Vivi la Parola: 2022 11 – Novembre

MARTEDÌ 1 NOVEMBRE 2022
   TUTTI I SANTI

                   1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

«Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli»

              11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

(Matteo 5,10)

 

Le beatitudini allargano i confini molto lontano, ben oltre le confessioni religiose. Abbracciano l’umanità che patisce senza trovare risposte. I perseguitati per la giustizia per esempio sono milioni, in ogni epoca, perché la sopraffazione dei potenti è dura a morire: il regno, dice Gesù, appartiene a loro già da adesso, ci sono già entrati, di diritto. È quel rovescio della medaglia che Dio guarda e promette: questi perseguitati sono sempre sotto i Suoi occhi e già da ora, anche se segretamente, Lui li nutre di speranza e li sostiene come figli assolutamente prediletti.

 

Mercoledì 2 novembre 2022
  COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

21Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. 22Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, 23perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo.

«Non meravigliatevi di questo:
viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno,
quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e
quanti fecero il male per una risurrezione di condanna
»

(Giovanni 5,28-29)

 

C’è risurrezione per tutti. Senza eccezione. Tutti muoiono come Adamo e allo stesso modo tutti riceveranno la vita eterna come il Risorto. La Pasqua di Gesù ha immesso un germe di eternità in ogni vita. Tutti «udranno la sua voce» e tutti «usciranno dai sepolcri». Nessuna vita viene perduta o cancellata. Anche per questo noi possiamo sempre pregare per tutti, sapendo che con tutti condividiamo lo stato di peccatori bisognosi di misericordia e di salvezza, come pure il desiderio di una vita che non muore.

Giovedì 3 novembre 2022
  S. Martino de Porres, religioso

28Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato.

«Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo,
perché faccio sempre le cose che gli sono gradite»

30A queste sue parole, molti credettero in lui.

(Giovanni 8,29)

 

Anche Gesù ci tiene a sottolineare che non vive solo e abbandonato. È pienamente uomo e nessun uomo è felice da solo. La Sua risorsa fondamentale è il Padre e lo ripete spesso. Non per indicarci un privilegio che noi guardiamo senza capire molto e rimanendone esclusi, ma per invitarci a fare come Lui, a vivere la compagnia del Padre senza sosta, per conoscere la stessa gioia che riempie il cuore di Gesù nei momenti luminosi, ma anche nelle sue fatiche e nelle sue sconfitte. La solitudine totale è probabilmente il peggiore incubo: è decisivo per tutti avere qualcuno cui raccontare chi siamo e quello che viviamo.

 

 

VENERDÌ 4 NOVEMBRE 2022
   S.CARLO BORROMEO, VESCOVO

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

«Io sono il buon pastore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,
così come il Padre conosce me e io conosco il Padre,
e do la mia vita per le pecore
»

(Giovanni 10,14-15)

 

È molto bello sapere che Gesù dà la vita per noi perché ci conosce. Vuol dire che nonostante il disastro che siamo, abitiamo nel suo cuore, gli siamo simpatici. Tra noi, lo sappiamo, la conoscenza spesso crea il disamore o almeno la distanza: a lungo andare la delusione, il limite, il difetto, la pesantezza che ciascuno ha logora il rapporto. A meno che il cuore non sia davvero grande e sconfigga ogni giorno, ogni volta gli ostacoli all’amore che continuamente intralciano il cammino. Ma se anche sulla terra non ci fosse nessuno che ce la fa, sappiamo però che Gesù riesce benissimo ad amarci proprio così come siamo.

 

Sabato 5 novembre 2022

25In quel tempo Gesù disse:

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli
»

26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

(Matteo 11,25)

 

Ci sono dei mondi (pensiamo per esempio all’economia o alla politica) che si muovono con le loro regole, i loro criteri e i loro valori. Sono talmente ovvi e consolidati che metterli in discussione appare un esercizio retorico o idealistico, che non ha concretezza rispetto al mondo reale. C’è però anche una sapienza nuova, che scende dall’Alto, che non smette di fare capolino, che propone altre leggi, suggerisce nuove dinamiche, quelle della fraternità e della comunione. E’ sostenuta da gente anche molto preparata, che però non smette di farsi piccola di fronte a Dio. Sono il futuro che sicuramente verrà.

