Vivi la Parola: 2021 07 – Luglio

Giovedì 1 luglio 2021

22E avvenne che, uno di quei giorni, Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò.

«Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: “Maestro, maestro, siamo perduti!”»

Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. 25Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?».

(Luca 8,23-24)

 

Anche quando ci troviamo in mezzo alla tempesta, noi dobbiamo remare. Non dobbiamo mai smettere di fare tutta la nostra parte. Pretendere e illudersi che Dio faccia tutto da solo, mentre noi stiamo a braccia conserte a guardare lo spettacolo è semplicemente un tentare Dio, non corrisponde all’esperienza del Vangelo. Ma non sarebbe meno insensato pensare che ce la possiamo cavare da soli, sarebbe pelagianesimo. Se non ci salva Lui, siamo perduti. Per questo preghiamo, per questo chiediamo senza sosta ogni cosa, con la fiducia dei figli, per questo lo svegliamo tutti insieme, come nell’episodio della tempesta sedata.

 

Venerdì 2 luglio 2021

26Approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. 28Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!».

«Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti»

30Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. 32Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. 33I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.

(Luca 8,29)

 

Gesù libera e guarisce un uomo devastato da questa presenza demoniaca. Vediamo qui una persona incapace di governarsi, prima vittima di se stesso, costretto a vivere emarginato, in una condizione non più umana, che viene riscattata e riportata ad una piena dignità. È una situazione reale e misteriosa, che in certo modo tutti noi conosciamo: quando subiamo il fascino di alcune dipendenze, oppure siamo sopraffatti dai nostri istinti, o ci vediamo impediti dalle nostre inerzie a realizzare il bene che vorremmo. Solo la potenza del Risorto può liberarci, Lui che è apparso «per distruggere le opere del diavolo» (1Giovanni 3,8).

 

 

Sabato 3 luglio 2021
S. TOMMASO, APOSTOLO

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».

«Gesù disse a Tommaso:
“Perché mi hai veduto, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”»

(Giovanni 20,29)

 

Spesso guardiamo a Tommaso come ad un privilegiato, perché ha potuto vedere e toccare il Risorto. Tutti noi infatti abbiamo bisogno di prove che sostengano la nostra fede in Gesù e ci è necessario toccare con mano, almeno in qualche modo, la sua presenza amica al nostro fianco: altrimenti sarebbe impossibile essere credenti! Ma non è sufficiente vedere e toccare: è necessario spingersi oltre, fino a riconoscere e affidarsi. Infatti anche noi abbiamo incontrato Dio, ciascuno in un modo e in un’occasione diversa; e se oggi crediamo è perché abbiamo riconosciuto che era proprio Lui e quindi abbiamo deciso di fidarci di Lui. Per questo è sempre molto importante fare memoria di tutta la nostra storia con Dio.

 

 

Domenica 4 luglio 2021
VI DOPO PENTECOSTE

27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita»

30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,28-29)

 

E’ uno stile di vita quello che Gesù ci insegna. Nella stanchezza del cuore rivolgerci a Lui, approfittare della possibilità che abbiamo in ogni attimo di parlarGli e di fermarci davanti a Lui. Andare da Lui quindi, senza cercare rifugio in altre evasioni. E imparare da Lui la mitezza e l’umiltà: solo così si affronta la vita, anche in tutte le sue svolte più ardue, senza soccombere, attraversandole, trasformandole addirittura in eventi di crescita e di salvezza. Perché mitezza e umiltà lasciano spazio a Dio di agire ed evitiamo di ostacolare il Suo aiuto con il nostro io ingombrante.

 

Lunedì 5 luglio 2021
S. Antonio Maria Zaccaria, sacerdote

34Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. 35La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono da Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura.

«Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro,
perché avevano molta paura.
Egli, salito su una barca, tornò indietro
»

38L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39«Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui.

(Luca 8,36-37)

 

I Geraseni sono spaventati per questo miracolo così impressionante e timorosi che i loro beni possano correre altri rischi, dopo che tutti quei porci sono precipitati in mare. Gesù stesso non può proseguire il suo ministero tra loro a causa del miracolo. Gesù quindi non bada a spese quando si tratta di salvare un solo uomo, anche se appartiene alla categoria di quelli per i quali noi non impiegheremmo troppe energie. La sua, per noi che ci lasciamo spesso affascinare e rincuorare soprattutto dai grandi numeri, è una scelta sorprendente.  E qui vediamo che la conversione alla quale Gesù ci chiama è soprattutto cambiare la nostra mentalità, spesso poco evangelizzata.

