Martedì 1 marzo 2022
18Vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: 19«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 20C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. 21Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo ugualmente, 22e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. 23Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 24Rispose loro Gesù:
«Non è forse per questo che siete in errore,
perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio?»
25Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. 26Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? 27Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
(Marco 12,24)
I sadducei obiettano sulla risurrezione e cercano di intrappolare Gesù. Ma lui è venuto proprio per rivelare questo spalancarsi infinito della vita dell’uomo, trattato da figlio di Dio come Gesù. Gesù conosce bene la potenza dell’amore di Dio e si accorge che invece i suoi interlocutori non ne sanno nulla e credono in un Dio ridimensionato sui loro ragionamenti. Dio invece non ha confini, stupisce, risolleva, inventa, a volte disorienta, perché non ragiona per nulla come noi. Ogni volta che ci fidiamo non ci lascia mai delusi.
Mercoledì 2 marzo 2022
38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». 41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro:
«In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»
(Marco 12,43-44)
A Gesù non interessa il “quanto”. Cerca il “tutto” da noi, poco o tanto che sia. Non sarà certo la nostra capacità a salvare il mondo: i doni che abbiamo, fossero anche tanti, ce li ha dati Lui e avrebbe potuto darli a chiunque altro. Se gli diamo tutto, Lui può servirsi davvero di noi, passare anche attraverso le nostre debolezze e arrivare molto lontano. Non è il caso di perdere tempo a calcolare quanto frutto abbiamo prodotto: nessuno lo immagina, lo scopriremo solo alla fine dei tempi. E ne rimarremo sorpresi e increduli.
Giovedì 3 marzo 2022
«Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia,
per dare testimonianza a loro»
10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
(Marco 13,9)
Dove noi vediamo solo violenza e giustizia, Gesù vede soprattutto opportunità e fecondità per il Vangelo. Quel “Venga il tuo Regno” che ci ha insegnato a chiedere nella preghiera, Lui stesso ce l’ha sempre nel cuore e negli occhi. Sa che il Vangelo correrà molto lontano, dappertutto e gli ostacoli diverranno nuove opportunità. Ogni volta che tutto sembrerà perduto, sarà soltanto la gestazione di una svolta, si accenderanno sempre possibilità impensate, perché questa corsa è inarrestabile. È la corsa vincente, anche se non sarà mai una corsa tranquilla.
Venerdì 4 marzo 2022
«Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina»
29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
(Marco 13,28)
Ci sono cose che è facile prevedere. Dai segni ci si accorge quello che sta per capitare. Lo capiscono i ragazzi a scuola quando vedono il prof che si innervosisce: si avvicinano compiti e note. Lo capiscono le mamme guardando negli occhi i figli adolescenti: hanno preso una cotta o hanno fatto qualche disastro. Lo capiscono i malati quando nelle notti insonni cominciano a fare due più due e intuiscono che l’incontro con il Signore è vicino, anche se attorno tutti dicono che il male passerà. Dio è imprevedibile, ma con il tempo si impara a riconoscere i segni del suo passaggio.
Sabato 5 marzo 2022
5Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. 6Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. 7Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. 8Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, 9gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. 10Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. 11Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. 12Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. 13Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. 14Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, 15perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre 16e
«Giovanni ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto»
(Luca 1,16-17)
Stupisce che in questa profezia dell’angelo la missione del Battista consista nel ricondurre i cuori dei padri verso i figli. D’istinto siamo portati a credere che molto più spesso siano i cuori dei figli a dover prestare orecchio alle parole dei propri padri. In realtà non è raro che le fatiche dell’educazione logorino a lungo andare la pazienza dei padri, che nascano atteggiamenti di disinteresse verso i figli o che si cerchino altrove relazioni più immediatamente gratificanti. Inoltre non è facile ascoltare la profezia che i ragazzi e i giovani portano con sé. Solo la conversione all’amore colma ogni distanza e crea legami meravigliosi tra le generazioni.
