Domenica 1° gennaio 2023
OTTAVA DEL NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE
«Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori»
19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
(Luca 2,18)
I pastori sono i primi testimoni della nascita di Gesù. Un Dio così nessun uomo sarebbe mai riuscito ad inventarselo. Nasce in una stalla e il primo annuncio viene fatto ai più emarginati, coloro che non godevano certo di una buona reputazione. Eppure essi non esitano un attimo ad andare alla grotta e subito dopo testimoniano ciò che hanno visto. Non temono di essere presi per visionari, perché quando si è colpiti dalla Grazia è impossibile tacere, costi quel che costi. E anche chi ascolta è stupito, non incredulo perché si accorge che c’è un fuoco nuovo in essi. Che in questo anno questo fuoco riesca a divampare anche in noi!
Lunedì 2 gennaio 2023 Ss. Basilio magno e Gregorio Nazianzeno,
vescovi e dottori della Chiesa
«Simeone benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza»
31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
(Luca 2,28-30)
Ci sono momenti nella vita in cui ti sembra di aver visto abbastanza del disegno di Dio nella tua vita. Vivi, ma non hai più progetti tuoi per il futuro. Hai imparato ad accettare ogni giorno per quello che è: un dono che Dio ti fa per farne dono agli altri. Vivi sereno, ma in modo distaccato e gli altri se ne accorgono e cercano in te proprio questa serenità.
Martedì 3 gennaio 2023
«C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere»
38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
(Luca 2,36-37)
Anna, dopo Maria, è la prima donna pronta a riconoscere e testimoniare Gesù come il salvatore che tutti aspettavano. E’ anziana, fedele e provata dalla vita. Per quei tempi essere vedova e probabilmente senza figli era una condizione veramente difficile. Eppure era riuscita a riempire le sue giornate di Dio. Aveva trovato una fecondità nell’età avanzata perché quando il Signore riempie le nostre giornate ci si accorge di generare in continuazione. Esiste una genitorialità spirituale che a volte è forte come quella fisica.
Mercoledì 4 gennaio 2023
23Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, 24figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, 25figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, 26figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, 27figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, 28figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, 29figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, 30figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, 31figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, 32figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, 33figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, 34figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, 35figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, 36figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, 37figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, 38figlio di Enos, figlio di Set
«Figlio di Adamo, figlio di Dio»
(Luca 3,38)
La genealogia di Gesù fatta da Luca arriva fino ad Adamo, figlio di Dio. Gesù entra pienamente nella storia dell’uomo ricordando ad ognuno di noi che comunque la nostra prima paternità è quella di Dio. E proprio questa consapevolezza di discendere da questo Essere che Gesù ci insegnerà a chiamare Padre, riempie di significato ogni giorno della nostra vita. Non siamo frutto del caso, ma dell’Amore di un Padre che ci ama e a cui noi cerchiamo di assomigliare, anche se in una minima parte. E fratelli di tutti gli uomini che discendono dallo stesso Padre.
Giovedì 5 gennaio 2023
«Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Egli è colui del quale ho detto:
“Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”»
31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». 32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
(Giovanni 1,29-30)
E’ Gesù che va verso Giovanni, non viceversa. E’ sempre il Signore a venire verso di noi, a fare il primo passo. Lo abbiamo visto con Maria, Giuseppe, i pastori. La fede non è qualcosa che si conquista seguendo delle regole, qualcosa che ci si merita. La fede è far esperienza di un rapporto con il Dio che viene a noi. Bisogna solo farsi trovare. Spesso non è una volta per tutte, a volte ci troviamo nel buio , nella fatica di cercare il Signore. Eppure se abbiamo sperimentato questo rapporto, il nostro sarà un buio illuminato, perché non ci sentiremo mai completamente nell’oscurità.
Venerdì 6 gennaio 2023
EPIFANIA DEL SIGNORE
1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo
che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono.