 

 

Martedì 6 luglio 2021
S. Maria Goretti, vergine e martire

40Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti erano in attesa di lui. 41Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, 42perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire.

«Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse:
“Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro”.
Ma Gesù, avendo udito, rispose:
“Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata”»

51Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme». 53Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; 54ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: «Fanciulla, àlzati!». 55La vita ritornò in lei e si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

(Luca 8,49-50)

 

Siamo sempre tentati di mettere dei limiti all’agire di Dio, come se ci imbarazzasse chiederGli troppo, come se non fosse il caso di disturbarLo inutilmente, ma dovessimo rivolgerci a Lui solo per le cose normali. Invece Gesù stesso ci chiede di fidarci, proprio quando ogni speranza umana vacilla e si spegne. Del resto non ci sono altri modi per conoscere la potenza di Dio, se non quello di seguirLo anche quando la strada si fa ripida, quando credere in Lui ci espone a fare delle brutte figure. Nel Vangelo sono tanti coloro che hanno rischiato su Gesù, che si sono esposti fidandosi: solo loro hanno visto miracoli.

 

Mercoledì 7 luglio 2021

10Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.

«Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo,
recitò su di essi la benedizione,
li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla
»

17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

(Luca 9,16)

 

Immagino la gioia stupefatta dei discepoli che girano in mezzo alla grande folla distribuendo pani e pesci a volontà, in una quantità immensa. Non hanno tempo di commentare, né di spiegare alla gente cosa sia successo, è troppo il lavoro e l’impegno. È un continuare a passare da Gesù alla folla e dalla folla a Gesù per prendere nuovo cibo: un’immagine che racconta bene quale sia il compito della Chiesa. È un far riferimento costantemente a Gesù, liberi dall’illusione infantile di essere noi i protagonisti, ma al tempo stesso interamente coinvolti in un’impresa divina tutta al servizio dell’uomo.

 

 

Giovedì 8 luglio 2021

«Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare.
I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda:
“Le folle, chi dicono che io sia?”»

19Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 20Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». 21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. 22«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

(Luca 9,18)

 

Preghiera e vita sono strettamente collegate per Gesù. Una sfocia nell’altra, nutre l’altra e viceversa, con la naturalezza e la continuità inarrestabile del respiro. Così la sua vita è piena zeppa del Padre, anche se all’apparenza è una vita come tante altre, e la preghiera attinge dalla vita di ogni istante, dagli incontri e dalle situazioni vissute. In essa c’è ristoro, luce, pacificazione, nuovo ardore. La vita assume così in tutto il suo insieme un equilibrio dinamico, un’armonia e una bellezza invidiabili, stabilità e decisione.

 

 

Venerdì 9 luglio 2021

«Poi, a tutti, diceva:
“Se qualcuno vuole venire dietro a me,
rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”»

24Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 25Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? 26Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. 27In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».

(Luca 9,23)

 

Nella cultura che respiriamo sembra esserci un desiderio di fondo: tendere a eliminare sempre meglio la fatica del vivere. Si desidera per sé, per figli e nipoti, una vita senza difficoltà, in cui ci si possa riposare e divertire più che si può. Ogni contrattempo o imprevisto è un’ingiustizia, un errore che si doveva evitare. Gesù invece mette all’inizio la croce. Non per benedire il dolore, ma perché la vita vera, in ogni sua espressione, ha sempre la dinamica della Pasqua: si parte da un no che apre ad un sì molto più grande, da un tacere perché nasca una parola limpida e luminosa. È sempre una risurrezione che ha attraversato la morte.

 

 

Sabato 10 luglio 2021

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e

«Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità»

che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». 23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

(Giovanni 14,16-17)

 

È più efficace una presenza fisica o una presenza interiore? È più rassicurante avere qualcuno accanto a sé o dentro di sé? Ciascuno scelga. Si tratta comunque di due modi di esserci, che hanno vantaggi e svantaggi. Il Signore c’è. Sempre. Con noi e per noi. Lo Spirito di verità non smette di insegnare, di ricordare le parole di Gesù e di spiegarcele: dentro di noi con quella voce particolare del nostro maestro interiore e fuori di noi con la parola di chi nella Chiesa esercita il servizio di fare da altoparlante alla verità.

