Vivi la Parola! 2018.09. 08 & 09

Sabato 8 settembre 2018

NATIVITA’ DELLA VERGINE MARIA

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

«Abramo generò Isacco»

Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

(Matteo 1,2)

La storia della salvezza che porta a Gesù dura molti secoli. Inizia da una generazione impossibile, quella di una coppia troppo anziana e sfocia in una generazione molto più impossibile e impensabile, quella di una vergine.

Ci mostra che Dio, dentro le scelte spesso folli della nostra libertà, continua a guidare le sorti della storia umana, senza timore di sporcarsi con la polvere della terra e con le nostre vergogne. Il suo progetto non viene meno, ha una forza inarrestabile e sempre nuova, capace di risorgere da ogni crollo e da ogni abominio, anzi trasformando quelle tenebre in una luce abbagliante.

Maria ha creduto e poco alla volta ha capito tutto questo e non smette di ricordarcelo con amore.

Buona giornata!

don Carlo

Domenica 9 settembre 2018

II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

Il Signore Gesù disse: «Anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini.

«Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio»

Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

(Giovanni 5,42)

Non è un giudizio tagliente e senza ricorsi. È piuttosto una costatazione dolorosa e sofferta. Gesù vede che i Giudei che ha di fronte credono di essere già a posto, sembrano ad un passo dalla salvezza, ma in realtà ne sono lontanissimi. Manca in loro un unico ingrediente, quello indispensabile e decisivo, l’amore di Dio. Per questo Gesù rimane per loro estraneo e addirittura nemico.

Quando usciamo dall’amore, se anche crediamo di essere profondamente religiosi perché lo proclamiamo e osserviamo tante norme, siamo di fatto lontani da Dio, potremmo arrivare ad ucciderLo convinti di fare del bene.

Buona domenica!

don Carlo

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