 

 

Domenica 6 novembre 2022
  NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

«Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?
Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito?
Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”.
E il re risponderà loro: “In verità io vi dico:
tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”
»

41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

(Matteo 25,37-40)

 

“Lo hai fatto a me” per Madre Teresa era la regola delle cinque dita: ogni parola ripetuta alzando un dito della mano, un esercizio da ripetere più volte al giorno perché lo considerava il concentrato dell’insegnamento di Gesù. Se ogni volta che ci preoccupiamo per qualcuno, chiunque sia, sappiamo che ci stiamo occupando di Lui, è più semplice trovare il tempo e la pazienza. Poi rimanendo in esercizio, diventa anche un’abitudine e non ci si fa più domande, ma si agisce istintivamente.

 

Lunedì 7 novembre 2022

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

«Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»

(Matteo 24,44)

 

Nella nostra vita il Signore viene più volte, non solo nell’ultima ora. Spesso però non ce lo aspettiamo, non siamo pronti a vederLo nella nostra quotidianità, attendiamo sempre qualcosa di clamoroso, pensando che sia quello il luogo della sua autentica manifestazione. Invece è proprio nella vita di tutti i giorni che Egli passa, in mezzo alle nostre fatiche, distrazioni, stanchezze. E noi rischiamo di non accorgercene, perché siamo distolti da mille faccende, pensieri e ansie, perché siamo tanto spesso troppo preoccupati da tutto ciò che non è Lui. 

 

Martedì 8 novembre 2022

«Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così!
Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni
»

48Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, 49e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, 50il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, 51lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti.

(Matteo 24,45-47)

 

Gesù ci chiede di essere questi servi fidati e prudenti, che sanno che nulla è loro, ma tutto è stato loro affidato. Se saremo consapevoli di ciò, ci sentiremo responsabili degli altri e non ci chiederemo se tocchi a noi servire. Non aspetteremo che sia un altro a fare il primo passo, perché siamo coscienti di essere solo uno strumento nelle mani di Dio e pertanto ci lasceremo “usare” da Lui come meglio crede. Così tutto diventa più semplice, perché non ci aspetteremo nulla in cambio e ciò che comunque arriverà sarà una bella sorpresa.

 

 

MERCOLEDÌ 9 NOVEMBRE 2022
DEDICAZIONE DELLA BASILICA ROMANA LATERANENSE

19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.

«Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità»

così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».

(Giovanni 4,23)

 

Adorare il Padre in spirito e verità è un atteggiamento che ci orienta ad una preghiera che non si allontana mai dalla comunione tra noi, che ci unisce sempre di più in un’unica realtà. Infatti Gesù ci ha detto: «Io sono la via, la verità e la vita» (Giovanni 14,6), lo Spirito Santo ci dona l’Amore. Insieme al Figlio e allo Spirito Santo adoriamo il Padre. Lo Spirito e la Verità ci fanno vivere nella vita stessa di Dio: la Trinità. Perciò, come le tre Persone sono unite dall’Amore, anch’io per pregare non posso essere solo, ma unito spiritualmente a tutta la Chiesa. 

 

Giovedì 10 novembre 2022
  S. Leone magno, papa e dottore della Chiesa

14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”.

«Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco,
ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone
»

22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”. 26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.

(Matteo 25,21)

 

Tutti noi dal Signore riceviamo molto, ad ogni istante: a cominciare dalla vita, per proseguire con l’Amore, il perdono. Però spesso non ce ne accorgiamo neppure. Occorre fermarsi, guardare indietro e scoprire quanto ci è stato dato, con gratuità e con una benevolenza infinite. In quel momento capiamo che tutto quel bene non può fermarsi lì, ma va fatto fruttare, donato e moltiplicato. E’  dalla consapevolezza di quanto abbiamo ricevuto che capiamo di poter vivere solo facendo ciò che Lui ci chiede.

 

Venerdì 11 novembre 2022
S. MARTINO DI TOURS, VESCOVO

«A chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. 31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso.