 

Domenica 11 luglio 2021
VII DOPO PENTECOSTE

«Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!»

1Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. 2Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.

(Giovanni 16,33)

 

Gesù ha vinto e vince. Il nostro incessante riferirci a Lui non è un rifugio per ripararci dalle difficoltà, il vivere le beatitudini non è per coltivare atteggiamenti che ci fanno rimanere a metà classifica. Il cristiano impara da Gesù a guardare il mondo a viso aperto, con mitezza e pazienza, mettendo subito nel conto il buio e l’emarginazione, ma sapendo con certezza che lo scudetto ce l’ha già in tasca. Per questo in Lui troviamo la pace e in questa pace rimaniamo, pur in mezzo ad ogni tempesta. Per questo possiamo amare tutti senza paura, aggiustando il mondo e facendo respirare un po’ la brezza del Paradiso.

 

Lunedì 12 luglio 2021
Ss. Nabore e Felice, martiri

37Il giorno seguente,

«Quando furono discesi dal monte, una grande folla gli venne incontro. A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare:
“Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare,
lo scuote, provocandogli bava alla bocca,
se ne allontana a stento e lo lascia sfinito”
»

40Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». 41Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio». 42Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio. Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44«Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

(Luca 9,37-39)

 

Dalla trasfigurazione sul Tabor all’incontro con il demonio: Gesù passa da un vertice all’altro, dalle vette agli abissi. Non si isola nel Cielo della Trinità, non si lascia annientare dalle angosce misteriose della vita, ma ci mostra che il male si affronta solo con la forza di Dio. Se i drammi della nostra vita ci scombussolano troppo e ci lasciano disorientati e svuotati, poveri di speranza, è perché dimentichiamo di poggiare i piedi in Dio, perché abbiamo staccato le radici dal Paradiso, che è sin da adesso la nostra casa sicura.

 

 

Martedì 13 luglio 2021

«Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore,
prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro:
“Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me”
»

e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». 49Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». 50Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

(Luca 9,46-48)

 

I gesti, quando sono efficaci, sono più eloquenti delle parole. Le immagini sanno riassumere in un lampo quello che poi i discorsi potranno e dovranno spiegare. A chi litiga e si accapiglia perché ambisce il primo posto, Gesù presenta un bambino, uno che non valeva nulla. E si identifica con lui! Come a dire che Dio è presentissimo nel mondo, ma non in chi brilla pieno di onori e di invidie su di lui, ma in chi è semplice, piccolo e disarmato. Per i discepoli di allora e di oggi è sempre uno choc.

 

Mercoledì 14 luglio 2021

«Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme»

52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.

(Luca 9,51)

 

 

Gesù non subisce in modo ineluttabile il suo destino. Lo sceglie. Lo vuole. Sa che la sua missione richiede ogni impegno, ad essa egli è totalmente dedicato. Non rimane indifferente ai pericoli, disprezzandoli in modo temerario, non rincorre neppure difficoltà e sconfitte in modo autolesionistico. Ha invece di mira qualcosa di immenso, sa che il prezzo è molto alto e non si tira indietro. Alla sua decisione delle origini rimane fedele sino alla fine. Anche a noi capita che la vita chieda molto, anche tutto. Occorre che il sogno che ci muove non si spenga mai, continui a dirigerci. Solo così ci realizziamo per davvero e possiamo lasciare dietro di noi una scia di luce.

 

Giovedì 15 luglio 2021
S. Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa

«Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse:
“Ti seguirò dovunque tu vada”.
E Gesù gli rispose:
“Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,
ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”»

59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

(Luca 9,57-58)

 

Gesù non vuole spegnere gli entusiasmi, ma mettere in guardia. Nella missione infatti occorre essere lungimiranti, non solo nei confronti delle persone e delle realtà che ci sono affidate, ma anche verso noi stessi. Non sappiamo come invecchiamo, rimaniamo sorpresi di come siamo fatti, pensavamo di aver risolto problemi che un bel giorno bussano alla porta con troppa insistenza. Insomma, non abbiamo sicurezze umane, nostre, che offrano garanzie definitive. Occorre davvero vivere di Dio, di quella manna che Lui non ci fa mai mancare ogni giorno, consapevoli che il frutto, il merito di quello che riusciamo a realizzare di buono, è tutto Suo.