Domenica 6 marzo 2022
ALL’INIZIO DI QUARESIMA
(I DI QUARESIMA)
1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
«Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti,
alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò»
e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
(Matteo 4,2-3)
È nella nostra fragilità che la tentazione ci insidia. I nostri punti deboli prima o poi tornano allo scoperto e si manifestano soprattutto nei momenti di stanchezza fisica o psicologica. La possibilità di superare la prova dipende dalle energie interiori: queste possono accrescersi in ogni tempo, anche quando la vita non ci sorride. Gesù ci mostra che la Parola ascoltata e vissuta è la forza che ci nutre e ci difende in ogni circostanza, rende invulnerabili di fronte alle insidie del male. E per noi peccatori è la parola della misericordia a tenderci la mano e a risollevarci per ripartire.
Lunedì 7 marzo 2022
1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli»
4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
(Matteo 5,3)
Le beatitudini che il vangelo di Matteo ci riporta non guardano le etichette, le appartenenze, gli schieramenti: i beati ai quali si rivolge Gesù li trovi dappertutto. Sono trasversali: credenti e non, persone di diversa etnia, età, latitudine, cultura. Sono accomunati da una caratteristica: hanno nel cuore dei valori, degli atteggiamenti. Continuano sempre a credere che il mondo può migliorare, che il futuro è carico di speranza, che i conti alla fine torneranno. Sono quelli che cambiano davvero il mondo. E questa certezza li riempie di pace, di serenità e fiducia anche nelle situazioni difficili.
Martedì 8 marzo 2022
13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. 14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa.
«Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli»
(Matteo 5,16)
Ogni volta che scegliamo di donarci, di amare i fratelli e le sorelle, si accende una luce in noi. Nel buio del mondo e dei cuori, brilla. La si può ignorare o darla per scontata, ma si vede. Quella luce non siamo noi, è Gesù in noi. Per questo non possiamo vantarci dei suoi frutti, come se fossimo noi gli attori: la nostra parte consiste nell’aver lasciato spazio al Risorto in noi. Per questo alla fine la “gloria” è tutta Sua. A noi la gioia semplice ma vera di essere stati, almeno per quella volta, suoi strumenti.
Mercoledì 9 marzo 2022
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti;
non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento»
18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
(Matteo 5,17)
Il comportamento di Gesù prestava il fianco a molte critiche, soprattutto nei confronti delle minuziose prescrizioni della legge a riguardo del sabato. C’era poi un’eccedenza di misericordia verso i pubblici peccatori che a molti appariva spropositata. E Gesù però precisa che di non aver infranto assolutamente nulla della legge di Dio, perché quella è eterna e invariabile. E comprendiamo perciò che quel “pieno compimento” di cui parla è l’amore. È questo il criterio insuperabile, perché Dio è Amore e non potrebbe comandare nulla di diverso da Sé. È l’amore che spiega tutta la legge e ci permette di capirla davvero.
Giovedì 10 marzo 2022
20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. 23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
«Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione»
26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
(Matteo 5,25)
Questa minuscola parabola riguarda la prontezza nel cercare la pacificazione con i fratelli, nel ristabilire l’accordo con loro. Se indugiamo o lasciamo correre in realtà smettiamo di essere figli del Padre celeste, ci comportiamo come se non lo fossimo. E le conseguenze per noi diventano gravi, veniamo gettati in prigione. Parole che suonano forti per noi, che sappiamo trovare mille ragioni per lasciare le cose come stanno, anche quando i conflitti sono aspri o le relazioni sono addirittura interrotte. Da figli di Dio, il nostro compito è tendere con tutte le forze alla riconciliazione.
Venerdì 11 marzo 2022
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Giovanni.
1Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. 4Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». 5Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. 7Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».
