Il male oscuro e la speranza cristiana

La parola sapiente del nostro Arcivescovo

Gente del mio tempo!

Perché non sei in cammino?
Perché te ne stai seduta nelle tenebre che ricoprono la terra, nella nebbia fitta che avvolge i popoli? Gente del mio tempo, quale male oscuro impigrisce il tuo pensiero, sfianca le energie, dissuade dal sognare?
Gente del mio tempo quale sospetto ti rende diffidente? Quali ossessioni ti rendono irrequieta?
Quali paure bloccano lo slancio?
Gente del mio tempo, chi ti ha convinta che quando c’è la salute c’è tutto, se per l’ossessione di custodire la salute ti privi di tutto?
Chi ti ha persuasa che la generosità sia un azzardo, che la compassione una debolezza, l’amore sia un pericolo, la promessa che si impegna per sempre una imprudenza?
Gente del mio tempo perché te ne stai a testa bassa a compiangere la tua situazione?
E voi sapienti, perché non sapete dire la via, voi esperti di ogni sapere, perché non siete in cammino?
Sembra che il virus, che stiamo combattendo e che cerchiamo con ogni mezzo di arginare, abbia seminato non solo malattia e morte, ma un male più oscuro, una paralisi dello spirito, una sospensione della vita, una confusione sul suo significato, uno scoraggiamento e un senso di impotenza.

Siamo impauriti?

Il disprezzo che circonda la parola della Chiesa, la noia con sui sono sopportate le nostre prediche, l’indifferenza che rende insignificanti le nostre proposte forse ci hanno intimidito, ci hanno indotto a ridurre il messaggio a qualche buona parola consolatoria.
Forse persino ci hanno indotto a dubitare di avere qualche cosa da dire a questa generazione che preferisce la disperazione alla speranza, preferisce fare a meno di Dio, piuttosto che lasciarsi inquietare dall’invito a conversione.

È apparsa la grazia di Dio.

Noi non abbiamo altro da dire che la parola della speranza, la verità di Gesù.
È un messaggio inquietante e antipatico che attira l’ostilità di molti in molte parti della terra e che causa reazioni violente e persecuzioni.
Ma è la parola che non possiamo tacere.
Prendo quindi coraggio e rivolgo l’invito, che suona antipatico e forse mi attira il disprezzo…
Mettiamoci in cammino per andare a adorare il re dei Giudei, il Cristo, il nostro Dio e salvatore Gesù Cristo.
Riconosciamo che abbiamo bisogno non solo della salute, ma della salvezza!
E Gesù è il Salvatore.
Cerchiamo un significato alla vita, all’impegno, alla morte!
E Gesù è la via, la verità, la vita che ci rivela che la vita è vocazione a rinnegare l’empietà, ad attendere la beata speranza.
Cerchiamo un criterio per distinguere il bene dal male!
E l’opera di Gesù è per riscattarci da ogni iniquità e formarci come un popolo puro che gli appartenga.
Cerchiamo una ragione, che non sia solo reazione emotiva, per l’impegno, la solidarietà, l’opera per la pace.
E Gesù ci rende pronti per ogni opera buona.

Cristo è il nostro Salvatore.

Non è una idea, non è una dottrina, è presente, vivo, ci parla, ci chiama.
Io, e tutti i cristiani, vogliamo proprio fare così. Forse potremo essere come una stella che offre grandissima gioia alla gente del nostro tempo che sa alzare lo sguardo.

+ Mario Delpini, Arcivescovo

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