Alla ricerca del padre perduto

«I padri latitano, si sono eclissati o sono divenuti compagni di gioco dei loro figli. Tuttavia, nuovi segnali, sempre più insistenti, giungono a rilanciare una inedita e pressante domanda di padre»

(Massimo Recalcati, Il complesso di Telemaco)


Per molti, il padre è morto o, per dirla con Recalcati, abbiamo assistito all’evaporazione del padre. Lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle nella vita individuale e sociale, quando ci siamo trovati orfani di un punto di riferimento, di una Legge condivisa e condivisibile, capace di orientare il nostro agire. Ma, come sostiene sempre Massimo Recalcati (M.R.), nuovi segnali spingono per il recupero di una nuova figura di padre, in linea con il cuore di Giuseppe.

Sullo sfondo possono esserci di aiuto tre figure della mitologia: Edipo, che vuol uccidere il padre per essere libero di godere della madre; Narciso che trasforma la vita senza padre in un godimento mortale; Telemaco che nel mondo dominato dai proci attende il ritorno del padre per ripristinare la Legge, a partire dalla presa di coscienza che senza Legge non c’è Senso, non c’è felicità.
Certo, il padre atteso e invocato da Telemaco non potrà più essere il padre padrone, il padre-eroe, il padre che pretende di avere l’ultima parola sul senso della vita, il padre autoritario, il padre del bastone: l’epoca del padre come Legge assoluta è finita.

È un padre nuovo quello di cui siamo alla ricerca: un padre Testimone, non più in grado di incarnare il Senso, la Legge, la Verità, bensì di testimoniare con la propria vita e le proprie scelte un Senso possibile, una Legge possibile, una Verità possibile. E di far intuire al figlio che desiderio (cioè felicità) e legge non sono incompatibili: al contrario, sono l’uno essenziale all’altro, mentre la pretesa di un godimento illimitato, senza freni, senza legge, si rivela effimero e ci lascia vuoti.

La testimonianza di un padre non pretende mai di essere esemplare, ideale, compiuta. Sono i figli che devono riconoscere negli atti dei loro genitori il valore di una testimonianza; ma questo avviene nel tempo, retroattivamente. I figli di oggi assomigliano a Telemaco più che a Edipo, cercano testimoni. Il problema dei nostri figli sono quei genitori che fanno i figli al posto di fare i genitori“. (M.R.)

Viviamo in un tempo dominato dall’ apologia idolatrica per il godimento immediato. Questa spinta a godere il più possibile è antagonista all’istituzione, perché il compito di ogni istituzione (famiglia, scuola, chiesa, Stato) dovrebbe essere quello di mettere un limite, un “freno”, al godimento individuale.

Il culto contemporaneo della trasgressione promette una falsa soddisfazione. Trasgredire la Legge non genera in realtà mai nessuna soddisfazione. Oggi la trasgressione non è più l’espressione della libertà di fronte al peso oppressivo della Legge, ma è diventata una sorta di obbligo sociale. Ma se la trasgressione diventa un dovere paradossale – come accade nel nostro tempo – essa non è più la manifestazione del desiderio, bensì del suo esatto contrario. Di conseguenza al posto dell’eccitazione subentra la tristezza e lo svuotamento del senso della vita. La difficile condizione dei giovani si manifesta in particolare nel modo in cui vivono la sessualità e nella loro dipendenza dalle tecnologie”. (M.R.)

All’inedita figura paterna dovrà corrispondere un’inedita figura di figlio: non più l’Edipo che non riconosce limiti ed elimina chiunque li rammenti, né il Narciso che crede di bastare a se stesso. È Telemaco a insegnarci chi è, oggi, il figlio autentico, l’erede giusto, perché sa riconoscere il debito insuperabile che lo lega ai genitori, trovandovi il germe del limite che, se rispettato, dà senso alla vita. “I migliori genitori che sanno incarnare la Legge del desiderio, ovvero che si può vivere su questa terra con gioia e soddisfazione“. (M.R.)

Nessuno di noi è padrone della sua vita; nessuno ha deciso le sue origini. Noi veniamo sempre dall’Altro. “Il mito dell’auto-generazione, del farsi da sé, dell’essere genitori di se stessi, è un altro mito delirante del nostro tempo“. (M.R.) Il padre-testimone di cui siamo alla ricerca, di cui abbiamo bisogno potranno naturalmente essere i genitori che ci hanno messo al mondo, ma anche un professore, uno zio, un amico, un don che abbiamo incontrato. Il padre-testimone può essere anche un padre adottivo, non essendo il sangue, bensì la capacità di mostrare il legame fra legge e desiderio, la sua qualità essenziale.

In questo senso Francoise Delto riteneva che fosse San Giuseppe il vero modello di paternità. Non dunque lo spermatozoo, ma una adozione simbolica che umanizza la vita.

don Paolo

COMMENTS