«Gesù replicò: “Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano”, perché si compisse la parola che egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato”»
10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». 12Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». 15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. 17E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». 18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. 19Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». 23Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». 24Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. 25Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». 27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
(Giovanni 18,8-9)
Quando diciamo che Gesù è morto per noi, vogliamo anche dire che ha voluto difenderci fino alla fine, non ha avuto alcuna preoccupazione per Sé, si è addossato ogni responsabilità, perché i suoi discepoli rimanessero liberi, perché nessuno andasse perduto. È un dare la vita perché l’altro possa vivere. Si dimostra così l’unico salvatore di tutti, a nessun altro è stato torto un capello per causa Sua, finché Lui era in vita. Anche tra noi, quelli che amano davvero pensano solo agli altri, si trovano a disagio quando qualcuno si occupa di loro, non vorrebbero disturbare neanche quando sono nel bisogno.
Sabato 12 marzo 2022
1In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 2Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio.
«Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa»
8Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
(Matteo 12,7)
Qui il concetto di misericordia si allarga. I discepoli vengono rimproverati per aver colto delle spighe in giorno di sabato. Gesù replica, scritture alla mano, che non hanno colpa. E Gesù coglie l’occasione per ribadire la grandezza sconfinata della misericordia, che non è quindi solo perdono della colpa, ma è sguardo che attende a giudicare, che crede alla bontà delle intenzioni altrui, è occhio di madre, di padre, che ipotizza subito il positivo e non parte mai dalla condanna. A Gesù interessa la misericordia che è un altro nome dell’amore. Molto più di qualunque sacrificio.
Domenica 13 marzo 2022
DELLA SAMARITANA
II DI QUARESIMA
5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui. 31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
«Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava:
“Mi ha detto tutto quello che ho fatto”.
E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni»
41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
(Giovanni 4,39-40)
La testimonianza della donna samaritana impressiona i suoi concittadini, devono averla vista cambiata, trasformata da quell’incontro. E sì che non poteva avere una buona reputazione, si direbbe che fosse difficile starle vicino, chissà poi perché andava al pozzo da sola sotto il sole di mezzogiorno. “Mi ha detto tutto quello che ho fatto”, continuava a ripetere. Si era sentita letta dentro, nel cuore, conosciuta benissimo, ma non condannata. Forse è proprio questa misericordia che l’ha conquistata. Capita anche a noi: quando troviamo qualcuno che non ci condanna per i nostri errori, ma che continua a stimarci, ci sembra di rinascere.
Lunedì 14 marzo 2022
«Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore»
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
(Matteo 5,27-28)
Per qualcuno vivere queste parole di Gesù è una cosa tutto sommato semplice, anche se occorre sempre essere guardinghi, perché nessuno è invulnerabile. Per altri magari si va a epoche, rimanendo sorpresi quando certe pulsioni emergono all’improvviso con forza in modo abbastanza inspiegabile, dopo mesi, anni o decenni di relativa calma. Per qualcuno è il tormento di una vita, quasi un’ossessione per la quale non si smette mai di combattere. C’è poi chi ha raggiunto la pace dei sensi e ne prova solo disinteresse e un po’ di disgusto. La castità è un dono. Da chiedere. Per il quale ringraziare tanto se lo si riesce a vivere, perché permette davvero di costruire relazioni libere e autentiche.
Martedì 15 marzo 2022
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico:
«Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio»
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.
(Matteo 5,32)
È la grande ingiustizia connessa a chi subisce l’abbandono del coniuge: per rimanere fedele alla parola data, al sacramento celebrato, deve vivere in solitudine il resto dei suoi giorni. Una scelta eroica. Non sono molti quelli che ci riescono. Per la maggior parte delle persone significa quindi il non poter vivere una piena appartenenza alla Chiesa, anche sacramentale, a cui si aggiunge il senso di colpa. Per tacere del fatto che a volte i figli si possono vedere raramente e occorre trovarsi una nuova abitazione, sempre che lo stipendio lo permetta. Il ripudio, il tradimento dell’amore promesso è quindi un gesto orribile, eppure avviene molto di frequente, come fosse una cosa normale. Ma per Gesù non è accettabile.
Mercoledì 16 marzo 2022
38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico.
«Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli;
egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni,
e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti»
46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
(Matteo 5,44-45)
È forse la richiesta più ardita ed esigente di tutto il vangelo. Si fa fatica a pronunciarla, perché sembra un obiettivo irraggiungibile. Penso sia possibile solo fissando lo sguardo sull’amore del Padre, solo lasciando tutto lo spazio a Gesù in noi, solo facendo dell’amore il centro propulsivo della vita, solo educandoci ad amare in tutte le piccole cose di ogni giorno. Quando si riesce a vivere anche solo un po’ queste parole o ci si avvicina, si sperimenta una sensazione profonda di libertà, cresce in noi una nuova unione con Dio e si comprende meglio la fraternità universale.
Giovedì 17 marzo 2022
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli»
2Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,1)
E’ un punto su cui Gesù insiste spesso quello del non voler apparire, di agire nel segreto. Non va però confuso con la mancanza di autostima, di fiducia in se stessi. Noi siamo coscienti che quando seguiamo Gesù stiamo facendo cose grandi, a volte ci stupiamo persino di quanto riusciamo a fare. Il punto fondamentale però sta nell’avere altrettanta consapevolezza che tutto il nostro agire è solo opera Sua, basta lasciarsi guidare e tutto si dipana in modo inaspettato.
Venerdì 18 marzo 2022
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima. Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Giovanni.
28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio.
«Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua»
29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». 30Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». 31Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. 33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. 39Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 40Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
1Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
(Giovanni 18,28)
Il Pretorio era il palazzo del governatore romano, i giudei non potevano frequentare luoghi abitati da pagani e stavano ben attenti a non contaminarsi. Ancora una volta il Vangelo ci fa vedere come l’irrigidirsi sulle regole mettendole prima delle persone, indurisca il cuore. Era successa la stessa cosa al sacerdote e al levita della parabola del buon samaritano, per non toccare qualcuno considerato impuro, e di conseguenza non poter entrare nel tempio, avevano preferito abbandonare a se stesso un ferito. Può succedere anche a noi di essere talmente presi dai precetti, da dimenticarci che il primo comandamento è sempre quello dell’Amore: niente è più importante del fratello che mi sta vicino e soffre, il Signore è lì che mi aspetta.
Sabato 19 marzo 2022
S. GIUSEPPE, SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA
«Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele”»
sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
(Matteo 2,19-20)
La vita di Gesù è un perenne cammino: da Nazaret a Betlemme per nascere, poi in Egitto, in Galilea e per finire a Gerusalemme. E anche la sua predicazione è sempre stata in movimento, non si è fermato in un luogo aspettando che chi volesse ascoltarlo venisse, era Lui ad andare sempre alla ricerca degli altri. A chi lo vuole seguire chiede di fare altrettanto, non possiamo fermarci mai, a nessuna età. Ci sono persone che hanno bisogno di noi, sono quelle che magari non ci gratificano, anzi a volte ci sembra che ci usino un po’. Non importa, Lui è con noi, non ci serve altro.
Domenica 20 marzo 2022
DI ABRAMO
III DI QUARESIMA
«Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto:
“Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”»
33Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». 34Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». 39Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». 42Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». 48Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?».49Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». 52Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 54Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». 57Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». 58Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». 59Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
(Giovanni 8,31-32)
Essere liberi significa non avere niente che condizioni il nostro agire. Ma la libertà più grande è quella da noi stessi, è quella di chi non si prende troppo sul serio, è sempre pronto a mettersi in discussione, a non dare nulla per scontato, a ricominciare. Se riusciamo ad inserirci nella ricerca di questa libertà, scopriamo via via di essere più sciolti, meno rigidi, pronti ad intraprendere strade nuove e ad accettare i suggerimenti anche di chi è più giovane, perché ci aiutano a vedere nuove prospettive.
Lunedì 21 marzo 2022
7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
«Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male»
14Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
(Matteo 6,9-13)
Rileggere il Padre nostro lentamente con occhi nuovi, non con l’abitudine che ci accompagna da anni, non può che lasciarci stupiti. Poter chiamare Dio “Padre”, saperci fidare di Lui come un bambino tra le braccia del papà con la sicurezza che non ci abbandonerà mai, è la cosa più bella che ci poteva capitare. Il resto è un richiedere al Signore di entrare nella storia e nella nostra vita. Un impegno ad avere uno sguardo misericordioso nei confronti di tutti, come è il Suo per me.