«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima»
11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
(Matteo 2,9-10)
Anche nella nostra vita il Signore spesso manda una stella a guidarci. Magari non è sempre la stessa, ma comunque il buio non è mai così pesto se si aguzzano gli occhi per vederla. Molte volte è una persona che ci guida verso Gesù o con le parole o con la sua testimonianza di vita, altre volte può essere un libro o una circostanza. Proprio nel momento in cui ci sentiamo più soli e non ci aspettiamo nulla, ecco apparire nel nostro orizzonte qualcosa o qualcuno che ci tende una mano per non lasciarci sprofondare nel nostro io.
Sabato 7 gennaio 2023
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”.
«Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio»
(Matteo 5,32)
Quando Gesù dice “Ma io vi dico” non intende mai una legge di cui siamo schiavi e a cui dobbiamo ciecamente ubbidire senza capirne il motivo. I consigli di Gesù sono per costruire una vita felice. Nel progetto di Dio la coppia a Sua immagine è per sempre, testimone della fecondità dell’Amore. Sappiamo tutti quanto sia difficile portare avanti un simile progetto, ma sappiamo anche quanto dolore crei la separazione. A chi è più avanti negli anni spetta il compito di dimostrare come sia possibile un tale progetto, anche a costo di sacrifici. Infatti, occorre sempre un po’ morire a sé stessi per lasciare spazio a chi ci sta accanto.
Domenica 8 gennaio 2023
BATTESIMO DEL SIGNORE
13Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?».
«Ma Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”»
Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
(Matteo 3,15)
Giovanni Battista ci aveva già dato la sua interpretazione di giustizia a livello sociale: «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha» (Luca 3,10). Per Gesù giustizia significa compiere la volontà di Dio. Le due interpretazioni non si contraddicono, perché se compio la volontà di Dio mi occuperò anche del fratello che ha bisogno. Ma sarò molto più sereno nell’affrontare le cose, devo solo chiedermi nelle varie situazioni che cosa vuole da me il Signore e agire di conseguenza. Non sempre mi sarà chiaro, a volte occorrerà pregarci sopra più a lungo, altre volte farsi aiutare, ascoltando il fratello.
Lunedì 9 gennaio 2023
1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»
4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
(Marco 1,3)
A volte il Signore per arrivare a noi deve aggirare ostacoli, attendere udienza, riuscire a farsi vedere, perché abbiamo tante cose da fare, mille riluttanze, responsabilità che premono. Occorrerebbe da parte nostra offrirgli qualche scorciatoia, qualche corsia preferenziale. Per fortuna spesso non ci dà retta e arriva all’improvviso, scavalcando la fila e sbattendoci in faccia le priorità. Noi in questi casi protestiamo, ce la prendiamo con qualcuno (magari con Lui), ci lamentiamo, ma in realtà abbiamo la grande opportunità di aprire meglio gli occhi, vedere il suo amore e accogliere il dono che abbiamo davanti.
Martedì 10 gennaio 2023
«Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio»
15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
(Marco 1,14)
Giovanni ha concluso la sua missione pubblica, la gente è avvertita, il terreno è preparato. Gli rimane solo l’ultimo step, la fedeltà fino alla fine con il coronamento del martirio. Adesso tocca a Gesù. Esordisce con “la bella notizia” di Dio. Sin dall’inizio i toni non sono più quelli di chi ti afferra l’anima per il bavero, di chi ti scuote fino a farti male. C’è l’invito aperto a tutti da parte di un Dio a portata di mano. Non ci sono condizioni previe, né esami di ammissione: è sufficiente aprire il cuore adesso, fidarsi e camminare insieme. A qualunque punto tu sia della tua storia. Anche per noi oggi.
Mercoledì 11 gennaio 2023
21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda:
«Che è mai questo?
Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!»
28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. 32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
(Marco 1,27)
La novità di Dio è speciale. Riempie di vita, di freschezza, di bellezza quello che è da sempre sotto gli occhi e ti dà l’impressione di non aver mai visto la realtà, di aprire gli occhi sul mondo come se fosse la prima volta. Tutto questo ha un’autorevolezza che ti afferra, ti persuade, suscita fiducia. Non dipinge un mondo incantato, perché il male rimane sempre lì in agguato, si manifesta in modo aggressivo e crea ostacoli. Ma adesso quel male che spaventava e ipnotizzava lo vedi ridimensionato, bloccato, sconfitto. È una liberazione, senti di poter vincere, la vita è diventata un’altra cosa.
