Vivi la Parola: 2022 04 – Aprile

1 aprile 2022
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Giovanni.

4Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». 6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». 8All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». 12Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». 22Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». 23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica.

«Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro:
“Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”»

Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così.

(Giovanni 18,23-24)

 

Questa tunica di Gesù, che i soldati si giocano a dadi senza lacerarla, è stata da subito interpretata dalla Chiesa come un simbolo dell’unità. E’ significativo che ci sia proposta come un segno della Pasqua, come un’eredità di Gesù crocifisso per amore nostro. Paolo dirà che noi siamo rivestiti di Cristo (Galati 3,27), mentre Gesù si veste della sua Chiesa, di tutti noi. Una ragione in più per essere costruttori di ponti, di fraternità fra tutti, a cominciare soprattutto dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità tentate sempre di divisioni.

 

Sabato 2 aprile 2022

13Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù però disse: «Lasciateli,

«Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro,
infatti, appartiene il regno dei cieli»

15E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

(Matteo 19,14)

 

I bambini sono duttili, hanno una predisposizione naturale all’ascolto, perché sanno di dover imparare tante cose e soprattutto sono fiduciosi e si affidano senza paura quando sanno di essere amati. È bello vedere anche la loro curiosità, il loro naturale interesse per le cose di Dio e la loro capacità di gustarle, sperimentando letizia e pace. Il Vangelo chiede a tutti questa loro docilità, questa arrendevolezza davanti a Gesù, che superi i pregiudizi e si lasci accompagnare dentro la vita di Dio. E’ una cultura nuova quella che nasce dal Vangelo, non è frutto della logica umana: solo chi si affida conosce e capisce.

 

Domenica 3 aprile 2022
DI LAZZARO
V DI QUARESIMA

1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». 4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».  11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». 28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.  32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!».

«Gesù allora, quando vide Maria piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: “Dove lo avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. Gesù scoppiò in pianto»

36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». 38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». 45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.  47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

(Giovanni 11,33-35)

 

Il dolore degli amici e delle persone presenti per la morte di Lazzaro commuove Gesù fino al pianto. La certezza della risurrezione non lo rende per nulla insensibile alla sofferenza di chi lo circonda. Questo suo partecipare profondamente a tutto ciò che l’uomo vive è il primo grande annuncio su Dio di questo episodio e va tenuto insieme con il ritorno in vita di Lazzaro. È questo amore infatti, questa immedesimazione di Gesù con l’uomo, la causa prima della redenzione. E anche per noi discepoli l’atteggiamento fondamentale quando qualcuno muore è piangere con chi piange, condividere il dolore fino alle lacrime.

 

Lunedì 4 aprile 2022

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. 31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente.

«Pietro prese Gesù in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse:
“Va’ dietro a me, Satana!
Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”»

(Marco 8,32-33)

 

Di fronte all’annuncio della morte e risurrezione di Gesù, Pietro non capisce, si ribella e sgrida Gesù. Lo fa con il cuore di un amico, pensando forse di doverlo scuotere dal suo pessimismo o per rassicurarlo in un momento di crisi. La replica di Gesù è fortissima: non si sta davanti a Lui, quasi che Dio debba accontentare i nostri progetti. Occorre seguirLo. Sempre. È Lui che traccia il cammino, il discepolo cammina sulle Sue orme. Anche quando occorre capovolgere la nostra mentalità e accettare che il dolore e la morte siano le strade che portano alla Vita.

 

Martedì 5 aprile 2022

Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. 64Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

«Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro
e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici:
“Volete andarvene anche voi?”»

68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna 69e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». 71Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.