Martedì 22 marzo 2022
«E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano»
In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,16)
Occorre vigilare sempre su se stessi perché è facile cadere in un minimo di ipocrisia. L’umiltà va conquistata e richiesta ogni giorno. L’ultimo posto è quello di Gesù e a quello dobbiamo aspirare, ma è difficile, perché il desiderio di essere stimati e soprattutto amati è giustamente radicato in noi. E’ giusto ripetersi però che questo non può essere l’obiettivo ultimo del nostro agire.
Mercoledì 23 marzo 2022
19Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; 20accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano.
«Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore»
22La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; 23ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
(Matteo 6,21)
Il vero tesoro è il Regno di Dio. Se lavoro per costruirlo sarò libero da tutto, perché questo sarà il vero e unico obiettivo. Non temerò che qualcuno possa portarmi via qualcosa, qualche potere, qualche orticello, perché non considererò nulla mio. Cercherò di fare tutto ciò che mi è chiesto nel migliore dei modi, pronto però a lasciarlo in qualunque momento perché il tesoro è un altro, è l’Amore del Signore.
Giovedì 24 marzo 2022
25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
«Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta»
34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.
(Matteo 6,31-33)
Credere in un Padre così premuroso e attento anche a me, alle mie necessità quotidiane e indispensabili, è possibile solo se ne abbiamo fatto esperienza. Certi aiuti del tutto insperati, certe coincidenze che risolvono d’incanto i problemi, certe risposte arrivate al momento opportuno non si dimenticano facilmente e pongono le basi per una vita a due con Dio, che è il tesoro più bello che la fede ci regala. Certo, non tutto sempre si risolve, a volte occorre portare dei pesi a lungo e la pazienza sembra non bastare mai, ma quando riconosci il passaggio di Dio nella tua giornata rimane nel cuore una luce che brilla e non si spegne.
Venerdì 25 marzo 2022
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
«Entrando da lei, l’angelo Gabriele disse:
“Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
A queste parole ella fu molto turbata e
si domandava che senso avesse un saluto come questo»
30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
(Luca 1,28-29)
L’annuncio dell’angelo a Maria non consiste unicamente nella richiesta a diventare madre di Dio in un modo così unico. Ogni parola dell’angelo è per lei un annuncio, una rivelazione: è un invito alla gioia, è un raccontare a Maria chi lei è, è un confermare, con una forza mai conosciuta prima, che Dio è proprio lì, davanti a lei, dentro di lei. Essere investiti all’improvviso da una visita simile sbalordisce, conquista, travolge. Immagino che almeno una volta abbiamo fatto l’esperienza di sentire Dio molto vicino, di sentire una parola adattissima a quel momento, tutta per noi, di provare una profonda emozione e sorpresa. Sono momenti che lasciano il segno, da non dimenticare mai.
Sabato 26 marzo 2022
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. 7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri.
«E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche»
10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
(Marco 6,8-9)
Un ordine che vuole lasciare profondamente liberi. Partire con quasi nulla per sperimentare lungo il percorso che Dio c’è, che non ti sei sbagliato a capire, è proprio Lui che ti manda e Lui ci pensa. Puoi così toccare con mano il centuplo in relazioni, in cibo, in case, a patto che non cerchi mai di impossessartene. Gesù manda i suoi a fare la Sua vita, a sperimentare quello che Lui prima di loro ha sperimentato, per donarci quella gioia piena che Lui ha conosciuto sulla terra, che permette di sopportare ogni difficoltà e imprevisto, perché anche in fondo ad ogni tunnel brillerà sempre la luce.
Domenica 27 marzo 2022
DEL CIECO
IV DI QUARESIMA
1Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». 13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». 18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». 24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. 35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse:
«”Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”.
Egli rispose: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?”.
Gli disse Gesù: “Lo hai visto: è colui che parla con te”.
Ed egli disse: “Credo, Signore!”»