Giovedì 12 gennaio 2023
35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e
«Gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”».
39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. 40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
(Marco 1,37-38)
Per Gesù è il tempo della semina. Non è il momento di coltivare e raccogliere frutti. Occorre annunciare, bisogna che la voce corra dappertutto, che la luce si diffonda lontano. Ci saranno ostacoli, imprevisti, scomodità, incomprensioni, ma ormai il Big Bang del Vangelo è esploso e nulla potrà più arrestarlo. Costruirà un mondo nuovo, un modo nuovo di abitare il mondo, il modo più umano, quello che permetterebbe a ciascuno di diventare se stesso: essere amati ed amare, spendersi senza riserve, scoprire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, creare fraternità dappertutto, con chiunque.
Venerdì 13 gennaio 2023
13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
«I farisei gli dicevano: “Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?”.
Ed egli rispose loro:
“Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e
lui e i suoi compagni ebbero fame?”»
26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
(Marco 2,24-25)
Vivere la religione preoccupandosi soprattutto di rispettare bene tutte le regole è impegnativo. Occorre una moralità solida e tanta forza di volontà. D’istinto ammiriamo chi ci riesce. È però uno sforzo che ha dei rischi seri. Il primo è concentrarsi sulla regola e non su Dio. Inoltre, crea una certa soddisfazione, che facilmente sconfina nella presunzione e nel giudizio che squalifica chi non ci riesce. In più, Dio viene tenuto a bada, a una certa distanza, per sentirsi più liberi. E poi occorre riconoscere che Gesù trasgrediva apertamente certe regole, le bollava come “dottrine che sono precetti di uomini” e lo lasciava fare anche ai suoi discepoli. Perché decisivo è solo l’amore.
Sabato 14 gennaio 2023
«La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio»
e ognuno si sforza di entrarvi. 17È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.
(Luca 16,16)
C’è una novità radicale con Gesù, al punto da definire un “prima” e un “poi”. E questo non riguarda solo il conteggio degli anni, ma anche l’esperienza della religione. Si tratta quindi di una vera rivoluzione antropologica, perché se cambia il modo di rapportarsi con Dio cambia anche l’uomo che a Lui si rivolge. Dio non è più esterno a noi. Gesù ci ha portato dentro il Suo mistero d’amore e la Trinità è diventata la nostra casa. Non c’è più un “fare per ottenere”, perché tutto è già nostro. Dio ha colmato le distanze, tutto ciò che è Suo è nostro, tra noi e Lui c’è reale familiarità.
Domenica 15 gennaio 2023
II DOPO L’EPIFANIA
1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
«Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”.
E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”»
5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
(Giovanni 2,3-4)
È il primo segno di Gesù, secondo il racconto di Giovanni. Gesù sembra colto di sorpresa, si direbbe che non l’avesse previsto, che secondo Lui non fosse ancora il momento opportuno. Maria forza la Sua mano. È mossa dalla mancanza di gioia, dal cercare una soluzione per non rattristare la festa dei due giovani sposi. Per lei questa è una ragione sufficiente per cambiare i programmi e anticipare i tempi della manifestazione di Gesù. In fondo Gesù è venuto sulla terra proprio per la gioia dell’uomo, perché’ sia felice già da quaggiù.
Lunedì 16 gennaio 2023
7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
«Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla,
perché non lo schiacciassero»
10Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
(Marco 3,9)
Gesù non tiene le distanze. Non mostra il volto di un Dio inavvicinabile e intoccabile, del quale occorre ribadire sempre e solo il rispetto. Non inizia il ministero proclamando di essere Dio: avesse fatto così, tutti si sarebbero subito allontanati con terrore e tremore. Invece decide di lasciarsi toccare, a costo di organizzarsi con i discepoli per non farsi schiacciare, perché comunque ha deciso di non lasciare mai insoddisfatto chi lo tocca con fede. E’ di una vicinanza, di un’accessibilità sorprendente. L’Infinito è proprio qui, a portata di mano, il Dio del cosmo e della storia è un amico accanto a me.