«E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta?
Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto
»

35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

(Luca 6,34)

 

La gratuità è sempre al centro dell’insegnamento di Gesù e va tanto contro la nostra natura umana. Lui stesso non smette di testimoniare per primo un amore che si traduce nel servire gli altri, senza aspettarsi nulla in cambio, neanche in termini di riconoscenza, ma facendolo solo per amore. Sembra difficile, ma in realtà non lo è perché, se amo davvero Dio, amo anche i fratelli e servire chi si ama è qualcosa di spontaneo. E poi si scopre con stupore che spesso molto torna indietro, magari proprio da quei fratelli da cui non ci aspettavamo nulla.

 

 

Sabato 12 novembre 2022
S. Giosafat, vescovo e martire

5Gesù si mise a dire loro: 33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.

«Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà,
se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino
»

36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

(Marco 13,35)

 

“Vegliare” nel linguaggio di Gesù non vuol dire temere e neppure vivere sempre corrosi da una sottile ansia e insicurezza, come se il crine di cavallo che regge la spada di Damocle potesse rompersi e caderci sulla testa da un momento all’altro. Vegliare invece vuol dire essere pronti, in qualunque momento, a lasciare tutto per seguire Lui. Fidandoci anche che sarà sempre per il nostro bene. Vegliare significa saper aspettare sempre che il Signore venga e ci dica cosa vuole da noi o ci accolga con Lui, senza temere nulla, perché la comunione con Lui è la cosa più bella che ci sia.

 

Domenica 13 novembre 2022
I DI AVVENTO  La venuta del Signore

1Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». 3Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». 4Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! 5Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in inganno. 6E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. 7Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: 8ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori.  9Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. 13Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

«Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo,
perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine
»

29Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. 30Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli»

(Matteo 24,14)

 

Parole che avranno sicuramente entusiasmato i discepoli nel sentire la diffusione senza confini della loro missione. A noi che la ascoltiamo oggi, questa profezia richiama l’ampiezza impressionante dell’annuncio che ancora ci attende. Per raggiungere tutti i popoli ci vorrà ben altro che qualche secolo, se al giorno d’oggi sono ancora miliardi le persone che non conoscono Gesù. L’illusione che la fine del mondo sia imminente è una tentazione costante nella storia della Chiesa in questi due millenni e ha sempre prodotto soltanto paure infondate che hanno rallentato e confuso la missione.

 

Lunedì 14 novembre 2022

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

«La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano»

(Matteo 4,24-25)

 

Gli esordi del ministero di Gesù sono segnati da grandi masse di persone, attratte dalla sua capacità taumaturgica, che lo cercano e una volta guarite lo ascoltano e rimangono in contatto con lui. C’è anche una guarigione del cuore e non solo fisica che attrae e coinvolge. Sappiamo però che con il passare del tempo tutto questo si andrà riducendo, molti se ne andranno, i discepoli rimarranno un piccolo gregge. Eppure anziché spegnersi il Cristianesimo lungo i secoli non ha mai smesso di risorgere, diffondendosi e moltiplicandosi proprio quando tutto sembrava irrimediabilmente perduto.

 

 

Martedì 15 novembre 2022

21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

«In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”»

24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». 28Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: 29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

(Matteo 7,22-23)

 

Rimaniamo un po’ sorpresi e interdetti quando sentiamo che non solo i santi, ma anche le persone inique possano compiere miracoli. Questo dimostra che è sempre e solo Dio e non noi ad agire ed è Lui che sceglie gli strumenti di cui servirsi, secondo i Suoi progetti di bene. E d’altra parte occorre non dimenticare che anche i successi nell’evangelizzazione non sono una garanzia di santità, non ci mettono automaticamente al sicuro: la Parola non va solo annunciata, va anche “fatta”, occorre “viverla”, altrimenti ci illudiamo, gonfiando soltanto il nostro orgoglio.

 

 

Mercoledì 16 novembre 2022

9Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 10Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. 11Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.

«Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici.
Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori»

(Matteo 9,13)

 

L’ascesi cristiana ha sempre insistito sul sacrificio come segno di un’autentica fedeltà al Vangelo. Ma la rinuncia in quanto tale non è mai predicata da Gesù. Il sacrificio trova il suo senso solo nell’amore che contiene, la rinuncia ha valore solo perché è mossa dal desiderio di rendere felice il fratello. Al tempo di Gesù si sacrificavano a Dio animali a non finire e Gesù continuava ad insistere, come i profeti che lo hanno preceduto, che Dio vuole ben altro da noi: la misericordia, il superamento dei giudizi che squalificano, una benevolenza universale, un desiderio di fraternità grande come il Suo.

 

 

Giovedì 17 novembre 2022
S. Elisabetta di Ungheria, religiosa

16«Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. 17Né si versa vino nuovo in otri vecchi,
altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti.
Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

(Matteo 9,16)

 

Non è smania di consumismo quella di Gesù. Vivere di rattoppi, utilizzare otri ormai logori è moltiplicare i problemi anziché risolverli. Ma nella vita interiore spesso ci si illude che basti un piccolo accorgimento e tutto ritorni a funzionare, anche quando in realtà occorrerebbero decisioni drastiche che fanno cambiare la rotta. Non bastano una preghierina o un segno della croce in più a nutrire la fede, come non è sufficiente sciacquarsi le mani sotto il rubinetto se non ci si fa la doccia da un mese. Solo se ci si lascia rinnovare profondamente da Gesù si sperimenta di nuovo la bellezza della vita nuova.

 

Venerdì 18 novembre 2022

«Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore»

37Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! 38Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

(Matteo 9,35-36)

 

Sarà stato stanco anche Lui di girare dappertutto, di parlare, di guarire tanta gente disperata. Ma sappiamo che, per un cuore che ama davvero, il segreto per allontanare la stanchezza è spesso il tuffarsi dentro il bisogno di un fratello, appassionarsi a lui e non solo alle sue necessità. Sono le relazioni a nutrirci e, se scatta con qualcuno un rapporto nuovo, tempo e stanchezza finiscono sullo sfondo, si dimenticano il divano e i giochi al cellulare, il cuore e la vita ritrovano nuovo slancio e gioia, ritroviamo il motivo per cui è bello vivere.

 

Sabato 19 novembre 2022

«Chiamati a sé i suoi dodici discepoli,
diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità
»

2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. 5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele.

(Matteo 10,1)

 

Gesù si moltiplica. Manda questi dodici uomini a fare quello che fa Lui. Stessa missione, stesso potere sul male. Eppure non sono dodici angeli immacolati: a fare i miracoli ci sarà il giovane Giovanni pieno di sacro fuoco, ma pure Giuda scaccerà spiriti impuri, anche se magari qualche problemino ce l’aveva già allora. La missione, quindi, non è solo per i perfetti, Gesù ci manda così come siamo: un compito che per gli apostoli si trasformò in un dono inatteso e sbalorditivo, perché la missione, l’annuncio del Vangelo è una chance formidabile non solo per chi lo riceve ma anche per chi lo fa.

 

Domenica 20 novembre 2022
II DI AVVENTO   I figli del Regno

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! 7Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 9Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco».

«Le folle interrogavano Giovanni Battista: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto”. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?”.  Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati:
“E noi, che cosa dobbiamo fare?”. Rispose loro:
“Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe”
»

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». 18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

(Luca 3,10-14)

 

Il Battista è molto concreto ed esigente nelle sue richieste di conversione. Però non chiede la luna: dice di condividere i beni con chi non ne ha, raccomanda di stare alle regole, di accontentarsi di quello che si ha. Indicazioni giuste, che però cozzano con alcuni nostri inconfessati difetti. Ci sembra spesso che le cose che abbiamo non ci bastino, se riesco a risparmiare su uno scontrino non sempre me ne vergogno, non è facile avere cura e rispetto verso tutti quando si ha un qualche ruolo di potere. E allora, per cominciare, basterebbe ammettere che, in queste cose o in altre, una conversione non sarebbe proprio superflua…

 

 

Lunedì 21 novembre 2022
Presentazione della Beata Vergine Maria

31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e

«Gli dissero: “Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano”. Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!»