 

 

Venerdì 16 luglio 2021
Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

«Il Signore designò altri settantadue e
li inviò a due a due davanti a sé
in ogni città e luogo dove stava per recarsi»

2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.

(Luca 10,1)

 

Settantadue è un bel numero. Non puoi illuderti di avere tra loro solo persone preparate, sapienti, equilibrate, avvedute. Gesù conosce bene i loro limiti, al posto suo saremmo stati più guardinghi, anche perché il compito che affida loro è importantissimo: annunciarLo. Eppure il suo non è un azzardo. A Gesù infatti non sono indispensabili qualità eccelse o una preparazione completa. Invia persone disarmate a portare la pace, a raccontare, con i mezzi di cui dispongono, l’esperienza che loro stessi hanno fatto, quello che hanno capito. È solo una preparazione. Quello che conta sarà il Suo arrivo, l’incontro di ciascuno con Lui.

 

 

Sabato 17 luglio 2021
S. Marcellina, vergine

«Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore»

7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. 8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. 10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. 17Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».

(Luca 1,5-6)

 

La fedeltà a Dio, alle sue parole, alla sua legge è una cosa molto bella. È segno di una vita che si orienta verso il bene, che desidera diffonderlo, testimoniarlo. C’è tanta luce in un’esistenza così. Nella storia di Zaccaria ed Elisabetta appare però anche evidente il segno della loro sterilità: come a dire che da soli non siamo capaci di innovare per davvero, di trasmettere vita nuova. Una vita fedele rimane sempre in attesa: solo l’irruzione di Dio la può trasfigurare e proiettare in orizzonti sconosciuti. Tutto questo però è grazia, non dipende da noi, non è neppure prevedibile. Se ne può parlare solo quando accade. Allora metteremo in campo tutto quello che siamo per realizzarla, però sapendo bene che il motore, gli inventori, non siamo noi.

 

Domenica 18 luglio 2021
VIII DOPO PENTECOSTE

«Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”»

36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». 41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

(Marco 10,35)

 

L’atteggiamento apparentemente ingenuo dei due discepoli verso Gesù assomiglia molto al nostro. Quello cioè di avere dei sogni e di attendere, sperare, chiedere che si compiano, che Dio stesso li benedica e ci dia una mano a vederli realizzati. Dio quindi al servizio nostro. Come se conoscessimo meglio di lui la via della nostra gioia. Così non si va lontano. Gesù capovolge questo criterio: la nostra vita non è più nostra, è del Padre. Il traguardo non è dominare, ma servire. La realizzazione non è occupare il primo posto, ma l’ultimo. Solo l’amore è la grande scuola che insegna queste cose.

 

Lunedì 19 luglio 2021

«Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro:
“È vicino a voi il regno di Dio”
»

10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

(Luca 10,8-9)

 

I discepoli in missione devono anzitutto aprire gli occhi. Vedere quello che capita davanti a loro. Trovano accoglienza, cibo, malati da guarire, parole semplici di sapienza che fioriscono sulle loro labbra. A dispetto delle apparenze, si sentono spettatori più che protagonisti. È un vedere germogliare il Regno davanti a loro. Certo, si tratta di cose piccole, non certo roboanti, che quindi potrebbero passare inosservate. Ma se gli occhi sono aperti rimane nel cuore uno stupore, un incanto di fronte a queste realtà che poco a poco prendono forma. Forse anche noi, più che disperare della situazione che viviamo, dovremmo purificare lo sguardo per vedere Dio che è sempre all’opera.

 

Martedì 20 luglio 2021

«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida!
Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite
»

14Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 15E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! 16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

(Luca 10,13)

 

Quanto ci sentiamo responsabili dei doni che riceviamo? Tanto spesso ci manca il tempo di accorgerci quanto siamo colmati di regali, presi come siamo a rincorrere le urgenze, a recuperare i ritardi, a soddisfare la lunga lista delle cose da fare che fa così fatica ad assottigliarsi… Fermarsi per riconsiderare quanto è avvenuto è un esercizio spirituale fondamentale nel nostro tempo. Se ci accorgiamo di quanto siamo amati, il cuore si dilata naturalmente alla fiducia, alla gratitudine, al sorriso. Altrimenti anche attorno a noi e in noi, come a Corazìn e a Betsaida, piovono grazie su grazie e tutto ci sembra normale.