(Giovanni 6,66-67)

 

Non finisce di stupire questa replica di Gesù. Di fronte al fallimento della sua predicazione sul pane di vita, e al distacco di tanti discepoli, Gesù non si preoccupa di trattenerli, di addolcire o modificare il messaggio per renderlo più accessibile. Addirittura provoca i suoi, pronto a perderli. Provoca così una di quelle crisi necessarie che poi si rivelano benefiche e generative. Infatti il nostro cammino di fede non è un itinerario lineare e progressivo ma, come ogni crescita, procede anche a sbalzi e ci chiede in alcune circostanze di prendere posizione, di operare delle scelte personali e forti, preludio necessario per un salto di qualità.

 

Mercoledì 6 aprile 2022

31Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo:

«Il Figlio dell’uomo verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato,
lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà”.
Ma quelli non compresero nulla di tutto questo»

quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

(Luca 18,32-34)

 

Lo scandalo della croce e la vittoria della Pasqua vengono qui presentate da Gesù con molta chiarezza. Ma sappiamo che queste parole vengono rimosse, rimbalzano dal cuore dei discepoli. Questa incomprensione non stupisce, perché la conosciamo benissimo tutti. La viviamo ogni volta che il dolore bussa alla porta della nostra vita e non riconosciamo subito che in quel momento è Gesù che ci sta visitando con la sua Pasqua. Finché rimaniamo nelle nostre reazioni, conosciamo soltanto lo smarrimento, il buio, la protesta, l’incredulità, la rabbia. Appena accettiamo ed accogliamo queste parole di Gesù, si accende una luce e si apre un orizzonte nuovo di comunione con Lui e di fiducia.

 

Giovedì 7 aprile 2022

43E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.  45Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». 46Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». 47Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».

«Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?”»

52Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». 53E ciascuno tornò a casa sua.

(Giovanni 7,50-51)

 

L’osservazione di Nicodemo è saggia e sensata, vorrebbe aiutare a placare gli animi, restituendo un po’ di ragionevolezza al clima incandescente che si era creato. In realtà i cuori sono chiusi e la replica sarà drastica, tipica di chi non vuole ascoltare ragioni. Anche noi, nel nostro piccolo, giudichiamo spesso prima di ascoltare. Quando qualcuno ha idee diverse, deve sempre convincerci, perché dentro di noi le preclusioni, le barriere sono già alzate. Ascoltare fino in fondo, facendo il vuoto dentro di noi, abbattendo i muri, mettendo a tacere le repliche che sorgono nella mente fino a quando il fratello si è spiegato, è un grande esercizio spirituale, che può evitare tanti conflitti inutili e permetterci di capire e di aprirci ad una sintesi nuova.

 

 

Venerdì 8 aprile 2022
Nel Rito Ambrosiano la celebrazione della S. Messa è sospesa nei venerdì di Quaresima.
Propongo perciò in questi giorni la lettura continua della Passione di Gesù Cristo secondo Giovanni.

 

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. 28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. 31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. 38Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.

«Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura»

41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

(Giovanni 19,39-40)

 

Trenta chili di quella mistura di profumi e di unguenti sono una quantità enorme, sproporzionata. Certo, Nicodemo doveva essere ricco e se lo poteva permettere, ma forse il suo gesto vuole comunicare qualcosa di importante. Probabilmente entravano in gioco varie componenti: la stima molto grande per Gesù, il restituire in modo simbolico quanto da Lui aveva ricevuto, la consapevolezza dell’ingiustizia avvenuta, ma soprattutto il desiderio di esprimere quello che con le parole e con la vita non aveva saputo fare. È un gesto che dice l’eccedenza dell’amore che aveva ricevuto, la grandezza di ciò che in Gesù aveva visto. La gratitudine ha bisogno di esprimersi e a volte lo deve fare anche con gesti grandiosi.