35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

(Marco 3,32-34)

 

In fondo nelle parole della folla a Gesù si nasconde anche una domanda: “Come fai a vivere senza una famiglia, come puoi chiedere ad una persona di rinunciarci, di vivere solo dell’ideale evangelico, solo di missione, di guarigioni di persone che poi non vedrai più?”. Gesù non replica dicendo che è possibile. Mostra invece che Lui una famiglia ce l’ha già; che il Vangelo non è solo propalazione di idee e di speranze, ma è una vita umana, autentica e piena; che ogni evangelizzatore vedrà attorno a sé una famiglia, molto più grande, se, come Lui, non vorrà trattenere nessuno.

 

Martedì 22 novembre 2022
S. Cecilia, vergine e martire

14Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. 15Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti 16e impose loro di non divulgarlo, 17perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 18Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. 19Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce.

«Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni»

(Matteo 12,20-21)

 

È bella questa cura di chi è fragile. Questo interesse per chi non ce la fa, per chi è in un angolo e non si aspetta più nulla dalla vita, per chi soffre e attende solo un orecchio che ascolti le sue ansie e le sue paure. Ma anche per chi non se lo merita e non sembra affidabile, per chi ha sbagliato e tutti condannano, per chi viene visto come un peso o una vergogna e la colpa è sua. È bello che Dio faccia così, abbia occhi e cuore soprattutto per loro, voglia riaccendere sorrisi sui volti di quelli che non contano, che sanno di non meritarlo, e che sono tanti, tantissimi.

 

 

 

Mercoledì 23 novembre 2022

«In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva: “Che non sia costui il figlio di Davide?”. Ma i farisei, udendo questo, dissero: “Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni”»

25Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. 26Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? 27E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 28Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. 29Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 30Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.  31Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. 32A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.

(Matteo 12,22-24)

 

È triste vedere che anche le cose più belle, quelle che creano gioia ed entusiasmo e dovrebbero suscitare un consenso da parte di tutti, mentre in realtà vengono osteggiate e calunniate, con il desiderio di eliminarle. Spesso è la paura di perdere privilegi o potere a determinare questi comportamenti ed è quindi una tentazione dalla quale nessuno è immune. Non ci dobbiamo stupire, la verità si fa strada sempre in mezzo alle difficoltà, gli ostacoli sono il segno che siamo sulla strada giusta, quella percorsa da Gesù, che si è diretto con decisione a Gerusalemme, sapendo che solo con la croce avrebbe redento il mondo.

 

 

Giovedì 24 novembre 2022
Beata Maria Anna Sala, vergine

«Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono.
Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo:
dal frutto infatti si conosce l’albero
»

34Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. 35L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. 36Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; 37infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato».

(Matteo 12,33)

 

Non dobbiamo mai accontentarci di giudicare i frutti e formulare di conseguenza giudizi definitivi sulla persona. È vero, il frutto cattivo mostra con evidenza che la pianta è malata, sarebbe ridicolo dare la colpa al tempo o ad altra causa o insistere che il frutto sia buono così com’è. Però resta vero che il compito di Gesù è quello di curare i malati, non di abbandonarli al loro destino. Più che di maledire i frutti occorre quindi occuparsi di individuare la malattia e di industriarsi per curarla, per debellarla. A questo ci spinge l’amore.

 

Venerdì 25 novembre 2022
S. Caterina d’Alessandria, vergine e martire

«Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta
»

40Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. 41Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! 42Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!

(Matteo 12,38-39)

 

I segni che Gesù compie sono doni gratuiti ed insperati da accogliere con stupore, che mostrano la benevolenza e la prodigalità sconfinata di Dio nei confronti dell’uomo. Il loro frutto è la nascita di un rapporto nuovo tra Dio e l’uomo. Se invece li si pretende come prove da esibire da parte di cuori chiusi, la dimensione relazionale va completamente perduta e ci si accorge che in realtà queste prove diventano sempre insufficienti, non bastano mai, perché nulla potrà mai offrire una certezza matematica, lo spazio dell’adesione fiduciosa è sempre necessario.

