo, esigono la totalitarietà delle scelte, forse vorrebbero anche avere il controllo della situazione, mettere ordine, precisare i confini.

Ma Gesù è magnanimo, non ama le sette esclusive, sa che il Suo dono è per tutti e raggiunge le persone in un modo che nessuno può prevedere né deve controllare.

La Sua grazia dilaga, corre lontano, porta frutti incalcolabili. E il discepolo deve imparare a gioire di questa universalità, di questa generosità magnanima e sconfinata.

Buona giornata!

don Carlo

Mercoledì 11 luglio 2018

S. BENEDETTO, PATRONO D’EUROPA

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

«Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,

chiedete quello che volete e vi sarà fatto»

8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

(Giovanni 15,7)

Rimanere, abitare nella parola di Gesù significa metterla in pratica, farla diventare la nostra mentalità, il nostro modo istintivo di reagire, il nostro criterio di giudizio.

In pratica significa che Gesù prende posto in noi ed è Lui a guidarci e a vivere in noi.

Perciò la nostra preghiera diventa quella di Gesù, il quale è sempre ascoltato dal Padre (cfr. Giovanni 11,42).

Gesù ne fa esperienza continuamente, ma vuole che anche noi lo sperimentiamo, per scoprire l’amore del Padre e conoscerlo e amarlo come Gesù.

Buona giornata!

don Carlo

Giovedì 12 luglio 2018

Ss. Nabore e Felice, martiri

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse:

«Ti seguirò dovunque tu vada»

58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

(Luca 9,57)

L’entusiasmo di questo “tale” (che poi è ciascuno di noi) piace a Gesù. Lui sa che l’incontro con Lui accende il fuoco nel cuore e si sperimenta uno slancio nuovo, una passione prima sconosciuta.

Ma Gesù mette anche in guardia: non si vive di entusiasmi, nella vita cristiana non si passa di gioia in gioia, ma ci sono incognite, situazioni di smarrimento, di buio, inconvenienti, imprevisti, attorno a noi e dentro di noi.

Occorre mettere in preventivo la scomodità, il disagio che ancora non conosciamo, gli interrogativi che non trovano subito risposta.

Se si è pronti a tutto questo, con l’aiuto di Gesù diventa possibile ogni passo.

Buona giornata!

don Carlo

Venerdì 13 luglio 2018

Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro:

«La messe è abbondante»

ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.

(Luca 10,2)

Gesù parla di messe da mietere, non di campi da arare o di piantagioni da innaffiare. Indica perciò che c’è molta gente pronta ad accogliere la Parola, a scoprire la gioia del Regno, a costruire un mondo nuovo. Il problema non è il lavoro, di quello ce n’è a non finire: il problema è che non ci sono abbastanza operai.

È uno sguardo diverso, promettente, pieno di fiducia quello di Gesù sull’umanità.

Non c’è tempo per le lamentele o le accuse.

Ci sono tantissime intese e collaborazioni possibili con persone che neppure immaginiamo.

Buona giornata!

don Carlo

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