 

Sabato 9 aprile 2022
“IN TRADITIONE SYMBOLI”

25In quel tempo Gesù disse:

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza»

27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

(Matteo 11,25-26)

 

A Gesù piace lo stile del Padre, le sue preferenze e gli fa apertamente i complimenti per aver prediletto i piccoli. Noi a volte vorremmo avere idee più brillanti ed efficaci, mezzi più opportuni e abbondanti, partecipazioni più qualificate e autorevoli e li vediamo come strumenti importanti per la diffusione del Vangelo. Gesù invece non si sogna di lamentarsi per la mancanza di queste cose. Anzi applaude il metodo del Padre, così sorprendente, così benevolo verso chi è semplice, piccolo, sprovveduto, ma si fida, ascolta, segue e proprio per questo più se lo merita.

 

Domenica 10 aprile 2022
DELLE PALME

12Il giorno seguente,

«La grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!”. Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra»

come sta scritto: 15Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina. 16I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte.

(Giovanni 12,12-14)

 

A Gesù piace questa manifestazione simpatica e improvvisata di festa per il suo arrivo, vedere gente felice che fa quello che può, con quello che ha, per dare voce alla gioia del cuore. E’ gente semplice, che ha saputo cogliere in Lui la speranza, l’amore ed è contenta di vederlo entrare nella grande città santa e di accoglierlo come un re. I mezzi sono modesti, ma il clima che si crea è bellissimo. Sappiamo anche noi per esperienza che l’efficienza impressiona e suscita ammirazione, ma la semplicità piena di affetto arriva più lontano, conquista i cuori con la sua freschezza. E Gesù conferma tutto ciò, inserendosi perfettamente in quell’atmosfera, salendo su un asinello.

 

LUNEDÌ SANTO
11 aprile 2022
della Settimana Autentica

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

«Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere
e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»

(Luca 21,36)

 

Gesù sa che occorre prepararsi alla grande prova. Lui stesso ne è consapevole per sé, sapendo cosa lo attende, ma sa che questo riguarda anche il discepolo che, come ogni uomo, deve prima o poi affrontare i grandi momenti della vita. Arriva per tutti quel giorno e occorre non trovarsi impreparati. Occorre perciò mantenere un cuore fresco, che non si lascia rapire interamente dalle cose da fare; un cuore libero da tutte le ricchezze che possono trattenere o legare; un cuore che prega, che non smette di cercare il volto di Dio, perché la paura non abbia mai il sopravvento, ma si possa rimanere fedeli, perseverando con fiducia fino al traguardo.

 

MARTEDÌ SANTO
12 aprile 2022
della Settimana Autentica

1Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso».

«Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire»

5Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».

(Matteo 26,3-4)

 

La cospirazione contro Gesù è ben preparata, pensata nei dettagli, attesa con pazienza e determinazione per concretizzarsi al momento più opportuno. Vediamo in questo il mondo delle tenebre che si ingegna, impiega le migliori energie nell’organizzare il male, la violenza, la morte. Gesù lo sa. Conosce il cuore dell’uomo. Affronterà tutto ciò che lo attende confidando nel Padre, guardando lontano, certo che tutto questo impero crollerà sotto l’urto dell’amore crocifisso e che alla fine ci sarà spazio solo per la vita, per la verità, per la gioia. È dal suo cuore, dalla sua fedeltà che nasce la nostra speranza indistruttibile.

 

MERCOLEDÌ SANTO
13 aprile 2022
della Settimana Autentica

«Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: “Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”.
E quelli gli fissarono trenta monete d’argento»

16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

(Matteo 26,14-15)

 

Trenta monete d’argento era il prezzo di un somaro o di uno schiavo. Giuda non era un buon affarista, avrebbe potuto giocare al rialzo sul prezzo, si è accontentato di quanto i capi dei sacerdoti gli avevano fissato. Quale sia stata la ragione che ha scatenato il tradimento, cosa si agitasse nel suo cuore in quelle ore è stato oggetto di tante ipotesi, anche molto verosimili, ma rimane un segreto tra lui e Dio. Noi sappiamo per esperienza che ci sono impulsi che non riusciamo a dominare, che siamo capaci di fare qualcosa sapendo che è sbagliata eppure continuiamo a farla. È un mistero anche per noi. Il peccato di Giuda parla anche del nostro peccato.