Martedì 17 gennaio 2023
S. Antonio, abate
22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana?
«Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi;
se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi»
26Anche Satana, se si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
(Marco 3,24-25)
“Dìvide et impera”. È la strategia più efficace per un tiranno che voglia controllare e governare un popolo: crei tensioni e discordie al suo interno, le persone si dividono ed è più facile manovrarle e neutralizzarle. È la strategia del diavolo, che etimologicamente è proprio colui che separa e quindi più facilmente distrugge. Invece tutto ciò che costruisce l’unità è sempre benedetto da Dio, la comunione è difficile perché chiede di decentrarsi, ma alla fine arricchisce, consolida, regala gioia e pace, è il primo ingrediente della vita sociale che permette di guardare al futuro con speranza.
Mercoledì 18 gennaio 2023
Cattedra di San Pietro apostolo
13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.
«E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e
le potenze degli inferi non prevarranno su di essa»
19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
(Matteo 16,18)
Il primato di Pietro è impressionante, le affermazioni e le promesse di Gesù sono formidabili. Sappiamo che la pietra non è tanto Pietro quanto la sua professione di fede in Gesù come Cristo, Figlio del Dio vivente. Ma la concentrazione di Gesù sulla persona di Pietro rimane. Impressiona che Dio possa appoggiarsi ad un uomo e fidarsi di lui fino a questo punto, è formidabile che la protezione di Dio gli sia assicurata contro gli assalti del male, anche perché conosciamo bene la vulnerabilità di Pietro. Il fatto è che Dio non rinuncia al suo progetto: salvare l’umanità attraverso l’uomo in cui Lui vive.
Giovedì 19 gennaio 2023
1Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare.
«Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca,
si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva»
2Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3«Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». 10Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». 13E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? 14Il seminatore semina la Parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. 16Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. 18Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. 20Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
(Marco 4,1)
Alla fine, la barca che Gesù aveva fatto preparare per difendersi dalla folla che premeva (cfr. Marco 3,9) si rivela necessaria. Non si può insegnare mentre ti spingono e strattonano. Occorre calma, ascolto, silenzio, pace. Occorre creare uno spazio, uno stacco. Se siamo sempre sballottati qua e là dagli impegni, se passiamo rapidamente dal rispondere ad un sms che è sempre urgente al dialogo con chi ci sta di fronte, sempre sul pezzo nello stesso momento su vari fronti, è difficile nutrire il cuore. Occorre un ascolto calmo, autentico, non superficiale. Occorre uno spazio, uno stacco.
Venerdì 20 gennaio 2023
S. Sebastiano, martire
Quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 21Diceva loro: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?
«Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e
nulla di nascosto che non debba essere messo in luce»
23Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
(Marco 4,22)
Spesso pensiamo che Dio, sconfinato com’è, abbia segreti che per noi rimangono inaccessibili. In realtà questa logica è stata definitivamente contraddetta dal mistero dell’Incarnazione. Dio infatti ha deciso di parlare la nostra lingua, di farsi capire personalmente da noi uomini, combattendo così ogni fraintendimento. Ci ha chiamati amici, perché tutto quello che ha udito dal Padre Suo ce l’ha fatto conoscere (cfr. Giovanni 15,15). Quindi il nostro è il tempo in cui occorre comunicare tutto ciò che ci ha insegnato con parresia, senza reticenze, senza paura, perché tutti e dappertutto lo possano ascoltare.
Sabato 21 gennaio 2023
S. Agnese, vergine e martire
«Chiamati a sé i suoi dodici discepoli,
diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità»
2I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; 4Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. 5Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; 6rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. 7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
(Matteo 10,1)
E’ bello quel “suoi” come aggettivo possessivo che riguarda i Dodici. Mostra che con quegli uomini Gesù ha un legame speciale, più stretto e confidenziale che con altri. E li invia, ad un certo punto della loro convivenza, perché ormai ritiene che abbiano assimilato chi Lui è, in modo comunque sufficiente da poterLo ora ripresentare là dove verranno inviati. Gesù infatti chiede loro di fare esattamente quello che Gli hanno visto sempre compiere, come un allievo che rappresenta il maestro, ciascuno con lo stile che gli è proprio, miracoli compresi. In loro, in mezzo a loro, Gesù non smette mai di rendersi presente.