(Giovanni 9,35-38)
Il dialogo finale tra Gesù e il cieco guarito indica con precisione il punto d’arrivo della sua fede. È credere in quella persona che lui ha incontrato, nell’uomo Gesù, il Signore della vita e della storia. Non per una teoria che lo ha convinto, ma per un’esperienza che lo ha trasformato e gli permette di vedere il mondo in modo completamente nuovo. Tutto era nato da un gesto strano di Gesù, che gli aveva spalmato gli occhi di fango, e dalla fiducia del cieco nell’andare a lavarsi alla piscina di Siloe, come Gesù gli aveva detto. Di nostro c’è quindi la fiducia, il lasciarsi prendere per mano, non c’è bisogno di molto di più. Ma questo affidarsi ripaga oltre ogni dire.
Lunedì 28 marzo 2022
1Non giudicate, per non essere giudicati; 2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
«Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello,
e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio»
4O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
(Matteo 7,3)
Succede, e non di rado, di trovarsi impigliati in sentimenti sbagliati, in comportamenti inaccettabili, eppure di avere ancora l’energia per guardare con occhio critico e irritato il fratello che sbaglia. Sembra che l’esperienza della nostra fragilità non ci insegni nulla. Forse è un istinto di autodifesa, che andrebbe però smascherato. Certamente la misericordia non si improvvisa: chiede un allenamento quotidiano, esige di essere messa in pratica a prescindere, per partito preso. Perché condannare raramente costruisce, mentre riabilitare, anche solo con uno sguardo, apre sempre un futuro di fiducia e di speranza.
Martedì 29 marzo 2022
6Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
«Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve,
e chi cerca trova,
e a chi bussa sarà aperto»
9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! 12Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
(Matteo 7,7-8)
Le promesse di Gesù sono precise e ripetute: la preghiera è sempre ascoltata. Ma il suo obiettivo non può limitarsi a volere delle cose, a modificare situazioni scomode o anche dolorose. Se chiedendo riceviamo è soprattutto per conoscere meglio il Donatore, per riscoprirlo ancora una volta al nostro fianco, per ribadire la nostra decisione di camminare con Lui. Senza preghiera la vita scorre ugualmente, tra gioie e dolori, ma Dio intanto è sparito dall’orizzonte e prima ancora dal cuore e tutto perde senso. La preghiera invece riallaccia ogni volta la relazione con Dio, la rinforza, infonde nuovo coraggio e speranza al nostro cammino.
Mercoledì 30 marzo 2022
13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. 14Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!
«Guardatevi dai falsi profeti,
che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!»
16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? 17Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.
(Matteo 7,15)
È facile camuffarsi, mettere maschere, per difenderci e garantirci il più possibile una buona opinione presso gli altri, occultare con cura le nostre fragilità, mostrarsi il più possibile all’altezza della situazione. Ma c’è una prova che non possiamo alterare: il frutto. Non intendo la quantità di successi, di apprezzamenti o di gratificazioni, ma quel passare tra le persone che lascia il segno, involontariamente, essendo semplicemente se stessi. A volte il segno è umile, modesto, ma si fa strada, penetra nei cuori, suscita negli altri nuove ripartenze. Sembra di non fare nulla di speciale, ma il Vangelo è proprio così: semplice e vero.
Giovedì 31 marzo 2022
21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia»
26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
(Matteo 7,24-25)
Forse è proprio nella prova che scopriamo la statura di una persona. Nella vita ordinaria è fin troppo naturale lasciarsi attrarre e stupire da ciò che è appariscente, ma i successi dicono ancora poco di una persona. Ne vediamo solo l’esteriorità, non le radici. Il tempo della difficoltà invece è spietato, scopre le carte: se mancano i fondamentali tutto naufraga; mentre, se si è davvero aggrappati a ciò che non passa, non soltanto si riesce a resistere, ma diventa proprio quello il tempo della manifestazione autentica. Scopriamo così tesori nascosti, nascono esperienze nuove, che uniscono e trascinano dietro di sé, persone che prima non apparivano diventano luci potenti per molti. Vivere la Parola è la strada.
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