 

GIOVEDÌ SANTO
14 aprile 2022
della Settimana Autentica

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

«Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”.
Gli rispose: “Tu l’hai detto”.
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane,
recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse:
“Prendete, mangiate: questo è il mio corpo”»

27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». 30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. 32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. 36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». 47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. 57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. 59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». 65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».  67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». 69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

(Matteo 26,25-26)

 

È proprio il giorno dell’amore più grande, quello che non smetteremo mai di celebrare. Amore che si fa pane, cibo per la vita del mondo. Una luce brillantissima dentro le tenebre, perché proprio accanto a questo dono immenso c’è il tradimento mortale dell’amico, un’ingiuria che fa inorridire. Ma l’Amore si china su ogni peccato, non si ritrae davanti a nulla, dona perdono e amicizia sempre e comunque. Noi esaltiamo l’amore, lo cantiamo con le melodie più belle, ma gli mettiamo dei limiti, lo freniamo per paura quando vuole sporgersi su certi abissi di male. L’Amore di Dio invece invade l’universo, ogni cuore, non si ferma mai, raggiunge sempre tutto e tutti.

 

VENERDÌ SANTO
15 aprile 2022
NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. 11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. 15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». 20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!». 24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. 32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.  33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. 39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. 45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.

«Verso le tre, Gesù gridò a gran voce:
“Elì, Elì, lemà sabactàni?”,
che significa:
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”»

47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. 51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.  54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». 55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

(Matteo 27,46)

 

Insultato dai passanti, sbeffeggiato dai sacerdoti, offeso da chi era crocifisso con lui, abbandonato da quasi tutti i suoi discepoli, Gesù conosce il buio assoluto: l’assenza del Padre. Il dolore non trova più nessun appoggio, è un precipitare nell’abisso del nulla. E’ l’ingresso nel dolore universale, quello più amaro, più insensato, più tragico. Conosce ogni dolore, ogni ateismo, ogni peccato e li abbraccia, li riempie di Sé, dell’amore che tutto risana e illumina. Non c’è sofferenza, silenzio o strazio che Lui non abbia attraversato. Per questo ogni buio porta il suo volto. E in ogni dolore vediamo Lui.

 

SABATO SANTO
16 aprile 2022
della Settimana Autentica

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete».

«Essi andarono e, per rendere sicura la tomba,
sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie»

(Matteo 27,66)

 

Sacerdoti e farisei, di sabato quando non avrebbero potuto secondo la Legge, vanno a sigillare la tomba di Gesù. Il momento è tragico, ma in qualche modo fa sorridere: pensare di impedire la Resurrezione con un sigillo! Eppure spesso ci comportiamo così, quando pensiamo di tenere a bada la volontà di Dio con le nostre forze. Ci attacchiamo alle nostre idee di libertà, a ragionamenti contorti, a giustificazioni assurde, quando basterebbe dire: “Signore, mi affido a Te. Da solo non ce la faccio, ma con Te mi sento forte. Sia fatta la Tua e non la mia volontà”.

 

DOMENICA DI PASQUA
NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE,
17 APRILE 2022

«Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto.
Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa»

3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

(Matteo 28,1-2)

 

Ecco che tutte le difese messe dagli uomini crollano miseramente sotto la potenza di Dio! Le guardie sentono un terremoto, è lo stesso che percorre la nostra vita quando il Signore vi entra di botto. Prima più che vivere sopravvivevamo, ma nel momento in cui incontriamo il Risorto la vita non è più la stessa. E’ il momento della scelta che non lascia vie d’uscita: o vivere per Lui o “vivacchiare”. Per ognuno è un’esperienza diversa, ma per tutti è uno sconvolgimento, non lascia mai come prima.

 

Lunedì 18 aprile 2022
II GIORNO DELL’OTTAVA DI PASQUA
in Albis

1Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro 3e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.