 

Mercoledì 21 luglio 2021

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi.

«Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»

21In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 22Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 23E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

(Luca 10,20)

 

I discepoli tornano stupefatti dalla missione: hanno visto che le parole di Gesù si realizzano tutte, per davvero, anche il male è sgominato, hanno la sensazione di essere in certo modo onnipotenti, invincibili, invulnerabili. Questa impressione di avere poteri superiori è però un po’ rischiosa, perché illude che sia con questi mezzi che si guarisce e si salva il mondo. Gesù perciò interviene e corregge i suoi. La vera gioia, la grande ricchezza della vita è, come per Lui, essere figli del Padre e vivere come tali, lasciando esprimere al massimo in noi quell’amore che Lui ci insegna e ci mostra.

 

Giovedì 22 luglio 2021
S. MARIA MADDALENA

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 11Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed

Essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro:
“Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto”»

14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

(Giovanni 20,13)

 

Le lacrime di Maria Maddalena al sepolcro danno voce al suo dolore. La perdita di Gesù le ha lasciato un vuoto incolmabile. Poter accarezzare con gli unguenti il Suo corpo, pur senza vita, le sembra il massimo a cui potrebbe aspirare. La sparizione del cadavere aggiunge dolore a dolore, le viene tolta quella piccola consolazione che ancora le rimaneva. Certo non immaginava quello che stava per capitare. Tanto spesso quello che accade è l’unica delle ipotesi che non avevamo previsto. Questo ci insegna a non voler preordinare troppo l’esistenza, la realtà dell’amore di Dio supera qualunque immaginazione.

 

 

Venerdì 23 luglio 2021
S. BRIGIDA, RELIGIOSA, PATRONA D’EUROPA

13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

«Voi siete la luce del mondo;
non può restare nascosta una città che sta sopra un monte
»

15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

(Matteo 5,14)

 

Gesù ha molta fiducia nella testimonianza luminosa delle persone semplici che sono accanto a Lui. È convinto che tutti li vedono, anche se non sono famosi e le persone di cui tutti parlano sono altre. Chi opera il bene non lascia il mondo come prima. Anche se continuiamo a pensare che alla fine il male avrà il sopravvento, in realtà l’amore continua ad alimentare la vita degli uomini e delle donne ad ogni latitudine, esercita sempre un fascino segreto nei più, rimane un esempio che non si può cancellare. Le energie positive sono inestirpabili, spingono il mondo in avanti, sono la presenza del Risorto nella storia.

 

Sabato 24 luglio 2021

54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? 55Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».

«Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro:
“Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”»

58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

(Matteo 13,57)

 

Gesù è tornato nella sua comunità, tutti lo conoscono e dovrebbe trovarsi a casa, invece è proprio lì che incontra le maggiori ostilità.  Quante volte succede anche nelle nostre comunità! Le incomprensioni ci allontanano, ad un certo punto non sappiamo più neppure perché, ma il nostro orgoglio è stato talmente ferito che non cerchiamo più  di capire. Basterebbe tentare di parlarsi, di guardarsi negli occhi con amore senza recriminare, pronti a perdere tutto, perché è allora che si vince. Insieme.

 

Domenica 25 luglio 2021
IX DOPO PENTECOSTE

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

«Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà;
ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà
»

36Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

(Marco 8,35)

 

Ogni giorno ci troviamo a scegliere tra ciò che ci dice il Vangelo e ciò che è logico per il mondo.

Spesso sono scelte incomprensibili per molti. Perché ti giochi tutta la vita per seguire un disegno spesso solo abbozzato e a volte nascosto? Perché ti lasci scappare delle opportunità che non ritorneranno? Se ti ascolti dentro, trovi la risposta. Perché senti che l’unico modo per essere felice è abbandonarti alla Sua volontà, anche quando non capisci dove ti sta portando.