Domenica 22 gennaio 2023
III DOPO L’EPIFANIA
Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. 11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini.
«Egli disse ai suoi discepoli: “Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa”.
Fecero così e li fecero sedere tutti quanti»
16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
(Luca 9,14-15)
Gesù organizza il bene. Per raggiungere tutti, perché tutti alla fine si accorgano di ciò che è avvenuto, li divide per gruppi, facendo le cose in modo ordinato, conferendo al gesto della moltiplicazione dei pani quasi un tocco di solennità. C’è quindi una cura delle cose che riguardano il Vangelo che non è smania di perfezione o ansia da prestazione, ma gusto di quell’armonia, di quella bellezza nella semplicità che dice il mistero di Dio anche senza bisogno di parole. Forse il fascino di una liturgia che si ispira al Vangelo potrebbe trarre qualche spunto anche da questo dettaglio del racconto evangelico.
Lunedì 23 gennaio 2023
Quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 24Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate.
«Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più»
25Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
(Marco 4,24)
“A ciascuno è dato il mistero di Dio nella misura in cui ha fede (…). Il dono di Dio eccede ogni misura. Siamo stimolati ad accrescerla per ricevere sempre di più. C’è un dinamismo nel nostro rapporto con lui, che non cesserà mai, e ci porta a partecipare della sua infinità: più desideriamo, più otteniamo, ma otteniamo sempre più di quanto desideriamo, così che si dilati il desiderio, per ottenere ancora di più, in un crescendo continuo. L’amore infatti è senza fine. Nessun appagamento lo estingue: ciò che lo sazia, anche lo alimenta” (padre Silvano Fausti).
Martedì 24 gennaio 2023
S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa
26Diceva:
«Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa»
28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». 30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». 33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
(Marco 4,26-27)
È molto incoraggiante questa paraboletta sulla crescita irresistibile del Regno di Dio. Ci libera alla radice dal timore che l’esito di tutto dipenda da noi, fragili e inesperti come siamo. C’è invece un dinamismo segreto, nascosto nel grembo della storia, che nulla e nessuno possono arrestare e che spinge la vicenda umana verso un futuro sempre più promettente. Non mancano infatti i momenti di stasi e di precarietà, in cui tutto sembra spegnersi, in cui sembra prevalere la sindrome del crollo, eppure c’è sempre un’energia che misteriosamente riesce poi a sopravanzare ogni ostacolo e a proiettare tutto più in là.
Mercoledì 25 gennaio 2023
Conversione di S. Paolo apostolo
27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
«E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito,
quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo,
siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele”»
29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
(Matteo 19,28)
Gli apostoli condividono tutto nella vita di Gesù: il vivere quotidiano fatto di annuncio e di successi, di imprevisti e di sconfitte. Ciò che è Suo diventa anche loro, in un’autentica comunione dei beni e, solo qui in terra, anche dei mali. Nel prospettare il futuro che li attende Gesù disegna ancora la stessa dinamica: il Suo trono di gloria sarà anche il loro, la partecipazione al Suo destino sarà piena così come lo è stata nell’esperienza di quaggiù. C’è quindi una comunione che non si interrompe più, che inizia qui e che ci accompagnerà sempre, che neppure la morte potrà interrompere, ma soltanto rendere più piena.
Giovedì 26 gennaio 2023
Ss. Timoteo e Tito, vescovi
24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse:
«I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori.
Voi però non fate così»
ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. 28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno.
(Luca 22,25-26)
Gesù sa che, come avviene in ogni comunità umana, anche coloro che lo seguiranno avranno dei responsabili che li guidano. Ma anche in questo la logica del mondo va dimenticata. Il primato infatti è di chi serve. E chi serve non riceve elogi o ringraziamenti, non è considerato un benefattore, ma semplicemente uno che ha fatto quello che doveva fare. Onori e benemerenze, titoli altisonanti e paludamenti sontuosi sono retaggi di una cultura che non è quella di Gesù. Quel “Voi però non fate così” dovrebbe risuonare di continuo nelle nostre orecchie come un mantra…
Venerdì 27 gennaio 2023
21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. 35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte.