«Mentre le donne si domandavano che senso avesse tutto questo,
ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante»

5Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea 7e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». 8Ed esse si ricordarono delle sue parole 9e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. 11Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. 12Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

(Luca 24,4)

 

Non tutti i Vangeli riportano gli stessi particolari: qui gli angeli sono due e in Matteo era uno; qui trovano la pietra rimossa, mentre in Matteo la pietra rotola davanti alle donne. Ma quello che tutti i Vangeli testimoniano è che Maria di Magdala ha trovato la tomba vuota e che Cristo è risorto. Anche noi a volte raccontiamo in modo diverso l’esperienza di Dio nella nostra vita, ma quello che ci accomuna è la sorpresa che si sia interessato proprio a noi e ci abbia chiesto di unirci a Lui per annunciare al mondo il Suo amore.

 

Martedì 19 aprile 2022
III GIORNO DELL’OTTAVA DI PASQUA
in Albis

«Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande,
le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli»

9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

(Matteo 28,8)

 

Le donne, a differenza dei discepoli, credono immediatamente, sono felici e non si fanno ulteriori domande. Forse proprio per questo modo d’essere sono state le prime testimoni della Risurrezione. Vi è una spontaneità e gioia immediata nell’accogliere il Signore, tipica dell’animo femminile. Spesso per seguire Gesù con gioia occorre prima passare dal cuore e poi dalla testa, solo così si riesce ad essere felici e a dare tutto senza riserve.

 

Mercoledì 20 aprile 2022
IV GIORNO DELL’OTTAVA DI PASQUA
in Albis

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

«E Gesù disse loro:
“Che cosa sono questi discorsi che
state facendo tra voi lungo il cammino?”.
Si fermarono, col volto triste»

18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

(Luca 24,17)

 

Ci sono momenti in cui tutto ci crolla addosso. Non abbiamo più voglia di parlare, pregare, far nulla. Vorremmo solo scappare. E’ in quei momenti che il Signore ci è più vicino, ma noi non lo vediamo, siamo troppo presi dai nostri problemi per potercene accorgere. Pensiamo di essere stati abbandonati o che tutto quello in cui speravamo fosse solo illusione. Eppure dopo un po’ ci accorgiamo che senza di Lui non ci possiamo più stare, ormai la nostra vita è legata alla Sua e per quanto siano grandi le difficoltà, Lui sarà sempre con noi a condividere la nostra sofferenza.

 

 

Transito e deposizione di S. Ambrogio
Giovedì 21 aprile 2022
V GIORNO DELL’OTTAVA DI PASQUA
in Albis

Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.

«Ma Gesù disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?  Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi»

41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

(Luca 24,38-40)

 

Gesù risorto porta ancora i segni delle ferite ed è da esse che parte per farsi riconoscere. Il Suo corpo è diverso da prima: non è riconosciuto dalla Maddalena, né dai discepoli di Emmaus, entra a porte chiuse, però è ancora ferito. E’ un modo per stare vicino alle nostre sofferenze, alle nostre fatiche. In qualunque momento ci troviamo Lui è con noi, condivide ciò che proviamo. E’ un modo diverso per rapportarci a Lui: noi vorremmo subito dei miracoli, Lui ci risponde con l’Amore e ci chiede Amore. In questo modo ci spiazza, ma nello stesso tempo è affascinante poterlo amare indipendentemente dalle nostre necessità ed è un dono da chiedere, perché non nasce spontaneamente ma riempie il cuore come nessun altro sa fare.

 

 

Venerdì 22 aprile 2022
VI GIORNO DELL’OTTAVA DI PASQUA
in Albis

1Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. 2Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.