 

 

Lunedì 26 luglio 2021
Ss. Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria

«Gesù si trovava in un luogo a pregare;
quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse:
“Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”»

2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

(Luca 11,1)

 

Pregare è difficile: o si riduce a ripetere delle preghiere o è una delle cose più faticose, perché ti chiede di lasciare tutto fuori di te per abbandonarti completamente nelle braccia del Padre. Quando si è innamorati è facile guardarsi e non accorgersi del tempo che passa, ma poi le cose cambiano, si continua a volersi bene, ma ci sono altre pressioni. La stessa cosa è con la preghiera, abbiamo avuto dei momenti nella vita in cui era possibile raggiungere momenti di estasi, ma poi tutto torna alla normalità. E allora bisogna affrontare la fatica di rimanere nonostante l’aridità e saper ripetere: «Signore, insegnami a pregare!»

 

Martedì 27 luglio 2021

5Poi disse loro:

«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli:
“Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”
»

7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

(Luca 11,5-6)

 

Andare  a chiedere un favore ad una persona che sta dormendo significa saperla veramente amica, perché con un estraneo nessuno avrebbe il coraggio di farlo. Vuol dire conoscerla e sapere di poter ottenere ciò che chiediamo. Ecco il nostro atteggiamento con il Signore: lo sappiamo Padre, sappiamo che se quello che chiediamo è per il nostro bene, alla fine ce lo concederà. E Gesù ci insegna ad essere insistenti, a non mollare fino alla fine, se è qualcosa per cui vale veramente la pena lottare.

 

Mercoledì 28 luglio 2021
Ss. Nazaro e Celso, martiri

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?

«Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!»

(Luca 11,13)

 

Come nella parabola dell’amico importuno, Gesù ci insegna a perseverare nella preghiera, a non arrenderci, a non considerarci mai sconfitti. Il Padre ci lascia lottare con i nostri desideri, perché con il passare del tempo capiamo quali sono le cose veramente essenziali per cui pregare. Così la preghiera diventa perseverante, tenace e ci stringe sempre di più a Gesù. A volte però facciamo fatica a riconoscere ciò che veramente vale, ecco perché con la preghiera ci viene donato lo Spirito Santo: Lui saprà illuminarci.

 

Giovedì 29 luglio 2021
S. Marta

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose:

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,
ma di una cosa sola c’è bisogno.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»

(Luca 10,41-42)

 

Il problema di Marta non è quello di servire e preoccuparsi degli altri, ma quello di lasciarsi sopraffare dalle preoccupazioni per ciò che si fa, finendo per pensare che le cose da fare siano più importanti che ascoltare Gesù.  Capita a tutti di lasciarsi prendere la mano, di dimenticarsi di fare solo ciò che il Signore ci chiede.  Quando però siamo sicuri che il progetto che stiamo portando avanti è opera Sua, saremo altrettanto sicuri che Lui troverà il tempo e il modo per fare tutto.  Si tratta solo di fidarsi.

 

Venerdì 30 luglio 2021

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

«Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice:
“Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”.
Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora.
E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima»

(Luca 11,24-26)

 

Non si può mai abbassare la guardia, sentirsi arrivati. Occorre vigilare, non lasciarsi andare per inerzia, perché la vita di fede è come l’amore, che va curato e rinnovato continuamente, altrimenti lascia il posto all’abitudine e all’apatia. Non è un evento improvviso, richiede tempo, ma logora poco alla volta e alla fine ci si ritrova svuotati e un po’ smarriti. Si comincia allora a vivere dei riti, delle tradizioni, ma non la vita di Gesù in noi. Quella infatti è continua giovinezza, entusiasmo, passione, tutte cose possibili a qualunque età.

 

 

Sabato 31 luglio 2021
S. Ignazio di Loyola, sacerdote

21Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!».

«Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”»

28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

(Matteo 15,26-27)

 

Penso che solo una donna poteva rispondere così. Un uomo probabilmente si sarebbe offeso, avrebbe rinunciato, arrendendosi; ma lei lottava per la figlia e sapeva bene dove voleva arrivare. Quando ciò che vogliamo raggiungere è per una giusta causa occorre essere pronti a superare orgoglio e imbarazzi. Ci accorgeremo che gli altri restano disarmati di fronte a un simile atteggiamento. Si direbbe che anche Gesù non resiste. Lo si era già visto con Maria alle nozze di Cana: davanti a una fede grande Gesù non oppone più resistenza.

 

 

COMMENTS