«Entrato, disse loro: “Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori,
prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina»
41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
(Marco 5,39-40)
Gesù non si lascia condizionare o frenare dalla reazione della gente. Sa di doverci portare in un “oltre” che ci è sconosciuto e quindi mette nel conto le nostre resistenze, sa che il nostro deridere che si crede sapiente è in realtà determinato dall’ignoranza e quindi agisce con l’energia necessaria per scavalcare i nostri ostacoli e proseguire fino al traguardo. Anche di fronte alle situazioni che appaiono insormontabili il discepolo non smette perciò di credere che Dio è capace di tracciare una via nuova e impensata, anche sulle nostre righe storte, pazientando davanti ai sorrisi di compatimento, sapendo che ogni morte porta dentro di sé una risurrezione.
Sabato 28 gennaio 2023
S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della Chiesa
«Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi”»
lo condanneranno a morte 19e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
(Matteo 20,17-18)
Un discorso difficile da ascoltare, quello che Gesù fece ai suoi discepoli quel giorno. Continuare a camminare a fianco di un uomo che si dirige verso un drammatico fallimento li avrà resi un po’ esitanti, li avrà riempiti di interrogativi. Forse anche per questo l’annuncio della Pasqua viene subito respinto, rimosso dagli apostoli: è troppo difficile da accettare, meglio pensare ad altro. Ma Gesù sa che i nostri tempi di metabolizzazione sono assai lenti in questi casi, non pretende di persuadere i suoi in quel frangente. Al momento opportuno, mossi dallo Spirito, avranno la grazia per capire e compiere tutti i passi necessari.
Domenica 29 gennaio 2023
S. FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE
«Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè,
portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore»
– 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
(Luca 2,22)
Maria e Giuseppe, pur conoscendo l’eccezionalità del bambino che cresce nella loro casa, non pensano a privilegi o a esenzioni particolari per Gesù. Il Suo percorso è esattamente quello di ogni bambino ebreo. Sottostanno quindi ai riti e ai doveri religiosi codificati, con umiltà e semplicità. A giudicare dalle apparenze si direbbe che la loro vita non abbia nulla di rivoluzionario o straordinario, che la loro sia una famiglia come tante, come tutte. Il gesto della presentazione al tempio è per loro un riconsegnare al Padre il dono che hanno ricevuto, per non dimenticare mai che di quel figlio sono custodi e non padroni.
Lunedì 30 gennaio 2023
Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. 25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. 30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui,
«Gesù si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”. I suoi discepoli gli dissero:
“Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?””»
32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
(Marco 5,30-31)
Essere schiacciati e spinti dentro un vagone della metropolitana pieno è un disagio che si impara a sopportare. Con l’abitudine quasi non te ne accorgi. Può invece capitare di essere appena sfiorati e di provare un trasalimento perché quel tocco ha un’intensità d’amore e una fiducia speciali. Gesù sa ben distinguere il modo con cui viene toccato: Lui guarda all’intenzione del cuore, non si ferma all’apparenza del gesto. La bellezza è proprio qui: Dio conosce cosa si muove dentro di noi. E questo vale. Infinitamente più dei giudizi che altri dall’esterno spesso si preoccupano di dare.
Martedì 31 gennaio 2023
s. Giovanni Bosco, sacerdote
1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».
«Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”»
5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.
(Marco 6,3-4)
Dobbiamo accettare questa stranezza: chi dovrebbe conoscerti meglio rischia di sapere meno di altri chi realmente sei. Eppure, in alcune circostanze della vita, per le nostre reazioni ci accorgiamo di essere un mistero sorprendente anche per noi stessi. Oppure certi eventi a volte ci trasformano fino a renderci irriconoscibili. Lo sappiamo, lo sperimentiamo, eppure facciamo una gran fatica a comportarci di conseguenza quando si tratta di applicare tutto questo agli altri. Loro sono ormai inscatolati, prigionieri di un giudizio dal quale non possono più uscire. E così purtroppo anche Gesù ci può passare di fianco e non ce ne accorgiamo.
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