«Le donne dicevano tra loro: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”. Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande»

5Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. 6Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. 7Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

(Marco 16,3-4)

 

A volte ci angosciamo per le difficoltà che ci aspettano. Spesso, se ci affidiamo, scopriamo che molte preoccupazioni si risolvono da sole. Occorre mettersi sempre nelle mani del Signore e cercare di capire ciò che ci chiede in ogni istante senza opporre resistenze, senza fare obiezioni quando qualcosa ci sembra al di sopra delle nostre possibilità. Scopriremo che, magari all’ultimo momento, la matassa si dipana e la volontà del Signore si realizza. Bisogna però abituarsi ad andare avanti anche senza capire, con una fiducia infinita e non si resta mai delusi.

 

 

Sabato 23 aprile 2022
VII GIORNO DELL’OTTAVA DI PASQUA
in Albis depositis

(ormai tolte le vesti battesimali)

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade.

«E Gesù si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”»

Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

(Giovanni 21,1-3)

 

Sono in sette. Probabilmente tutti pescatori di lungo corso. Ci sono quelli della prima chiamata, i fedelissimi, i primi. Tornano a pescare. È tutto quello che sanno fare, ora che dopo la morte di Gesù non sanno più cosa predicare. Ancora una volta l’incontro che capovolge la loro vita avverrà durante gli impegni ordinari, durante il lavoro di ogni giorno. Non è infatti l’evasione dalla realtà a farci incontrare Dio, Lui ci può sorprendere in ogni istante, perché sappiamo che viene proprio quando non ce lo aspettiamo. I discepoli lo troveranno nel loro fallimento, nella loro stanchezza e si preoccuperanno di portare a casa tutti i pesci, prima di incontrarlo. Ma la colazione è pronta e Gesù è felice di stare con loro.

 

Domenica 24 aprile 2022
II DI PASQUA o della Divina Misericordia
in Albis depositis
(ormai tolte le vesti battesimali)

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

«Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi!”»

Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(Giovanni 20,21)

 

Pace.

È il saluto del risorto, ripetuto più volte, ad ogni occasione. Non è la tranquillità di chi sta sul divano a fare quello che gli piace, è la vita del Risorto, la gioia di averlo accanto, la liberazione dalle ansie che corrodono, dalle agitazioni che rendono ciechi e sordi. E’ sorpresa felice, comunicazione affettuosa, spirito di iniziativa, desiderio di amare, tensione alla santità e mille altre cose. È il sogno sconosciuto di ogni uomo e donna, che riconosciamo solo quando lo sperimentiamo. È un anticipo di paradiso che Gesù ci regala già qui sulla terra. E che vuole trasmettere a tutti attraverso di noi.

 

Lunedì 25 aprile 2022
S. MARCO, EVANGELISTA

1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!

«Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
non portate borsa, né sacca, né sandali
e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada»

5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”.

(Luca 10,3-4)

 

Gli agnelli, se sanno di essere in una regione infestata dai lupi, devono essere guardinghi, muoversi con attenzione, senza illudersi che il mondo sia tutto buono e gentile. Le sorprese in questo senso possono essere sempre dietro l’angolo. I discepoli devono essere così: circospetti, ma non timorosi, né spaventati. Tant’è che non devono portare nulla con sé, perché non saranno mai soli e sperimenteranno sempre tanta accoglienza e provvidenza, più di quella che immaginano, segno della presenza di Dio con loro. Per questo potranno rimanere miti e spensierati, fiduciosi ma non ingenui, sorridenti anche nelle vicende difficili.

 

Martedì 26 aprile 2022

43Il giorno dopo

«Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù”»

il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». 49Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». 50Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». 51Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

(Giovanni 1,43-45)

 

Gesù trova Filippo, Filippo dice a Natanaele che è stato lui ad aver trovato: chi ha ragione? L’iniziativa è stata di Gesù, ma è anche vero che sia Lui che Filippo sono in ricerca. Gesù cerca discepoli cui regalare la sua gioia, Filippo cerca una vita vera e con Gesù l’ha trovata. Occorre cercare in due: Gesù suscita la nostra ricerca, ma tocca anche a noi avere in cuore un sogno e cogliere al volo le occasioni propizie. A volte sono sotto gli occhi e non le vediamo. Basterebbe partire dal fratello che abbiamo accanto, farci prossimi con gratuità e ce ne accorgeremmo.