 

 

Sabato 26 novembre 2022
Beata Enrichetta Alfieri, vergine

«Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova.  Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora;
e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima
.
Così avverrà anche a questa generazione malvagia»

46Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. 47Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». 48Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 49Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 50Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

(Matteo 12,43-45)

 

La liberazione dal male non può mai essere definitiva. Infatti, per tutta la nostra vita il diavolo non smetterà mai di insidiarci, cercherà sempre di creare divisioni e sospetti verso Dio e nei rapporti con gli altri. La cura della nostra interiorità è perciò decisiva. Occorre lavorare su noi stessi, rimanere sempre molto umili proprio perché siamo consapevoli delle nostre fragilità, mettere in atto tutto che può tutelarci di fronte ai molti rischi. Ma la cura di gran lunga più efficace è alimentare l’amicizia con Gesù, perché sia Lui ad abitare sempre più i nostri pensieri, a suscitare le nostre decisioni. È la Sua presenza viva in noi a sbaragliare ogni nemico.

 

Domenica 27 novembre 2022
   III DI AVVENTO   Le profezie adempiute

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli:

«”Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù rispose loro: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.
E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”
»

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. 11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!

(Matteo 11,3-6)

 

Il Battista in carcere è perplesso. Un Messia che ha il compito di salvare il mondo dovrebbe cominciare subito a ristabilire la giustizia, a impedire che i giusti vengano imprigionati e uccisi, dovrebbe zittire e bloccare i potenti prepotenti: ci sono priorità precise, cose grosse da fare subito per iniziare con il piede giusto ad aggiustare il mondo. Noi stessi suggeriremmo anzitutto di ribaltare e riassestare l’economia e la politica. Invece Gesù parte dagli ultimi. Ama e cura chi soffre. Riaccende la vita e la speranza nei poveri. Dio salva il mondo partendo dal basso, facendosi ultimo e da lì raggiungendo tutti.

 

Lunedì 28 novembre 2022

53Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

«Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva:
“Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?”
»

55Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». 57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

(Matteo 13,54)

 

I nazareni rivedono Gesù e lo trovano trasformato. Faticano a riconoscerlo. Devono convincersi che sia proprio quell’uomo che hanno visto crescere sotto i loro occhi fin da quando era piccolo. Cercano di scoprire la cause di questo cambiamento, ma non trovano risposte. I conti non tornano. E tutti questi pensieri bloccano il loro cuore, rimangono prigionieri delle loro domande. Diventano incapaci di accogliere questa novità che hanno davanti a loro. Occorrerebbe riconoscere che Dio è all’opera in modo strabiliante, ma non hanno il coraggio di abbandonare i loro pensieri e di fidarsi di Gesù.

 

Martedì 29 novembre 2022

«In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi?
Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!”
»

3Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione?  4Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 5Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione.  7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: 8Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».

(Matteo 15,1-2)

 

Far coincidere la fede in Dio con le mani lavate sembra un assurdo. Eppure quando si assolutizzano alcuni comportamenti e li si ritiene intoccabili è un rischio che si corre facilmente. Dio diventa così soltanto “una serie di cose da fare”, la religione diventa un prontuario di gesti da compiere. Manca un tu, una relazione, un amore che mi avvolge ad ogni istante e che suscita amore, una familiarità, una condivisione di vita, un sogno comune, una passione che spinge lontano: insomma manca tutto. Manca Dio. Eppure per i farisei non mancava nulla: perché Dio per loro era solo una cosa, un elenco di leggi.

 

 

MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2022   S. ANDREA, APOSTOLO
Commemorazione del Battesimo di S. Ambrogio

«Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro:
“Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono
»

21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

(Matteo 4,18-20)

 

Basta così poco per capovolgere la propria vita? E’ sufficiente una frase detta mentre sono impegnato nel mio lavoro? Si lascia subito tutto senza darsi il tempo di riflettere? Questo breve episodio nella sua semplicità è davvero sconcertante. Forse anche Pietro e Andrea farebbero fatica a rispondere a queste domande. Oppure ci direbbero che è il mistero della chiamata. Che la loro decisione improvvisa ha stupito anche loro. Che c’è un invito che supera ogni cosa, che appare come l’unica strada sensata, che c’è una grande attrattiva che chiama, pur difficile da definire con precisione. Si saranno domandati anche loro più volte cosa sia realmente successo, ma i misteri dell’amore di Dio sono più grandi delle nostre parole.

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