«Le attività della comunità cristiana, come la scuola e la vita sociale, riprendono dopo la pausa estiva di questo anno così tribolato. In questa ripresa è più che mai necessario “metterci l’anima” per diventare saggi, perché l’organizzazione delle iniziative non può essere il ripetersi per inerzia di quello che “si è sempre fatto”. Cerchiamo una sapienza che orienti le scelte, gli stili, le cose».
Inizia così la prima delle lettere che l’arcivescovo Mario Delpini, indirizza alla Diocesi in questo anno pastorale. «Occorrono passi verso la sapienza per interpretare il tempo che abbiamo vissuto e quello che stiamo vivendo, compiendo esercizi di discernimento comunitario».
La preghiera per chiedere la sapienza nella vita quotidiana
«Propongo che si intensifichino la devozione e la contemplazione di Maria, donna di fede, abitata dal timor di Dio, fedele fino alla croce, unita a Gesù fino alla gloria». Preghiera e sapienza: «Proporre con insistenza la preghiera per chiedere la sapienza nella vita quotidiana di ogni fedele e nel ritmo ordinario delle comunità. La sapienza di cui abbiamo bisogno è un gusto per la vita che ne gode il senso, ne sperimenta il mistero come buono».
La sapienza e l’audacia degli inizi
Anche in questa lettera non manca l’invito dell’Arcivescovo a pensare con una mente fresca, a non sedersi sugli allori del già fatto. «La sapienza cristiana legge in ogni inizio un’occasione, una grazia, una novità. Tanto più in questo 2020: molte delle solite cose sono da reinventare».
Puntando sull’essenziale: «La ripresa dell’attività ordinaria è il tempo propizio per interrogarci insieme su come dobbiamo riprendere, su quali siano le cose essenziali, quali le zavorre, quale il segreto per l’irradiazione della gioia nel percorrere le vie di Dio verso la terra promessa».
L’apertura degli oratori
«La festa di apertura merita di essere particolarmente voluta e preparata, così che possa essere una vera e propria festa della comunità cristiana che si ritrova» dopo i mesi di isolamento. Ed è ciò che abbiamo fatto! Gli oratori svolgono un ruolo molto importante e l’Arcivescovo lo sottolinea con riconoscenza: «Con la nostra passione educativa abbiamo giocato un ruolo importante per richiamare tutta la società alle attese e alle fatiche dei ragazzi e delle loro famiglie».
Dunque la festa degli oratori «può diventare quest’anno l’occasione per coltivare una lettura sapiente, continuare un coraggioso discernimento pastorale…».
La carità non ha mai fine
La Chiesa ambrosiana da sempre associa l’impegno pastorale all’attenzione agli ultimi. «Le attività di assistenza e di carità che impegnano le comunità cristiane non si sono mai interrotte», «intervenendo senza escludere nessuno, rispondendo ai bisogni con la “fantasia della carità” ». Ma l’Arcivescovo guarda oltre, sollecitando strade: «È necessario ora pensare a nuovi inizi: sarà richiesta la disponibilità a creare le condizioni per nuove forme di carità anche diverse da quelle che abbiamo sperimentato finora, per non lasciare indietro nessuno».
La “riapertura” delle scuole
Scrive l’Arcivescovo: «L’ottusa e ostinata censura sul servizio che la scuola cattolica rende al futuro del Paese e sul contributo che la scuola pubblica paritaria rende al sistema scolastico, ha causato sofferenze profonde, fino a indurre alla resa e alla chiusura di scuole paritarie. La complicazione delle procedure e gli aspetti organizzativi talora finiscono per oscurare la cura per l’educazione e l’istruzione delle giovani generazioni». Monsignor Delpini sollecita «a pretendere l’aiuto delle istituzioni: alle nostre comunità sta a cuore offrire percorsi educativi per tutti, per tutte le condizioni sociali, per i ragazzi di ogni provenienza che abitano in Italia».
La sorpresa della santità adolescente
«La beatificazione di Carlo Acutis sarà celebrata nel pomeriggio di sabato 10 ottobre ad Assisi. È l’invito per tutti, in particolare per gli adolescenti, a conoscere e a lasciarsi ispirare da un coetaneo, simpatico, moderno, lieto, ad apprezzare la vocazione alla santità con i tratti sorprendenti e affascinanti dell’adolescenza».
Essere Chiesa, essere missione
Altro pilastro è la dimensione missionaria: «Rilancio anche quest’anno l’invito: “O la Chiesa è missionaria o non è la Chiesa di Gesù”». «La tradizionale Veglia missionaria, che vivremo il prossimo 24 ottobre, ci permetterà di condividere questo respiro mondiale e profondamente cattolico».
L’onesta ricerca della sapienza
I cattolici in dialogo con tutti. È un compito esigente quello che l’Arcivescovo affida ai credenti: «Cercare l’incontro, ascoltare volentieri le narrazioni di persone che non condividono la nostra fede, ma sono onesti cercatori della sapienza. Le nostre città ospitano molte persone studiose, pensose, forse anche irrequiete e polemiche. Hanno anche loro qualche cosa da dirci, hanno domande e risposte che non ci sono consuete e talora ci inquietano e ci mettono a disagio. Non è
una buona ragione per non ascoltarle».
Ecco la proposta: «Si costruiscano per iniziativa delle nostre comunità occasioni di confronto, senza complessi di inferiorità, senza presunzioni apologetiche: si condivida l’umiltà della ricerca di percorsi di sapienza che aiutino a dare un nome alla vita, al suo splendore e alle sue miserie».
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