 

Mercoledì 27 aprile 2022
Beate Caterina e Giuliana del S. Monte di Varese, vergini

1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». 4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto.

«Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito»

(Giovanni 3,8)

 

L’uomo (o la donna spirituale) è inafferrabile come il vento. Segue Dio e la sua vita getta luce, interroga. È una presenza viva di Dio, nonostante i suoi peccati e i suoi limiti, e lascia una traccia nei cuori. Lui stesso non se ne accorge e quando glielo si dice è il primo a rimanerne sorpreso e incredulo. Non è un alieno, vive gomito a gomito tra gli altri. Succede spesso che una persona si distanzi da Dio per mille ragioni, ma il ricordo di un incontro profondo, anche semplice, con una persona mossa dallo Spirito rimane indelebile e suscita nostalgie, ricordi luminosi. Dio ci parla e ci attira anche così.

 

 

Giovedì 28 aprile 2022
S. Gianna Beretta Molla

Dovete nascere dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». 9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose?

«In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto;
ma voi non accogliete la nostra testimonianza»

12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

(Giovanni 3,11)

 

C’è qualcosa di inoppugnabile, che è più forte delle discussioni, delle teorie e delle ideologie: è la testimonianza, l’esperienza personale. Per esempio, una vita illuminata e trasformata dal Vangelo la si può criticare, se ne possono prendere le distanze, ma non si può discutere, esce dagli schemi e dalle previsioni. Oggi spesso ci si difende, si cerca di neutralizzarla dicendo: “E’ la sua esperienza, è contento così”, come se la cosa fosse talmente personale da non riguardarmi. Ma, soprattutto quando è la testimonianza dell’amore a raggiungerci, lascia sempre un segno, è difficile non rimanerne toccati.

 

 

Venerdì 29 aprile 2022
S. CATERINA DA SIENA,
vergine e dottore della Chiesa,

patrona d’Italia e d’Europa

1Allora

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio»

4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

(Matteo 25,1-3)

 

Le vergini stolte, nel senso originario della parabola, sono quei discepoli che, ascoltando le parole di Gesù, non ne hanno capito il significato, non hanno capito che vanno tradotte nella vita e così rimangono fuori gioco. Se limitiamo l’ascolto della Parola ad un’avventura intellettuale o siamo in cerca di curiosità, di novità che stuzzichino l’intelligenza, neutralizziamo sul nascere la potenza del Vangelo e rimaniamo estranei all’esperienza di Dio. L’olio infatti sono le opere del Regno, compiere la volontà del Padre, vivere la giustizia, sbilanciarsi nell’amore ai fratelli: è così che si sperimenta la festa che lo Sposo regala a chi lo segue.

 

Sabato 30 aprile 2022

31Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. 32Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. 33Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero.

«Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio:
senza misura egli dà lo Spirito»

35Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. 36Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

(Giovanni 3,34)

 

Avere lo Spirito senza misura è un sogno che attira. Tanto spesso ci troviamo a operare delle scelte, a dover prendere decisioni in situazioni nebulose, in cui non è facile discernere tra il bene e il meglio, tra ciò che è opportuno e ciò che è meno conveniente. Spesso siamo condizionati dalle attrattive, dalle simpatie, dalle abitudini e questo complica le cose. Però lo Spirito di Gesù può parlare a voce alta anche nella comunità radunata nel Suo nome. In questo caso occorre un ascolto attento, pronto a svuotarsi delle proprie idee e sicurezze, che allarga gli orizzonti all’infinita fantasia dello Spirito e può offrire soluzioni impensate e geniali.

 

 

 

 

 

 

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